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20/03/2023 10.53 

 
Nella caccia a palla esistono molte tradizioni, tante scritte, altre tramandate a voce da padri a figli, da nonni a nipoti e spesso anche da anziani cacciatori a promettenti allievi.  Questo avviene fin dalla notte dei tempi e, un’usanza ancora molto attuale, è sicuramente quella della cultura del trofeo dell’animale abbattuto. Una vera e propria passione per tantissimi cacciatori che amano conservare “un ricordo materiale” della preda catturata, per immortalare nel tempo una bella azione di caccia, ma anche come gratifica per aver abbattuto un capo, di solito maschio, con impegno, serietà e nel rispetto dell’etica venatoria. Il trofeo di un selvatico nobile rappresenta per il cacciatore quello che  per uno sportivo rappresentano le medaglie, le coppe, il coronamento di tanti sforzi al termine di una gara, anche se la caccia, non è uno sport e mai lo sarà. 
 
 
Non dovremo  però mai dimenticare che la conservazione di un trofeo  come ricordo personale non dovrà essere ritenuta una competizione tra cacciatori, né come una forma di ostentazione di grandezza o di supremazia. Collezionare i trofei dei selvatici abbattuti deve essere considerato come un ulteriore rispetto per il capo che ce lo ha ceduto, nient’altro. Di solito si usa conservare le zanne, le pelli conciate, addirittura l’animale tassidermizzato ed infine il palco, le corna attaccate al cranio e non ovviamente quelle rinvenute caduche. Ho già trattato diversi articoli su come  dovrebbe essere preparato un trofeo “in bianco” ed è mia convinzione che quasi tutti i cacciatori italiani siano ormai in grado di prepararselo da sé, ma a volte possono sorgere dei piccoli problemi. Quali? Ad esempio che  durante il taglio del cranio o durante la bollitura questo possa rompersi o danneggiarsi.
 
 
 
 
Oppure, come è successo a me di recente, mentre avevo  lasciato il cranio di un capriolo sopra ad un tavolo ad asciugare i miei cani lo hanno usato per giocarc, rovinandolo irrimediabilmente. Colpa mia, sono cose che succedono, se non fosse stato per un piccolo particolare..che il trofeo non era il mio, ma di un signore che ci teneva moltissimo. Quindi quando accadono episodi simili come possiamo fare per rimediare al danno? Non dobbiamo perderci d’animo ma rimboccarci le maniche e procedere con un piccolo restauro. Cercherò di descrivere le operazioni necessarie per riportare alle condizioni ottimali un trofeo di capriolo, selvaggina d’elezione della caccia a palla in Italia, ma lo stesso procedimento potrà essere utilizzato per restaurare il trofeo di qualsiasi ungulato, fino a quello di un cervo se  non addirittura di un alce.
 
 
 
 
Non occorre molta attrezzatura: un trapano, qualche vite, colla epossidica e/o resina, una pentola adeguata, un fornello portatile a gas oppure elettrico, una sega da macellaio, ma anche un normale seghetto a ferro andrà benissimo. Dobbiamo inoltre munirci di una piccola mola o frullino, di un recipiente di plastica, del cotone idrofilo e dell’acqua ossigenata al 33 % e 120 volumi. Chi ha la fortuna di possedere anche un piccolo compressore potrà contare su un prezioso aiuto in più. Solitamente il danno maggiore lo avrà subito il cranio, quindi dovremo preoccuparci di recuperane un altro. Dove? 
 
Esistono anche dei simulacri in resina e/o in metallo, ma prima di ricorrere a quelli consiglio di cercare un cranio “originale”, naturale,  magari recuperandolo da un trofeo vecchio o di scarso valore. Non c’è fiera o mostra campionaria in cui  un espositore non venda vecchi trofei recuperati da collezioni dismesse. Si possono acquistare con pochi euro e non è male conservarne qualcuno in cantina. Per esperienza personale posso dirvi che le ossa del cranio già bollite in precedenza sono fragilissime e si rovinano con molta facilità, ma con un po’ di attenzione un vecchio cranio può essere riutilizzato con successo.
 
