La recente trasmissione di Porta a Porta segna una demarcazione netta rispetto al purtroppo consueto atteggiamento del mezzo televisivo nei confronti della caccia.
Quando si vuole denigrare una categoria, la nostra in questo caso, si tratta l'argomento in maniera colpevolmente fuorviante, collegandola ad aspetti criminogeni che niente hanno a che fare con la fattispecie. Tempo fa, ad esempio, a Geo&Geo, si doveva parlare di bracconaggio, ma, volutamente!, si finì a parlare di caccia.
Fermo restando che la caccia, a differenza del bracconaggio, è un attività lecita e riconosciuta dallo Stato Italiano e dalla Comunità Europea, se si decide di parlarne buonsenso vorrebbe che a trattare di tale argomento ci fosse anche chi, tale attività, la pratica! Se poi si decide di parlarne male, cercando di calcare la mano su determinati argomenti (peraltro anche privi di fondamento!), allora direi che il contraddittorio diventa veramente una necessità, se non si vuole dar vita ad una triste farsa!!! In quell'occasione, la frase con cui la Sig.ra Sveva Sagramola concluse il suo intervento “Noi siamo contro la caccia” è lecita, rispettabile e accettabile (noi cacciatori, a differenza di altri, rispettiamo anche le opinioni altrui) se fatta in una sede che non sia una trasmissione della tv pubblica alla quale anche i cacciatori, essendo cittadini a tutti gli effetti esattamente come chi è “contro la caccia”, contribuiscono alla realizzazione e messa in onda mediante il pagamento del canone!
All'epoca, scrissi una lettera alla Sagramola e alla redazione di Geo&Geo, dicendo che non facendo io parte di una delle 5101 famiglie che dispongono del “Telecomando Auditel”, non avrei minacciato certo di non guardare più questa trasmissione, della quale apprezzo moltissimo, se non la conduzione, i documentari e i servizi, dato che tale “minaccia” sarebbe stata tutta da ridere. Avrei avuto piacere, però, come Uomo, Cittadino e Cacciatore, che chi conduce una trasmissione su una rete pubblica avesse rispetto di TUTTE le categorie, anche (soprattutto?) di quelle minoritarie, che compongono la Società Civile e che non infrangono nessuna legge. Vi immaginate cosa sarebbe successo se la frase fosse stata “Noi siamo contro….(e qui metteteci la minoranza politica, etnica, sociale… addirittura anche sportiva!che più vi aggrada o che per prima vi viene in mente…insomma, quella che vi pare!)”? …la questione sarebbe subito uscita su tutti i giornali…e non certo con titoli favorevoli a chi l'avesse pronunciata e con una miriade di querele e denunce sulle spalle!
Molto bene parlare di bracconaggio con una Guardia Forestale, meno bene far scivolare il discorso sulla caccia, cercando di dare l’impressione ad un pubblico poco attento che le due attività siano la stessa identica cosa!! Bene sarebbe stato se, anche per una pluralità dell’ informazione, a quella trasmissione o a una successiva fosse stato invitato un rappresentante dei cacciatori…anche solo per sentire l’altra campana….Magari avrebbe potuto avere forse un suono sgradevole alle orecchie della Sagramola e della redazione, ma anche quella campana aveva – ed ha tutt'oggi, e domani e dopodomani - tutto il diritto di suonare!! e molti, non solo cacciatori, hanno la voglia e il diritto di ascoltarla!!
Auguriamoci che, dopo il caso di Porta a Porta, in tutte le trasmissioni del servizio pubblico televisivo, quando direttamente o indirettamente si parlerà di caccia, possa essere garantito anche ai cacciatori il diritto d'opinione.
Fabrizio Arena