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nov4 04/11/2010 14.46
Sono stato uno dei primi in Italia ad usare il bipede tattico assiduamente a caccia e ne sono tuttora un grandissimo estimatore. Ne apprezzo le sue doti, infischiandomene di chi ancora lo ritiene poco etico o poco sportivo. Il bipiede è un accessorio pratico, leggero e compatto, relativamente economico, di facile montaggio, in grado di fornire ad un’arma una stabilità difficilmente raggiungibile con altri tipi di appoggi. Se usato correttamente, permette di spremere al trinomio arma-ottica-munizione il massimo delle prestazioni raggiungibili. Oggigiorno per esercitare la caccia a palla e per eseguire abbattimenti netti e puliti è necessario disporre di armi molto precise, vuoi per la diffidenza dei selvatici vuoi per la necessità di abbattere sempre il capo giusto, quello assegnato. In teoria la maggior parte delle carabine attualmente in produzione sono tutte in grado d’ingaggiare con successo bersagli a lunga distanza ma, credetemi, in pratica è tutt’altro che facile, specialmente per un cacciatore medio, che al poligono consuma meno di cento colpi l’anno. Per sparare bene, almeno fino a duecentocinquanta metri (distanza che, salvo rari casi, non dovrebbe mai essere superata) occorre curare fondamentalmente tre fattori: la precisione dell’arma, l’esatta stima della distanza e l’appoggio. Diamo per scontato che la nostra carabina spari bene e che sia perfettamente tarata, con l’avvento dei nuovi telemetri laser conoscere la distanza voluta non è più un problema, cos’altro ci rimane da curare? L’appoggio. L’emozione è un sentimento che pochi cacciatori non conoscono e che sanno ben gestire, altera il sistema nervoso, la respirazione e fa anche tremare le mani ai più emotivi. Questi sono tutti fattori negativi che si trasmettono all’arma quando viene impugnata. Il bipiede è in grado di eliminarli “quasi” tutti, perché resta sempre da curare l’appoggio posteriore: “il secondo appoggio”. L’idea di costruirne uno per un impiego sportivo, come al solito, non poteva che derivare dalle armi snipers militari. Ed è venuta ad una piccola quanto dinamica ditta americana, la B&T Industries Llc. di Wichita, che ha ideato e costruito un validissimo monopiede da fissare all’attacco posteriore della cinghia delle carabine. L’intento è stato quello di abbinarlo ad un bipiede tattico, ma l’Accu- Shot, come si chiama il nuovo accessorio, potrebbe anche essere di aiuto a chi è abituato a sparare dallo zaino o su un’altana. Con il monopiede di sostegno posteriore Accu-Shot della B&T, distribuito dalla Grande Armeria Camuna di Niardo (Bs), la stabilità dell’arma è veramente assoluta, molto prossima alla perfezione. Può essere quasi paragonata a quella offerta da un Rest professionale di grande peso e dimensioni. L’installazione è semplicissima, basta che l’arma sia dotata sul calcio del classico anello per il fissaggio della maglietta a sgancio rapido per la cinghia (che resta, comunque, utilizzabile anche con il monopiede installato) ed il gioco è fatto. Il monopiede è dotato di un particolare attacco, costituito da una staffa che attraversa il foro di fissaggio della maglietta per la cinghia e si blocca con una piastrina a molla, fissata in posizione da una vite. A questo punto è sufficiente avvitare la prima delle ghiere presenti sul corpo centrale del sostegno, facendo combaciare il supporto di sostegno con la calciatura e serrando il tutto in modo perfettamente stabile. Durante la prova pratica in poligono abbiamo avuto occasione di apprezzare l’estrema stabilità del sostegno se abbinato a un altrettanto solido bipede anteriore, ma anche l’utilità, nel caso di appoggio su sostegno di fortuna o un cuscino. L’escursione della vite consente ottime possibilità di adattamento alle condizioni esterne ed è proprio questa caratteristica che consente l’utilizzo dell’Accu-Shot sulle armi da caccia senza che queste vengano dotate anche del bipede anteriore. Se proprio dovessimo fare una critica all’Accu-Shot potremmo dire che la zona centrale della base di appoggio, essendo liscia e costituita da un materiale piuttosto duro, non esercita un attrito consistente su basi d’appoggio levigate. D’altra parte se, al contrario, la base fosse morbida, sarebbe necessario prevederne la sostituibilità in quanto il rinculo dell’arma provocherebbe un'usura tale della gomma da consumarla rapidamente. A questo proposito il costruttore segnala di aver portato a termine test preliminari che comprendevano un collaudo di ben 5.000 colpi, sparati con un fucile camerato nel potente calibro .300 Winchester Magnum. Molto efficace si è rilevata anche la possibilità di regolazione eseguibile senza neppure dover lasciare la presa del fucile. Il peso, di circa 140 grammi, è abbastanza contenuto. Esiste una versione del monopiede ancora più robusta denominata Tactical, che ovviamente si rivolge al tiro di precisione e/o ad un impiego militare e che costa una trentina di euro in più del modello standard. Gli altri blog pubblicati: Tags:12 commenti finora...
Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” approvo la sua filosofia... Weidmannsheil! da mart
27/05/2011 10.00
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” Gentile signor Mart, non ho alcun motivo per dirle che scrive bugie, anzi, so benissimo che splendidi esemplari avete. Conosco anch'io molti cacciatori che vengono in appennino e mi dispiace che si comportino in modo inappropriato ma, quando si parla(o si scrive), solotamente, lo si fa a titolo personale. Ciò che esprimo è solo il mio punto di vista e mi vergogno per coloro che si comportano in modo men che corretto. Senza alcuna acrimonia: la mia caccia è quella sulle mie montagne, che salgo(ormai, purtroppo, sempre più lentamente) come quando entro in chiesa, con lo stesso rispetto. Andare in altri posti non mi ha mai attratto, se non per visita e conoscenza del territorio. Sono convinto che lei abbia la stessa attenzione per la sua montagna di quella che ho io per la mia. Le vostre sono splendide zone, ricche, preservatele da chi non le rispetta. servus da Tiroler
26/05/2011 8.37
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” caro tiroler... andare in montagna è come entrare in chiesa? ...Bene allora quando ( non mi riferisco a Lei) scendete in Appennino , con la bava alla bocca x in nostri animlai, cercate di comportavi come dice lei...Forse le sarà sfuggito , ma da alcuni anni , in molte province appenniniche, hanno vietato la caccia proprio a molti delle sue parti che invece di entrare in chiesa pensavano di essere in un mattatoio!! Non ho nulla contro di Lei , ma la pego di informarsi...e vedrà che non sto scrivendo bugie! saluti... da mart
23/05/2011 14.34
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” aggiungo, se mi è concesso, che i tiri che mi hanno sempre dato più soddisfazione, sono quelli in appoggio sull'Alpenstock, a 100-150 m con il mio bel Bock... da Tiroler
22/04/2011 8.35
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” Per prima cosa, ripeto come in altri post, è giusto che, nei limiti della legge, ognuno vada a caccia come desidera ma, per piacere, non degradiamo sempre la caccia a mero aspetto tecnologico. Noto sempre di più che si sponsorizzano mimetiche in goretex, ottiche avveniristiche con minicomputer incorporati, telemetri, bipedi, armi da sniper in sintetico, insomma attrezzatura da guerra. Cosa ne è rimasto e cosa c'entra la caccia con tutto questo? Non vogliamo proprio sbagliare? E non mi si dica che questo evita ferimenti e permette abbattimenti puliti perché non è vero in quanto si aumenta sempre di più il limite e poi - si sa come vanno queste cose - si "provano" tiri impossibili, oltre che fuori norma, anche del tutto anti etici. Andare in montagna o nel bosco, secondo me, è come andare in chiesa... non in un sobborgo dell'afghanistan. Servus da Tiroler
22/04/2011 8.31
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” la foto fa semplicemente ridere...! Quel "coso" li non è praticp per nulla...serve un saccehtto con il riso a con la sabbia...( certo pesa) ma con quel ciaffo sai le padelle!! ah aha bhe se tirate a 100 metri potete farlo anche a mano libera ..ma dai 350 ai 450...con robo...la palla chissa dove va...ah ah ah! ma questo spara mai alle lunghe distanze?? per me no! ... forse è meglio che si concentri sui cinghiali in battuta...e lasci la lunga distanza a chi ci sa fare ... e non proporre delle castronate el genere ! come nella foto...saluti da mart
31/01/2011 14.51
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” Concordo perfettamente con Marco. L'etica, a caccia, non sta tanto nel vestito in loden, nell'offerta dell'ultimo pasto e/o nella stretta di mano col cappello nell'altra: non c'è etica se non c'è tiro coscienzioso. Quando spariamo spegniamo una vita: dobbiamo farlo con la massima efficienza e nel massimo rispetto dell'animale avvalendoci di qualunque attrezzo utile per raggiungere lo scopo massimo. La foto in apertura poi "parla" da sola...non c'è alpenstock che tenga. Weidmannsheil! da Sauer
