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gen15 15/01/2025
Con un articolo pubblicato da Levante News il 13/01/2025, Daniela Filippi, responsabile LAV Liguria, scrive testualmente: "I lupi condividono da sempre gli ambienti antropizzati senza aver mai creato alcun pericolo per le persone", "la loro innata diffidenza nei confronti dell’essere umano ha sempre evitato incidenti", "sono i nostri comportamenti a rivelarsi determinanti per un possibile incontro".
Mi permetto di invitare la citata responsabile LAV a leggere attentamente il libro “L’uomo e la bestia antropofaga – storia del lupo nell’Italia settentrionale dal XV al XIX secolo” a cura di Mario Comincini –edizioni UNICOPLI”, forse si renderà conto che c’è qualche problema da affrontare più seriamente e molte riflessioni da fare accuratamente senza “sparate”. Forse si renderà conto di quanto sia lunga la storia di conflittualità con l’uomo che ha tramandato una immagine molto negativa del lupo e fatto assurgere tale grande carnivoro a personificazione del male.
…ma oggi tutto viene rivalutato, c’è una nuova cultura, una nuova mentalità scientifica; c’è un NUOVO LUPO? Certamente la realtà dei secoli scorsi non può essere trasportata negli scenari attuali. La situazione socio-economica è ben differente da quella passata, anni in cui gli ungulati erano ben pochi ma c’era sicuramente abbondanza di carne umana in occasione di guerre, pestilenze e nefaste circostanze varie, con pastorizia diffusa comunque e presenza attiva e produttiva su tutti i terreni montani. …ma anche a Chiavari si pagava “un luparo” che appendeva le teste dei lupi uccisi alle porte della città e riceveva un compenso monetario.
Oggi, mi ripeto, c’è il lupo o un suo derivato? Si dice che l’ibridazione lupo/cane abbia ormai superato il 40% (soprattutto la Regione Toscana ha finanziato una ricerca in tal senso), e di conseguenza è probabile che velocemente il LUPO (canis lupus italicus) tenda nuovamente a scomparire, non più per colpa diretta dell’uomo, ma per colpa dell’ibridazione. Il “lupo ibrido” si adatta più facilmente a vivere in territori antropizzati ; è più cane, quindi più socievole, più adattabile a mangiare vicino all’uomo (apprezzando anche i suoi rifiuti).
E si riproduce rapidamente! Certamente il cibo principale è ancora fornito da animali selvatici quali cinghiali, caprioli, daini, ecc. che però stanno velocemente riducendosi a numeri quasi insignificanti … e pensare che per anni una gestione veramente oculata ne aveva consentito un notevole incremento (grazie alla intensa collaborazione fra cacciatori e mondo scientifico).
E’ facile quindi capire che presto il “moderno lupo”, se non diventa vegetariano, dovrà predare ancora più spesso animali domestici (ovini, caprini, bovini e cavalli pseudo selvaggi); ma se questi sono sempre più difesi e protetti ci saranno problemi anche per chi va per boschi o semplicemente a passeggiare, con o senza cane. E scrive il Manzoni (cap. XI Promessi sposi): Il Griso… camminava come il lupo, che spinto dalla fame, col ventre raggrinzito, e con le costole che gli si potrebbe contare, scende da’ suoi monti, dove non c’è che neve, s’avanza sospettosamente nel piano, si ferma ogni tanto, con una zampa sospesa, dimenando la coda spelacchiata, leva il muso, odorando il vento infido se mai gli porti odore d’uomo o di ferro, rizza gli orecchi acuti, e gira due occhi sanguigni, da cui traluce insieme l’ardore della preda e il terrore della caccia.
Esiste dunque un lupo reale e un lupo fantastico, un lupo buono e un lupo cattivo; oggi ci vuole equilibrio, non serve minimizzare o escludere la “cattiveria” del lupo negando la storia di lontane vicende sanguinose che lo ebbero per protagonista. Occorre vigilare, studiare e gestire il “nuovo lupo” nella nuova particolare tipologia di ambiente. Il contatto fra uomo e lupo (più o meno ibrido) sarà più frequente, e quindi è meglio chiudere solo “l’uscio di casa” o provvedere a gestire correttamente la nuova situazione? Pino Lanata Tags:
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