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18/10/2012 15.03 

Benecchi
 
“Adesso posso anche morire”! E’ una frase molto carica d’enfasi, veramente d’effetto, che avrei sentito volentieri pronunciata da un vecchio capo indiano al crepuscolo della sua saggia vita o da un santone Hymalayano. Invece è stato un mio collega di lavoro a pronunciarla, dopo che, schivando, zigzagando e dribblando l’imponente scorta vaticana, era riuscito a baciare le mani (ovviamente stando in ginocchio!) del rimpianto Papa Giovanni Paolo II in visita presso il sito industriale dove lavoro. Quella frase m’è tornata in mente in Ungheria, in una calda mattina di metà settembre, mentre aspettavo che sorgesse il sole seduto a fianco di un bellissimo cervo appena abbattuto al bramito.

In quel momento ero in preda a delle emozioni indescrivibili, che può capire soltanto chi ha avuto la mia stessa fortuna di provare. Ho catturato quel grande maschio alle prime luci dell’alba, mentre con dei poderosi richiami sfidava il mondo intero dal crinale opposto della valle dov’eravamo io e il mio accompagnatore ungherese. L’ho abbattuto con quello che forse è (e sicuramente rimarrà) uno dei tiri più belli che abbia mai fatto in vita mia.

Questa indimenticabile avventura, organizzata come sempre dal mio grandissimo amico magiaro Laszlo Keresztes, l’ho vissuta in pieno “brunft”, in una zona molto selvaggia che si trova a sud est di Budapest. Nonostante non  abbia catturato moltissimi cervi, più o meno una ventina, una certa esperienza sulla loro caccia me la sono fatta. Per questo motivo, prima ancora di raccontarvi cosa accadde durante quella splendida avventura, voglio confidarvi che dopo aver provato diverse combinazioni arma – calibro – ottica, oggi non potrei più fare a meno della mia splendida carabina Steyr Mannlicher modello S calibro 8 x 68 Shuler equipaggiata con ottica 3 – 12 x 56 con reticolo illuminato digitalmente.

Ormai uso soltanto munizioni ricaricate con bossolo R.W.S. innesco CCI 250 Magnum, palla Nosler  Partition da 200 grani, 73,5 grani di polvere Rottweil R 904 (920 m/s e circa 550 chilogrammetri di energia). Quella descritta è una combinazione tutta europea che, come vedremo, s’è dimostrata perfetta e micidiale per cacciare il Re delle foreste europee anche a distanza elevata e in condizioni di luce proibitive. Trovai Laszlo ad aspettarmi al mio arrivo all’aeroporto puntuale come sempre, e la prima cosa che disse dopo esserci salutati fu che secondo lui non s’era mai visto un anno così arido e poco piovoso. Una siccità tale che si stava pian piano trasformando in una vera e propria calamità naturale per una nazione come l’Ungheria, che basa molta della sua economia sull’agricoltura e sulle attività rurali-venatorie. 

Percorremmo le due-tre ore di macchina necessarie per raggiungere la zona di caccia felici per la reciproca compagnia, fantasticando su quanti e quali animali avremmo potuto incontrare in futuro. Laszlo mi aveva programmato quattro giorni di caccia in una riserva molto tranquilla e un po’ fuori mano, ma sapientemente gestita da un piccolo gruppo di cacciatori locali. La zona non poteva certo vantare la densità di selvatici caratteristica delle riserve statali ma, essendoci già stato in precedenza, sapevo che era comunque ottima.  Avrei avuto la possibilità di abbattere qualsiasi selvatico avessi voluto tra cervi, caprioli cinghiali e daini, ma il mio desiderio era incontrare subito un buon cervo e poi magari dedicarmi in seguito anche ad altre forme di caccia.

Come tradizione mitteleuropea vuole, avremmo fatto un piccolo aspetto mattutino seguito da una sana pirsh e poi l’aspetto serale dall’altana. Così, il giorno seguente, un’ora e mezza abbondante prima del sorgere del sole, io e Franz la mia guida ungherese, salimmo su un’altana posizionata sul ciglio di un “restone”  (per dirla alla toscana), una specie di spalla scoscesa ricoperta da una fittissima macchia di rovi e di prugnoli selvatici lunga sette – ottocento metri.  Da dov’eravamo avevamo un’ottima visuale su un’ampia valletta arata sottostante e sull’altro versante del “canyon” che confinava con un campo di mais enorme, di “cucorizza”, come chiamano gli ungheresi quelle immense distese di pannocchie.  Purtroppo la nostra altana era tutt’altro che comoda, perché oltre ad essere abbastanza traballante,  per non dire pericolosa, non offriva assolutamente l’appoggio necessario per tentare un tiro di precisione a lunga distanza.  Comunque il territorio era meraviglioso, oserei dire ideale per cacciare i cervi, con quelle belle distese coltivate a perdita d’occhio, tramezzate da  boschi estesi e fittissimi come giungle, da stoppie e da campi di girasoli tagliati.

La strategia di caccia adottata da Franz  per quel giorno e che sarebbe stata la stessa per tutta la durata della mia permanenza in Ungheria, prevedeva di raggiungere a notte fonda la zona di caccia, che di solito si trovava sul confine tra gli immensi granturcheti e i boschi impenetrabili, osservare l’andirivieni dei selvatici, ascoltare i bramiti dei cervi e poi decidere il da farsi. Quando i maschi bramivano l’adrenalina ti saliva ai massimi livelli e ti penetrava nelle ossa facendoti venire i brividi. E’ impressionante quanto possa essere possente e a quanta distanza si propaghi nella bruma mattutina, qual suono grutturale e inconfondibile. A volte sentivamo persino lo sfregare dei palchi contro gli alberi e il camminare dei cervi nei campi di mais. Ero intenzionato ad abbattere un capo importante o, in alternativa, un  paio di cervi più modesti, ma nella caccia a palla non si può mai sapere cosa ti riserverà il destino. Purtroppo l’ultima parola  l’ha sempre il .. portafoglio! Cacciando i cervi pannonici devi stare attentissimo a quel che spari se non vuoi ritrovarti a pagarne uno quanto una lussuosa berlina di grossa cilindrata. Con Franz ci accordammo che avrei tirato ai cervi con il trofeo fino a un peso massimo di sette chilogrammi e ai daini con il palco da due – due e mezzo kg. Appena ci fu luce a sufficienza portammo i binocoli agli occhi e cominciammo a impegnarci sul serio.

