Esistono dei calibri che sembrano essere stati ideati per competere tra loro, come ad esempio il 375 Holland & Holland Magnum inglese ed il suo eterno rivale, il 9,3 x 64 Brenneke tedesco. Mi fa piacere confrontarli perché ho avuto modo di provarli entrambi a fondo e con soddisfazione.
Mettiamo subito in chiaro una cosa, che stiamo parlando di due mostri di potenza, concepiti per la caccia africana contro grossi selvatici a pelle spessa anche pericolos, ma che si sono fatti valere in ogni angolo del globo, Italia compresa. Viste le energie in gioco e le bellissime palle con cui possono essere caricati, sia il 9,3 sia il 375 sono ammessi come calibri “Minimi” anche per la caccia all’elefante. Il 375 Holland & Holland Magnum, in particolare, ha contribuito ad esplorare interi continenti e ancora oggi è uno dei calibri maggiormente usati nel Continente Africano.
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Questa splendida munizione nasce ufficialmente in casa Holland & Holland verso il 1912, grazie alla collaborazione tra Henry Holland e la nota Ditta produttrice di munizioni Kynoch. Fu progettata in circa un decennio, i primi studi risalgono addirittura alla fine dell’ottocento con l’intento di soddisfare la crescente schiera di cacciatori – avventurieri che desideravano un calibro potente e tuttofare, e per dirla in termini anglosassoni un vero “all round”, da poter utilizzare prevalentemente per la caccia alle antilopi ma all’occorrenza anche contro la selvaggina di grossa mole e pericolosa. Già a quei tempi il 375 Belted Rimless Magnum Nitro Express, come veniva chiamato allora, caricato con cordite vermicolare, era in grado di lanciare una palla da trecento grani (19,4 grammi) alla fantastica velocità di circa 750 – 760 metri al secondo, con relativi 5800 Joule di energia!! Era caratterizzato da un bossolo di disegno futuristico cilindrico – conico con fondello cinturato.
La sua diffusione seguì di pari passo l’espansione coloniale dell’Impero britannico in Africa e Asia, ma fu condizionata dall’eccessivo costo delle armi che lo cameravano. Non erano molti quei cacciatori che potevano permettersi le bellissime carabine dalla famosa casa Londinese e tanto meno potevano permettersi i mitici express, visto che della 375 H & H esiste anche la versione con collarino: la 375 Flanged Magnum Nitro Express.
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Se agli inglesi riconosciamo l’intraprendenza esplorativa – coloniale, agli americani dobbiamo riconoscere l’iniziativa imprenditoriale. L’industria armigera statunitense, resasi conto della crescente richiesta di attrezzature specifiche per i grandi safari, iniziò la produzione di armi e di munizioni in questo calibro. Nel 1925 la prima Ditta che fabbricò e distribuì su larga scala munizioni finite in calibro 375 H & H M. fu la Western Cartridges Company, seguita dalla Winchester e dalla Remington, che finalmente produssero in serie anche le prime carabine camerate in questo calibro, con i rispettivi modelli 70 e 725 “Kodiak”. Poi, come spesso accade, il successo commerciale arrivò grazie al contributo pubblicitario dei suoi estimatori.
