Mario Tozzi, l’ecologo/geologo che spesso le spara grosse, in un recente articolo su La Stampa che vorrebbe commemorare i 100 anni dei Parchi Nazionali, anziché affrontare questa tematica, che di argomenti ne ha a iosa, a partire dal “peccato originale” politico della mancata previsione, nelle leggi istitutive, dell’accaparramento dei terreni (che in America, patria dei Parchi, starebbe al primo punto!), che fa: finisce per prendersela con la caccia! E nel suddetto articolo anziché lodare quei cacciatori che furono alle radici dei nostri Parchi Nazionali (ma anche di quelli del mondo intero!) che fa? Si chiede: “se la fauna è di tutti, perché si continua a permettere la caccia?”. Semplice caro Mario Tozzi, perché bene o male siamo in una democrazia (fortunatamente liberale!) e a chi paga le tasse per godere di un privilegio (cosa che non fanno né i naturalisti né gli animalisti!) è giusto che lo Stato questo privilegio glielo garantisca. Ma, a parte quest’aspetto costituzionale, il problema è un altro: è che la caccia appartiene alla vita dell’uomo come vi appartiene l’aria che respiriamo!
Che piaccia o meno a Mario Tozzi o alla Brambilla, l’uomo fa parte del grande cerchio della vita, dove ogni essere vive sulle, o grazie alle, spoglie di altri esseri. Se poi questi esseri se li procura da solo come fanno, onestamente e coerentemente, i cacciatori andandoseli a cercare tra boschi e montagne, o se li va a comprare dal macellaio delegando a questi, incoerentemente, l’autorità ad uccidere per conto loro, cambia poco. Guai se mai dovessimo giungere ad abolire il diritto alla caccia: sarebbe come abolire il diritto alla vita! E non è un paradosso! Anziché chiedersi lui, Mario Tozzi, perché si consente le caccia, sarebbe il caso che lo chiedesse al Creatore della vita su questo pianeta. E che non tiri fuori il solito giustificativo (loro, degli animalisti) che i cacciatori lo fanno per “divertimento”, e pensi piuttosto a quanto “divertimento” lui stesso trova nel gustare certi manicaretti a base di animali (pesci compresi!).
E cerchi di farsi una ragione del fatto che un animale ucciso per far divertire i cacciatori ha comunque goduto della libertà fino a quel momento, ed ha avuto anche la possibilità di farla franca; al contrario ciò non avviene negli allevamenti né nei macelli, dove vigono comportamenti comunque crudeli benché moderati da regole di legge! E pensi piuttosto allo spreco di quanto avviene nei macelli per poter dare soddisfazione (“divertimento”!) ai loro amati cani e gatti, che se fossero di meno, di meno inciderebbero sulle macellerie! E, infine, si ricordi che questo è il grande cerchio della vita, e che noi ne facciamo parte integrante, e solo per il fatto di vivere uccidiamo o facciamo morire altri esseri, ed anche se si è animalisti! Uccidere senza sprechi e nel modo meno cruente possibile, sono le uniche regole veramente ecologiche che la società deve darsi nel rapporto uomo animali! Quella di Mario Tozzi è solo polemica politica, con la grave (per essere un educatore!) colpa di una mancata riflessione sul senso della vita!
SEGRETERIA GENERALE WILDERNESS ITALIA