Come ho già specificato in molte altre occasioni, sono fermamente convinto che tutte le tecniche di caccia sono allo stesso modo belle ed appassionanti. La caccia alla piccola selvaggina migratoria, come quella molto più impegnativa ai grossi selvatici da pelo (anche pericolosi), se praticata con serietà e passione può dare sempre grandi soddisfazioni.
Dopo aver esercitato molti tipi di caccia, credo di potermi permettere di annoverarne una tra le più emozionanti in assoluto: la caccia al gallo cedrone. Purtroppo in Italia la rarefazione di questo pregiatissimo tetraonide ne ha decretato la momentanea sospensione della caccia, facendolo rientrare addirittura nelle specie particolarmente protette ma per fortuna in molti altri paesi europei il cedrone non solo gode di ottima salute, ma è soggetto a prelievi costanti senza eccessive limitazioni.
Le zone migliori per ottenere il prestigioso trofeo (magari da far naturalizzare al canto) sono: i paesi scandinavi, buona parte dell’Est Europa e le due Russie (europea ed asiatica). I prezzi sono abbastanza abbordabili e quindi “quasi” alla portata di tutti. Vista l’importanza del selvatico, mi sembra doveroso conoscerlo meglio. Le origini del gallo cedrone si perdono nella notte dei tempi. La sua presenza risale addirittura al Pleistocene. Appartiene alla grande famiglia dei tetraonidi, all’ordine dei galliformi, al genere Tetrao e alla specie Tetrao urogallus Linnaeus, 1758. Si pensa che il nome del gallo cedrone derivi dal greco”tetrazo”: io schiamazzo, faccio rumore, dal termine Uro, leggendario e imponente bovide che popolava alcune regioni nei tempi antichi, e dal termine “cedro”, sinonimo di conifera.
Il peso dei maschi varia molto in funzione delle regioni di provenienza, dai 3300 grammi dei cedroni scozzesi ai 6500 grammi dei grossi galli della Germania centrale. Può raggiungere una lunghezza complessiva che sfiora il metro. E’ molto robusto ed è dotato di un piumaggio folto e compatto. Chi ha in programma una spedizione all’urogallo è bene che preparari accuratamente l’attrezzatura di cui sicuramente avrà bisogno. In Norvegia, Finlandia e Svezia il cedrone può essere cacciato anche con il cane da ferma, ma vista la mia nota vocazione da “carabiniere” mi limiterò a trattare soltanto le armi rigate o miste che ritengo specifiche per la caccia al nobile tetraonide: quella classica alla “Ferma” con il volpino Spezt Finsk. Questa tecnica è talmente bella ed appassionante che quando l’ho praticata, non mi vergogno a confessarlo, ci sono stati dei momenti in cui mi tremavano le gambe.
La caccia al gallo con lo Spezt è molto entusiasmante, ma anche difficilissima. Il buon esito può dipendere molto da tre fattori fondamentali: dalla bravura dell’ausiliare, dalla nostra abilità e dall’arma che impugneremo. Per lo Spezt non ci sono problemi perché nel Nord Europa esistono molti cacciatori professionisti che con i cani ci lavorano e quindi allevano esclusivamente dei veri specialisti. La nostra abilità aumenterà ad ogni tentativo d’accostamento andato a vuoto, mentre per quanto riguarda l’arma dobbiamo cercare di utilizzare la migliore combinazione possibile.
Anni or sono ho avuto la fortuna di poter cacciare il gallo cedrone nello Jamtland, una regione che si trova all’estremo nord della Svezia al confine con la Lapponia. In quel meraviglioso paese, come già accennato, il cedrone può essere cacciato anche con i cani da ferma, ma l’apice della soddisfazione si raggiunge quando finalmente riusciamo a scorgere l’astutissimo uccello bloccato su un ramo dall’abbaiare del cane. Il tiro, in quei casi, varia in base alla conformazione del terreno, alla stagione e al tipo di vegetazione, dai venti ai cinquanta metri. Se avremo la fortuna d’individuare bene il gallo anche ad una certa distanza e se possiamo usufruire di un buono appoggio nessuno c’impedirà di tentare un preciso tiro con la canna rigata, ma se il nostro Spezt è riuscito a fermare il grosso uccello sopra ad un albero particolarmente fitto dove non riusciamo a distinguerlo bene, l’ampiezza della rosata offerta dalla munizione spezzata ci sarà d’indubbio aiuto.
Queste considerazioni portano ad una sola conclusione: che l’arma migliore per la caccia al gallo cedrone è il basculante misto combinato dotato di una precisa ottica accuratamente tarata a cinquanta metri. Il cannocchiale deve possedere un ingrandimento medio – basso o meglio ancora se di tipo variabile, e montato su attacchi a sgancio rapido facilmente smontabili a mano.
