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ott31 31/10/2011
“Chi ci va mai giù lungo il fiume a vedere come è fatto? Io ci vado a vedere la Magra, e lo vedo che cos’è diventata in questi ultimi decenni. È diventata un’unica immensa infinita discarica. Però l’hanno chiamato parco naturale, il parco naturale della Magra”. Sono le parole usate dal giornalista e scrittore Maurizio Maggiani, qualche giorno fa sul Secolo XIX nel suo bellissimo intervento dal tirolo Politici, non venite a chiederci i soldi. Chi conosce quella valle, secondo Maggiani lo sa che ci sono “i cartelli del parco ficcati sulle discariche abusive, sugli argini dissolti” e che quella manutenzione ordinaria di cui il presidente del Parco ha parlato ai microfoni delle tv non è certo sufficiente. “Nel Medioevo la Magra andava fuori due volte l’anno – scrive Maggiani - adesso ha ricominciato a uscire due volte l’anno. Sono passati mille anni, è nata la scienza idrogeologica, l’ingegneria ha fatto passi da gigante, la tecnologia ha messo a disposizione strumenti inimmaginabili, eppure due volte all’anno siamo di nuovo lì a guardare il fiume che va fuori. Ma il presidente del Parco è come se non avesse mai messo piede sul fiume, non credo che si renda conto, che sappia quale devastazione vi sia intorno”.
Alle Cinque Terre “per secoli un miracolo di equilibrio tra lavoro umano e morfologia del territorio – scrive Maggiani - è successo che negli ultimi trent’anni si è estinto quello che era sempre stato un lavoro bestiale, una lotta disumana, tremenda e faticosissima per contenere i corsi d’acqua, rinforzare le terrazze e i muretti a secco, coltivare quel po’ di arida terra che si arrampica su per i monti. Poi è arrivato il boom del turismo. La gente si è arricchita smodatamente in un colpo solo. Oggi chi possiede anche soltanto una cantina non ha nessuna voglia e nessuna intenzione di lavorare. Uno si siede davanti alla sua cantina, rassettata, condonata e adibita a bed and breakfast e sta lì ad aspettare i turisti. In un anno chi è proprietario di una sola stanza può mettere insieme anche ventimila euro. Esentasse. È stata una rivoluzione straordinaria, spaventosa, credo che la gente non sia nemmeno riuscita a rendersene conto. Ad aggravare le cose in modo altrettanto spaventoso è ciò che hanno fatto i politici di destra e di sinistra. Hanno creato il Parco, l’hanno gestito con i metodi loro. Ma ci sarà qualche relazione tra queste frane e l’inchiesta giudiziaria che il Parco ha azzerato, e che ha mandato tutti in galera?” La redazione Tags:8 commenti finora...
Re: L'acqua che non perdona Max,voglio dire che non si sono opposti al porco,scusate parco! da nino ag.
03/11/2011
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Re: L'acqua che non perdona x nino ag.....che vuol dire non si sono appellati al parco......... da max1964
03/11/2011
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Re: L'acqua che non perdona ma la magistratura perchè non interviene? x nino ricordati che lì a barletta vive il miglior presidente del wwf da azt
03/11/2011
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Re: L'acqua che non perdona Vorrei vedere un commento di questi psudo ambientalisti/animalisti che tutto sanno e pontificano in continuazione. Perchè non scrivono nessun commento? Secondo me sanno solo dire basta alla CACCIA , diritti degli animali ma di cultura RUARALE non sanno nemmeno dove stà di casa. E' facile parlare quando si vive nell' agiatezza di tutte le comodità , imparate a conoscere i territori e poi forse potrete dire qualcosa. Un sincero abbraccio alle popolazioni LIGURI e della LUNIGIANA. da Lupus
02/11/2011
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Re: L'acqua che non perdona I cittadini non si sono appellati al parco e adesso si godono i benefici!Mi dispiace per i morti,ma ogni popolo ha i governanti che si merita!Siamo diventati tutti amanti della natura e degli animali,ma i danni ad essi arrecati sono in aumento spropositato!Come mai?Intanto i vari furbetti si arricchiscono alle nostre spalle!!! da nino ag.
02/11/2011
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Re: L'acqua che non perdona Che coincidenza però, l’Italia in questo si assomiglia. Al sud non ci sono tanti fiumi come al nord, ma quei pochi, “stranamente” sono tutti discariche. Uno tra questi è il fiume Ofanto, che parte dalla Basilicata per sfociare a nord di Barletta. In questo fiume si è scaricato di tutto. Sono stati trovati bidoni con materiali tossici, fanghi di lavorazione dei più svariati, carcasse di auto, materiali edili di risulta, e così via. Gli agricoltori di turno, con grosse motopompe a gasolio obsolete che sgocciolano olio, gasolio ecc., aspirano l’acqua per le coltivazioni ( vietato chiaramente). Ma gli ambientalisti hanno subito rimediato a questo scempio. Hanno istituito il parco dell’Ofanto. In un parco tutto questo sarà vietato! Macchè è tutto rimasto come prima in alcuni casi si sono anche aggravati. L’unica cosa vietata è la caccia. da nino da Bari
02/11/2011
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Re: L'acqua che non perdona COndivido con bracco ge è ora di togliere tutti sti stronzi che fanno le leggi alla BERLUSCA tipo NON PUOI PRENDERE UN SASSO dal letto del fiume. Una vlta i fiumi li tenevano a bada togliendo sassi e facevano le case adesso alzano i poggi ma non hanno capito che l'acqua fà LIVELLO. Un grosso abbraccio a tutti quelli che hanno perduto tutto e forse troppo .(se questo può bastare). da LOTAR
31/10/2011
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Re: L'acqua che non perdona Abito nella vallata del magra e posso dire che il fiume negli ultimi ventanni si è trasformato da un fiume più o meno pulito ad una discarica a cielo aperto e questo è avvenuto con l'arrivo del magnifico parco del magra.Il greto è invaso da una foresta di pioppi alti quanto i ponti delle autostrade,macchine lavatrici qualunque tipo di rifiuto è presente all'interno.Gli argini sono INESISTENTI per contenere una piena.Ormai il letto del fiume si è alzato ma non si può dragare perchè siamo nel magnifico parco,allora la sabbia la si compra sulle rive del pò o si buttano giù due montagne e cosi si porta la sabbia a marinella sulle spiagge per i turisti ad agosto.Noi SIAMO SOTTO IL FANGO.DOVE SONO TUTTI GLI AMBINTALISTI E QUELLI DEL PARCO?A CASA AL CALDO A SPARARE CAVOLATE...GLI APETTIAMO TUTTI CON ANSIA PER VENIRE A SPALARE LA RUMENTA DEL LORO MAGNIFICO PARCO da bracco ge
31/10/2011
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