Verso la fine della seconda guerra mondiale l’esercito tedesco, decimato, stremato e incalzato dall’Armata Rossa, si ritirava dal fronte orientale. Tutti conoscevano l’esito del conflitto e nessuno si faceva illusioni su chi fosse il vincitore o su chi avrebbe preso Berlino ma, nonostante tutto, alcuni reparti scelti della Wehrmacht si sacrificarono fino all’ultimo uomo infliggendo pesantissime perdite all’esercito sovietico. Durante una di quelle terribili battaglie, un soldato russo di nome Mikhail T. Kalashnikov rimase molto impressionato dalle armi dei suoi nemici e di una in particolare: il nuovissimo e quasi sconosciuto fucile automatico Sturm Gehwer 44 calibro 8 x 33 Kurz (evoluzione dell’MKB 42). Quel primo vero esempio di “fucile d’assalto”, distribuito in tutta fretta e in pochissimi lotti, fu il modello dal quale il giovane Mikhail partì per la progettazione della nuova arma individuale destinata ad armare l’esercito sovietico. Nacque così il famosissimo Automat Kalashnikov modello 47, il fucile d’assalto più famoso, affidabile e diffuso al mondo. L’innovazione del geniale progettista russo non riguardò soltanto il nuovo sistema d’arma, che comprende numerose varianti, ma anche il suo munizionamento. Da uno studio condotto da diversi tecnici venne creata una cartuccia futuristica per quei tempi, perché aveva le prestazioni di un calibro da fucile abbinate al rinculo e alle dimensioni di una munizione da pistola. Quel calibro era il 7,62 x 39 M 43.
Ufficialmente il 7,62 x 39 Russian, come oggi viene normalmente chiamato, nasce nel 1943 ma la progettazione vera e propria risale ad alcuni anni addietro. Ad oggi si contano oltre 70 milioni di armi prodotte in questo calibro, come: AK 47, AKM, AMD, RPK, SKS, VZ 58, Type 56, Type 63 ecc. In configurazione standard militare l’M 43 spinge una palla da 123 grani ad oltre 725 metri al secondo, erogando un’energia cinetica di 214 chilogrammetri, grazie all’uso di propellenti particolari creati specificatamente per questa cartuccia. Il suo piccolo bossolo, lungo soltanto trentanove millimetri, ha una capacità limitata e quindi è necessario che utilizzi propellenti molto vivaci per poter imprimere alla palla una velocità sufficiente. Studi di laboratorio confermano che l’effetto invalidante di una munizione e relativo shock idrodinamico è maggiore se il proiettile supera i 700 metri al secondo.
La diffusione del 7,62 x 39 è tale che non esiste angolo di mondo dove non sia reperibile nelle configurazioni più disparate: le comunissime FMJ, le perforanti, le incendiarie, i traccianti, ecc. Per quanto riguarda il suo impiego pratico in ambito civile, oltre che ad essere una valida munizione per la difesa abitativa (chi risiede in una zona isolata, magari in aperta campagna, si sentirebbe molto più tranquillo con una bella SKS a dieci colpi a portata di mano!), se caricata con buone palle espansive può ritenersi sufficiente anche per la caccia ai selvatici di media mole come caprioli, daini e cinghiali. Ho letto di alcuni cacciatori che, recatisi a caccia in Kairghisia, Kazhakstan, Siberia e Kamchatka, raccontano che le loro guide erano tutte armate con delle carabine calibro 7,62 x 39. Non certo il meglio per fermare la carica di un orso di quattrocento chili o di un alce di una tonnellata!
La caccia a palla in Italia conta oggi numerosissimi seguaci, tanti che soltanto una decina di anni fa erano impensabili. Il fascino della carabina ha colpito un po’ tutti, dalle Isole alle Alpi. In molti hanno abbracciato la filosofia dell’arma rigata, riconoscendogli la dovuta superiorità anche nella caccia in battuta. I cacciatori che per insidiare il “Re della Macchia” abbandonano il calibro dodici a favore della carabina sono sempre in aumento.
Alcuni di questi, sia per motivi economici sia per il gusto di possedere un’arma ex ordinanza, la praticano con carabine semiautomatiche di derivazione militare, prevalentemente cinesi, sovietiche o jugoslave, che con delle piccole modifiche possono diventare delle valide armi da battuta. Ed eccoci arrivati all’eterno, solito, dilemma: ma il calibro 7,62 x 39 Russian è idoneo alla caccia al cinghiale? Non so se sia idoneo per i grossi capi dell’Est Europa che superano i tre quintali, ma io ho un’esperienza diretta di grossi solenghi ”italici” (un centinaio di chili) abbattuti senza problemi. E’ chiaro che c’è molta differenza tra il colpire un animale fermo e tranquillo ed uno in corsa che ha in circolazione fiumi di adrenalina e tutti i sensi tesi al massimo. La letalità di una munizione dipende da molti fattori che possono essere meccanici, tecnologici e balistici, ma anche da che cosa il proiettile colpisce.