Nel campo di Cucorizza vedemmo subito delle sagome scure che Franz identificò come Mame di cervo con Baby, ma non bisognava essere dei geni per capire che in quel periodo dove c’erano delle femmine dovevano esserci per forza anche dei maschi. Infatti Franz, forse preso da un eccesso entusiasmo, in un italiano stentato quasi urlò: “Grande maschio nella valle! Lo vedi? Sta andando dalle femmine in calore!”. Franz è un buon guardiacaccia - accompagnatore, mentre io, scusate la falsa modestia, mi reputo un cacciatore esperto, uno con dei tempi di reazione molto brevi. Così, mentre lui cercava di valutare l’entità del trofeo per non andare incontro a brutte sorprese, io cominciai a prepararmi per un ipotetico tiro. Il grosso selvatico si trovava a circa 350 metri di distanza, telemetrati con precisione dal mio 8 x 42 HD, quindi sarebbe stato impensabile, se non addirittura impossibile, tentare di tirargli dalla nostra traballante altana. Senza neanche pensarci un attimo, sollecitai la mia guida a seguirmi per cercare d’intercettare il selvatico prima che raggiungesse il mais.

Corremmo in silenzio per un centinaio di metri e nello stesso istante che noi uscimmo nel campo, vedemmo il cervo che stava per entrare nel bosco. Fu allora che Franz dimostrò tutta la sua professionalità emettendo un fortissimo verso, stridulo e prolungato. Il cervo uditolo s’arresto di colpo e un secondo dopo una palla calibro 8,2 mm da 200 grani ad espansione controllata lo raggiunse perfettamente sulla spalla.  Il grosso animale accusò vistosamente il colpo, ma invece di cadere riuscì a trascinarsi nel folto. Dal rumore che provocò avanzando, capimmo che era stato preso bene, ma dovemmo inseguirlo per oltre un centinaio di metri prima di trovarlo esanime al suolo. Forse è stata  la prima volta che ho visto un cervo colpito in quel modo percorrere tanta strada.

Nonostante la distanza non fosse troppo eccessiva, circa 240 metri, e la palla Nosler da 200 grani lo avesse centrato nel punto giusto, il possente animale aveva avuto ancora la forza di allontanarsi parecchio dall’anschuss. Quella fu un’ulteriore conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, che effettivamente i grandi maschi carichi di ormoni e di adrenalina diventano dei formidabili incassatori durante il brunft.  Non era ancora sorto il sole del mio primo giorno di caccia, che avevo praticamente già raggiunto l’obiettivo prefissato. “Purtroppo” quel cervo era tutt’altro che modesto, quindi avrei dovuto ritenermi più che soddisfatto del risultato ottenuto….. ma quando mai? 
Esaminando la spoglia m’impressionò la mole dell’animale, che Franz stimò almeno sui duecentocinquanta chili di peso corporeo e sei - sette chilogrammi di trofeo. Il suo palco era perfetto, bellissimo sia come forma sia come colore. Verificando la ferita constatai che lo avevo colpito bene, anche se forse un po’ troppo alto, proprio al centro della spalla. Non riuscii ancora a spiegarmi come il cervo avesse potuto comportarsi così dopo aver ricevuto un colpo simile, misteri della balistica applicata!

Porgemmo i dovuti onori al nobile animale e poi procedemmo con un difficoltoso recupero aiutati da un piccolo verricello elettrico portatile. Visto che la prima azione di caccia era stata decisamente meravigliosa, mi chiesi cosa ci avrebbe riservato il futuro. Alle diciassette salimmo su un’altra scomodissima altana, ma in compenso non c’erano le zanzare a tenerci compagnia.  Solo verso le diciotto e trenta avvistammo i primi selvatici: cerve con i piccoli, caprioli in tutte le classi d’età e femmine di daini. In un primo momento nessun animale ci suscitò un interesse particolare, ma poi, ricontrollando bene, una grossa femmina di cervo sembrava zoppicare leggermente. Chiesi a Franz il permesso di abbatterla, ma mentre decideva se concedermelo o no,  una notte scura come la pece calò inesorabilmente. Quando finalmente Franz decise che potevo tentare il tiro, dopo aver fatto addirittura un paio di telefonate al Capo del distretto,  era ormai buio pesto da almeno mezz’ora.

Più per curiosità che per altro, presi a perlustrare il campo adiacente direttamente attraverso le splendide lenti  del mio 3 – 12 x 56  e cosa vidi? Che con il reticolo illuminato al minimo e con gli ingrandimenti posti a 6 – 7 potevo ancora mirare con precisione una grossa sagoma scura a circa centotrentacinque metri di distanza! Incredibile.   La vampa e il rinculo del poderoso 8 mm ideato da Shuler m’impedirono di conoscere subito l’esito dello sparo, ma non ebbi alcun dubbio di aver eseguito un abbattimento netto e corretto. Era notte fonda quando mi coricai pensando a cosa avevo già in carniere, un gran bel maschio da trofeo e una grossa femmina abbattuta per selezione, niente male come inizio. Nei giorni a seguire fummo meno fortunati.

Un mattino, insolitamente nebbioso, abbattei un giovane fusone di cervo sottopeso,  poi una magnifica volpe, ma per il momento i grandi maschi sembrava che avessero smesso di bramire. Il penultimo giorno di caccia, alle cinque e mezza del mattino, io e il granitico Franz ci appostammo su un’altana posta al centro di una lunghissima lingua di bosco confinante con un campo coltivato ad erba medica, neanche fossimo in Maremma o sull’Appennino tosco-emiliano. L’aria era tiepida e lo zirlo di decine e decine di tordi mi faceva venire la nostalgia di casa. Ad un tratto, in tre punti distinti e lontani tra loro chilometri, ricominciarono a bramire i cervi. Franz automaticamente cadde in trance. Lo spiai che ascoltava concentratissimo quel concerto per alcuni minuti poi, eccitato, scese dall’altana e mi fece segno di seguirlo.

