Nel magico mondo della fabbricazione e della riparazione delle armi, in particolare di quelle rigate da caccia, il nome Francesco Pederiva di Moena non ha bisogno di presentazioni. Tra gli appassionati di caccia a palla e di cultura venatoria mittleeuropea la piccolissima armeria, anzi il piccolo laboratorio di Francesco, è un luogo di culto, un posto da visitare.
Andare a conoscere “L’Armaiolo”, come lo chiamano in Val di Fassa, potrebbe essere quasi d’obbligo per chi desidera sistemare un vecchio Mauser, un Mannlicher Shoenauer, un Drilling di Ferlach o una semplice carabina per la caccia in montagna. La prima volta che sentii pronunciare il nome di Francesco Pederiva fu in Kyrghyzstan, da un facoltoso cacciatore che utilizzava una bella Steyr calibro 8 x 68 S per cacciare la pecora di Marco Polo, preparata da lui. Perché al bravissimo artigiano di Moena non mancano certo la passione per la montagna, per i selvatici che vi abitano, per la caccia a palla e per le belle armi costruite come si faceva una volta, con solido acciaio e ottime tavole di noce. E pensare che Pederiva è diventato uno dei più bravi armaioli italiani (ma noi oseremmo quasi dire d’Europa!) quasi per caso.. in un modo davvero molto singolare.
Francesco nasce a Moena il 20 settembre del 1955 e fin da bambino era attratto dall’Elettronica. Poi, dal giocare con i circuiti stampati a diventare un bravissimo Ingegnere Elettronico il passo è stato breve. Pederiva continua comunque a coltivare i suoi hobby, come la montagna, la caccia e le armi, ma inizia a lavorare a Trento presso un’importante ditta di settore.
Non credo esista un appassionato di caccia e di armi residente nel Trentino Alto Adige che non conosca il grandissimo Celestino Torresani. Francesco, attirato dalle armi e da come si costruiscono, ci fece subito amicizia e quando gli impegni di lavoro glielo permettevano si recava a trovarlo a Tassullo, per cercare d’imparare le nozioni di base di uno dei mestieri più belli e affascinanti del mondo. Francesco impara così a lavorare sui “ferri”, a costruire e saldare gli attacchi per i cannocchiali, a ricavare una canna da un tubo grezzo e a modificare l’otturatore di un vecchio moschetto, ma la sua passione, la cosa in cui eccelleva, era la lavorazione dei legni, la fabbricazione e l’incassatura dei calci.
L’amicizia con Celestino Torresani era solida e sincera, tutto procedeva per il meglio, finché non accadde l’imprevisto. Nel 1994, il buon Francesco si trovò a dover scegliere se trasferirsi per motivi di lavoro nel Centro Italia oppure mollare tutto e iniziare una nuova, splendida avventura. Gli bastò dare uno sguardo alle sue montagne per decidere: sarebbe diventato Armaiolo a tempo pieno! Perché capì che costruire armi perfette sia come concezione meccanica sia come finiture era un’arte che poteva diventare una vera e propria missione di vita. Fu così che Francesco, con pazienza e sacrificio, perfezionò le nozioni tecnico - balistiche in materia d’armi e di munizioni necessarie per costruire e riparare armi destinate sia alla caccia minuta sia a quella con la canna rigata.
A quei tempi, vecchi Mauser K 98, nostalgici Carcano e mitici Mannlicher li potevi trovare ancora nascosti in ogni fienile o in ogni malga del Trentino Alto Adige. Erano perlopiù vecchi cimeli, custoditi come ricordi dei terribili tempi passati, ma ben presto qualcuno s’accorse che erano pur sempre delle ottime armi, ben fatte e camerate in calibri potenti. Ho testimonianze dirette di molti vecchi cacciatori che riuscivano a colpire un camoscio, un capriolo o un cervo anche a grande distanza con il solo ausilio delle mire metalliche. Pederiva, con tenacia e testardaggine, imparò a far bene un lavoro molto importante, a montare i cannocchiali con degli attacchi saldati ad incastro, i famosissimi “piede di porco”, chiamati così per la caratteristica forma delle quattro unghie che compongono l’aggancio.
