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19/07/2011 15.14 

 
Paolo, dopo il battesimo di sangue dello scorso anno o, per dirla alla tedesca, dopo che si era “Laureato Cacciatore” con l’abbattimento del suo primo, splendido camoscio, non vedeva l’ora di ritornare in montagna. Fremeva di rivedere gli amici di Carcoforo, ma soprattutto desiderava abbattere un bel camoscio maschio perché, secondo lui, la meravigliosa femmina di dieci anni che aveva fatto naturalizzare Full Mount (intera!) meritava un degno compagno.
 
Di solito alla vigilia di un’importante spedizione di caccia le cose da ricontrollare sono molte, ma siccome sia io sia Paolo siamo dei veterani, ci preoccupammo soltanto di verificare la cosa più importante: la taratura delle armi che speravamo di utilizzare sulle magiche montagne piemontesi. Da qualche anno per la caccia al camoscio uso sempre una carabina Weatherby Mark V SS in acciaio inox, con il calcio in polimeri e con la canna fluted scanalata in calibro 257 Magnum. L’ho corredata con quella che ritengo sia il top delle ottiche da “montagna”, lo Swarovski AV 6 – 18 x 50 P con correttore di parallasse e reticolo balistico TDS-4. Posso tranquillamente affermare che tutti i cannocchiali Swarovski della serie “American Variabile” sono un compromesso eccezionale tra qualità, prestazioni, pesi ed ingombri. E lo testimonia il fatto che, dopo tanti anni dalla loro prima uscita sul mercato, sono ancora in produzione. Al poligono “Il Club dell’Istrice” di Tuscanica (VT) del grandissimo amico ed armaiolo Sandro Bruni, le mie Nosler Ballistic Tip da 115 grani ricamarono a duecento metri delle belle rosate di tre colpi in 2 – 3 centimetri, mentre Paolo, che è stato ormai consacrato come il miglior tiratore del Club, ha snobbato totalmente  la misera linea dei duecento per allenarsi a tirare soltanto a trecento metri. Paolo per il camoscio usa sempre la sua carabina preferita, praticamente il suo terzo braccio: una bella Blaser R 93 calibro 300 Winchester Short Magnum. L’ha equipaggiata con un’ottica Burris 6 – 24 x 50 con correttore di parallasse e reticolo balistico Mildot. Non sto qui a descrivervi cos’è capace di fare Paolo con la sua ricarica migliore (bossolo Winchester, palla Barnes TSX da 165 grani spinta da 66,5 grani di polvere Norma 204, innesco Federal 215 Gold Medal Magnum, OAL 74.20 mm, free boring 0.50), perché rischierei di non essere creduto, ma posso soltanto dirvi che a trecento metri Paolo e la sua Blaser fanno delle cose che un tiratore medio ha difficoltà a fare a cento! Una volta controllato che i “ferri” erano a posto, non rimaneva altro da fare che affidarsi alla clemenza del Dio del tempo. Dopo due settimane di pioggia quasi ininterrotta, quando io, Paolo, le nostre rispettive consorti Nadia e Cristina, e Virginia, la figlia di otto anni di Paolo, giungemmo a Carcoforo, nel cielo splendeva una luna immensa condita da centomila stelle. Il primo bersaglio era già stato colpito! Poi, come di sovente accade, quando la comitiva è molto nutrita ed esigente, a cena si ipotizzarono diversi programmi.
 
Né io né Paolo facemmo nessuno sforzo a promettere alla piccola Virginia che, se l’indomani avessimo abbattuto un camoscio ciascuno, la domenica seguente sulla strada del ritorno ci saremmo fermati a visitare l’acquario di Genova (che è veramente bello e che consiglio a tutti di vedere!). La riserva di Rima-Rimasco è molto ricca di animali ed in particolare di camosci, quindi eravamo molto ottimisti che alla caccia avrebbe seguito del sano turismo, ma purtroppo non avevamo fatto i conti con il caldo. Dopo aver compilato il tesserino venatorio della Regione Piemonte, obbligatorio per esercitare la caccia in Valle e dopo aver composto le squadre, prendemmo direzioni diverse. Io avrei affrontato i ripidi sentieri dell’Alpe Sella con Damiano, un cacciatore molto esperto della zona,  mentre Paolo avrebbe avuto l’onore di cacciare con Vittorio (il mitico direttore della Riserva) e con Stefano, un giovane e valido guardiacaccia. Tutti euforici, zaini e carabine in spalla iniziammo la caccia. Erano appena le sette del mattino, il sole non era ancora sorto e la temperatura sfiorava i due gradi sotto zero. Fui felice di quel bel freschetto, ma non mi feci troppe illusioni. Infatti, dopo meno di un’ora di cammino, ero già fradicio di sudore. Dopo la seconda ora di calvario approfittai di una piccola sosta che facemmo per binocolare per cambiarmi la prima T-shirt.
 