Raggiungemmo il fuoristrada, percorremmo che so’, due – tre chilometri, riparcheggiammo in silenzio e c’inoltrammo lungo un sentiero poco transitato, a stento distinguibile nell’intricato bosco ungherese. Giunti in prossimità di un’immancabile “restone” Franz s’immobilizzò e si mise in ascolto. Pochi attimi dopo un possente bramito ci giunse nitidissimo dalla costa che avevamo a specchio davanti. Che spettacolo!  Contemporaneamente mettemmo mano ai nostri binocoli e dopo pochi minuti, che a me sembrarono un’eternità, alla mia sinistra finalmente avvistammo un grosso maschio di cervo che camminava lentamente parallelo al ciglio della costa. Franz lo valutò subito sui quattro chili e mezzo – cinque di trofeo, quindi proprio quello che cercavamo.

Lo interrogai col solo sguardo e lui fece spallucce, come a volermi dire: “Se te la senti..”. L’animale era stupendo, massiccio, con un palco forte e regolare, decisamente il cervo giusto, ma nelle lenti del mio  8 x 42 lo vedevo veramente piccolo e molto scuro. Lanciai l’impulso laser del telemetro e nel display lessi che si trovava a circa 264 metri di distanza. A quel punto distesi il bipiede, mi sdraiai in terra, poi presi a traguardare direttamente il cervo attraverso l’ottica della carabina e infine tolsi la sicura. Feci due rapidi conti per regolarmi con l’alzo (l’arma era tarata a centocinquanta metri), armai il primo grilletto, regolai la respirazione e mentre allineavo il reticolo  sulla possente spalla del grosso animale, questi s’immobilizzò.

L’Harris mi garantiva un appoggio perfetto, così strinsi bene il calcio della Steyr Mannlicher e sparai. Anche con quelle condizioni di luce precarie vidi ugualmente una nuvoletta di polvere alzarsi dalla spalla del cervo circa una decina di centimetri più in basso di dove avevo mirato, come a confermare che i miei calcoli erano stati esatti. Il poderoso animale stentò pochi passi e poi scivolò in discesa come un gigantesco camoscio scomparendo in quell’inferno verde.  Ci sono dei rari momenti che sento l’intimo bisogno di complimentarmi con me stesso: “bravo Marco”! Bhe, quello è stato uno di questi. Perché non solo avevo fatto uno splendido tiro, ma avevo eseguito anche un abbattimento pulito e corretto, cosa non sempre facile quando si spara in quelle condizioni di possibile angolo di sito, eccessiva distanza e scarsa illuminazione. Talmente presi dall’eccitazione Franz ed io facemmo un piccolo errore….

Corremmo subito a vedere il capo abbattuto invece di prendere qualche riferimento della zona dov’era caduto. Infatti, dopo aver attraversato un campo di girasoli tagliati e un boschetto di prugne selvatiche, tribolammo non poco per trovare il punto esatto dove giaceva il grande cervo, neanche fosse stato un tordo o un fagiano. Il resto è storia, una di quelle a lieto fine, il cui ricordo lo conserverò gelosamente nell’angolo remoto del mio cuore dove custodisco gli avvenimenti più significativi. Credo sia mio dovere ringraziare anche il carissimo amico Laszlo, per avermi concesso ancora una volta il permesso di sognare ad occhi aperti.  

                                                                   
 
Marco Benecchi

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53 commenti finora...

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

... Carlo,ma scherzi ??!!!!! quello di stamani è stato solo un pensiero a voce alta nel leggere di simili disgrazie!! son nel cuore a tutti voi che avete subito la triste sorte della perdita di un caro !
Penso che il dolore sia inumano ancor di + per il non poter far nulla,inermi di fronte al male.Brividi di tristezza e grande senso di sconforto !
------------------
Per qnt riguarda le tese alle palombe,dopo 16 giorni di ottobre pazzescamente inermi,i 4 giorni che son seguiti e cioè :mercoledì 17 giovedì 18 sabato 20 e domenica 21 han fatto girare curate e giocate con i mitici uccelli blue DA FANTASMAGORICHE EMOZIONI da RECORD !
stop..finito lì,la settimana seguente quasi nulla per poi da sabato 27 acqua acqua e solo acqua !
Avrei intenzione pure io di continuare fino a metà mese sul capanno,ma sinceramente penso che siam già al capolinea del passo se nn si rimette al bello.
Giovedì 01 si rinnova sul campo la BAR LONG TRACK NUOVA in polimeri nera (chissà che nn ci metta su una reale padella..@::(((( )

da colombaio senese  30/10/2012 14.03

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Hai ragione colombaio, ma si sta avvicinando novembre........... a me fa piacere ricordare il mio maestro di caccia e di vita, anche se a volte su questi siti perdo le staffe e conoscendomi devono proprio essere rompiballe... mi ripeto, mai cacciato cervi daini o mufloni, non partecipavo alla discussione su calibri e quant'altro, poi un post del Benecchi mi ha messo un pò di malinconia e sono intervenuto.stop. Colombaio, come è andata la stagione a colombacci? noi si è fatto carniere, ma poteva andare molto meglio, quando sono iniziati a passare i veri branchi, non degnavano minimamente, comunque ci siamo divertiti, gli altri imperterriti seguono ancora la tesa, io mi sono dato all'irsuto.Carlo

da Carlo 62  30/10/2012 13.32

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

cazzarola ragazzi...leggervi di prima mattina con questi argomenti (PURTROPPO è LA VITA)mettete subito un malincuore dentro che nn immaginate !!!!

