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nov7 07/11/2022
1. Il 12 novembre a Roma, presso la Sala Margana, sarà presentato un libro sul centenario del Parco Nazionale d'Abruzzo: The Painted Park (Il Parco dipinto), formato da opere originali di 16 artisti del gruppo Ars et Natura, tra i quali noti ambientalisti italiani quali Fabrizio Carbone e Fulco Pratesi. Curioso il fatto che ad averlo finanziato e/o almeno sponsorizzato non è stato il Parco Nazionale d'Abruzzo (Lazio e Molise) ma una fondazione svizzera (Fondazione Segrè)! Ma non solo, anche il fatto che a presentarlo non ci saranno le autorità del Parco, ma noti giornalisti ed ambientalisti, quali Luigi Boitani e Fernando Spina. La ragione? E' molto semplice, anche nel caso di altri organismi, e quindi non solo dell'AIW, l'ente Parco, pur contattato, spesso si "dimentica" di rispondere o ignora il dovere di farlo; ed è grave, specie quando si tratta di argomenti attinenti alla vita del Parco (che, si ricorda, è nazionale, ovvero appartiene a tutta la Nazione e, quindi, soprattutto a quei cittadini che della difesa della Natura si occupano). Purtroppo, non è la prima volta che in Italia i personaggi che giungono ai vertici e al potere di certi organismi se ne sentano poi "proprietari" e non già servitori; e questo succede non solo nel campo della conservazione della natura. Un malvezzo che dura da tempo e che è legato al fatto che in Italia non esiste ancora un sistema democratico liberale COMPIUTO. Unica pecca del libro, che sarà quanto prima recensito anche dall'AIW, l'uso del termine wilderness al posto di natura.
2. Ci risiamo, o gli italiani sono i più intelligenti e saggi, o lo sono gli svizzeri (ma non solo, anche gli americani, i canadesi, i norvegesi, i francesi, i russi, gli sloveni, gli svedesi, i finlandesi, gli spagnoli, e via ancora per ogni nazione in cui viva una popolazione di lupi). Mentre in Piemonte hanno catturato un ibrido (e che ibrido!) e lo hanno poi liberato, in Svizzera, nei Grigioni un guardiacaccia ha provveduto ad abbattere uno dei lupi su ordine delle autorità (peraltro abbattuto mentre stava divorandosi un'altra pecora). Ora sono alla caccia del secondo. Intanto è stato autorizzato anche l'abbattimento di un altro lupo nel Canton Ticino dopo che questi, nell'agosto scorso, aveva sbranato due mucche (abbattimento da farsi anche con l'aiuto dei cacciatori). In Italia invece non solo non si uccidono lupi, ma neppure quelli che stanno sempre più inquinando geneticamente la specie "alpina" (perché prima o poi il pot-pourri genetico dei lupi che vivono dalla Francia al Friuli, non avendo il coraggio di ammettere che le loro origini “naturali e spontanee” sono molto discutibili, sarà inevitabilmente "scientificamente" identificato in una nuova sottospecie: si propone di definirla alpinus! Stiamo ovviamente scherzando... ma forse neppure troppo)! Lieti i lupofili italiani che intanto a sporcarsi le mani (e la fedina penale!) siano pastori, allevatori e cacciatori che per tenere bassa la popolazione rischiano sulla loro pelle, mentre lo Stato tace passivamente. Perché questo è il risultato di uno stato di fatto; oltre a quello dell'aumento e/o rigenerazione del sentimento di odio verso il lupo che già in passato lo ha portato ad un passo dall'estinzione! Italiani brava gente, ma efficienza zero!
