“Mira bene sbaglia poco!” Chi non ha visto il film “Il Patriota” con Mel Gibson, in particolare la scena in cui il protagonista ricorda ai figli come dovevano sparare con i loro lunghissimi fucili ad avancarica? A me i bei film d’azione piacciono molto, specialmente quelli storici, a patto che, specialmente in fatto di armi e di tiri, non facciano vedere, oppure dicano, troppe scemenze fantasmagoriche.
Nel Patriota invece quella frase è stata davvero eccezionale, perfetta. Mi ha talmente colpito che non perdo mai l’occasione di ripeterla a tutti gli amici che hanno problemi con le loro armi, specialmente a quelli che praticano la caccia al cinghiale in battuta. Si, perchè il cinghiale non è né un tordo che schizza tra gli ulivi, né un beccaccino che fa zig zag nell’acquitrino.
Il cinghiale è un animale di medie – grosse dimensioni che “riempie gli occhi” quando arriva, ma DEVE essere sempre mirato, non gli si tira di stoccata! Tutti muoiono dalla voglia di tirare ad un cinghiale, ma quando se lo vedono arrivare davanti cominciano a farsi prendere dalla fobia della padella, dal terrore dello sfotto, della gogna mediatica. Un’abitudine questa vecchia almeno quanto la caccia, ma che sta diventando un vero e proprio problema nelle squadre di cinghialai, anche piuttosto serio, perché non appaga certo il gran lavoro che fa la bracca per scovare i selvatici e per mandarli a tiro. Purtroppo quando si caccia in tanti ci sono sempre dei problemi diciamo..sociali da risolvere. Infatti è molto difficile che tutti siano contenti allo stesso modo durante una battuta di caccia, c’è sempre chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, chi si lamenta e chi non si accontenta mai. E molti sono convinti che il successo nel tiro dipenda esclusivamente dall’arma che si usa, tralasciando completamente il fattore…allenamento, la vera e cruda pratica sul campo.
Vuoi per la scarsezza di tempo oppure per semplici fattori economici - visto il costo delle munizioni, della benzina e dell’affitto della piazzola al poligono- pochi cacciatori macinano decine di cartucce (se non centinaia) per prendere la dovuta confidenza con il proprio trinomio Arma – Sistema di mira – Munizione. Ripeto, indipendentemente se usiamo un’arma liscia oppure una carabina ultramoderna super accessoriata, se il mirino non è ben tarato e non sta nel punto giusto è inutile tirare il grilletto sperando in un miracolo. “ Mira bene sbaglia poco!”.
Di lavoro faccio l’armaiolo, specializzato in armi rigate, nel montaggio e nella taratura delle ottiche da mira e nelle accuratizzazioni degli scatti, ma ammetto di avere poca dimestichezza coi leghi, perché secondo me lavorare su un bel calcio in noce pregiato è una vera e propria arte e quindi necessita di una manualità che purtroppo non possiedo.
Nonostante ciò, spesso mi ritrovo ugualmente a dovermi confrontare con degli amici-clienti che pretendono di modificare le loro carabine, o meglio le loro calciature, come se fossero armi da tiro al piattello. Quante volte vi sarà capitato di vedere, durante le adunate al rialto, cosa sono capaci di mettere i cinghialai sui loro calci per aiutarsi (credono loro!) nel tiro “d’imbracciata! Eppure il cinghiale è un bersaglio che potremmo definire..comodo, non dico facile, perché i bersagli in movimento non lo sono mai, specialmente nel fitto del bosco, ma le sue dimensioni e il suo colore “dovrebbero” favorire il tiratore.
Quando un bel verro corre in un prato che importanza può avere un calcio regolabile fatto su misura? Stessa cosa quando si avvicina alle poste furtivo o anche correndo veloce, sfrascando e rompendo rami. Se abbiamo seri problemi di udito allora il discorso cambia, ma se possediamo ancora delle buone orecchie come si fa a farci cogliere impreparati? Più che concentrarci sulle calciature io mi preoccuperei di come siano tarati gli organi di mira, se poi dovrò sparare col viso un pochino alto, me ne farò una ragione. I vecchi cacciatori in Maremma dicevano:”Chi ferra inchioda!”, nel senso che chi spara può anche sbagliare… Sono cose che succedono, ma quando accadono non dobbiamo dare la colpa all’arma ma a noi stessi.
Volete sapere chi non sbaglia? Chi non spara! Perché fallire è una delle cose più umane del mondo, fin dalla notte dei tempi. La Browning ha inventato “l’Adjustable Comb”, un nuovo rialzo regolabile, un semplice, ma geniale accessorio che permette di modificare il nasello e quindi di poter allineare con precisione millimetrica l’occhio del tiratore con il centro esatto del sistema da mira, e che ora è possibile acquistare anche a parte, anche da chi già possiede una carabina Browning da diverso tempo. Nel progettare “l’Adjustable Comb”, il Costruttore ha sicuramente preso l’ispirazione dai fucili da tiro a volo e dalla costante ricerca dei tiratori sportivi di modificare costantemente i loro calci secondo esigenza. Deve essergli comunque riconosciuto il merito di averlo costruito e messo in produzione per primo, perché nessun’altro aveva mai pensato di dotare di calcio regolabile anche un’arma rigata destinata alla caccia in battuta.
Tantissimi colleghi cinghialai si sono invece improvvisati brillanti inventori ideando e montando sui loro calci degli spessori in plastica, legno, cuoio, Cordura, sughero etc, per diminuire l’eccessivo dislivello che spesso c’è tra la linea di mira e l’occhio del tiratore quando imbraccia l’arma, Il più delle volte questi sono artifizi che disturbavano il tiratore più che aiutarlo durante la concitazione della caccia. Personalmente mi è capitato di vedere dei cinghialai imbracciare velocemente la loro carabina, sparare in rapida successione tre – quattro colpi e poi chinarsi a raccogliere i resti dei loro improvvisati rialzi artigianali. Possiedo una BAR Composite dotata di rialzo regolabile come altre semiauto che invece non ce l’hanno, sinceramente non posso dire che una metodologia d’imbracciare sia meglio di un’altra. Quel che conta davvero nel tiro a caccia con un’arma rigata dotata di organi di mira sia metallici sia ottico – elettronici, è il “ricordarsi” di dover mirare, perché non stiamo usando un fucile a canna liscia che indirizza verso il bersaglio una rosa di pallini più o meno ampia.
Questo lo dimenticano parecchi cacciatori che sparano molto alla selvaggina minuta e poco alla grossa. Mi permetto di dare un ultimo consiglio, se proprio vogliamo modificare le nostre calciature per renderle più confortevoli nel tiro di stoccata, allora affidiamoci ad un professionista che sicuramente ne saprà più di noi in materia. Le giberne portacolpi da calcio, spessorate col cartone o col polistirolo non sono certo la scelta migliore.
Marco Benecchi