Oggigiorno di carabine semiautomatiche da battuta ce ne sono tante e in maggior parte sono armi esteticamente belle, ben costruite, che sparano bene e che garantiscono un’affidabilità notevole. Ma quando nel lontano 1976 io decisi di acquistarne una, senza pensarci troppo fui quasi costretto a prendere una Browning BAR Affut in cal. 270 W, perché a quei tempi c’era ben poco da scegliere sul mercato. In alternativa potevi trovare soltanto delle Remington modello 742, delle Ruger Carbine Deerstalking 44 magnum e, se eri fortunato, anche delle rarissime Harrington e Richardson in cal. 308 e qualche Winchester mod. 100 in calibro 308 e 284 Winchester. Devo ammettere che non mi è mai capitato né di vedere né tanto meno di provare una H & R, mentre rimpiango di non aver acquistato una Winchester modello 100 “Automatic Rifle”, forse una delle semiautomatiche più belle mai costruite.
Anche se quasi sconosciuta, la Winchester mod. 100 è un’ottima carabina da caccia costruita in perfetto stile americano, senza fronzoli né orpelli che è chiaramente ispirata ad un’altra arma by Winchester, la carabina M1, quella che ha armato gli alleati durante la seconda Guerra Mondiale, nel confitto coreano e vietnamita, e tuttora in servizio presso molte forze di polizia ed eserciti di tutto il mondo. Oltre alla Winchester per il modello 100 anche altri costruttori come Ruger, Erma, ecc hanno preso la M1 come campione, con la sua linea compatta, arrotondata e senza spigoli, che è rimasta ancora insuperata per semplicità costruttiva ed efficienza.
La Winchester 100 funziona con il vecchio sistema di ripetizione per eccellenza di tutte le armi semiautomatiche, quello che sfrutta lo spillamento di una piccola parte dei gas propellenti. Quei gas fanno disimpegnare ed arretrare il blocco otturatore che successivamente, spinto in avanti da una robusta molla, preleva dal caricatore una nuova cartuccia e la spinge nella camera di scoppio pronta per ripetere il ciclo di sparo. Tale brevetto, vecchio più di cento anni, è rimasto invariato fino ai giorni d’oggi e la sua paternità spetta al grande John Browning, ma sono state la Remington e la Winchester quelle ditte che all’inizio del secolo si sono contese il mercato delle carabine semiautomatiche sportive. Winchester propose i modelli 1905, 1907 e 1910 nei calibri .32, .35, .351 e 401, ma non ebbero un gran successo, perché erano armi particolari (per armarle occorreva premere un pistoncino posto sotto la canna all’interno dell’astina!), molto delicate, pesanti, che spesso s’inceppavano e che non uguagliavano in precisione le carabine ad otturatore. Inoltre, la loro celerità di tiro in America non serviva a nessuno, visto che in quel paese la caccia in battuta era ed è tuttora pochissimo praticata.
Ma i due colossi statunitensi erano sempre in competizione tra loro, e quindi se uno produceva un tipo d’arma, l’altro era quasi costretto a fare lo stesso. Così,, quando la Remington presentò i modelli Woodmaster 742 e Wingmaster 760, la Winchester per non essere da meno propose i modelli 88 e 100, uno con funzionamento leva e l’altro con funzionamento semiautomatico. La Winchester s’immerse talmente tanto nell’iniziativa che in poco più di un ventennio produsse quasi 283.000 esemplari di carabine modello 100 camerate nei calibri 243, 284 e 308 Winchester. Poi, negli anni settanta-ottanta, in Italia ci fu il boom del cinghiale. Anche in alcune zone dov’era più o meno sconosciuto, il vispo e coriaceo suide fece la sua apparizione, s’espanse e prolificò a tal punto che in alcuni casi divenne addirittura nocivo. Si costituirono le prime squadre per dargli la caccia e molti cacciatori videro nella carabina semiautomatica la scelta migliore. La carabina Winchester 100, importata dalla Winchester Italia (con sedi a Roma e Milano), riuscì ad accaparrarsi una discreta fetta di mercato perché aveva una linea molto elegante che la contraddistingueva dalle concorrenti in circolazione. Infatti era l’unica ad avere la calciatura in un unico pezzo anziché in due e questo le conferiva un’estetica molto più simile ad una bolt action che ad una semiauto. L’arma era nata per essere competitiva e quindi, come la progenitrice militare, aveva la meccanica “incastrata” nella parte posteriore della calciatura e la canna bloccata in posizione da una semplice fascetta avvolgente in prossimità dell’apice anteriore. Un metodo funzionale ed economico di assemblare la calciatura alla meccanica, ma poco bello a vedersi. Verso i primi anni sessanta il look della Winchester 100 Automatic Rifle venne rivisto e molto migliorato. Sparì la fascetta sulla canna, l’impugnatura e la presa anteriore vennero zigrinatate con un motivo in stile molto europeo con trama “a cesto e foglie di quercia”, venne messo un bel logo W rosso acceso nella coccia e cambiò la tonalità dei legni da giallo- chiaro a scuro – rossiccio. Chi ha avuto l’occasione di possedere oppure soltanto di vedere una di quelle versioni, sicuramente sarà rimasto molto impressionato dalla pulizia e dalla sobrietà delle linee. Beati i felici utilizzatori di quelle armi, specialmente se camerate nel potente, anche se quasi sconosciuto, 284 Winchester. Come al solito l’occasione di testare una carabina Winchester modello 100 è venuta quasi per caso. Un conoscente me ne ha portata una proprio in versione De Lux e in calibro 284 Winchester, per montargli sopra un collimatore elettronico a punto rosso. E’ ovvio che gli attacchi per la 100 sono pressoché introvabili (e sicuramente quelli originali erano dei Weaver in alluminio).