09/11/2010 11.02
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” Sono del tutto dacordo con Marco su quanto risponde al Fabio. Ciò detto, dobbiamo anche dire un'altra cosa : ragionamenti ineccepibili, sono il primo ad apprezzare (ed usare) il bipiede, sacchetti e quant'altro. Tutoo perfetto : se tiri da un'altana ... ! Se vai alla cerca, a piedi ... La musica cambia, e tanto, anche. Li bipiedi, monopiedi posterioeri e tutto il resto diventano inutili : l'unica cosa che ho trovato utlissima, e che uso da anni, è un bel bastone telescopico in alluminio con una forcella sopra l'impugnatura. Costa un'eresia, l'ho trovato solo in Germania (via Internet) ma vale tutto quel che costa. Un abbraccio ed un in bocca al lupo a tutti da OLD_HUNTER
05/11/2010 12.08
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” Caro Marco,
sono d'accordo con te, l'esasperazione della lunghezza del tiro, oltre che controproducente per il tiro stesso non mi trova d'accordo, eticamente parlando. proprio per questo non accolgo con entusiasmo tutti quei ritrovati che permettono tiri troppo lunghi per i miei standard, 250 metri per me sono anche troppi, ho fatto caccia dall'altana e caccia alla cerca in Scozia, ed al massimo ho tirato a 180 metri. Credo che sia il limite abbastanza giusto per mettersi alla prova (camoscio escluso) e per effettuare un tiro eticamente valido con i mezzi, gia' sofisticati, messi a disposizione da una buona carabina e da un'ottica non esasperata, poi il resto ce lo deve mettere il cacciatore.....
cordialissimi saluti
Fabio da Fabio Guidi
05/11/2010 10.53
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” Carissimo Fabio, Se quando devo "tirare il grilletto" per abbattere un animale, spero anche di sbagliarlo, allora tanto varrebbe rinunciare al tiro, giusto? Il problema è un'altro, si parla tanto ti tiro "etico" entro i 200 - 250 metri e poi si sponsorizzano le gare a 600 mt e si pubblicizzano le ottiche a 30 ingrandimenti. Ammettiamolo, si spara sempre più lontano e si ricorre TROPPO spesso al cane da sangue. Si parla anche MOLTISSIMO di Colpo Giusto (ne ho discusso con colleghi ed amici anche in tv su SKY) e di dove indirizzarlo. Io cerco di usare e di consigliare accessori che aiutino in tiratore "medio" ad eseguire abbattimenti netti e puliti anche a buona distanza. Lo scatto automatico del grilletto? In molti usiamo scatti diretti da competizione da pochi etti, credi che dovremmo vergognarcene? Ripeto, quando un cacciatore DECIDE di tirare il grilletto per abbattere, deve essere sicuro di quel che fa. Se ha dei ripensamenti, non dovrebbe impugnare l'arma, magari dovrebbe ritentare un'altra volta. Un abbraccio Marco.
da da Marco Benecchi
05/11/2010 7.25
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” ....che svilire ed impoverire l'atto venatorio in se'.
mi scusi il refuso.
F. da fabio guidi
04/11/2010 17.19
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Re: L’APPOGGIO POSTERIORE. “Alla ricerca dell’immobilità perfetta” caro Benecchi,
a quando la ricerca automatica del bersaglio e lo scatto sempre automatico del grilletto ?
Per quanto interessanti, trovo questi marchingegni piu' adatti al tiro sportivo che a quello venatorio, dove una continua ricerca di nuove tecnologie che tendano ad escludere la fallibilita' dell'elemento umano, non fanno altro, a mio modestissimo parere, di svilire ed impoverire l'atto venatorio in se'.
Cordialissimi saluti
Fabio Guidi da fabio guidi
04/11/2010 17.18
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