Fu il mitico cacciatore professionista John “Pandoro” Taylor il padrino del 375 Magnum, che con il suo libro: African Rifles and Cartridges ne decretò il definitivo lancio sul mercato come la migliore munizione “media” africana. Egli racconta di avere abbattuto con il 375 H-H più di cento elefanti, circa quattrocento bufali e un numero imprecisato di rinoceronti, di leoni e di grosse antilopi, definendolo testualmente: “Un calibro particolarmente equilibrato, in quanto le sue prestazioni di energia cinetica e di penetrazione sono armonicamente completate da un innegabile potere di shock e da un modesto rinculo”. Oggi più che mai è una munizione molto diffusa ed attuale, non risentendo minimamente della sua età ultracentenaria. Anche se le grandi cacce si sono notevolmente ridimensionate, non esiste casa produttrice di armi rigate che non abbia in catalogo un modello in questo calibro. La 375 H & H Magnum nacque come munizione da carabina, ma ben presto venne impiegata anche in splendidi express e addirittura in funzionali Bergstutzen sovrapposti, a doppia canna rigata in due calibri diversi. Dato che in rapporto al calibro e alle prestazioni il rinculo non è certo proibitivo, non sono necessari freni di bocca, ammortizzatori od altro, né tanto meno armi particolarmente robuste e pesanti. Lo usava anche la Baronessa Blixen nella sua Africa e il Conte Paul Pallfy nei Carpazi. Attualmente la disponibilità di munizioni originali e di componenti per la ricarica del 375 H & H è notevolissima. Se prima il campo di utilizzo si limitava alla caccia della grossa selvaggina a distanze medio brevi oggi, con l’uso di nuovi materiali e di nuove tecnologie, ne ampliano notevolmente le capacità d’impiego. Esistono proiettili in questo calibro che vanno dai 200 grani della francese Sologne e della Sierra, ai 350 grani, i soliti pesantissimi Barnes. Nel mezzo troviamo gli ottimi Barnes da 210, gli Hornady da 220, i Speer e i Barnes da 235, i Sierra e i Barnes da 250 e un’infinità gamma di palle sia espansive che completamente camiciate da 270 e 300 grani, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Degni di nota sono i Nosler Partition, i Trophy Bonded Bear Claw, gli Swift A-Frame, i gli RWS TUG, i Sako Powerhead, i Woodleigh, le Speer Grad Slam, i Barnes X-Bullet e la triade A-Square.
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La munizione originale più tesa è il caricamento Federal con palla Trophy Bonded da 250 grani; tarando l’arma a 100 metri si ha un calo a duecento di soli 12 centimetri! E’ un calibro esuberante per quasi tutte le cacce europee, nord americane ed asiatiche, fatta eccezione per le gigantesche alci siberiane, per i grossi orsi, per i bufali (d’acqua, banteng e gaur). Il suo impiego d’elezione rimane la caccia alle grosse antilopi africane come l’elend, la giraffa, l’antilope roana, la sable, il waterbuck e il Kudu in terreno coperto, quella ai bufali cafri, equinoziali e nani, la caccia ai grossi felini e all’occorrenza può ritenersi sufficiente anche per il rinoceronte e per l’elefante.
Anche se in qualche Paese africano viene imposto il .400 come calibro minimo per la caccia alle specie pericolose, molti cacciatori professionisti come Tony Sanchez Arino e Mike La Grange lo usavano per tutta la selvaggina e di conseguenza lo consigliavano ai loro clienti, sostenendo che è meglio una palla calibro 375 che colpisce il bersaglio di una in calibro maggiore che lo fallisce. C’è un vecchio detto tra i sostenitori della creazione di Holland: “ con qualsiasi palla tariamo l’arma, la precisione viene mantenuta anche cambiando tipo e peso del proiettile” .
Il calibro 9,3 x 64 Brenneke fu ideato nel 1910 dal grandissimo genio tedesco Wilhelm Brenneke (1864 – 1951) ed è la munizione più potente della piccola famiglia che porta il suo illustre nome. Lo scopo di Brenneke fu quello di fornire ai coloni tedeschi in Africa un calibro “medio” con cui poter cacciare tutte le grandi antilopi e che fosse, all’occorrenza, anche in grado di fermare la carica di un felino pericoloso o di un bufalo cafro. Per gli stessi motivi già agli inizi del secolo erano nati calibri come il 9,3 x 74 R (1900) ed il 9,2 x 62 Mauser (1905) che, pur essendo delle validissime munizioni, potevano essere migliorate, specialmente se paragonate all’eterno antagonista britannico, il 375 Holland & Holland Magnum.
