Quando il 9 settembre scorso i cacciatori del Veneto hanno manifestato per il diritto di ciascuno di difendere le proprie tradizioni, in quel caso specifico la caccia in deroga, hanno invaso Venezia.
Il sagrato della basilica della Salute, di fronte alla sede del Consiglio regionale, non poteva contenerli tutti, cosi' c'erano cacciatori ovunque lungo le rive, nelle calli e perfino sulle barche. Eppure pochi sono stati i media che hanno riportato la notizia e qualcuno di loro si e' anche limitato a parlare solo vagamente di "centinaia di manifestanti" e a mettere invece piu' in luce le dichiarazioni della capogruppo del Pd, Laura Puppato, contro la caccia in deroga. FederFauna, che ritiene che una caccia ben regolamentata sia una forma di gestione che tutela la biodiversita', non che la distrugge, ha atteso quindi con curiosita' sabato 18 per vedere come sarebbe andata la manifestazione anti caccia indetta dagli animalisti e soprattutto cosa avrebbero riportato i media. Quante le persone accorse ad una manifestazione a carattere nazionale organizzata dalla Lav in collaborazione (si legge sul loro sito) con No alla caccia, Enpa, Associazione vittime della caccia, Lida, Oipa e Animalisti italiani? Quanti i rappresentanti di quella "maggioranza degli Italiani" di cui gli animalisti si dichiarano essere membri e porta voce? Di pubblicita' ne hanno fatta nei giorni scorsi e il giorno prima della manifestazione, l'agenzia Asca, riportando numerose dichiarazioni della Lav, titolava: "Caccia: domani grande manifestazione a Venezia per dire 'basta'". Gia' sabato nel tardo pomeriggio pero', sulla versione on-line de L'Arena, un articolo portava gia' a pensare che tanto "grande manifestazione" non fosse: riportava infatti che i manifestanti fossero "500 secondo la valutazione delle forze dell'ordine, un migliaio per gli organizzatori". Sempre troppi rispetto a cio' che hanno visto con i loro occhi alcuni rappresentanti della Confavi andati appositamente a curiosare.
Ma e' la sera che si sono sentite o lette quelle piu' "grosse". Tra i titoli del Tg Rai del Veneto vi era: "migliaia di animalisti da tutta Italia a Venezia per dire no alla caccia...". Sul video, una ripresa ben eseguita che faceva quasi sembrare i pochi manifestanti un discreto gruppo. Nel servizio, Luca Ginetto dava spazio a Giorgio Riva dell'Enpa che diceva che "...gli animali fanno fatica a sopravvivere da soli", a Massimo Vitturi della Lav che parlava di "...un massacro di centinaia di milioni di animali..." e sosteneva che "...le armi usate nella caccia agli ungulati (...) sono armi da guerra..."; ed e' stato lo stesso Luca Ginetto a sostenere che "dietro lo stop alla caccia c'e' anche una questione di sicurezza per i cittadini", per introdurre l'intervento di Daniela Casprini dell'Associazione vittime della caccia, la quale sosteneva che "l'Italia e' un Paese dove la caccia non dovrebbe quasi per niente esistere...". Ma la ciliegina sulla torta e' arrivata con la dichiarazione di Carla Rocchi dell'Enpa, che parlando di procedure di infrazione ha detto che "...tutti noi paghiamo qualcosa e non poco perche' quattro cacciatori residui continuino a sparacchiare. Se non si vuole avere amore per gli animali, cosa che noi abbiamo, si abbia almeno riguardo per le tasche dei cittadini". Logicamente non ha detto quanto versino annualmente allo Stato quei circa un milione di cittadini che lei chiama "quattro cacciatori residui" e quanto invece non versino le associazioni animaliste onlus, e nemmeno quanto pesino sulle tasche degli Italiani "bazzecole" animaliste come ad esempio i centri di recupero o la gestione del randagismo!... Geapress, agenzia dichiaratamente animalista, ha scritto: "Nel giro di venti minuti oltre mille persone, poi raddoppiate durante il percorso...", ma ha pubblicato delle foto che smentiscono il conteggio e rendono onore alla verita'. Ansa, verso le 21.00 ha ridimensionato nuovamente l'orda di animalisti scrivendo di "circa un migliaio secondo gli organizzatori, 500 per le forze dell'ordine". I rappresentanti di Confavi hanno raccontato di aver visto veramente poca gente e di aver anche incontrato una ragazza che era li' gia' dall'ora di pranzo. "Gli ho contati" ha detto "sono 125"!...
Secondo FederFauna, che gli animalisti dicano o scrivano certe sciocchezze o falsita' non e' certo giustificabile ma e' quantomeno ammissibile: devono tutelare interessi (loro, non degli animali!), leciti o non leciti speriamo sia presto stabilito dalla Magistratura, visto che buona parte della politica sembra non sentirci da quell'orecchio. Ma tanti di coloro che hanno il potere di fare informazione e hanno saputo censurare addirittura 50mila manifestanti per la cultura rurale a Roma il 9 marzo scorso, e che ci propinano invece come oro colato i messaggi degli animalisti furboni, che interesse hanno?
Federfauna