Ben presto la fama del bravo armaiolo di Moena varcò i confini regionali sia quelli nazionali e molti cacciatori presero la via per la Val di Fassa per farsi sistemare le loro armi da utilizzare per la caccia in montagna. Poi, come spesso accade a chi è veramente padrone del proprio mestiere, Francesco non si accontentò più di montare cannocchiali sopra un vecchio Mauser, sopra ad un bel drilling o su un versatile combinato, decise che gli sarebbe piaciuto montarli anche su delle armi costruite interamente da lui stesso. Le azioni ad otturatore scorrevole - girevole non gli mancavano di certo, le canne grezze poteva prenderle negli USA, in Austria, in Germania Boheler Rasant, Antinit e Lothar Walther o addirittura anche in Belgio alla Dalcour.
Le calciature aveva imparato a costruirle lui stesso ed ecco che nella sua piccola officina cominciarono a nascere dei veri e propri capolavori. Carabine fatte da chi è nato e vissuto in montagna e destinate ai veri cacciatori di montagna. Armi belle e ben costruite, ma soprattutto funzionali con calciature proporzionate, canne lunghe il giusto, calibri radenti, otturatori fluidi e scatti (diretti accurattizzati o stecher) eccellenti.
A “L’Armaiolo” di Moena non serviva un ampio negozio pieno di vetrine e scaffali e colmi di abbigliamento. Un armaiolo con la A maiuscola le armi le costruisce e le ripara prima ancora di venderle. A Francesco è sempre stata sufficiente una comoda officina con poche ma fondamentali macchine utensili come tornio, fresa, trapano a colonna e un piccolo impianto per fare le saldature a stagno e ossiacetileniche.
Ai suoi clienti che cercano una amplissima scelta di carabine, di ottiche, di zaini, di binocoli, di spektive, di abbigliamento specializzato e di tanto altro ancora li dirotta verso la vicina Ora (BZ) dove ha sede la Bignami, il più famoso importatore d’Italia con cui Francesco collabora attivamente da sempre. Ovviamente, la capacità di sapere montare correttamente qualsiasi tipo d’ottica su ogni arma rigata o mista (sia con attacchi fissi sia amovibili saldati e/o avvitati), saper costruire o modificare qualsiasi tipo di calciatura e il saper regolare a “rottura di cristallo” qualunque gruppo scatto, hanno sicuramente contribuito a rendere famoso Pederiva. Se un fucile ha dei problemi e Francesco non è in grado di risolverli, allora vuol dire che pochi altri saranno in grado di farlo.
Recentemente sono andato a trovarlo a Moena per fargli ricostruire di sana pianta un calcio per una vecchia carabina Blaser 850/88. Francesco, dopo essersi messo il suo caratteristico, immancabile grembiule blu sbiadito e tutto bruciacchiato, ha preso una bella tavola di noce, l’ha disegnata e poi ha cominciato a modellarla con energici colpi di raspa.
Vedendolo lavorare con calma mentre tra un sorriso e un altro rispondeva alle mie solite, tediose domande, mi venne da chiedermi quante persone simili esistessero ancora al mondo! Mi chiesi quanti “pseudo armaioli” sarebbero ancora in grado di fare lavori simili. Francesco mi ha confidato che si diverte ancora lavorando sulle vecchie carabine per pochi affezionatissimi clienti e per se stesso. Infatti, le rustiche rastrelliere della sua officina sono piene di “vecchie glorie” da restaurare e da collezionare. Ecco, questo è L’Armaiolo della Val di Fassa, uno dei pochi ancora attivi, sicuramente uno dei migliori.
Ovviamente mi sono fatto dire quali sono i calibri preferiti dai cacciatori di montagna trentini: 6,5 x 57 e 6,5 x 68, 270 Winchester - Short Magnum e Weatherby, 7 mm RM ed i vari .300. L’officina di Pederiva è facilmente raggiungibile dall’autostrada A22 del Brennero, uscita Ora direzione Val di Fassa Moena.
La casa – laboratorio si trova a cinque minuti a piedi dal centro della splendida cittadina. Se vi dovesse capitare di passare da quelle parti, andate a trovarlo, magari dicendogli che vi mando io!
Marco Benecchi
ARMERIA PEDERIVA FRANCESCO. Strada De Dosbudon 11 38035 Moena (TN) Tel. 0462 573695, 340 2993003, 338 1080033 Orari di apertura 9 – 12 15 – 19