con rispetto assoluto.... Massimiliano

da Colombaio senese  30/10/2012 8.10

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Marco hai pienamente ragione, la vita è una sola, ma tempo fa qualc'uno cantava che bastava la salute e un paio di scarpe nuove, ora la salute prima di tutto, ma solo con le scarpe ci fai zero, nel territorio dove abito io la crisi da qualche anno è profonda, e almeno per quest'anno mi sono riproposto, poco di tutto, poi il prossimo anno ne riparliamo, il lavoro "bisogna tenerlo stretto" finchè c'è. Io ho letto bene caro amico il tuo post sopra, ci sono passato con il mio povero babbo, devo a lui l'amore per l'ars venandi, a cinque anni lo seguivo al capanno a otto mi faceva sparare con la doppietta una bernardelli che pesava più di me, eppure uomo dal fisico statuario, con sette mesi il male l'ha portato con se. Saluti Carlo

da Carlo 62  30/10/2012 7.54

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Carissimo Carlo, condivido pienamente il tuo attaccamento al lavoro, ma forse non hai letto cosa ho scritto di mio nipote............................................... Tante cose che lui voleva fare in futuro ora non potrà più farle. Dopo quello che è successo, mi sono DEFINITIVAMENTE CONVINTO che noi poveri mortali siamo sulla terra di passaggio. Il prete che ha fatto il sermone mi ha detto: "E dove stà scritto che dobbiamo vivere tantissimi anni!!!" Mò vai un po' a dargli torto.. Morale, capisco il momento di crisi e il senso del dovere, ma la vita è UNA SOLA. Quindi cerchiamo di godercela un pochino.
Un caro saluto
Marco

da Marco x Carlo  30/10/2012 7.29

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Marco accetterei di corsa il tuo invito e spero se non quest'anno di venirci al prossimo, sono molto impegnato nell'azienda dove lavoro, ho tante ferie e non posso consumarle, farò il mercoledi' qualche battuta al cinghiale e basta, ma quest'anno mi è proprio impossibile muovermi, sai la crisi, problemi finanziari e governi tecnici vari, non mi permettono neanche di passare un sabato e domenica tranquillo (sto arrivando al punto di portarmi una brandina in ufficio e fare 24 su 24 al lavoro). Saluti Carlo

da Carlo 62  29/10/2012 15.02

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

veramente una grande perdita per il mondo venatorio !
sentite condoglianze alla famiglia !

Massimiliano

da Colombaio senese  29/10/2012 11.48

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

CI HA LASCIATO FULVIO PONTI,
Carissimo amico oltre che collega giornalista e grandissimo cacciatore. Una grave perdita per tutti Noi!
Purtroppo un brutto male l'ha stroncato nel fior fiore della vita. Mi sento in dovere di ringraziarlo per tutte le cose che ha insegnato ad una intera generazione di appassionati di Caccia a Palla.
Alla Famiglia vanno le mie più sentite condoglianze.
Marco Benecchi.
un suo sincero Amico!

CIAO FULVIO!!!!!!!

da Da MARCO BENECCHI X TUTTI  29/10/2012 11.30

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Ciao Marco, mi dispiace per tuo nipote e lascia stare certa gente "non fa testo"! Sono stato venerdi in Alto Adige ( altro mondo si caccia anche il martedì e venerdì) e ho preso una bella femmina di sei anni! Oggi riparto per un maschio ma mi sa che becco la neve! Rigurado l'orso in Canada sto aspettando notizie poi ti chiamo. Ciao Marco e Walter a presto.

da Marco Fabbri Weidmansheill  29/10/2012 10.33

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Signor Benecchi, lasci perdere, conosco le sofferenze e le cose importanti della vita, la madre degli imbecilli è sempre incinta. Coraggio!

da vecchio cedro  29/10/2012 10.24

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

L'ho nominato io il 5,6x50.
C'è uno nella mia riserva che lo usa anche sul cervo ... !!!
Rileggiti i miei ultimi post, troverai.
Insisto nel dire che il 5,6x50 sul cervo è ... Pura follia !!!

Mi dispiace molto per tuo nipote.
Un abbraccio grande da Walter

da OLD_Hunter x Marco  29/10/2012 9.56

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Che fai l'11 di novembre?
Ce la fai a venire a Capalbio che facciamo una battuta tra amici?

da Marco x Carlo  29/10/2012 8.59

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Zot sta per ZOTICONE, Marco lascia perdere, persone che valgono meno della cacca di un moscellino, nella vita campano sulle spalle dei propri genitori finchè non muoiono, poi li troviamo a fare i barboni fuori dalle stazioni o chiese a chiedere l'elemosina, la loro vita zero crepano e nessuno se ne accorge, mi dispiace Marco per quello che hai raccontato................. però ora parliamo d'altro. Io no posso intervenire perchè cervi, camosci o daini, solo in tv li ho visti, saluti il mio campo è molto ristretto(solo cinghiali e sto frequentando il corso per caprioli).
Carlo

da Carlo 62  29/10/2012 8.27

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Poi vorrei rispondere a Zot, che se era un uomo poteva firmarsi e magari chiedermi un confronto ravvicinato e diretto e dirmi quel che ha scritto di persona. Perchè gli uomini con la U maiuscola fanno così.
Poi sul fatto che Adesso posso anche morire! Non c'è problema Zot, io la mia vita l'ho già vissuta: INTENSAMENTE, non so tu! il 17 marzo è morto mio nipote a cui volevo più bene di un figlio 26 anni eletto mister non so cosa per la sua statuaria bellezza. Un tumore gli ha concesso tre mesi di vita. Meno male che ha fatto una morte dignitosa. Se n'è andato come ha vissuto, con onore senza disturbare nessuno. Sono stato sul suo letto di morte a piangere come non avevo mai fatto e se un angelo o un demonio mi avessero proposto di scambiare la mia vita con la sua lo avrei fatto IMMEDIATAMENTE E SENZA PENSARCI UN ATTIMO. Credimi. Un'atra cosa Le corna del mio cervo sono uguali alle mie? Mia moglie fa l'assistente sociale e lavora 20 ore al giorno immersa nella sofferenza, poi abbiamo una bella casa da accudire e un figlio che va all'università in più 7 cani! E tu dici che trova anche il tempo di mettermi le corna? Che dici Zot, ci vogliamo incontrare per parlarne di persona... solo io e te.....?
Quando vuoi! e Dove vuoi.

da Marco Benecchi  29/10/2012 7.48

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Ehi Ragazzi, mi sono riletto qualcosa sul blog, ma non ho trovato che dice di usare il 5,6 x 50 RM sul cervo. Io l'ho provato PERSONALMENTE su Caprioli, giovani daini ed un mio amico anche sui camosci con abbattimenti istantanei, ma sul cervo...........
Sono appena rientrato da una breve uscita infruttuosa a camosci. Pioggi, neve e tanta, tanta NEBBIA!!!
Teribile. Comunque la caccia al Re delle Vette è sempre la più bella in assoluto. Anche se a praticarla è un Maremmano d'HOC!

