Durante uno dei mie soliti pellegrinaggi nelle armerie più fornite d’Italia, mi venne offerta usata, come amo definirle io, una: “Vecchia Gloria” una splendida carabina Blaser modello SR 850/88 dotata di due canne con relative testine otturatrici, caricatori, attacchi e ottiche, il tutto ben stipato in una bella e funzionale valigetta originale. I calibri erano davvero interessanti: una canna in 6 x 62 Fréres e l’altra in 8 x 68 Shuler. Sicuramente il suo precedente proprietario doveva sapere il fatto suo, perché in quella valigetta era racchiusa una micidiale combinazione adatta per quasi tutte le cacce, africane comprese, con la sola esclusione dei grandi Big pericolosi. Fu amore a prima vista, ma appena mi fu comunicata la “dote” richiesta per averla in “sposa”, fui costretto a proporla al mio carissimo amico Filippo che senza pensarci due volte se la portò a casa! Ma non solo, il buon Filippo fu talmente entusiasta dell’acquisto che pochissimo tempo dopo decise di acquistare anche una terza canna e indovinate un po’ in che calibro? Addirittura nel cattivissimo e super prestante 9,3 x 64 Brenneke, così, tanto per chiudere il cerchio! Con Filippo siamo più che amici, così non potevo che dedicare alla splendida arma e alla sua micidiale combinazione di elementi un meritato studio cominciando come mia abitudine, dall’inizio.
Verso i primi anni ottanta, un certo Herr Horst Blaser, spinto da una irrefrenabile passione, decise di rivoluzionare il mondo delle carabine a otturatore scorrevole-girevole costruendo una carabina dalle caratteristiche a dir poco futuristiche, deviando radicalmente dalle precedenti filosofie in materia di bolt action. Blaser, innanzi tutto, decise che la sua arma avrebbe dovuto avere una canna di facilissimo smontaggio, possibilmente intercambiabile con altre simili ma in calibri diversi, che fosse possibile costruirla mediante un’avanzata tecnologia basata su macchine a controllo numerico, in modo da consentire lavorazioni più precise, più economiche e di poter utilizzare le leghe leggere per limitare al minimo pesi ed ingombri. Il primo modello fu la 830-850, della quale sono stati prodotti pochi esemplari, poi finalmente arrivò alla nostra SR 850/88, una carabina davvero inconfondibile, sia come estetica con la calciatura in due pezzi e la grossa culatta squadrata che racchiude tutta l’essenza dell’arma, sia come concezione meccanica. Herr Blaser, da buon tedesco, era cresciuto a pane e tradizioni, quindi seguendo le orme dei grandi armaioli della storia, in primis del grande Paul Mauser, apprezzandone la genialità e le invenzioni, ma per quanto riguardava l’otturatore della sua arma scelse di avvalersi della migliore soluzione possibile per quei tempi; ossia di un otturatore forgiato e trattato termicamente ad altissima resistenza con tre alette di chiusura poste a 120° sulla testa dell’otturatore, che vanno ad impegnarsi direttamente nei recessi ricavati direttamente nella canna. E visto che un buon 50% della caccia a palla praticata dagli europei si fa spesso di notte da un’altana chiusa con pareti e finestre, Blaser decise di mantenere la 850/88 più corta e maneggevole possibile, anche a costo di rinunciare allo sportellino per lo svuotamento rapido del serbatoio.
Fin qui niente da eccepire perché anche la Mauser Europa 66 aveva adottato certi accorgimenti, ma Blaser fu irremovibile su una cosa: voler cacciare con l’arma carica, con la cartuccia in canna, ma col percussore disarmato. Questa è stata la caratteristica che cambierà radicalmente la filosofia di portabilità delle carabine da caccia negli anni a venire. Nella Blaser SR 850/88 l’armamento del percussore non avviene più automaticamente nella fase di apertura o di chiusura dell’otturatore, bensì manualmente agendo sulla leva-manetta di apertura dell’otturatore. Nel modello 830 questo era possibile farlo agendo su un piccolo cane esterno molto simile a quello di una pistola, mentre armare il percussore della 850/88 è invece più complesso, ma molto più facile da disarmare. Infatti, il congegno d’armamento –disarmo è integrato nella manetta e deve essere spinto in avanti per caricare l’arma e viceversa per scaricarla.