L’arma da me provata era in condizioni eccellenti, molto prossime al nuovo, e a nulla sono servite le offerte fatte al possessore per acquistarla. Ho tentato anche di denigrare le reali possibilità balistico - teminali del calibro, ma non ha creduto neanche a quello, perché basta provare una sola volta il 284 Winchester per rendersi conto che è veramente un ottimo calibro per la caccia al cinghiale, anche per abbattere pulitamente gli esemplari più robusti e coriacei. Mi sono dovuto accontentare di provare quel mito americano al poligono con risultati inaspettati. L’arma ha sparato molto bene e funzionato alla perfezione con le munizioni originali WW da con palla SP da 125 e da 150 grani. Peccato che l’esigua lunghezza del caricatore non permette ai ricaricatori di poter utilizzare palle più lunghe e affusolate come le Barnes X e tutta la nutrita famiglia delle “plastic point”, come le Nosler Ballistic Tip, E-Tip Accubond, Hornady SST, Swift Scirocco, ecc. Molti di voi si saranno chiesti come mai alcune delle più belle e funzionali carabine semiautomatiche non vengono più prodotte, come le Ruger Deerstalking, le Heckler & Koch 770 e 940 ed appunto le Winchester 100.
La risposta è molto semplice e s’intuisce smontando le armi e osservandone i particolari costruttivi. La loro produzione, molto complessa e onerosa, non era più competitiva. Le lavorazioni dal pieno con ore ed ore di manodopera specializzata non sono più ammesse per costruire un prodotto destinato al largo consumo. Questo è un vero peccato, specialmente per gli appassionati di armi da caccia, di balistica e soprattutto di tecnologia e di meccanica applicata. Con un po’ di fortuna si riesce ancora a trovare qualche Winchester modello 100 in ottime condizioni sia in calibro 308 sia in 284 Winchester, sono bellissime armi che meritano rispetto. I modelli più recenti di carabine semiauto saranno più economici, più belli e forse anche più funzionali, ma allora come mai il “Vintage” sta tornando sempre più di moda?
SCHEDA TECNICA DELL’ARMA
Costruttore: WINCHESTER
Tipo: Carabina da caccia a funzionamento semiautomatico
Funzionamento: a recupero di gas, con otturatore a testina rotante con tre alette di chiusura. Presa gas regolabile e pistone a corsa breve.
Modello: 100 Automatic Rifle (esistono due versioni Base Carbine e De Lux)
Calibri: 243, 284 e 308 Winchester
Canna: in acciaio speciale lunga 22” - 559 millimetri per il cal. 308 e
19”- 483 mm per i cal. 243 e 284 Winchester.
Alimentazione: tramite caricatore bifilare amovibile da 3 -4 colpi.
Organi di mira: tacca abbattibile e regolabile Williams e mirino su rampa protetto da tunnel.
Castello: predisposto per il montaggio di congegni ottici sia tradizionali sia elettronici
Grilletto: singolo
Sicura: a pulsante trasversale che blocca il meccanismo di scatto
Calcio: in noce americano con logo W nella coccia
Peso: 3600 grammi
Lunghezza totale 1080 mm
Produzione: dal 1961 al 1973
Catalogo Nazionale: 4087
Prezzo al pubblico: L’arma non essendo più in produzione dal 1973, oggi ha un valore collezionistico variabile secondo le condizioni dell’arma