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21/02/2025 

LUPO. Come si è già scritto in precedenza, la montagna ha partorito un topolino! Ci riferiamo al “scandalo” scatenato dai lupofili, a seguito della riclassificazione del lupo decisa dell’UE, che da “particolarmente protetto” lo ha declassato a “protetto”, cosa che ne consente l’uccisione in casi specifici. Ebbene, anche l’ISPRA italiana ha infine stabilito, dopo una “videoconferenza con le amministrazioni regionali” (immaginiamo quante chiacchiere si saranno dette!) che in Italia, in linea del tutto teorica (che da noi significa MAI!) qualche lupo può essere ucciso. La notizia è un poco ingannevole, in quanto si è stabilita la possibilità di abbattere “tra i 100 e i 160 lupi nel 2025”. Il che sembra una buona notizia, se non fosse che ci sono le solite condizioni “scritte in piccolo”. Ovvero, che abbatterne almeno UNO ci sarà una trafila tale che alla fine, compresi i ricorsi degli anticaccia e animalisti (certamente la Brambilla in prima fila!) non se ne abbatterà neppure uno. In realtà il tutto si basa su un presupposto ufficiale, ma falso, ovvero che in Italia ci siano 3.300 lupi, quando la stessa biologia (e la matematica!) ci dicono che probabilmente il numero esatto si aggira attorno ai 10.000. In pratica, “una svolta storica” ma che fa un poco ridere, in quanto lo è solo sulla carta. Infatti, prima di ottenere l’autorizzazione all’abbattimento di un solo lupo, la trafila burocratica è tale, che probabilmente nessun organismo si accingerà ad iniziarla. In pratica, fumo negli occhi dell’opinione pubblica. Tutto proseguirà come prima, il che vorrà dire che continueranno a provvedere i bracconieri a questa riduzione, in forma non ufficiale, addirittura illegale e a rischio di chi vi contribuisce. Ma non è giusto! Non è giusto in un paese che si vanta di essere democratico e rispettoso dei diritti dei cittadini! In realtà se si volesse veramente risolvere il conflitto tra allevatori e protezionisti i 160 lupi andrebbero abbattuti legalmente a prescindere se responsabili o meno di danni dimostrati (spesso cosa difficile da farsi!), solo per ottenere la riduzione numerica della popolazione, che è notoriamente in continua crescita per ovvie ragioni biologiche (e là dove non lo è, è solo per quanto sopra: abbattimenti illegali!). Questo in quanto non è concepibile che in un paese come l’Italia il lupo possa crescere a dismisura (cosa che vale anche per altre specie animali, dai cinghiali ai cervi). Ma la cosa è ancora più grave, perché esiste altresì la necessità (di cui però si parla solo nei sacri testi dei naturalisti!) di preservare la tanto decantata “biodiversità” che, per il lupo, in Italia significa una biodiversità spuria, ovvero, come nelle Alpi, un lupo qualsiasi pur che ci sia il lupo! E in Appennino idem, visto che i pochi nuclei puri della sottospecie italiana sono a rischio di sparire, “sciolti” nel marasma delle ibridazioni sia con cani, sia con i cosiddetti “lupi alpini”. Ma di questo, a quanto pare, sia all’ISPRA che alle ONG animal-protezioniste, non importa un bel nulla, visto che l’eliminazione di ogni forma di ibridismo dovrebbe essere motivo prioritario nella politica di riduzione del lupo!
 
 
ORSO POLARE. Intanto la nostra stampa si è accodata a quella inglese (è ben noto l’animalismo presente in quel paese, dove nei secoli ha portato allo stermino quasi totale delle specie “cattive”!) del noto quotidiano Guardian che ha sparato a zero contro la decisione del WWF internazionale di consentire ai popoli nativi canadesi di continuare a cacciare l’orso polare, citando le discutibile stime della popolazione, così come quelle del numero delle pelli esportate all’estero. E questo perché il WWF internazionale (non certo il WWF Italia!) ha stabilito che il vero rischio per gli orsi polari è lo scioglimento dei ghiacci e non già la caccia di sussistenza dei popoli nativi, per cui mantenere ad essi il diritto di continuare a praticarla è cosa saggia, anche nel rispetto dei loro diritti, basati su un consuetudine ancestrale, ma anche vitale: “vietare il commercio internazionale danneggerebbe mezzi di sostentamento tradizionali delle comunità indigene e locali”, ha scritto il WWF internazionale in un comunicato. Ovviamente anche il WWF Italia si è dovuto accodare, ma non pare che la cosa sia stata molto gradita, piuttosto si è cercato di giustificarla spiegando che forse le cifre citate dal Guardian non sono propriamente giuste. Peccato che lo stesso dubbio non sorga per il lupo in Italia, nonostante la citata contraddizione tra biologia e matematica! D’altro canto, se si può ridurre il numero degli orsi polari per non danneggiare le popolazioni locali, forse hanno anche qualche ragione i nostri allevatori per quanto riguarda il lupo, per cui ridurne il numero non significa sterminare la popolazione. Ed anzi sarebbe una cosa buona e giusta anche per preservare il Canis lupus italicus, questo sì a rischio sparizione!
 