L’AZIONE. La 850/88 rientra di diritto nella categoria delle carabine ad otturatore scorrevole–girevole, ma si differenzia sotto molti aspetti da questa categoria. In primo luogo non esiste una culatta mobile integrata all’otturatore con relativa guida cilindrica di scorrimento, al suo posto troviamo un vero e proprio castello in lega leggera che funge da supporto per tutto il sistema di otturazione. Inoltre incorpora il gruppo scatto, il vano porta-caricatore e serve anche ad accoppiare i due pezzi che compongono la calciatura, calcio ed asta. Nella parte anteriore viene avvitata la canna mediante un sistema validissimo d’incastri che funge anche da recoil–lug per sopportare il rinculo. Il tutto reso solidale e affidabilissimo da una SOLA vite Allen. Questo sistema di assemblaggio particolarmente sofisticato permise (e permette tutt’ora anche nei modelli Blaser più recenti), la completa sostituzione e intercambiabilità di ogni singolo componente dell’arma. Infatti, nelle SR 850/88 è possibile cambiare in pochissimi minuti la canna (e quindi anche calibro), la testina otturatrice, il caricatore, il calcio, l’astina, l’attacco per l’ottica, etc. Ora ci chiediamo se la dinamicissima ditta di Isny, una piccola località vicino alla città industriale di Kempten, che porta il nome del fondatore, se lo sarebbe mai immaginato l’enorme successo che ha riscontrato negli ultimi decenni.
Come già accennato, il sistema di chiusura avviene mediante tre robustissimi tenoni che vanno ad impegnarsi in altrettanti recessi nella canna con una rotazione di appena 58°. Il porta otturatore reca due lunghe rotaie in acciaio, saldamente avvitate sui fianchi, per mezzo delle quali può scorrere in apposite guide interne al castello opportunamente rinforzato con riporti in acciaio. Questa caratteristica, applicata ad una maneggevolissima carabina da caccia, è stata sotto ogni punto di vista un vero capolavoro di meccanica applicata. L’azione lineare, la ripetizione morbida e leggera e una sicurezza a tutta prova, hanno fatto sì che le carabine SR 850/88 siano delle vere e proprie “pietre miliari” a livello mondiale.
ARMAMENTO E SCATTO. L’arma è priva della tradizionale sicura, perché inserita nel congegno d’armamento stesso. La manetta d’armamento funziona come una comunissima bolt action solo che per armare il percussore lanciato, occorre spingere la leva in avanti di pochi gradi. Allo stesso modo con una semplice spinta nel senso inverso, quindi all’indietro, è possibile disarmarlo. Più facile di cosi! L’arma è talmente ben congegnata che è persino dotata di una piccola leva, posta sul lato destro dell’otturatore, che permette il bloccaggio dell’otturatore in chiusura che impedisce anche l’armamento del percussore, è un po’ come un’ulteriore sicurezza.
ESTRATTORE - ESPULSORE. Sono forse le parti meccaniche più convenzionali dell’arma. Classica unghia estrattrice e altrettanto comune pistoncino caricato a molla. Come si dice? Cavallo vincente non si cambia, quindi perché complicarsi la vita.
CARICATORE. L’alimentazione è affidata a un caricatore prismatico molto complesso. Costruito in materiale sintetico con rinforzi in metallo. Anch’esso è stato concepito per svolgere impeccabilmente il suo lavoro. Le ogive delle cartucce contenute nel suo interno sono protette dalla particolare conformazione dell’elevatore che nella fase di ricarica è sollevata portando la cartuccia in posizione precisissima davanti alla camera di scoppio, assicurando una ricarica sicura. I colpi disponibili possono variare da due a quattro secondo il calibro scelto. E’ interamente contenuto all’interno del castello ed è facilmente estraibile e quindi sostituibile. All’interno della scatola di culatta non è in alcun modo vincolato, per estrarlo è sufficiente sfilare completamente l’otturatore e capovolgere l’arma.
LE CANNE. Le canne Blaser sono in ottimo acciaio trilegato al nickel–cromo-molibdeno trattato termicamente. Sono flottanti grazie a un geniale sistema di ancoraggio dell’astina che non va ad inficiare il tubo in nessuna parte. Una delle caratteristiche di maggior spicco delle carabine SR 850/88 è anche la dimensione totale dell’arma, molto ridotta rispetto alle altre concorrenti a parità di lunghezza di canna e di calibro adottato, grazie al nuovo sistema di otturazione, più corto di circa 8 cm rispetto alle tradizionali carabine a ripetizione. Inoltre, poter montare il cannocchiale direttamente sulla canna è una garanzia di assoluta precisione anche dopo innumerevoli smontaggi e rimontaggi della stessa.
I LEGNI. Se non fosse per il fatto che la calciatura è in due pezzi, calcio e astina, la somiglianza con la Mauser Europa 66 sarebbe molta. Il calcio ha la pistola ben pronunciata e l’asta assomiglia forse un po’ troppo a quella di un fucile a canna liscia. Comunque l’insieme è molto di buon gusto, sobrio e.. prettamente tedesco. Bello il poggiaguancia e lo zigrino a passo fine. I legni sono in ottimo noce balcanico. Nella coccia è presente un vano in plastica dura-palissandro di colore nero che all’occorrenza può accogliere una delle tante e bellissime cocce in argento di produzione esclusiva Blaser.