Sono ormai una decina d’anni che frequento quel comprensorio alpino e non mi era mai capitato di non avvistare animali fino alle dieci del mattino!  E, a dir la verità, ero più dispiaciuto per lo stato d’animo di Damiano che per l’andamento della caccia. Il mio amico – guida non si dava pace. Non riusciva a giustificare quell’insolita scarsezza di selvatici in una zona notoriamente molto ricca di camosci. Poi, verso le undici, avvistammo finalmente due camosci! Nessun brivido, erano una femmina con un piccolo, niente di sparabile, ma almeno cominciavamo a vedere qualcosa. In montagna c’è di brutto che meno selvatici vedi più devi camminare per cercarli, ed io, a parte il fatto che ero sotto antibiotici per una brutta infezione dovuta al mio “calcolone” (renale!) che faceva i capricci, non credo di aver mai faticato tanto. Più volte fui quasi tentato di dire a Damiano di darsi una calmata e che se non avessimo abbattuto niente quel giorno non sarebbe morto nessuno. Avremmo ritentato la sorte l’indomani, ma poi mi venne in mente la promessa fatta a Virginia, così strinsi i denti e continuai a seguire il tenace montagnino. Sperai vivamente di risolvere quel giorno stesso, ma con il passare del tempo le possibilità di successo si facevano sempre più ridotte. Alle quindici la situazione era la seguente: avevamo avvistato tre caprioli (a distanze siderali!), una femmina di camoscio con il piccolo e due Jarling e “forse” nella montagna che avevamo di fronte due maschi si erano rincorsi per tre secondi. Era un fatto davvero insolito, considerando che eravamo al 15 di novembre e che i camosci dovevano essere in pieno estro. Alle sedici dichiarammo forfait, anche perché per ritornare alla macchina ci sarebbero volute più di due ore buone di cammino.
 
Con la speranza ormai ridotta al lumicino, lanciai a Damiano una scommessa: “Vuoi scommettere un Euro che prima che prima che rientriamo abbatto un camoscio?”. “Affare fatto” mi rispose, stringendomi la mano. Nel frattempo gli vibrò il cellulare. Era Gustavo, il suo fratello minore che a nostra insaputa ci teneva d’occhio da un picco roccioso già da un bel pezzo. Anche Gustavo ammise di aver visto pochissimi animali e fu d’accordo con noi di prendere la strada del ritorno. Ci demmo appuntamento alla malga Sella per rientrare insieme ed appena il terzetto si congiunse, senza che avessimo il tempo di fare le presentazioni, dal bosco sottostante vedemmo uscire di corsa un bel camoscio. Gustavo e Damiano impugnarono subito i binocoli, io …. la Weatherby! In un attimo aprii il bipiede Harris e mi sdraiai in terra pronto con il dito sulla sicura, ma il camoscio maschio, come venne subito identificato dai due esperti cacciatori, così com’era apparso era già scomparso. Ma dove diavolo si era cacciato? Eravamo quasi a quota duemila, alle nostre spalle tutto l’alpeggio era pulito, dov’era finito il camoscio? Mentre i miei due compagni si ferivano gli occhi con gli oculari dei binocoli ed io stavo rigido ed emozionato in posizione di tiro, nel canalone successe il finimondo! Ben cinque camosci si rincorrevano. Damiano e Gustavo li osservavano in silenzio senza darmi nessuna indicazione su quale capo avrei potuto sparare. Muovevo la 257 a destra e a manca  sul bipiede come se fosse una  mitragliatrice. I camosci si movevano in continuazione, apparivano, scomparivano e ricomparivano a distanze variabili dai 120 ai 250 metri, erano praticamente tutti a tiro. Fummo  concordi nel ritenere un maschio che si muoveva meno degli altri come idoneo per l’abbattimento, così m’irrigidii sul calcio sintetico della carabina. Mi stavo preparando per tirare quando ad un tratto… un camoscio (che senz’altro doveva essere quello che avevamo avvistato per primo) ci stava venendo letteralmente addosso.
 
