|
ott31 31/10/2023
1. Già negli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso in America si parlava di numero chiuso per molte aree protette, soprattutto per le Aree Wilderness dove la preservazione dello stato di solitudine equivaleva ed equivale alla conservazione degli stati geografici e ambientali. In Italia si è scoperto questa necessità, non tanto per preservare gli ambienti naturali sovraccarichi di turisti, quanto per evitare il danneggiamento di centri storici. Al solito, i valori dell’uomo superiori a quelli del Creatore! Eppure, i primi in un certo qual modo si possono restaurare, mentre quelli naturali a volte sono irrecuperabili per sempre (come l’estinzione di specie di fauna e flora). Ebbene, in Italia si sta parlando di questo problema solo dopo che si sono accorti, sia gli uomini di cultura che i politici, che sotto minaccia ci stavano città come Venezia o Firenze, per non dire dei patrimoni culturali come Pompei e simili. Eppure era ovvio da decenni che il tanto esaltato turismo (che porta soldi e quindi diventa intoccabile come ogni cosa che produce profitto!) stava producendo danni e che andava sottoposto a controllo numerico. Ora tutti i “giornaloni” hanno scoperto il danno, e diffondono paginate di commenti, sempre, ovviamente, riferiti non al danno irrecuperabile alla natura, ma quello recuperabili ai beni culturali! E all’Orso marsicano, che da cinquant’anni è stato messo a rischio proprio a causa del turismo? Tutti zitti e allineati! Eppure si sono esaltati rifugi turistici aperti nel cuore di aree di habitat primario dell’orso marsicano e di foreste vetuste! E tutti a pensare a Venezia o a Pompei o al Colosseo (in Cina, alla Grande Muraglia!)! Altro che numero chiuso: da noi per la Natura, ancorché in aree protette (sic!), tutto deve essere aperto, stra-aperto: se rende economia tutto deve essere consentito, come le famigerate mountain bike, oggi uno dei flagelli ambientali, da tanti ritenute “ecologiche” solo perché contrapposte alle automobili, mentre invece ne sono solo la premessa, come già lo furono in passato.
2. “Un Yellowstone per l’Europa”, ha titolato l’inglese Guardian, narrando quello che si sta cercando di fare in Romania nella parte più selvaggia rimasta dei Carpazi per cercare di salvare una delle poche aree di vera wilderness ancora presenti in Europa. Ma interessante non è tanto quanto si vuole fare, ma il come lo si voglia fare, che fa a pugni con i nostri sogni protezionistici italiani, sempre basati su vincoli d’imperio ritenuti democratici per il bene del popolo. Infatti, lo si sta facendo con una fondazione che, imitando quanto fece in Cile il capitalista Tompkins quando per preservare per sempre luoghi simili acquistò centinaia di miglia di ettari di montagne e foreste. Lo stesso sta avvenendo in Romania, dove una Foundation Conservation Carpathia sta acquistando terreni e foreste (in molti casi, con ancora tratti allo stato vergine!) per il suddetto fine. Ad oggi ne hanno già acquistati 26.900 ettari, nonché i diritti di caccia su altri 78.000 ettari. L’obiettivo è un’area protetta di pubblica proprietà di almeno oltre 100.000 ettari. Nell’area vivono tutti i grandi predatori europei, quali orsi, lupi e linci; ma anche vi è già stata reintrodotta una mandria di bisonte europeo (si era estinto circa 200 anni or sono). Per assurdo, questo avviene in una nazione che ha subito l’imperialismo comunista, dove il valore del popolo passava sulla testa del valore del singolo cittadino e l’uso del metodo impositivo era una regola!
3. «Sono passati cinque anni da quando John Allen Chau si è recato illegalmente sull’isola dei Sentinelesi incontattati che voleva evangelizzare. La sua morte per mano loro è ora diventata il soggetto di almeno tre film, tra i quali un documentario della National Geographic.» Lo ha scritto Survival International, lamentando, giustamente che invece «l’imminente distruzione dei loro vicini meno conosciuti, gli Shompen incontattati, sta passando inosservata. L’isola di Gran Nicobar, dove vivono gli Shompen, si trova nella parte meridionale delle Isole indiane delle Andamane, lo steso gruppo di isole in cui si trova anche North Sentinel, casa dei Sentinelesi. La maggior parte degli Shompen rifiuta il contatto, ma il governo indiano sta pianificando di avviare sull’isola un imponente progetto di sviluppo che potrebbe spazzarli via. Si pensa che presto il progetto possa ricevere le autorizzazioni finali. Se il progetto andrà avanti, vaste aree della loro straordinaria foresta saranno distrutte per essere sostituite da un porto gigantesco, da una nuova città, da un aeroporto internazionale, da una centrale elettrica, una base militare, un parco industriale e 650.000 coloni, con un aumento della popolazione di quasi l’8.000%. Il governo indiano, infatti, mira a trasformare l’isola degli Shompen nella “Hong Kong dell’India”. Data la grande attenzione mediatica riservata a Chau, potrebbe sembrare che la morte di un occidentale per mano dei Sentinelesi che stavano difendendo le loro vite e le loro terre, valga più della distruzione imminente di un intero popolo.» È così che l’India vuole “occidentalizzarsi”? Trasformarsi nella solita imperialistica nazione, dopo aver combattuto per liberarsi dell’imperialismo inglese? Già l’essersi munita della bomba atomica è stato un salto di qualità: ora gli mancava una “centrale del business” quale fu Hong Kong, e per realizzarla sta imitando l’imperialismo ambientalista degli USA, del Brasile, tanto per citare i massimi Paesi che stanno contribuendo al genocidio e alla deforestazione dell’Amazzonia (nel novero dei quali non manca neppure l’Italia!).