3. La filosofia Wilderness ed il suo Concetto di conservazione sono intrinsecamente legati al pensiero di tanti noti filosofi e conservazionisti americani: è lì che è si è formato il pensiero che ha poi spinto personaggi come Aldo Leopold, Robert Marshall, Howard Zahniser, ed altri, a fondare prima un movimento in difesa della Wilderness e poi alla storica ed unica legge mondiale che tutale in forma "assoluta" la natura selvaggia. Nessuna altra Nazionale al mondo l'ha mai fatto, ed è ovvio pensare che ciò sia conseguenza del libero pensiero liberale della democrazia americana: può dare fastidio a tanti, ma è la verità storica. Ora apprendiamo che il nostro Primo Ministro, Giorgia Meloni, sostiene di essere una seguace del pensiero di Roger Scruton, più ideologico che non filosofo; ma tant'è. A noi interessa piuttosto quello di Aldo Leopold, ma, almeno leggendo quanto ne hanno riportato i media, va riconosciuto che se non altro vicino a questo pensiero si era certamente avvicinato anche Scruton, e non ci sentiamo di negarlo, così come non intendiamo certamente con questo, schierarci politicamente. E' comunque interessante quanto vicino all'indirizzo politico-ambientale dell'AIW sia la sua visione degli argomenti a noi attinenti. Vediamoli, riprendendo quanto ne hanno scritto i media: «Bellezza. Scruton dà molta importanza a questo valore, facendone quasi come i Greci un valore morale. Solo gli uomini hanno il senso del bello ed esso è a loro indispensabile per “sentirsi a casa” nel mondo che sono chiamati ad abitare». «Caccia. La caccia, secondo Scruton, è sempre stata misurata e rispettosa degli equilibri naturali, tanto che i cacciatori sono stati i più profondi conoscitori e amanti degli animali e della natura. La caccia assume un valore quasi metafisico: il cacciatore è come se recuperasse la sua animalità sommersa e, in questo movimento, ritrovasse sé stesso». «Natura. Per conservare la natura secondo Scruton bisogna essere conservatori, cioè non bisogna porsi di fronte alla realtà, in questo caso quella ambientale, con un atteggiamento prometeico di radicale interventismo e trasformazione ma con un fatto di attenzione, cura e manutenzione e, solo in seconda istanza, di graduale miglioramento possibile. L’obiettivo è una “ecologia sociale” che ha al centro l’individuo nel suo ambiente inteso nel senso più largo possibile».
4. Parchi: la democrazia liberale che avanza! La Corte Costituzionale ha emesso una nuova sentenza che stabilisce che non si possono istituire né modificare i confini dei Parchi senza che siano stati coinvolte le amministrazioni interessate. Il caso riguarda il Parco dell'Appia Antica, dove la Regione Lazio ne aveva modificato i confini senza sentire l'amministrazione comunale interessata. Sarebbe proprio il caso di dire, "è finita la pacchia" dei Parchi imposti per legge senza l’assenso dei Comuni. Il prossimo passo potrebbe essere che non solo gli enti preposti alla gestione del territorio devono essere sentiti (Province, Comunità Montane, Comuni) ma anche i privati. Purtroppo, servirà magari prima una modifica della Costituzione, segno che forse oggi è meno “bella” di quanto si fa credere!
5. Avere il beneficio del dubbio è sempre cosa saggia. Raramente esiste una sola verità, e spesso è meno assoluta di quanto si crede. E la storia e ulteriori ricerche (storiche e scientifiche) spesso hanno dimostrato che certe verità date per assodate, assodate non erano affatto. Quindi, crederci, ma fino a prova contraria. Ecco, come è possibile non avere il beneficio del dubbio sulle ragioni del surriscaldamento globale del pianeta, quando tra gli stessi studiosi della materia esistono non poche contraddizioni? Se a questo attuale abnorme periodo annuale di caldo eccessivo, addirittura al sopra della norma, che i media ci fanno tutti (o quasi) credere sia colpa di quello che l'uomo non sta facendo (Greta Thunberg, tra i primi) per farlo ridurre, ci abbiniamo la notizia che il famigerato buco d'ozono al Polo Sud si sta restringendo come non mai, come ce lo spieghiamo il processo causa effetto? Leggiamo cosa hanno scritto nei giorni scorsi nell'inserto "Specchio" del quotidiano La Stampa del 6 novembre: "Il buco nell'ozono al Polo Sud sta continuando a contrarsi e tra il 7 settembre e il 13 ottobre ha raggiunto un'area media di 23,2 milioni di Km quadri. Un buona notizia che dà conto dei risultati ottenuti grazie alla riduzione delle sostanze dannose per l'ozono prevista dal Protocollo di Montreal. (...) Il buco si forma a causa del cloro e del bromo che immettiamo nella stratosfera e che attaccandosi alle nubi polari ad alta quota, distruggono l'ozono." Ma come? Non ci avevano detto che quello che l'uomo ha fatto finora per ridurre la CO2 non era sufficiente? E come si spiega che mentre nello stesso periodo in cui si è ridotto il "buco" in tutto il mondo si è registrato un aumento abnorme della temperatura terrestre? Ecco, qualcosa non quadra. E forse pensare che le attività dell'uomo, che certamente inquinano e non poco, con il surriscaldamento del pianeta forse non c'entra nulla. Forse ne sa qualcosa il Padreterno. Solo che combattere il Padreterno non ha senso. E allora ecco che si combatte l'uomo e, con la scusa, si fanno cambiamenti epocali che non pochi milioni di euro e di dollari fanno girare. Equando girano euro e dollari c'è qualcuno che si arricchisce! Allora forse è bene avere il beneficio del dubbio, fino a prova contraria.