LO SCATTO. Il sistema di scatto è diretto. Pulitissimo, netto, senza grattamenti né fastidiosi retro scatti ed è anche regolabile mediante un sistema a leva a cursore presente all’interno del castello. E’ semplicemente perfetto per un’arma destinata alla caccia a palla. L’impiego al quale è destinata la nostra SR 850/88 prevede tiri sia lunghissimi, con i calibri 6 mm Fréres e 8 x 68 S, sia d’imbracciata a corta–media distanza con il calibro 9,3 x 64 Brenneke, quindi poter disporre di un dispositivo di regolazione è fondamentale. Il peso di sgancio consigliato è intorno agli 800 grammi. Questa scelta costruttiva si adatta ottimamente ad ogni situazione venatoria e garantisce i migliori risultati dal punto di vista operativo. Anche il sottoguardia è in lega, di adeguate dimensioni e dalla linea piacevole. Lo sgancio è netto, prevedibile e risulta facilmente controllabile. La corsa del percussore è cortissima.
ORGANI DI MIRA. Le mire metalliche, tacca e mirino sono “senza lodi e senza infamia”, diciamo standard. Sono su tutte le canne indipendentemente dal calibro, abbastanza valide perchè concepite per un utilizzo prettamente venatorio, non molto piacevoli dal punto di vista estetico. Ovviamente è previsto l’attacco per il cannocchiale a pivot del tipo a serraggio con ghiera girevole. Sono molto comuni in Europa, compresa l’Italia. Si trovano attacchi dedicati costruite dalla Regnaghel, dalla MAK ed anche dalla Erredi Poli. Consentono di utilizzare a piacimento l’arma sia con le mire metalliche sia con l’ottica in pochissimi secondi.
CONSIDERAZIONI FINALI. L’arma è completamente scomponibile: è composta dalla canna, dal gruppo otturatore, dal castello in ergal aerospaziale, dal calcio e dall’astina. Tutto è trattato in modo da essere assai resistente agli agenti atmosferici. Otturatore e gruppo del grilletto sono facilmente smontabili. Anche l’attacco per l’ottica è elegante e leggero. L’essere montato direttamente sulla canna è molto positivo per un’arma “smontabile”. Consente numerosissimi smontaggi e rimontaggi del cannocchiale, senza che sia necessario provvedere a controlli e a nuove tarature. La solidità di questo accessorio è tale da resistere agevolmente ai violenti effetti provocati dai grossi calibri Magnum con il punto d’impatto sempre costante. L’aspetto esterno è decisamente particolare, le SR 850/88 piacciono o non piacciono, i gusti son gusti. Ai suoi tempi (come anche ora!) le carabine Blaser potevano essere ordinate con delle valigette adatte a contenere più canne e relative ottiche. Personalmente ne ho viste anche dotate di scomparti per i caricatori di ricambio e per gli otturatori. La possibilità di uno smontaggio rapido si rivela particolarmente utile anche quando l’arma, per una serie di circostanze particolari, deve essere messa nello zaino, come quando si trasporta grossa selvaggina e/o per affrontare marce prolungate su terreni difficili. Una volta rimontata l’arma, state tranquilli che la taratura sarà rimasta assolutamente invariata.
Volendo, il mio caro amico Filippo può assemblare la sua splendida arma per cacciare camosci e caprioli a lunghissima distanza, per insidiare grossi cervi danubiani o rare pecore asiatiche oppure per affrontare i Big Five africani. Non ha che l’imbarazzo della scelta!! E usare sempre la stessa arma è indubbiamente un enorme vantaggio per acquisire sempre una praticità maggiore.
SCHEDA TECNICA
Costruttore: Blaser Jagdwaffenfabrik GmbH-D – Isny Germania
Modello: SR 850/88
Tipo: Carabina da caccia a ripetizione manuale
Funzionamento: Ad otturatore scorrevole- girevole con tre alette poste a 120° sulla testa dell’otturatore
Percussore: Monopezzo lanciato a corsa breve.
Sicura: Armamento e disarmo del percussore sono comandati dalla leva di armamento
Azione: Sistema otturatore in acciaio legato e bonificato ad alta resistenza.
Calibri: tutti i più comuni calibri da caccia dal piccolo 222 Remington al potente 458 WM
Canna: In acciaio speciale Trilegato trattato termicamente, lappata e rotomartellata a freddo lunga 510 mm nei calibri normali e 660 mm nei calibri magnum (anche con freno di bocca)
Estrattore: misto a unghia e pistoncino posto sulla testa dell’otturatore
Alimentazione: Avviene tramite un caricatore fisso in materiale plastico che alloggia all’interno della culatta. La capacità può variare da 2 a 4 cartucce in funzione del calibro.
Organi di mira: Tacca di mira regolabile in deriva e mirino a lamina regolabile in altezza.
Castello: Aperto. Il montaggio del cannocchiale avviene direttamente sulla canna
Scatto: monogrillo regolabile .
Calcio: In noce europeo scelto a pistola con guanciale laterale tipo Montecarlo. Sempre presente in tutti i modelli, una coccia in palissandro da poter rimuovere per consentire il montaggio di una Coccia Originale Blaser in argento con soggetto venatorio nell’ovale.
Lunghezza totale calibri Magnum 1.110 mm
Peso: da 3300 a 4000 grammi secondo modello e calibro.
Marco Benecchi