Abbassare al minimo gli ingrandimenti dello Swarovski, puntare il petto della sagoma nera in avvicinamento e tirare il grilletto non mi rubò più di tre – quattro secondi. Colpito in pieno da non più di venti metri di distanza, il camoscio prese a scivolare in discesa sull’erba olina per fermarsi alcune centinaia di metri sotto di noi parzialmente coperto da un cespuglio di rododendro. Gustavo non lo perse di vista un istante ma anch’io continuai a tenerlo d’occhio. Da lì a poco sarebbe stato buio, così raccogliemmo veloci le nostre cose, raggiungemmo il camoscio, lo onorammo con il Waidmannsheil, scattammo qualche foto e con calma valutammo il trofeo. L’animale doveva avere 4 – 5 anni, era sottopeso, ma ugualmente bellissimo. Damiano se lo caricò sulle spalle e soltanto dopo una dura e ripida discesa arrivammo a Carcoforo stremati che era quasi l’ora di cena. Al ristorantino “Lo Scoiattolo” ci fu  l’immancabile ritrovo di tutti i cacciatori ed il più raggiante, neanche a dirlo, non poteva essere che il mio carissimo amico Paolo.
 
Nel patio antistante c’erano quattro camosci agganciati per le corna ed uno dei maschi più belli, guarda caso, era stato perfettamente colpito da un proiettile da 165 grani calibro 300 WSM, sparato da una carabina Blaser, alla stratosferica distanza di oltre 340 metri! Alla detta di tutti, quel tiro è stato un vero record per la riserva, come d’altronde lo è stato anche il mio! Due tiri eccezionali in un sol giorno. Il minimo ed il massimo! M’incuriosì molto sapere come si era svolta la caccia e Paolo non si fece certo pregare per raccontarmelo. Anche loro tre avevano patito per il caldo, ma in compenso avevano avvistato molti animali. Il mio compagno d’avventura, si era anche concesso addirittura il lusso di rifiutarsi di sparare ad un paio di capi perché ritenuti: “modesti”! Paolo, Vittorio e Stefano, giunti in prossimità di una vecchia baita diroccata, avevano deciso di fare una sosta per binocolare e per rifocillarsi ed era stato proprio in quella occasione che avevano avvistato dei camosci. Un bel branco, messo bene a “cartolina”, ma molto distante. Sia Vittorio sia Stefano, dopo aver controllato ogni singolo capo con un versatilissimo Swarovski STS 80 con oculare 20 - 60, erano stati concordi nel giudicare tirabile un bel maschio isolato sulla sinistra. Non dovevano fare altro che trovare il modo di ridurre la distanza con un cauto avvicinamento.
 
Paolo mi raccontò che invece aveva ben altri progetti in mente. Ed io, che lo conosco bene, so che deve aver preso il telemetro e con una calma quasi innaturale, deve aver ricontrollato bene la distanza e poi scelto con cura un buon appoggio per la sua infallibile Blaser. Trecentoquaranta metri sono tantissimi, ma alla portata di chi è abituato a fare rosate di tre colpi in 4 x 3 cm a trecento metri. Vittorio, intromettendosi nel racconto ammise che quando vide Paolo in punteria non immaginò che volesse tentare il tiro. Così lo aveva lasciato fare convinto che stesse soltanto provando l’imbracciatura. Quando invece il buon Paolino li avvisò che avrebbe “tentato” il tiro, ormai era troppo tardi per impedirglielo. In quella riserva molto raramente permettono di sparare oltre i duecento metri. Paolo non usa il bipede, quindi deve aver adagiato il calcio Custom (se l’è costruito da solo!!) della carabina sullo zaino, appoggiato saldamente i gomiti, regolato la respirazione, allineato la spalla del possente becco con il terzo puntino del reticolo Mildot del cannocchiale Burris ed infine sfiorato il sensibile grilletto. Pochi secondi dopo il camoscio doveva giacere esamine, perfettamente colpito al centro della spalla destra.
 
La classe non è acqua! Paolo ha dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, di saper colpire con precisione e costanza sia i bersagli di carta al poligono sia quelli più impegnativi sul terreno di caccia. Ha sapientemente messo a frutto: tecnica, pratica ed esperienza, una cosa che dovrebbero fare tutti i cacciatori appassionati di caccia a palla, ogni qualvolta prevedono di dover tirare a distanze sensibilmente lunghe. Ricordate che, indipendentemente dalla distanza, se non siete certi di essere in grado di colpire un selvatico con un’altissima percentuale di successo, è meglio non azzardare il tiro. Ah! Dimenticavo, prima di salutare tutti gli amici di Carcoforo o preteso che Damiano mi pagò la scommessa che aveva perso. L’Euro l’ho incollato al bossolo calibro 257 Weatherby Magnum sparato, prima di riporlo nel vecchio cassetto dove tengo tutti gli altri………


Sotto la ROSATA DI PAOLO a 300 metri con la ricarica descritta nel testo!!!