da Marco Benecchi  29/10/2012 7.38

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Quanto sei deficente Zot, te la potevi risparmiare!

da Carlo  27/10/2012 18.41

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

“Adesso posso anche morire” e speriamo che succeda presto .Pendi bene le misura delle corna perchè sono quelle che porti..

da zot  27/10/2012 13.31

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Non accettiamo provocazioni e cerchiamo di mantenere un tono civile. Per il capriolo: e il buon vecchio (sono o non sono un "vecchio cedro"?) 22 Hornet? Ho un paio di combinatini Ferlach niente male che, anche per il capriolo entro i 100 mm, mi hanno dato grandi soddisfazioni. Tutto però dipende dal contesto e non sono favorevole ad una corsa al ribasso del calibro (conscio che il potere d'arresto dipende tanto dal calibro ma dall'energia ceduta e quindi dal tipo di palla). Per il piccolo ungulato il 243 W è un'ottima medicina.

da vecchio cedro  26/10/2012 8.14

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

x cerbiatta,
vedi noi siamo nella storia e in comunione con la natura da migliaia di anni, mentre tu, ed altri come te, vi siete messi in testa di uscire dalla realta' e crearvi un mondo che non vi appartiene ed a cui, soprattutto, voi non appartenete.
Non hai nessun diritto di chiamare assassino un cacciatore, l'assassinio in se' e' completamente un'altra cosa,
ed il fatto che non te ne accorga, la dice lunga su come sei.
Cerca di essere, piuttosto che sembrare, mettici del tuo e rifletti su quello che e' ed e' sempre stata la natura, e su come invece vorreste che fosse. Ne' noi, ne' voi siamo e saremo in grado di cambiare questo stato di cose che esiste dall'era dei tempi. Fattene una ragione.

da fabio guidi  26/10/2012 7.58

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

è un cornuto proprio come te, però lui è molto più bello e lo hai ucciso perché sei invidioso, sei uno schifoso assassino

da cerbiatta  25/10/2012 23.05

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Ho capito bene che vai a farti un camoscio ... In casa mia ? :)
Se è così, parla con Aulo che organizziamo una cena tutti assieme.
E siccome cominci a diventare anche tu vecchierello (è il difetto dei vivi, consolati ...), lascia pure a casa il Wea, ti presto io volentieri il mio Winchester 70, poco più di 3 chiletti compresa ottica e munizioni.
Così entri anche tu a far parte del Fan Club del .270 WSM ... :) :) :)
Scherzi a parte, sarebbe una buona occasione.
E mi farebbe piacere.
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Marco  25/10/2012 19.26

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Hai ragione, andare a cervi col 5,6x50, a mio avviso, è pura follia ...
Però chi lo fà quest'anno ha abbattuto un bel "coronato" di non so quanti kg, ma parecchi.
Lui dice che gli spara da max. 100/120 mt diritto nel collo ... Mah, che dire ... Io non lo farei, però ...
Quanto al .222 sui caprioli ... Ma sembra fatto apposta !
Pensa che io ci andavo, in Slovenia, con una Sabatti in 6 PPC. Quando hanno visto la cartuccina per la prima volta, avresti dovuto vedere le faccie ! Tutti perplessi, per non dir peggio. Anche qualche commento non proprio benevolo nei miei riguardi.
Quando però hanno visto come venivano giù fulminati sul posto, c'era la fila a chiedermi come, quando, dove, quanto costa ... !
E' sempre lo stesso problema : cessione di energia ! Coi piccoli calibri su piccoli animali la cessione è massima, ed i risultati si vedono.
Ciao, un abbraccio

da OLD_Hunter x Corvo  25/10/2012 19.20

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Addirittura 5,6x50 sul Cervo ? Azzarola ! Ma non è un pò tanto rischioso ?

Pensa che c'è un mio amico che usa un .222 a Caprioli e mi dice che non è stato mai così contento (prima usava un 7x64 e cartucce RWS KS 123).
Col 222 usa le RWS 50 grani teilmantel e mi dice che fino ai 250 metri gli tira e non ha mai avuto problemi, anzi, dce che cascano meglio adesso che col 7 prima.
Mah !

Il Corvo

da Il Corvo x Old_Hunter  25/10/2012 14.10

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Walter mi scuso delle tre risposte, ma le ho date dal PC di mio figlio e così mi è partita una "raffica limitata di tre colpi"!!! Poi, per rispondere all'amico e collega di Club Carletto devo dirgli che abbinare il 257 al camoscio nel mio caso è come rigirare il coltello nella piaga........ Perchè se prima ce ne ho "Spenti diversi" ora per la caccia in montagna uso esclusivamente la Weath Ultralight cal. 270 WM MOLTO PIU' LEGGERA e dotata di freno di bocca che ai massimi ingrandimenti "a volte" mi permette di vedere l'esito della fucilata. La mia MK V in 257 con bipiede e Swaro 6 - 18 x 50 è un bel sasso da portare in spalla per ore ed ore. M'immagino cosa sarebbe una ULTRALIGHT in 257. Forse ho capito cosa mi regalerò per Natale..................

da Marco x Old e Carletto.  25/10/2012 9.04

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Finalmente uno che da il giusto peso ad un super calibro 257 WM che è una autentica BOMBA ! caro marco , con questo calibro ci faccio tutto e a tutte le distanze anche se non scendo mai sotto i 2 MOA ... non oso pensare cosa possa fare un calibro che scende sotto i due???? eh che ne dici marco??? Weidmannsheillll per il tuo camoscio a Tolmezzo!