L’inventore tedesco, famoso per la creazione dell’omonima palla per anima liscia e per i proiettili Torpedo, riuscì nel suo intento, creando con poca fatica una munizione che effettivamente eguagliava le prestazioni della concorrente inglese. Il 9,3 x 64 è stato ampiamente utilizzato da molti coloni-cacciatori contro tutta la grossa selvaggina africana e anche dai famosi White Hunter John Taylor e Tony Sanchez Arino, che lo definirono addirittura come ”l’unica vera alternativa al 375 H.& H.”. Ma allora cosa ne frenò la diffusione e la popolarità? Senz’altro la limitatissima offerta dei caricamenti e la sleale concorrenza da parte delle munizioni britanniche e statunitensi. Con il passare degli anni i cacciatori sportivi e/o professionisti che si dedicavano ai grandi safari africani sceglievano munizioni più specializzate, come i 300 Magnum ad alta intensità per la caccia alle antilopi a lunga distanza ed i calibri superiori al .450 per le specie più grandi e pericolose. In Europa il 9,3 x 64 Brenneke potrebbe andar bene soltanto per la caccia alle grandi alci siberiane e agli orsi bruni dei Carpazi, perché non possiamo certo definirlo un calibro idoneo per tutte le altre specie minori, compresi i grandi cervi pannonici e cinghiali dell’Est. Se fuori dal Vecchio Continente il 9,3 x 64 ha subito la concorrenza dei calibri più moderni, in Europa è stato proprio un suo connazionale e quasi coetaneo a dargli il definitivo colpo di grazia: il 9,3 x 62 Mauser. Quest’ultimo, anche se molto meno potente del Brenneke ( che riesce a spingere facilmente una palla da 293 grani a 785 metri al secondo), sfiora appena i 740 m/s. Non dimentichiamo che il 9,3 Mauser era (ed è) comunque sufficiente ad abbattere qualsiasi selvatico cammini sul nostro pianeta, compresi bufali e pachidermi, sempre a patto di utilizzare la palla giusta e con precisione. La creazione del grande Wilhelm è stata proposta in armi particolarmente robuste, visto che sviluppa 3800 Atm ed ha un fondello di 12,6 mm di diametro, e di un certo lignaggio come le Mauser, le Sauer, le Weatherby, le Voere, le Sodia e le Franzoj. Purtroppo di munizioni commerciali se ne sono sempre trovate veramente poche. Attualmente la SRA russa ha in catalogo un caricamento con palla SP da 286 grani, le francesi Sologne e Double Noyau ne producevano uno ciascuno da 15,4 e 14,6 grammi, la RWS (Ruag) continua a deliziarci come ha fatto per decenni con la sua splendida TUG da 293 grani e con la nuova DK da 14,6 gr e l’A-Square ha in catalogo la sua famosa Triade (tre tipi di palla: Monolithic Solid, Dead Tough e Lion Lead) da 18,53 gr. Una volta era la sola DWM di Karlsruhe a produrre munizioni in calibro 9,3 Brenneke e addirittura con quattro tipi di palle. La serie comprendeva: una TUG da 19 grammi, una Vollmantel blindata da 19 gr, una Teilmantel da 18,5 gr ed una bellissima Starkmantel da 17 grammi, che raggiungeva la straordinaria velocità di 850 metri al secondo.
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Oggigiorno chi desidera una carabina in un calibro medio-grosso di solito l’acquista in 375 H. & H. Magnum oppure in 9,3 x 62 Mauser, mentre chi ne possiede già una in calibro 9,3 x 64 Brenneke se la tiene ben stretta, anche se non credo per utilizzarla a caccia o per lunghe serie al poligono. Se poi ci si vuole divertire a sparare anche qualche colpo in più o magari si teme che un domani possa avere qualche difficoltà a reperire le munizioni originali, si può sempre ricorrere alla ricarica. I dies RCBS sono ancora reperibili, di palle calibro 9,3 -.366 millesimi di pollice ce ne sono in commercio più che a sufficienza.
Riassumendo, potremmo affermare che se il 375 H & H Magnum non fosse esistito bisognava inventarlo, ma anche il 9,3 x 64 Brenneke non è niente male. Quello che differenzia le due munizioni sono le armi che le camerano, la disponibilità ed il costo dei caricamenti originali reperibili sul mercato. Potremmo concludere dicendo che per il “cacciatore africano” è senz’altro meglio il 375 H&H, mentre per chi desidera praticare delle cacce molto impegnative nel Vecchio Continente allora il 9,3 x 64 è un’ottima scelta, nostalgica e decisamente di buon gusto.
Marco Benecchi