E’ sottinteso che dovrà essere di ottima marca e che abbia una definizione e un contrasto impeccabili ed una robustezza ed una resistenza agli agenti atmosferici eccezionali. Considerate le normali distanze di tiro e le dimensioni del bersaglio, tra gli ingrandimenti fissi sceglierei il 4 x 32 e al limite il 6 x 42 o x 36 e tra i variabili decisamente buoni sono l’ 1,25 – 4, l’ 1,5 – 6 e il 2 – 7 x. I reticoli migliori sono i classici German numero 1, 4, 4A e 8. Scusatemi ma non ho molta simpatia per i reticoli “Cross Hair” o per quelli extrafini perché a volte purtroppo non sono molto visibili, specialmente quando si tratta di sparare in cattive condizioni di luce, contro sfondi scuri e/o frastagliati. Anche gli attacchi dovranno essere di eccellente qualità, in acciaio, ben fatti e particolarmente curati.
Dovranno garantire e mantenere nel tempo la taratura originaria dell’arma anche dopo ripetuti “togli e metti”. Oltre ai superlativi modelli a “piede di porco” saldati, indispensabili soltanto su quelle armi che non nascono già predisposte per il montaggio dell’ottica da mira, mi sono trovato molto bene con i vari “Pivot” di produzione tedesca Apel EAW, con i Speed Suhl e con quelli costruiti dell’italianissima POLI Nicoletta che produce diversi modelli tutti in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Ho lasciato per ultimo i calibri e le armi molto collaudati dove la caccia al cedrone è consentita e, cosa insolita per il sottoscritto, voglio anche confidarvi la numerazione del piombo che consigliano gli svedesi per la canna liscia.
Le guide che ho conosciuto durante la mia spedizione nel Grande Nord usavano tutte delle cartucce calibro 12 demi-magnum di produzione italiana (RC Caccia, Baschieri & Pellagri e Fiocchi) caricate con del piombo numero 4. Io avrei preferito il numero 3 se non addirittura il 2, ma in fin dei conti gli esperti erano loro!! A venti – trenta metri di distanza una cartuccia del 3 tirata in una canna calibro 12 oppure in calibro 20, strozzata una o due stelle, produce una rosata più che sufficiente per abbattere un grosso gallo. I calibri rigati idonei per la caccia al cedrone sono tutti i .22 a percussione centrale non ad alta intensità come: il vetusto 5,6 x 35 R Vierling, il 22 Hornet, il 222 Remington, il 222 Remington Magnum, il 223 Remington, il 5,6 x 50 R Magnum e il 5,6 x 52 R, eccezionalmente anche il 5,6 x 57 R e il 22-250 Remington, tutti tassativamente caricati con palle completamente camiciate tipo Vollmantel o Full Metal Jacket. Gli svedesi usano anche il 6,5 x 55 (sempre con palla blindata), mentre i tedeschi e gli austriaci ai cedroni tirano anche con il 6,5 x 57 R. In teoria tutti i calibri compresi tra i 5,6 e gli otto millimetri (Afaso Campogalliani ne ha abbattuto uno anche con l’8 x 68 S!) caricati con palla blindata potrebbero andar bene per la caccia al pregiato uccello, ma di certo non sarebbero l’ideale.
E l’arma? Spero di trovarci tutti d’accordo nel ritenere un versatile drilling o meglio ancora un buon combinato la scelta migliore, perché ti permettono di usufruire contemporaneamente dei pregi sia dell’arma liscia che di quella rigata. Comunque nessuno c’impedisce di usare la carabina oppure il fucile a canna liscia, la scelta è esclusivamente nostra e poi dobbiamo affidarci alla fortuna, oppure alla vigilia di una battuta di caccia al cedrone potremmo accordarci con la nostra guida di portare un’arma ciascuno (una liscia ed una rigata), ma nessuno potrebbe prevedere dove e come lo Spetz bloccherà “alla ferma” il gallo.
Per riassumere e visto che ben difficilmente avremo l’occasione di tirare più di un colpo (è severamente vietato sparare al gallo se s’invola sotto la ferma dello Spezt), credo che il combinato sia la scelta migliore, che abbia la canna superiore calibro dodici oppure, perché nò, anche in calibro venti. Ho un’avversione maniacale per i calibri Rimmles, da carabina, camerati in armi basculanti, ma per il meraviglioso 222 Remington devo necessariamente fare un’eccezione, perché a tutti gli effetti lo ritengo (assieme al 5,6 x 50 R Magnum) veramente il calibro migliore. Chissà se questa mia predilezione per il piccolo .22 americano dipende dal fatto che con esso anch’io ho abbattuto il bellissimo cedrone che troneggia nella mia sala trofei? Non so cosa mi riserverà il futuro, e se avrò la possibilità di dare ancora la caccia al più pregiato dei trofei da piuma; intanto ho ordinato al caro amico Roberto Bettinsoli un combinato “su misura”, per un eventuale ritorno nel Grande Nord a caccia di cedroni. Ve ne descrivo le caratteristiche. Calibro: 20 Magnum – 5,6 x 50 R Magnum canne lunghe 650 millimetri, calcio con poggiaguacia stile bavarese sinistro, stecher sul primo grilletto, mirino anteriore in fibra ottica attacchi a sgancio rapido monopezzo della Poli e ottica Docter 1,5 – 6 x 42 , senza magliette portacinghia. Spero soltanto che Roberto non mi faccia aspettare troppo per averlo e che potrò provarlo presto per poi raccontarvi come è andata!
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