da Carletto  25/10/2012 8.31

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Caro Marco,

Sebbe, come giustamente fai notare, alla soglia dei 60 (manca un mese giusto ...) stia diventando un po' duro di comprendonio, di post ne bastava anche uno solo, non servivano tre ... :-)
Vorrei poterti dare ragione, ma ultimamente non riesco ne ad andare al poligono (che, onestamente, appena posso frequento) ne a caccia. Prometto che migliorerò.
Sapevo che suscitavo un vespaio con la storia del .257 WM ... !!!
Ma in fondo è il confronto, anche lo scontro amichevole che mi piacciono.
Se hai una Mark V che ricama 3/4 cm a 200 mt, tientela ben stretta e usala il meno possibile, è quasi un miracolo. Suppongo solo con le Ballistic Tip.
Aulo se le sogna rosate così, dammi retta .... :-).
Che poi sia più letale il .257 del .270 ... Mah, forse si, forse no. Tra di loro c'è davvero una differenza esigua come calibro e pesi "standard" e anche come kgm. E poi dipende su cosa lo usi.
Sul fatto che poi non basti per il cervo, questo non l'ho detto.
Sai, io penso che il .257 davvero abbia il suo "fans club", ed in fondo è giusto così.
Io sto cercando di fondare quello del .270 WSM ... :-) :-) :-)
Anche lui i selvatici "li piega come un libro" - che non sarà felice, come battuta, ma assolutamente deliziosa ed esplicativa.
E non ho nemmeno dubbi che il tuo 8x68 ne abbia fatti di capi, ci mancherebbe !
Quanto all'eterno discorso sulla precisione di un fucile, permettimi di spiegarti come la penso.
La teoria degli errori dice chiaramente che gli errori non si sommano ma si moltiplicano.
Quindi, essendo il sottoscritto un mediocre tiratore a caccia, cerco almeno di avere una combinazione calibro/fucile che mi dia rosate molto strette di suo, così minimizzo almeno una delle due componenti.
Fino ad ora, i risultati mi hanno dato ragione.
Scusami tanto, ma dissento sulle misure che dai tu ed il tuo amico Laszlo del "buon fucile", almeno se vogliamo fare abbattimenti "chirugici". Se poi ci va bene correr dietro agli animali spanciati, allora ci stiamo, ma non è nella mia etica venatoria.
L'animale a cui ho sparato che ha fatto più strada l'ho trovato 15 mt. più in là, ed almeno il 75% è crollato sul posto.
Io la penso così, ma non pretendo che tutti la pensino alla stessa maniera.

Apertura al cinghiale alle porte.
Se la mia spalla reggerà (sabato ci provo a tornare a sparare, spero tanto di farcela ...) la prossima settimana sono in Toscana. Non vedo l'ora !!!
Chissà, magari è la volta buona che ci si vede, io sarò dalle parti di Firenzuola, una zona splendida. Ci fai una scappata, magari venerdì che non si caccia ? Mi farebbe davvero piacere ...
Così continuiamo amichevolmente a battibeccare, ma davanti ad un buon bicchier di vino !!!
Un abbraccio a tutti da Walter.
Anche ai fans del .257 ... :-)

da OLD_Hunter x Marco  25/10/2012 8.24

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Caro Walter,
Credo che forse, alla soglia dei 60 anni ora vai più al poligono che a caccia! La Mia Weatherby Mark V calibro 257 WM fa delle rosate da gara 3 - 4 cm anche a 200 mt! Ma non è quello che m'interessa.
Come non interessa al nostro comune amico AULO di Tolmezzo!!! Laszlo, l'ungherese che "fATTURA" 2000 caprioli l'anno e 3-400 cervi dice che un buon fucile da caprioli è quello che a 100 metri colpisce un quadrato di 20 cm x 20 e uno da cervi 40 x 40. Per piacere con confondiamo la CACCIA con lo sforacchiare la carta!!! Una volta un vecchio cacciatore di camosci che usava un combinato cal. 6,5 x 57 R mi ha detto che un buon fucile da camosci è quello che a 200 metri centra un piatto!!!!!! Tornando al calibro, diciamo pure il mio preferito per tutte le cacce, esegue degli abbattimenti che non ho mai visto utilizzando anche calibri maggiori. Per farti un esempio, è più letale il 257 del 270 WM. E' INSUFFICIENTE PER IL CERVO? Devo dire di non averlo mai usato sui pannonici, ma sempre Laszlo, ne ha abbattuti diversi col 25.06, quindi................. Il 257 qualsiasi cosa colpisce (fino ai cinghiali di 130 kg e i palanconi di daino e gli stambecchi asiatici) li "spegne sul posto". Scusatemi la frase infelice, non mia, ma di un mio amico toscano: i selvatici li "piega come un libro". Ballistic Tip da 115 grani. Ricaricate con la MRP e originali, fanno praticamente la stessa rosata!
Caro Walter ritornando al mio Steyr 8 x 68 (NB di Steyr ne ho 5!!) ne ha fatti di capi...............
Ora dobbiamo concentrarci su camosci e cinghiali!!!! L'apertura è alle porte.
Un caro saluto a tutti
E uno ancora più caro ai fans del 257 Weatherby Magnum

da Marco Benecchi x Old  24/10/2012 20.31

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Caro Walter,
Credo che forse, alla soglia dei 60 anni ora vai più al poligono che a caccia! La Mia Weatherby Mark V calibro 257 WM fa delle rosate da gara 3 - 4 cm anche a 200 mt! Ma non è quello che m'interessa.
Come non interessa al nostro comune amico AULO di Tolmezzo!!! Laszlo, l'ungherese che "fATTURA" 2000 caprioli l'anno e 3-400 cervi dice che un buon fucile da caprioli è quello che a 100 metri colpisce un quadrato di 20 cm x 20 e uno da cervi 40 x 40. Per piacere con confondiamo la CACCIA con lo sforacchiare la carta!!! Una volta un vecchio cacciatore di camosci che usava un combinato cal. 6,5 x 57 R mi ha detto che un buon fucile da camosci è quello che a 200 metri centra un piatto!!!!!! Tornando al calibro, diciamo pure il mio preferito per tutte le cacce, esegue degli abbattimenti che non ho mai visto utilizzando anche calibri maggiori. Per farti un esempio, è più letale il 257 del 270 WM. E' INSUFFICIENTE PER IL CERVO? Devo dire di non averlo mai usato sui pannonici, ma sempre Laszlo, ne ha abbattuti diversi col 25.06, quindi................. Il 257 qualsiasi cosa colpisce (fino ai cinghiali di 130 kg e i palanconi di daino e gli stambecchi asiatici) li "spegne sul posto". Scusatemi la frase infelice, non mia, ma di un mio amico toscano: i selvatici li "piega come un libro". Ballistic Tip da 115 grani. Ricaricate con la MRP e originali, fanno praticamente la stessa rosata!
Caro Walter ritornando al mio Steyr 8 x 68 (NB di Steyr ne ho 5!!) ne ha fatti di capi...............
Ora dobbiamo concentrarci su camosci e cinghiali!!!! L'apertura è alle porte.
Un caro saluto a tutti
E uno ancora più caro ai fans del 257 Weatherby Magnum

