Il documento ISPRA che si compone della bellezza di 14 pagine scritte fitte che più fitte non si può, è a nostro avviso un così tale profluvio di restrizioni che rimane veramente difficile poter pensare che lo stesso sia stato redatto da personaggi equidistanti da impostazioni ideologiche nei confronti del mondo venatorio e questa ci pare la prima cosa da dire.
Apertura generale al 2 ottobre, niente vagante nei mesi di settembre e gennaio, distanze di 500 metri da zone umide e da pareti rocciose per non arrecare disturbo alla selvaggina dopo il 22 gennaio, niente tortora, niente moretta, niente combattente nè praticamente allodola: chiusura beccaccia al 9 gennaio così come sassello e bottaccio, niente starna, limite al 30 novembre per il fagiano. limiti di carnieri stagionali per i turdidi.
Singolare l'invito al divieto di caccia a moretta e combattente perchè assomigliano ad altre specie simili come la moretta tabaccata o altri limicoli. Quindi, con questo metro dobbiamo aspettarci in futuro un divieto al colombaccio perchè assomiglia alla colombella, oppure al porciglione perchè somiglia al re di quaglie oppure addirittura a tutti i turdidi perchè in volo sono simili alla tordela? Sarebbe questo il futuro della caccia? Prendere come dettami dell'oracolo dell'Oasi di Siwa tali affermazioni?
Una delle cose irreali, per esempio, sarebbe il mancato intervento di azioni di ripristino ambientale per la Tortora (Streptotelia Turtur) da parte della regione sulla base del piano di gestione nazionale. E allora arriva il momento di contestare con forza tali "Dettami" totalmente irreali ma che servono per tenere chiuse alla caccia determinate specie: La tortora nella nostra regione non ha proprio bisogno di niente che già non ci sia! La Toscana abbonda di corsi d'acqua, laghi e bacini dove non solo la tortora ma tutte le altre specie possono abbeverarsi. La Toscana dispone di estese porzioni di macchia mediterranea e boschi dove le specie possono rifugiarsi; dispone di migliaia e migliaia di ettari di territori a caccia chiusa e vastissime coltivazioni di girasoli e altre olearie dove l'avifauna in generale può rifocillarsi e queste sono cose che vanno dette e sottolineate sia in Conferenza Stato-Regioni sia nel Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, sia in tutte le sedi, tecniche e politiche, da parte degli addetti, tecnici e politici della nostra Regione.
A dirla tutta siamo stufi di questo andazzo con il quale si richiamano fantomatiche "Fly Way" che, secondo qualcuno dietro ad una scrivania a Bruxelles che consulta dati a nostro avviso totalmente inattendibili provenienti da regioni remote come il Kazakistan e da monti sconosciuti come il celeberrimo Marnak e vecchie di almeno 15 anni ci dice cosa dobbiamo e non dobbiamo fare. La regione cominci a chiedere nomi e cognomi di chi fa il censimenti, quando li fanno e dove, se percepiscono rimborsi o stipendi. La specie "Streptotelia Turtur" è ben presente quest'anno; più di altri anni perchè con l'uso dell'App digitale ormai già da due anni con lo stop alle 9,30 circa se ne sono salvate moltissime considerando anche il fatto che il primo settembre è tardi per la caccia alla tortora che di solito si effettuava dopo il ferragosto. A settembre le più sono già in Nord Africa. I nostri cacciatori, dislocati nella Regione ci segnalano un forte aumento di questa specie e siamo arcisicuri che quello che affermano è certamente più realistico di tanti altri altisonanti e titolati.
L'APP digitale è un dato certo, non ci sono dubbi e non ci si scappa. Se la Regione ha intenzione di proseguire con l'esperienza del tesserino digitale, faccia in modo da dimostrare che il dato dell'APP con gli abbattimenti segnalati in tempo reale risulta più importante di qualsiasi altro. L'Assessore e il Presidente della Regione Toscana sostengano con forza questo, altrimenti l'uso dell'APP diventa inutile sia sotto il profilo tecnico che nella consapevolezza di proseguire su questa strada da parte dei seguaci di Diana Toscani.
La Regione, a nostro avviso ha il compito di sostenere in maniera energica le ragioni del mondo venatorio. Non solo chiediamo di inserire la Tortora in preapertura ma di puntare perlomeno ai 5000 capi come l'anno scorso.
Singolare poi, nella parte tecnica il fatto che si ribadisca da parte di Ispra che la differenza del Key Concept riguardo ai periodi prenuziali nei confronti della maggioranza (se non di tutti) gli altri Stati europei con generali elucubrazioni del tipo "La circostanza che in un singolo studio non siano stati rilevati soggetti in migrazione attiva prima di una certa data non implica in modo automatico l'assenza di movimenti migratori in un momento precedente". Quindi ricapitolando: ll dato del 2008 dove si indicano meno tortore sul monte Marnak in Kazakistan ci fa chiudere la tortora nella fly-way orientale però altri studi che documentano l'assenza di migrazione prima del 31 gennaio quelli contano ZERO. Un bel dire: la volpe a guardia delle galline diventa una barzelletta in confronto.
In conclusione, visto il calendario venatorio redatto dagli Uffici, che si discosta giustamente con documenti e studi dai dettami Ispra, ci rende un attimo di tranquillità ma, e lo ribadiamo con forza, bisogna incominciare a mettere in forte dubbio, ma FORTE, di fronte ai vari consessi a tutti i livelli sia tecnici che politici, certe impostazioni o imposizioni che a questo punto è chiaro come il sole la direzione che indicano e cioè lo sfogliare come un carciofo il calendario venatorio in tempi e in specie, che fanno sospettare un intento chiarissimo e cioè quello di portare il popolo dei cacciatori allo sfinimento e all'abbandono.
Alessandro Fulcheris