4. Ma guardiamoci in faccia e cerchiamo di essere meno ipocriti. Il faraonico (per non dire disastroso!) progetto che l’Enel vuole realizzare a cavallo tra Abruzzo e Molise, interessando i bacini artificiali già esistenti della Montagna Spaccata (Abruzzo) e di Castel San Vincenzo (Molise) non è forse tanto “ecologico” quanto vengono fatte passare le centrali eoliche e fotovoltaiche sponsorizzate dal movimento anti nucleare dei decenni passati? E allora, per coerenza, per quale motivo lo si contrasta? Forse che gli ambientalisti antinuclearisti hanno scoperto solo ora che in fondo proprio quel nucleare al quale si è messo il veto tanti ani fa, è più ecologico che non l’idrico, l’eolico o il fotovoltaico? Ma, in tal caso, perché lo dicono solo ora e non già quando l’AIW – unica, agli albori della sua esistenza –, previde quanto sopra? Se non è ipocrisia, quale forse effettivamente è, allora sarebbe il caso che prima si riconosca di aver sbagliato! Poi si ammetta che il nucleare è il metodo più ecologico e meno impattante sull’ambiente di tutti i supposti progetti per produrre energia rinnovabile di cui per decenni si è dovuto sentire decantare (da loro!) le lodi! Altrimenti sembra il solito NO a tutto, senza mai porre un alternativa. Anche l’AIW è contraria al progetto di cui sopra, denominano “Pizzone II”, ma almeno ha la coscienza a posto! Che poi questo progetto arrechi tuti i danni che si dice sui media, è tutto da vedere, in quanto si parla soprattutto di opere sotterranee e, al di là della solita mistificazione dei fatti, è al 99 e più% sotterraneo ed esterno al Parco Nazionale d’Abruzzo. Questo per la verità dei fatti. Le cause giuste non si difendo con le mistificazione (quando non proprie bugie!) e le omissioni, ma con la coerenza alle proprie idee!
5. Lo scorso sabato il Segretario Generale ha parteciperà al convegno sull’ambiente sua valorizzazione e difesa organizzato dal Comune di Rialto (Savona), designatario dell’Area Wilderness Bric Gettina o “Purin”, una delle Aree Wilderness italiane di maggior pregio naturalistico per gli elementi di biodiversità presenti, sia floristici che faunistici. L’intervento era basata sull’importanza che i Comuni provvedano ad impegnarsi in prima persona per la difesa dei pochi luoghi selvaggi rimasti nei loro territori, una rinuncia che spesso sembra solo essere tale, ma che rappresenta invece una scelta culturale doverosa per le generazioni a venire, perché non è concepibile che si prosegua al consumo del territorio e dell’ambiente al ritmo attuale, che è cosa ben peggiore che non il cosiddetto consumo del suolo, sebbene rientri in questa tematica. Alla luce del recente provvedimento del Comune di Rialto di chiudere alle mountain bike i sentieri da downhill arbitrariamente aperti in varie parti dei Comuni rivieraschi e montani della Liguria occidentale, anche quest’argomento è inevitabilmente entrato nel dibattito. Franco Zunino ha fatto notare come il divieto posto dal Comune di Rialto in fondo rappresenti quel compromesso che meriterebbe di essere regolamentato con una legge, in quanto arrogante e irragionevole non è chi sostiene questa tesi, ma, caso mai, chi pretende di adibire tutti i sentieri a questa disciplina sportiva; che peraltro, ha ribadito Franco Zunino, probabilmente non del tutto legittima se si analizzano a fondo le leggi forestali e ambientali vigenti.
Tags:
Cerca nel Blog
Lista dei Blog
|
|
|