da Marco Benecchi x Old  24/10/2012 20.31

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

sotto i due MOA !!! si ma a cosa serve a caccia? a nulla! questo è un super calibro in grado di fare cose pazzesche e poi sopravvalutato da chi??? osannato da chi? non è per tutti quelli che non credono nei calibri magum . Io non sono mai andato a caccia con un 270W che fa un terzo di quello che posso fare io con il mio 257 bomba!

da Carletto il sapiente  24/10/2012 19.48

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

X Tiroler.
Beh, i conti tornano, come energie.
Che le HM siano molto espansive ... Beh, Franz, parliamone ! Giuro che c'è di meglio.
Provare per credere : ecco, questa è la parte èpiù complicata.
Niente di personale, ma comprarmi un 8x68 solo per vedere se hai ragione o no ... Capisci se ti dico che le mie tasche non me lo lasciano fare ?

X Luciano
Il .257 WM è un bel calibro, ma, scusa se te lo dico, sopravvalutato e sovraosannato.
La sua precisione lascia alquanto a desiderare, scendere sotto i 2 MOA è un'impresa, e quando ad energia ... Beh, c'è di meglio.
Non per tutti ?
Mah, spiegami il perché.
Polemicamente mi verrebbe da risponderti "Non per tutti, solo per quelli che ci cascano ..."
Un abbraccio anche a te.

X Vecchio Cedro
Ehi, non ti vantare tanto ... Che qui di giovani non se ne vedono !!!
Io e Tiroler siamo ai 60, tu ?
Il 30-06 è del 1906, per la cronaca, e non è vero che dagli anni 30 in poi non ci siano state significative novità. Se poi ci si accontenta, allora va bene tutto.
Amico mio, la Tradizione, quella con la "T" maiuscola, teniomocela per il comportamento e l'etica venatoria. E largo ai calibri nuovi ... :-)

Un abbraccio a tutti da Walter

da OLD_Hunter  24/10/2012 15.33

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

W i "vecchi" calibri europei! Sono "vecchi" (si fa per dire) come me , ma non per questo meno efficaci. Ho l'impressione che, dagli anni 30 in poi, (dai primi anni dell'altro secolo? vedi ad es. il 30 06) non sia emerso, in termini di balistica/meccanica, nulla di particolarmente interessante e di particolarmente innovativo. W la vecchia tradizione!

da vecchio cedro  24/10/2012 11.48

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

257 WM è super super super calibro ... ma non è per tutti

da Luciano  24/10/2012 10.45

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

sei sempre preciso ed esaustivo, le mie sono solo considerazioni empiriche, "da manovale" potremmo dire. Sono allora andato a guardarmi i dati sulla scatola delle mie HM rws che danno, a 240m, 3.338 j di energia e che, essendo molto espansive, producono l'effetto di rilascio energia da te indicato: provare per credere. una caro saluto

da tiroler X OLD  24/10/2012 10.20

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Franz,
A parte la tua idiosincrasia per i calibri americani (eh, eh, eh ... quanto discuteremo io e te su questo ?) hai detto delle sacrosante verità, che mi trovano pienamente daccordo.
Specie per quanto riguarda il .257 Wea, calibro osannato da tanti ma in realtà ...
E' per questo che mi sono preso il .270 WSM ... :-)
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Tiroler  24/10/2012 9.35

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Misteri della balistica ?
No, se la si conosce un po' meglio !
Vogliamo provare ad analizzare il fatto ?
Allora, cominciamo con una tiratina d'orecchie al Marco : secondo il programma balistico QuickLoad vers. 3.2, i tuoi 73,5 grani di polvere Rottweil R 904 dietro ad una Partition da 200 grs. che sviluppa circa 5.400 Joule in una canna da 60 cm, sono ECCESSIVI, stai sforando di oltre 300 Bar la pressione massima ammessa per l'8x68.
Così, per amore di cronaca (e di sicurezza ...).
In ogni caso, sempre secondo i programmi balistici, a 240 mt. la Partition vola a circa 2300 FPS, una velocità che non permette ancora un'espansione ottimale della palla, che si ha dai 2.600 FPS in poi. La Partition è una palla eccellente, nulla da ridire, ma nasce per animali "coriacei", ed il cervo non è tra questi. Sarà molto vitale, certo, ma viene considerato (balisticamente parlando) una "pelle tenera", non una pellaccia. Inoltre, la frammentazione della palla non è tra le prerogative della Partition, anzi, proprio l'incontrario.
Quindi, cosa (probabilmente) è successo ?
Al Signor Cervo (perché E' un Signor Cervo) gli è arrivata addosso una notevolissima quantità di energia, parliamo di 3.300 Joule (pari a 340 Kg/M) ma la palla non si è espansa più di tanto e direi che, soprattutto, non ha provocato significativi fenomeni di shock idrodinamico. Specialmente se, come sembrerebbe dal racconto, è stato attinto ortogonalmente.
Se proprio vogliamo restare sull'8x68 (che onestamente continuo a considerare eccessivo) proviamo a cambiare combinazione di ricarica ?
Restiamo sulle Nosler come palle (che personalmento considero insuperabili) ma dalla Partition passiamo alla Accubond, stesso peso, ma di conformazione interna diversa.
Come polvere, scegliamo la reperibilissima Vithavuori N560, alla dose di 75.5 grs, per ottenere una velocità di 3.000 FPS sempre nella stessa canna da 60 cm. per 5.450 Joule, restando entro le pressioni massime consentite (sebbene al limite).
Alla stessa distanza di 240 mt. ci ritroviamo 2.400 FPS, circa 100 FPS in più rispetto alla Partition, velocità che, per la Accubond, è una velocità ottimale per la sua espansione.
Inoltre, l'Accubond nasce per cedere energia, espandersi, frammentarsi e destabilizzarsi a scapito della penetrazione che però in questo caso non è così importante per le considerazioni già dette.
Personalmente penso che con questa combinazione i risultati terminali sarebbero decisamente più imponenti con lo sviluppo di uno shock idrodinamico imponente e potenzialmente fulminante.
Vogliamo parlare di calibri ?
L'amico Corvo parla di .270 Win con palla da 130 grs.
Considerando che nella mia riserva vengono abbattuti cervi al bramito con un 5,6x50 la cosa non mi stupisce più di tanto.
Anzi, a mio avviso i 7 mm. ad alta intensità sono ottimali per questa caccia, anche a distanze importanti dato l'elevato C.B. delle palle di quel diametro.
Prendiamo in considerazione, ad esempio, il 7 Rem. Magnum, calibro conosciutissimo e di facilissima reperibilità.
Ricarichiamo 67,5 grs sempre di N560 dietro ad una Accubond da 160 grs, combinazione che sviluppa oltre 4.500 Joule.
Sempre a 240 mt questa palla vola a quasi 2.600 FPS sviluppando un'energia di 3.225 Joule, pari a 329 Kg/m, una differenza irrisoria rispetto all'8x68 come energia, ma abissale come velocità, parliamo di 300 FPS in più.
A quella velocità l'Accubond diventa assolutamente devastante, crea uno shock idrodinamico massivo tale da fermare sul posto qualunque animale a pelle tenera fino ai 300 kg.
Perché per "fulminare" il selvatico la cosa più importante non è tanto l'energia che gli scarichiamo addosso ma come questa energia viene ceduta.
Per parafrasare una vecchia pubblicità di una nota casa di pneumatici, "La potenza è nulla senza il controllo" !
Scusatemi se sono stato un po' prolisso, ma la balistica è la mia passione ...
Un abbraccio a tutti da Walter