 

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12 commenti finora...

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Ma è solo dalle mie parti che i discorsi sono questi:

"Sta mattina ho ucciso un bel camoscio"
"Waidmannsheil, bella bestia? bel tiro?"
"Si dai un bel becco di 8 anni, ma era vicino a 330 metri"

Tralasciando gli scherzi, sopra i 250 metri io credo che siano tutti dei bei tiri, ma con gli stumenti che le carabine e le ottiche che ci sono ora, avendo un po di ingegno fino a 400 si arriva senza problemi.

da Trentino  04/11/2011 17.16

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

sono sempre 300 metri... pubblica una delle tue... ah ah ah

da mario  27/07/2011 12.31

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Se facessi una rosata così mi farei delle domande e di certo non la pubblicherei...

da Jack Lucas  26/07/2011 21.27

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

x Marco …e ci mancherebbe che tu non potesse dire la tua. ??!!!!!! Magari avendo un po’ di necessaria “tolleranza” per eventuali errori frutto di inevitabile inesperienza. .Forse mi son spiegato non bene,la fretta e la non facile propensione alla scrittura….i bossoli vengon buttati in un recipiente di diluente dopo essere stati passati nel dies di espulsione innesco e ricalibra per togliere i residui grasso-oleosi usati per il decapa-ricalibra.Accuratamente soffiati ad uno ad uno quando il trumble mi funzionava,li tenevo 3-4 ore a frullare nella graniglia di sughero e non so che altro,per poi essere di nuovo leggermente unti e innescati.Ecco come mi son sempre mosso.Comunque vi ringrazio,Marco e Hold –Hunter per i preziosi consigli.Per prima cosa elimino il diluente (e comunque rimane granellini di polvere al colletto quando la si mette in carica se non si pulisce un pochetto con cotton fioc) e poi aggiusto dosaggio polvere N140.(al prezzo di 85 euroni al kg prima di passare alla N 150 ,caro Marco,provo ad aggiustare quella 140 che possiedo)
Un saluto e un grazie caloroso ad entrambi.

da colombaio senese  22/07/2011 8.55

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Mi sono dimenticato un'altra cosa.
Va bene lubrificare la cartuccia, ma, sempre per tornare al discorso dei "liquidi strani", la miglior cosa in assoluto è la vecchia, cara vasellina ... Un micro velo e sei a posto e tranquillo.
Basta un panno (non uno straccio, usa un pezzetto di flanella) imbimbito di vasellina, ci dai una passata e via.
E se li hai lucidati col Sidol ti restano lucidi per un bel po' ... :)

da OLD_Hunter x Colombaio  22/07/2011 6.53

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Giusto, Marco, giusto ... DIFFIDATE dai liquidi strani !
Oddio, il nitro non è nulla di strano, ma è INUTILE, sgrassa, pulisce, ma ... A che pro ?
E poi, come dici giustamente, polvere e nitro ... Non vanno daccordo. Certo, è molto volatile, però ...
La miglior maniera resta il tumbler e la graniglia. E se proprio li vuoi lucidi, quando li hai caricati, ripassali col Sidol ... :) :) :)
In verità io me ne frego dell'aspetto del bossolo, guardo la sua integrità, non il suo aspetto.
E facendo come dice Marco (che poi faccio la stessa cosa anche io) due passate nella graniglia e vai sul sicuro. Poi comincia il bello, ma questa è un'altra storia .
---------------------------------------------------------------------
X Colombaio.
Grazie delle belle parole.
No, il semolino lo puoi usare sia per la 120 se la vuoi mettere nel 30/06 (ma onestamente non mi pare una grande idea ...) sia come "riempitivo" per qualsiasi carica che riempia meno del 90% del bossolo, quindi anche con la 140 con la tua dose di 48 grs.
E' un riempitivo universale, funziona sempre, solo se ne devi mettere tanto ... Fà un po' di nebbia !
Un abbraccio a tutti gli amici