 
 
 
Per prima cosa dovremo fotografare come era il trofeo in origine per poi poterlo riprodurre fedelmente, poi si potranno rimuovere i corni tagliandoli all’altezza delle rose. Il taglio del trofeo dovrà essere ben fatto e in seguito ben rifinito, in modo da poter essere accoppiato con precisione al nuovo cranio. Sopra una superficie piana controlleremo se è stato eseguito correttamente, altrimenti lo potremo riprendere ed aggiustare asportando il materiale in eccesso con una mola, con un frullino oppure con della semplice carta vetrata. Durante questa operazione l’aiuto del compressore è provvidenziale. L’aria compressa, oltre a togliere tutti  i minuscoli frammenti di osso, anche nei recessi più nascosti, che a lungo andare potrebbero girovagare per casa,  provvede anche ad asciugare velocemente  l’osso preparandolo al meglio per la fase successiva.
 
 
 
 
A questo punto, se avremo operato bene, ci ritroveremo tra le mani un trofeo pronto per accogliere i palchi recuperati. Dopo aver foderato i palchi con degli stracci, per proteggerli dovremo forarli con un trapano  in modo da riuscire a innestargli una vite a legno. Qualsiasi ferramenta ne è provvista di varie misure. Avvitiamo le vite nei corni e poi rimuoveremo le teste, con l’ausilio della mola o di una normale smerigliatrice angolare, comunemente chiamata  frullino,  per ripristinare un minimo di punta anche da questo lato. Ora arriva la fase critica, quella dell’innesto dei corni nel nuovo cranio. Dovremo essere molto attenti e precisi nelle misurazioni e nella foratura perché correremmo il rischio di rovinare il tutto irrimediabilmente. Dando per scontato che saremo riusciti a fare tutte le operazioni nel modo giusto, cominceremo ad avvitare un corno per volta nel nuovo cranio. Dopo essere certi che le parti in oggetto si congiungeranno correttamente, allenteremo di nuovo il tutto, cospargeremo sia la vite sia le superfici da accoppiare con della colla epossidica molto resistente (ottima la bicomponente) e serreremo di nuovo, definitivamente. Prima un corno poi l’altro. Se saremo soddisfatti del nostro operato procederemo con la finitura finale. Il trattamento con l’acqua ossigenata andrebbe fatto immergendo direttamente il cranio nella soluzione chimica fino a un centimetro e mezzo – due dalle rose per circa mezz’ora.
 
 
 
L’osso è spugnoso e di conseguenza tende ad assorbire i liquidi; se il livello sfiorasse le rose con molta probabilità potrebbe danneggiarle. Così facendo si risparmia tempo e il lavoro viene perfetto, ma vista la tendenza dell’acqua ossigenata a diluirsi facilmente e a perdere le sue proprietà una volta esposta all’aria,  ne dovremmo consumare una buona quantità. Quindi, per risparmiare il prezioso liquido, useremo un piccolo stratagemma. Copriremo completamente il cranio con del cotone idrofilo e poi lo bagneremo versandogli sopra l’acqua ossigenata, facendo sempre molta attenzione alle rose e  raccogliendo il sopravanzo in un recipiente per poi recuperarlo Non ci resta altro da fare che mettere il trofeo ad asciugare al sole. L’azione combinata tra il prodotto chimico e l’effetto fotogeno faranno il resto.
 
Dopo che saranno trascorse un paio d’ore e prima che il cotone sia completamente asciutto, lo potremo rimuovere, ma non per gettarlo via. E’ conveniente inserirlo ancora umido nella cavità cranica, per completare il trattamento anche nella parte interna e lasciare asciugare definitivamente. Quando le condizioni del cranio sono davvero irrecuperabili come colorazione, allora sarà necessario dargli una mano di pittura lavabile per murature. Lo so, non è proprio il massimo, ma quando non ci sono altre soluzioni bisogna fare di necessità virtù. Per fissare definitivamente il nostro trofeo sopra una tavoletta di legno, usate le apposite piastrine metalliche oppure incollatele direttamente, ma evitate di riempirlo di stucco, resina od altro.                      

