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25/07/2024 

1. In Trentino sono ripresi gli attacchi degli orsi ai turisti (almeno tre già segnalati), fortunatamente senza effetti letali. In Romania invece è stata uccisa un’altra persona (e non era la prima!), tanto da aver spinto le autorità ad approvare l’abbattimento di 500 esemplari per ridurre drasticamente la popolazione. La Romania è, come l’Italia, in Europa; ma come già per i lupo, non tutti i paesi sono uguali! Vi sono Paesi membri UE dove lupi ed orsi sono gestiti con saggezza, mentre in altri regna il caos. Ma evidentemente a qualcuno va bene così. Come va bene così ai nostri animalisti, di tutte le estrazioni politiche: e forse è proprio questa la loro forza. Resta il fatto che il problema non si risolve (in realtà è irrisolvibile, bensì solo gestibile). E come tutte le cose semplici, proprio perché tali, le si tratta come se semplici non fossero: così non si risolvono mai. Succede in Trentino per gli orsi “sloveni”, che si pretende di far moltiplicare affinché vadano ad occupare tutto l’arco alpino – ed è per questo che si è tanto restii a stabilire un numero minimo, superato il quale si dovrebbe intervenire. Succede in Abruzzo per i marsicani. I primi, per le loro caratteristiche comportamentali (e forse genetiche), per cui basterebbe ridurne la presenza con monitoraggi e abbattimenti programmati (a partire da quelli che danno segni di pericolosità). I secondi, per l’ostinata presunzione di non voler riconoscere che tutti i problemi stanno nell’assenza dell’alimentazione antropogenica (parlando come si mangia: coltivazioni agricole e greggi di pecore!) nella loro core area di vita. In pratica, la sparizione di un mondo rurale in cui e di cui vissero dalla loro eternità a pochi decenni or sono. Invece ci si ostina volerli riportare a quell’eternità, come i grizzly di Yellowstone, ovvero animali non abituati alle attività agricole. E allora eccoli in giro per paesi, lungo le strade e nei campeggi. E se un orso invecchia (perché invecchiano e muoiono anche gli orsi!) subito lo si vuole animalisticamente “curare” per evitare che muoia: e per fare questo si sprecano danari a non finire. Sebbene sarebbe piuttosto saggio catturarlo almeno per toglierli quell’inutile collare traballante sullo scarno collo. Però per seminare qualche campo di mais o comprare qualcuna delle tante pecore sacrificate nei macelli per il piacere del palato dell’uomo (magari anche animalista!) i soldi non trovano mai; fatti che più di tante sofisticate “ideone”, servirebbero per salvare la popolazione.

2. Una bella notizia ci giunge dal Parco Nazionale del Pollino. Un cacciatore e fotografo naturalista (Alfonso Larocca) nei giorni scorsi (luglio) ha avuto la fortunata occasione di avvistare e scattare diverse fotografie di una coppia di Capovaccai, specie migratoria di avvoltoio un tempo molto presente in tutto il centro-sud Italia e Sardegna, ma portata sull’orlo dell’estinzione con le uccisioni dei pochi esemplari che tornavano a frequentare la nostra penisola. Oggi ne restano poche coppie in località perlopiù tenute riservate. Non resta che sperare che la copia possa tornare ad insediarsi anche nella zona del Pollino, cosicché possa poi ritornarvi regolarmente ogni anno a nidificare.

3. Al contrario, dal Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano giungono perlopiù cattive notizie sulla gestione dello stesso, come al solito, volte soprattutto, come è per tutti i nostri “poveri” Parchi Nazionali ormai in mano alla politica, a sfruttarli turisticamente, consentendovi tutto quanto non dovrebbe consentirsi in un’area nata per la difesa della natura. Anche l’AIW ha partecipato ad una nota di protesta per le iniziative volte a favorire le escursioni (sic!) in quad (fuoristrada) dal Monte cervati al Monte Bulgheria; e questo nonostante i divieti esistenti, almeno sulla carta, ma che lo stesso Parco ignora per evitare di contrastare le attività di ditte e società con finalità economiche. Una notizia che, così come tante altre, sono ancora la prova di un’esigenza di un “Wilderness Act” per l’Italia che sottragga ai gestori dei Parchi le zone più selvagge degli stessi.