6. Uno dei personaggi mitizzati dall'universo mondo animalista è stato ed è ancora il grande etologo studioso del comportamento animale, Conrad Lorenz. Non c'è animalista che non sia convinto che egli stato un anticaccia. Eppure Conrad Lorenza non è mai stato un anticaccia, ed anzi aveva grande stima dei cacciatori etici.Ecco cosa Lorenz rispose alla seguente domanda del giornalista Gualtiero Strano durante un intervista apparsa nel settimanale EPOCA dell’ottobre 1980: «Parliamo di animali, professore. In Italia si sono raccolte le firme per un referendum sull'abolizione della caccia: lei che ne pensa?» Ed ecco cosa rispose Lorenz: «Della situazione italiana so molto poco, posso invece dirle qualcosa sulla caccia in Austria e in Germania. Noi abbiamo molti cacciatori, ma proprio queste persone sono quelle che difendono la natura. Sembra un assurdo, eh? E invece è proprio così.» Ovvio che Lorenz si esprimeva su una caccia, per così dire, etica (come è in Germania ed Austria). Resta però il fatto che, se etica, la caccia Lorenz l'accettava (ammise anche d’aver ucciso un Pavone, per cibarsene). D'altronde, un altro personaggio che gli animalisti hanno aggiogato al loro carro è Henry David Thoreau, il noto filosofo della Wilderness, che non era affatto anticaccia come essi fanno continuamente credere. Solo per non avere l'onestà intellettuale di riconoscere che l'attività venatoria fa parte del nostro essere animale fin dagli albori della comparsa dell’uomo sulla Terra.
Franco Zunino
Segretario Generale AIW
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Re: Problemi e riflessioni Premetto che stimo moltissimo il dot. Zunino, non mi trovo completamente d’accordo sul punto 5. Ovviamente il beneficio del dubbio deve essere sempre garantito ma, almeno fino ad ora, le prove a favore della causa antropica del cambiamento climatico sono molto più numerose e concrete delle altre. Il buco dell’ozono c’entra poco (anche se proprio ai poli il fenomeno di surriscaldamento è molto più accentuato), esso varia ciclicamente di dimensioni e la quantità di anidride carbonica in atmosfera è irrilevante. Sono alcuni composti alogeni, molto più utilizzati in passato, a dare luogo a reazioni radicaliche a catena, in cui una sola molecola di alogenuro porta alla scissione di migliaia di molecole di ozono. Con la riduzione dell’uso di questi composti la situazione è migliorata notevolmente. Non serve rifugiarsi nel pensiero di causa divina, anzi prima si supera questa idea e meglio si campa. La vita è fine a sé stessa, non ha uno scopo e non fa parte di un disegno divino; ogni organismo vivente è, brutalmente, un sistema aperto che è momentaneamente in grado di ridurre l’entropia al suo interno consumando energia e creando ordine, in perfetto accordo con le leggi termodinamiche. da Fabe
08/11/2022
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