Con profondo dolore, condivido con tutti voi questa accorata lettera che ho ricevuto dal mio carissimo amico Mario Fabbri.
M. B.
Il 25 Novembre 2020 è morto mio padre! Mario Fabbri, classe di ferro 1934. Il maledettissimo COVID ce l’ha portato via a me, a tutti i suoi famigliari ed anche alle centinaia, se non migliaia, di amici che gli hanno voluto bene. Mariolino, come tutti lo conoscevano. è stato un fedele marito, un buon padre, un grandissimo lavoratore come ce ne sono tanti in Romagna ma anche un grandissimo cacciatore, come ce se sono stati pochi al mondo.
Credetemi, mio padre se n’è andato come ha sempre vissuto, semplicemente, da solo, in un freddo letto di ospedale dove nessuno poteva entrare durante i maledetti giorni della prima ondata della pandemia, la più virulenta e letale. Il buon Dio non è riuscito neanche a concedergli una morte dignitosa, come avrebbe invece meritato. E’ morto solo, senza che nessuno dei suoi cari potesse essergli accanto, tenergli una mano, parlargli, accudirlo negli ultimi istanti della sua avventurosa vita. Il cuore di Mariolino ha smesso di battere dopo una terribile agonia che non posso augurare a nessuno. Spero soltanto che non abbia sofferto troppo, che almeno i medici siano riusciti a rendergli il trapasso meno doloroso. Mario Fabbri è stato sempre forte, allegro, sicuro di sé, con un sorriso perenne sulle labbra, schietto e contagioso. Nella sua vita non si è mai lamentato, neanche quando avrebbe dovuto. Sicuramente mancherà tanto alle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, di stargli vicino, di condividere con lui tanti momenti magici, perché possedeva le doti che contraddistinguono gli uomini eccezionali, come l’innata generosità e l’immensa tenacia che hanno condizionato tutta la sua esistenza. Da semplice operaio, appena venticinquenne aprì una piccola bottega artigianale per la costruzione di macchinari tritacarne che oggi sono famosi ed apprezzati in tutto il mondo.
Ma noi vogliamo e dobbiamo ricordarlo perché è stato un grandissimo appassionato di caccia, principalmente alla migratoria, ma anche a tutte le altre forme di caccia, distinguendosi sempre come un tiratore davvero eccezionale. Quello che ho imparato nella vita, a caccia e sul lavoro, lo devo a lui. Gli bastava uno sguardo o una semplice frase pronunciata con calma ma decisa per imporsi. In famiglia tutti avevamo un solo pensiero, quello di non deluderlo mai ed io credo di esserci riuscito. Mariolino, nonostante fosse un riminese purosangue.. è stato il fedele marito di mamma Alfonsa e il buon genitore che tutti avremmo voluto avere. Ha saputo crescere e far studiare tutti i suoi cinque figli: Patrizia, Marco, Cristina, Fiammetta e per ultimo Carlo, inchiodato su una sedia a rotelle da oltre venti anni, sempre nel rispetto del prossimo e dei sacri valori cristiani. Sono certo che lascerà, a tutti quelli che hanno avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo, un vuoto incolmabile, perché era uno dei pochissimi “veri uomini” rimasti della vecchia generazione, semplicemente una persona perbene. Per ricordare “Mariolino” la Libera Caccia di Rimini ha organizzato un Memorial cinofilo grazie al Presidente Nevio Canaletti e agli amici storici Luciano Bezzi, Sergio Zavatta e tanti altri ancora.
Caro Babbo, inutile ricordare che sarai sempre nel mio cuore, ma vorrei che tu riuscissi ancora a proteggermi anche da lassù, come hai sempre fatto per tutta la vita, sempre!
Marco Fabbri - Cacciatore, orgogliosamente figlio di Cacciatore!