4. Ma d’altro canto, che si pretende, quando ormai tutte le nostre “aree protette” sono viste ovunque come aree di ricreazione turistica e, proprio per questo, da sviluppare in tutti i modi possibili, compresi quelli che un tempo furono motivo per richiedere i vincoli! Ovvero, se sono gli stessi organismi di gestione ad autorizzarli, ogni iniziativa che indirettamente richiami gente e faccia girare soldi, la si può consentire, anche se in contrasto con la primaria finalità di conservare i valori naturalistici, paesaggistici e ambientali in genere. In pratica, l’istituzione di “aree protette” come grimaldelli per consentire tutto quanto avrebbe dovuto proibirsi e fu motivo per costituirle! L’ultimo esempio ci viene dallo “sputo” di isoletta di Bergeggi (Savona, Liguria), Riserva Naturale Regionale ed Area Marina Protetta, nei cui ambiti vi si pratica di tutto, dalle nuotate con migliaia di partecipanti, alla disposizione di sentieri sottomarini, a prove di sopravvivenza subacquea, ad escursioni ai pochi ettari dell’isoletta (come se ci fosse da vedere chissà che cosa, quando la più emozionante visione dell’isola la si ha dalla costa!) con sentieri da realizzarvi deturpando ambiente e morfologia. Tutte cose che si possono benissimo fare nelle migliaia di chilometri di tratti costieri e di mar ligure, ma che si pretende di fare proprio sull’isoletta e attorno ad essa (così come per la “sorella” Gallinara) solo per dare notorietà alle iniziative; un poco come i congressi, che non si tengono mai in sconosciuti paesi, ma a Cortina o a Taormina! Chiamano la nostra visione “integralismo”, ma è per noi un onore: unici difensori dei diritti di una natura che, purtroppo, salvo quando si scatena in eventi catastrofici, non può “parlare”!

5. Buone notizie dalla Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia. La Stampa riporta (21 luglio) la notizia di come la minoranza in Consiglio comunale di Cairo Montenotte abbia messo sotto pressione la maggioranza ed in particolare la Giunta e il Sindaco per l’avviso di garanzia ricevuto da questi a seguito della realizzazione di un progetto di “asfaltamento” della strada bianca carrabile che percorre la valle del Ferranietta (che porta al cuore della Riserva), chiedendo alla Giunta se, “in caso di dibattimento”, abbia o meno intenzione di costituirsi “parte civile” qualora, come sembrerebbe ormai imminente, si giungesse “all’udienza preliminare essendosi ormai chiuse le indagini investigative”. La strada “era stata asfaltata e risistemata” grazie ad un contributo di “370mila Euro di finanziamento dal Piano di sviluppo rurale”. Il sindaco sarebbe stato “accusato di aver presentato lo domanda di partecipazione al bando di un progetto privo dei necessari titoli, poi prodotti successivamente; e perché il progetto sarebbe privo dell’utilità forestale ventilata al fine di rientrare nei criteri del bando, ma sarebbe sostanzialmente finalizzato alle esigenze di transito per raggiungere le abitazioni” private, presenti lungo la valle. Un fatto che potrebbe spiegare per quale ragione (ma solo nel 2024!) l’amministrazione provinciale abbia poi autorizzato il Comune ad operare il taglio di un’area di circa 80 ettari, proprio a ridosso della suddetta strada: cosa che sembrerebbe quasi un volere con ciò giustificare (o “sanare”!) a posteriori il bando comunale per la sistemazione della strada. Sarà interessante vedere se proprio questa nuova operazione di intervento di gestione forestale – peraltro tecnicamente dimostrata per finalità indirettamente volte a migliorare economicamente i boschi sottraendogli non poco legname da cedere sulla filiera relativa (in contrasto etico con quella che dovrebbe essere la gestione di una Riserva Naturale, la quale non ha fini economici bensì di preservazione della biodiversità; tanto più essendo i boschi di in pubblica proprietà!) –, in dibattimento risulterà motivazione a posteriori per giustificare i lavori di miglioramento della strada! In ogni modo, tutti fatti sufficientemente scandalosi visto che stiamo parlando di una Riserva Naturale di pubblica proprietà! Non si abbatte un albero neppure nell’immenso Yellowstone, ma in Italia si tagliano regolarmente alberi per finalità economicistiche anche nelle più piccole aree protette!