da OLD_Hunter  22/07/2011 6.47

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Ragazzi, posso dire la mia?
Innanzi tuto stiamo parlado di dosi normali, io gli darei 51 grani di N 150 tondi tondi, fino alla palla da 150 grani. MA DI UNA COSA DEVO METTERVI AL CORRENTE: DIFFIDATE di liquidi strani per pulire i bossoli.
Io per poco non ci rimetto lo Steyr 8 x 68. I bossoli puliteli con la vecchia graniglia vegetale.
Io ce li passo addirittura due volte. Una volta per la prima pulizia totale e poi, dopo averli ricalibrati, gli dò un'altra passatina per evitare qualsiasi forma di residuo (mi spaventa persino il grasso all'interno del colletto). Nessuno può prevedere, neanche un chimico, cosa potrebbe succedere alla polvere se venisse in contatto con delle minime parti di "diluente nitro" o altro. Io mi sono ritrovato con dei bossoli MOLTO LUCIDI, acquistati da un privato in calibro 8 x 68 e dopo averli caricati la Vht N 160 era diventata gelatina!!!
Saluti
Marco
Ma stiamo scherzando

da Marco Benecchi  22/07/2011 6.26

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

OLD_Hunter...dirti gazie è il minimo,già riscontrata in post remoti la tua disponibilità e grande propensione nel dar consigli e dritte.Davvero Grande. Proverò a salire sui 50 grani di VITH 140 (solo per tiro al nero corrente)e poi certamente ti farò saper.Domenica in gara a Pescia in 2 rientri han fatto 'sti scherzi da prete e sinceramente non ci si riman bene bene.(sciupandoti poi la serie e il money che si getta all'aria)
E cosa succederebbe all'interno dell'arma con questa bassa dose ??
ps.il semolino sarebbe da aggiungere alla '120 giusto ?!
Di nuovo special,ma veramente special thank............
ps2. certooo che il bossolo un minimo lo lubrifico dopo la pulizia con aria,uno straccetto imbevuto di VACTRA 2 MOBIL (per guide macchine utensili) per agevolare il funzionamento-scorrimento all'interno della semiautomatica.

da colombaio senese  21/07/2011 18.51

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Diagnosi praticamente azzeccata ...
Sei SOTTO il minimo, vai a 49.5 e vedrai che tutto si sistemerà.
La 140 è abbastanza più progressiva della 120, ecco perché con la 120 nel .308 non hai problemi !
Ah, il bossolo "secco" ... Non è una gran plitica, deve essere un minimo lubrificato, se non altro quando lo ricalibri, onde evitare incollature nel dies. Dopo, passalo solo con un straccio e vai.
Allora, per ricapitolare : o vai a 49.5 (o di più, ovvio), oppure 40 grs. di 120 anche nel 30/06 (ma è velocetta, eh ... Ed hai il bossolo alquanto vuoto).
Oppure, se proprio proprio non vuoi cambiar dose, puoi tentare ... Col semolino ! E non ridere ! Aggiungi alla carica tanto semolino ad arrivare quasi all'orlo del colletto e poi mettici la palla. In questo modo, "comprimi" la polvere, regolarizzando la combustione. E' un vecchio trucco ... :)
Tienimi al corrente, e stai attento coi "fuochi lunghi", davvero possono fare brutti scherzi !

da OLD_Hunter x Colombaio  21/07/2011 18.26

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Grazie, Marco, è un invito che non potrò fare a meno di accettare ... :-)
Eh, si, la Maremma ... Gran bel posto, in effetti non vi manca proprio nulla !
Certo però che non è carino farmi risicare al pensiero che al primo cominciate a cacciare, specie il Daino, che non non abbiamo proprio ... E va 'bbé, vi invidio e vi auguro buona fortuna !
La tua mail ce l'ho, ci teniamo in contatto.
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Marco  21/07/2011 8.12

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

Vieni quando vuoi. In questo periodo in Maremma c'è di tutto. Sagre paesane, mare bellissimo (Argentario) ed il primo di agosto apre a Capriolo e Daino!
Ciao
Marco

da Marco Benecchi x Old  21/07/2011 6.06

Re: Caccia al camoscio: "due record in un giorno!"

La rosata è forse un pochino sulla sinistra ... :-) :-) :-)
Accidenti, complimenti al Paolo : che avesse azzeccato tutto ?
E oltretutto con le Barnes, che sono eccellenti palle ma non il massimo come precisione !
Davvero complimenti vivissimi !
Mi sa che dovrò proprio fare una gita dalle vostre parti ... Certi personaggi vanno conosciuti di persona !

da OLD_Hunter  20/07/2011 7.01
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