 
Marco Benecchi

 
 
 

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16 commenti finora...

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Marco...cosa han fumato ?

da massy  04/04/2023 15.02

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

ah. pure bannare !

mah

da massy  04/04/2023 15.00

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

sPETT. REDAZIONE , armi e munizioni era interessantissimo perche' lo avete tolto? bo'!

da Cinghio  03/04/2023 10.45

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Su IO CACCIO c’è Mattia Volpi che parla di armi: a vedere certe sue rosate la concorrenza non sarà terribile.

da Pippo  02/04/2023 14.34

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Chiedilo alla Redazione vediamo cosa ti rispondono....

da Marco B x Bigghe  02/04/2023 11.19

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Rivogliamo armi e munizioni del grande Marco

da xxxx bigghe  01/04/2023 12.04

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

E ALLORA NIENTE MARCO NIENTE BIHUNTER.

da XXXGRANDE MARCO!  31/03/2023 18.33

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

iocaccio.it/quando-la-caccia-puo-diventare-una-fiaba

da Marco Be necchi x tutti gli amici  29/03/2023 11.47

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Carissimo,
Come avrete già visto abbiamo chiuso la rubrica Armi & Munizioni...
E' stata una decisione della Redazione
NON mia, così ho deciso di spostarla su di un altro portale.
Chi fosse interessato a seguirmi anche nella mia nuova avventura può farlo su

IOCACCIO.IT

Un cordiale saluto a tutti
MARCO

da MARCO BENECCHI X TUTTI I MIEI AMICI  28/03/2023 11.47

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Un consiglio potrei dartelo io....

Guarda soprattutto cosa trovi SUL MERCATO DELL'USATO,
Perchè i Vecchi Slug sono MEGLIO di quelli nuovi,
Poi devi cercare un modello che abbia le MIRE REGOLABILI..
Perchè si fa presto a dire "Slug" mettendo un mirino in fibra e una mezza bindella con una semitacca aperta

Posso dirti che prodotti Nazionali decisamente buoni li fa SABATTI, Rizzini, Fausti, Bettinsoli,
Vedi tu.
Saluti
Marco B

da Marco B x Dino  25/03/2023 18.07

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Uno slug soprapposto o doppietta tra i migliori sul mercato cal 12 chi me lo consiglia???

da Dino r  25/03/2023 16.55

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Siamo alla follia umana. , mangiamo insetti e appendiamo le corna in salotto. Ci sposiamo maschio con maschio e pretendiamo anche che il nostro culattello rimanga incinto

da Lorenzo  24/03/2023 14.40

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Quando avevo le corna non c'era nesun problema

da Lorenzo  24/03/2023 14.39

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Quando praticavo la selezione, l'acqua ossigenata a 130 volumi la trovavo in ferramenta, venduta liberamente

da lupo69  22/03/2023 14.14

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Devi "cercarla" in qualche SITO INDUSTRIALE, dove in pratica hanno un laboratorio CHIMICO...
Non credo sia molto difficile trovarlo...
Ci vuole un po' di pazienza e magari "ricordarsi" di un amico che lavora in un determinato posto etc..
Cedendo qualche litro dio h2o2 non andrà fallito di sicuro nessuno!
Saluti
M

da Marco B x Bansberia  21/03/2023 11.56

Re: Come restaurare un trofeo in bianco

Bravo Marco! L'articolo è interessante, ma c'é un piccolo problema: come procurarsi acqua ossigenata al 33%? Si tratta di concentrazione vietata ai privati.
IBAL

da bansberia  21/03/2023 9.22
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