6. Make The America Great Again: Wilderness First! È presto per dire chi vincerà le prossime elezioni americane. Né è il caso di schierarsi a livello associativo per Trump o per la Harris. Ma una cosa è certa, “fare di nuova grande l’America” come vorrebbe Trump vorrà dire aprire Parchi e Riserve di ogni tipo ad ogni forma di sfruttamento, e porre un freno ad ogni possibilità di avere ulteriori aree protette (sono centinaia quelle in pendenza di divenirlo!), compresi gli ultimi spazi selvaggi dell’Artico con le loro ricchezze petrolifere e gassose; per non dire delle foreste boreali dell’Alaska e dei deserti del Nevada, Utah, Wyoming e New Mexico con le loro ricchezze minerarie: i dollari innanzi tutto! Per intanto mentre si stanno organizzando varie iniziative per commemorare il 60th del Wilderness Act, un senatore repubblicano ha pensato di bene di presentare una nuova proposta di legge per aprire all’uso “delle mountain bike e  ed altri mezzi da trasporto meccanizzati” tutte le Aree Wilderness d’America, e lo ha fatto iniziando a dire falsità nell’introduzione alla proposta: ovvero, che fino al 1980 le biciclette da montagna vi erano consentite (che è invece una GRANDE accattivante furbata per ingannare i parlamentari poco informati!). Se il bel tempo si vede dal mattino…! Come non augurarsi e sperare che a vincere sia la Harris, se non altro per salvare ciò che resta della wilderness americana?

7. Quello che da decenni si vanta di essere uno dei migliori Parchi Nazionali d’Europa (in realtà contando piuttosto sui suoi valori ambientali che non sulle pratiche di gestione: affatto meritorie!), lo storico Parco Nazionale d’Abruzzo ha infine dato il via all’ormai solito (è il terzo anno) vilipendio di una zona che è, nell’ordine: uno dei più importanti habitat primari dell’orso marsicano; riserva integrale proposta fin dagli anni ’60 del secolo scorso, e poi istituita da qualche decennio; Zona Speciale di Conservazione europea; una delle poche “foreste vetuste” del Parco. In pratica, un angolo di paradiso che andrebbe sottratto alla gestione dei manager dello stesso per palese incompetenza, svenduto al turismo con la scusa dell’ “ArteParco”: mostre di opere artistiche giustificate con motivazioni ecologiche affinché i turisti, anziché frequentare le piazze e le vie dei paesi per vistarle, vadano a “rompere i c….i” al povero orso marsicano, sempre più sfruttato e sempre più affamato e bisognoso di quiete! Ciò mentre si è in attesa che i gestori del Parco siano “premiati” per la loro inefficacia con un rinnovo quinquennale di incarico; i quali andrebbero invece bocciati proprio per questo! Purtroppo, così vanno le cose nel nostro Paese di incompetenti al comando di navi (sinonimo di “aree protette”) che affondano giorno dopo giorno, anche grazie al tacito silenzio – quando non consenso! – dei media, oltreché della politica.


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2 commenti finora...

Re: Orsi e non solo. Le ultime sulla natura dall'Aiw

Io mi auguro che vinca la Harris perche' Trump e' pericoloso da tutti i punti di vista, non solo questo legato ai Parchi. E' un folle burattino in mano ai servizi segreti russi!!!.......

da Flagg  25/07/2024

Re: Orsi e non solo. Le ultime sulla natura dall'Aiw

Ci sarà un giudice a Berlino

da Giovanni  25/07/2024
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