Un cinghiale ben centrato da una espansiva da 123–125 grani di solito fa poca strada. In ambito venatorio il 7,62 x 39 può essere usato esclusivamente per la caccia in battuta o in un’arma da recuperatore, camerato in carabine semi auto di derivazione militare oppure nella Ruger Mini Thirty Ranch Rifle. Anche la Sabatti produce una carabina bolt action in 7,62 x 39, ma sinceramente in armi simili preferisco calibri ben più prestanti. Pur “spacciandosi” per un 7,62 (.308”) le pallottole del nostro “Russian” misurate al micrometro hanno evidenziato un diametro di 7,87 – 7,89 millimetri, pari a circa .311 millesimi di pollice, quindi per chi volesse ricaricarlo, è bene che usi delle palle di calibro adeguato. Quelle da .308 vanno comunque bene, al limite potrebbero essere meno precise perché non impegnano correttamente la rigatura, ma per il resto non creerebbero inconvenienti.
Chi ha intenzione di acquistare o già possiede una carabina calibro 7,62 x 39, può facilmente reperire delle munizioni FMJ (blindate), per lo più militari, di produzione ungherese, slava, cinese o russa a circa cinquanta centesimi di euro cadauna, mentre quelle americane o europee con palle espansive costano quanto una cartuccia calibro 30.06! Munizioni da caccia molto accurate, tutte con proiettili SP da 123-125 grani, sono prodotte da: Remington, Federal, Winchester, PMC, Lapua, Sako e Sellier & Bellot. Altrimenti se ne possono preparare di ottime ricorrendo alla ricarica. Come già accennato, la scelta delle palle dovrebbe limitarsi a quelle di diametro .311”. Oltre alle suddette marche di munizioni, che producono anche componenti sfusi per la ricarica, eccellenti palle le hanno in catalogo: la Hornady, la Speer e la Sierra. Devo ammettere che nel caso della ricarica del 7,62 x 39, una munizione originale sviluppa velocità uguali se non addirittura superiori a quella ricaricate. Questo fenomeno è dovuto alle caratteristiche strutturali della cartuccia. La scarsa capienza del suo bossolo e la leggerezza delle palle che utilizza richiederebbero l’uso di propellenti particolari. Conosco alcuni cacciatori che si preparano delle micidiali cartucce da caccia scaricando con il martelletto inerziale quelle militari per poi sostituirgli soltanto la palla con una di ugual peso ma di tipo Soft Point.
Per ricaricare il 7,62 Russian occorrono polveri molto vivaci, a partire da quelle idonee per le cartucce magnum da revolver fino ad arrivare ai propellenti più spinti per carabina. Per il nostro piccolo studio ho scelto i seguenti: Winchester 296 e 748 Tubal 2, Vecatan SP3 e SP 10, Norma N 200, IMR 4227 e IMR 4198, Vihtavuori N 120, Hodgdon BLC –2, H 335 e H 4198. I bossoli nuovi sono venduti dalle stesse case che producono cartucce cariche finite, ma i migliori in assoluto sono quelli della Lapua, per l’eccellente resistenza alle ripetute ricariche che hanno dimostrato, grazie alla ricottura (annealing in inglese) del collo e della spalla del bossolo (sono infatti bicolori). Gli inneschi da usare sono i comunissimi Large Rifle standard. Alcuni testi riportano dati di ricarica per il 7,62 x 39 anche per palle inusuali per il calibro, come quelle da 130 o addirittura da 150 grani. Io mi limiterò a consigliare alcune dosi testate esclusivamente per le palle da 123–125 grani, il migliore compromesso per un corretto uso venatorio. Sono da considerarsi come MASSIME e da raggiungere per gradi.
Con qualsiasi tipo di palla caricata, è tassativo mantenere la lunghezza massima della munizione finita (OAL) entro i 56 millimetri, per non causare inconvenienti nei caricatori delle carabine semiautomatiche. Le SKS e i Type 56 si caricano con apposite piastrine progettate per munizioni FMJ militari, usando palle Soft Point si deve fare molta attenzione a non danneggiare le punte di piombo esposto.
Marco Benecchi