 
WILDERNESS. È notorio come in queste note si sia spesso criticata la posizione dello zoologo Prof. Luigi Boitani per quanto riguarda il lupo, spesso, purtroppo per lui, per le sue tante contraddizioni. Ma ora, almeno per una volta, si sente il dovere di dire che mai dichiarazione sensata, saggia e pienamente condivisibile Boitani ha detto durante un intervista di cui ci è giunta notizia (per quanto, noto diffusa su facebook: https://www.facebook.com/share/v/18aLdt4UoY/), ovvero che, al di là delle tante ragioni scientifiche di cui si sono riempite pagine e pagine di articoli, pubblicati libri e girati documentari, il vero motivo per cui bisogna preservare il lupo sta in una scelta etica. Sintetizziamo le sue parole: «il lupo mi piace e voglio che continui ad esistere solo perché mi piace. E se tanti cittadini la pensano così, è giusto che così sia». È una grande verità! La stessa che sta alla base della filosofia Wilderness, per cui il valore spirituale della natura e della sua bellezza è motivo più che sufficiente per salvaguardare tanti luoghi e tante specie animali e vegetali, dove lo scopo scientifico della loro esistenza diventa spesso l’ultimo dei motivi. Infatti, se il motivo del valore spirituale o etico è intoccabile perché è una moto interno del nostro animo, l’importanza scientifica diventa secondaria, e, come ha detto Luigi Boitani, in fondo sì, materialmente (scientificamente) se decidiamo che non vogliamo avere il lupo o l’orso, la società può benissimo farne a meno. Come possiamo fare a meno di avere aree selvagge. E in questo c’è lo spirito democratico. Come peraltro dimostra la stessa nostra storia, visto che per cento anni circa, abbiamo fatto a meno, e senza problemi di “squilibri ecologici”, del lupo, dell’orso e della lince in gran parte d’Italia. Così come abbiamo devastato le poche aree selvagge che avevamo (gli stessi nostri storici Parchi Nazionali, erano più selvaggi quando furono istituiti che non oggi che li abbiamo svenduti al turismo, con piena soddisfazione anche di tanti ambientalisti!). Ecco perché è importante che queste scelte etiche siano condivise da una maggioranza di cittadini, altrimenti perderemo sia certe specie animali, sia tante aree selvagge, se una maggioranza del popolo decidesse di non volerle più. Come dice bene Luigi Boitani, è una questione di etica. Le Aree Wilderness americane furono e sono volute proprio perché hanno alla base questo concetto filosofico ed etico; la loro importanza scientifica (leggasi biodiversità) è solo una conseguenza, una motivazione secondaria. Il vero scopo è sempre stato quello di salvare qualche pezzo di quello che era stata l’America prima della colonizzazione: una questione etica, appunto. Addirittura alla base della prima c’è il diritto/desiderio di preservare un grande spazio dove poter cacciare liberamente e con i metodi di un tempo passato, e di viverla in comunione con l’ambiente. Quindi, almeno per una volta, anche se tanti lo hanno criticato (ma perlopiù solo per non aver capito che la sua asserzione era più filosofica che scientifica!). Quindi, Viva Luigi Boitani, a sua insaputa anche lui seguace della filosofia Wilderness! Filosofia che poi, non per nulla e come fu scritto anni or sono quando si decise la nascita di quest’associazione, è il sale del conservazionismo e del protezionismo della Natura.
 
Murialdo, 21 Febbraio 2025

Franco Zunino Segretario Generale AIW

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