E' indubitabile che sulle deroghe, in Veneto e nelle altre Regioni di tradizione migratorista, si gioca la credibilità di un modo di intendere la caccia, ma soprattutto di come interpretare il ruolo dei cacciatori nei confronti della politica.
Sbaglierò, ma se andiamo di questo passo, con le associazioni una contro l'altra armata, con i capipopolo che tirano per la giacca, chi da una parte chi dall'altra, i cacciatori eterni sognatori, non solo della caccia in deroga ci dovremo scordare, ma anche la caccia stessa potrebbe risentirne, quantomeno in prospettiva futura.
E allora, non certo per originalità, provo a risollecitare l'argomento, soprattutto allo scopo di chiarirmi le idee, grazie a un confronto a tutto campo. Mi domando, dunque, come potremo ottenere soddisfazione, noi cacciatori di piccola migratoria, di fronte a una direttiva che malgrado quasi vent'anni di appplicazione, tantissimi parerei e sentenze, una guida ufficiale per interpretare i suoi aspetti ancora controversi, porta ancora l'ISPRA (e prima l'INFS) a rilasciare pareri poco tecnici e tanto "politici", aggravati adesso da una fresca integrazione normativa, cadutaci fra capo e collo grazie alla troppa grazia di Sant'Antonio, cioè di chi ci voleva fare un favore.
C'è chi dice, molto drasticamente, aspettiamo ancora un po' e quando l'ISPRA e i suoi sedicenti scienziati non avranno più neanche gli occhi per piangere (intesi come stipendi non pagati a causa dei tagli di bilancio e di un... bilancio morale fallimentare: sembra che anche lì, ogni piccolo barone spenda i soldi del contribuente per obiettivi e finalità di poco respiro, ma di estremo interesse personale, sotto il profilo della ricerca, ovviamente), allora sì che potremo finalmente respirare. E godere di dati di ricerche molto più appropriati e molto meno costosi.
C'è chi dice che questo nostra situazione dipende da un approccio errato. Fanno più danno quattro scalmanati che ululano alla luna, rispetto a una maggioranza silenziosa che si comporta secondo le regole. Quindi: sbraitiamo meno e diamoci delle regole di comportamento, dimostrando davvero che siamo persone dalla fedina penale pulita, irreprensibili sotto il profilo morale, rispettosi della legge, impegnati sul territorio per il bene di tutti, oltre che nell'interesse della caccia e della selvaggina.
C'è chi dice che ormai siamo una minoranza nella minoranza, ormai sulla via del tramonto, che prima ci togliamo di torno e meglio è per tutti. Ma io non lo credo. Anzi, la penso del tutto al contrario.
C'è chi dice che la nostra non è una tradizione, quindi la caccia ai piccoli uccelli non è tradizionale, perchè è da poco che la si fa col fucile, mentre se di tradizione si deve intendere, bisognerebbe rifarsi alle reti, alle trappole, alle schiacce, al crine di cavallo, alle panie...Ma allora, è inutile neanche parlarne, visto che è ormai quasi mezzo secolo che questi mezzi non sono più leciti.
Insomma. Ogni testa ha una sua idea. Resta il fatto che così non leviamo un ragno da un buco. Io credo per esempio, che se vogliamo affrontare il problema dal punto di vista politico, inteso come "strumento" della politica, più che il Governo, Il parlamento, la Conferenza delle Regioni e la sua derivata Stato-Regioni, sarebbe meglio prendere per il bavero cinque o sei presidenti di regione, quelli dei territori più coinvolti (Veneto, Lombardia, Romagna, Toscana, Umbria, Marche, tanto per cominciare), chiuderli in una stanza e riaprire la porta solo dopo che avessero trovato una linea su cui intervenire concordemente; come fanno i cardinali quando c'è da eleggere il Papa. Non ci sarà lo spirito santo che vigila, ma comunque la pressione popolare (dei cacciatori) e la mancanza di aria fresca potrebbe fare lo stesso un miracolo. E cioè condividere una leggina da votare contemporaneamente nei rispettivi consigli regionali e sottoporla al Governo e all'Europa, costi quel che costi. Di fronte alla volontà rappresentata da una forte componente del corpo elettorale nazionale si potrebbe far sì che chi di competenza, a Roma e a Bruxelles, prendesse finalmente una decisione senza tener conto di quei quattro gatti di scalzacani verdi.
Voi che ne dite?
Mi piacerebbe che chi ce l'ha, tirasse fuori qualche idea originale.
Enzo T. - Vicenza