da OLD_Hunter x tutti un po' ...  24/10/2012 9.32

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

un cervo di quella mole, nel pieno del bramito, succede che non crolli sul posto anche se ben colpito, dipende essenzialmente dal lavoro della palla in considerazione dei tessuti e dei vasi interessati, dell'angolo d'impatto, delle lesioni a livello midollare, del fatto che fosse all'erta o tranquillo, ecc.: sono tanti i parametri. Per la mia modesta esperienza su questi animali, l' 8x68 non ha eguali, anche con palle commerciali più leggere delle 200 grs. Per quanto riguarda gli altri calibri, a parte la mia idiosincrasia per quelli americani che non hanno proprio inventato niente, sono d'accordo sulla validità del .257wm(non per il cervo, però, ché ne ho visti più d'uno, ben colpiti, andare via) e sul 5,6x50. Al 22.250, preferisco allora il 5,6x57, altro mostro di precisione e letalità, ormai da decenni snobbato perché condizionati dalle mode importate dal mercato americano. Anche i costruttori europei si sono(purtroppo) allineati alle mode e solo ed unicamente per convenienza commerciale, certo non per pretese superiorità degli impianti balistici USA: la loro forza è il mercato, non la tecnica

da tiroler X Marco  24/10/2012 8.53

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

basta mettere la palla nel punto giusto e zac un cervo li tiri giu anche con la 22.250 ... Weid !

da Luciano  24/10/2012 8.30

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Infatti, non riesco a spiegarmelo neanche io che di "missili" 8 x 68 NP ne ho tirati parecchi!. Di tutti i calibri che uso e che ho provato, quelli che mi hanno impressionato per la loro letalità sono stati proprio l' 8 Shuler, il 257 WM (da paura!), il 5,6 x 50 RM e il 22-250. Eppure quel grande maschio era stato preso bene! Il secondo da maggiore distanza e colpito più o meno nello stesso punto ha fatto due passi! Purtroppo la balistica terminale non è una scenza esatta.
Saluti
Marco
NB condivido il discorso calibri. Specialmente oggi che i "vecchi" calibri possono essere notevolmente potenziati con la ricarica e con l'uso di palle più prestanti! Vedi appunto l' 8 x 68 con le Nosler Partition

da Marco x Corvo  24/10/2012 7.58

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Weidmannsheil !
Bellissimo racconto e complimenti per l'abbattimento.
Certo che sapere che un Cervo colpito in pieno da 200 grani di Partition lanciata da un 8x68S va ancora via per un pò non è molto confortante.
Io ho amici che al Cervo vanno col 270 Win e cartucce Norma da 130 grani.

Per quanto riguarda calibri "vecchi" vs. calibri "moderni" non sarei troppo sicuro che alcuni di quelli "storici" hanno fatto il loro tempo, anzi !
E' più facile che sparisca un calibro recente (tra l'altro, parecchi sono fotocopiati...) che non un 8x57 o 7x57, o anche 6,5x57, che ormai resistono da più di 100 anni e, secondo me, hanno ancora molto da dire e non moriranno mai.

Un saluto
Il Corvo

da Il Corvo  23/10/2012 14.23

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Comprensibile, ma non necessariamente condivisibile la vostra "passione" per armi e calibri datati.
La tecnologia avanza e non capisco perché non dobiamo usufruire delle occasioni che ci offre.
Certo, questo non significa correr dietro ad ogni novità che ci viene proposta, anche prché (spesso) non è detto ne che funzioni ne che sia una vera novità ...
Ma restare così pervicacemente attaccati al passato, mi sembra eccessivo.
Caro Vecchio Cedro, parliamoci chiaro : l'8x57 ha fatto il suo tempo, siamo onesti ! Ed il tuo binocolo, per quanto Zeiss, resta un 8x32. Che sarà certamente ancora utilizzabile, ma credimi che ci sono in circolazione ottimi binocoli che a costi assolutamente accettabili ti faranno vedeere cose ... che non hai ancora visto !
Franz, lo so, ci siamo parlati tante volte, e sappiamo entrambi come la pensiamo.
La Caccia, quella con la C maiuscola, è bella se la fai come va fatta. Non con COSA la fai.
Le emozioni sono le stesse, sia col tuo amato 8x68 che col mio amato .270WSM.
Un abbraccio a tutti gli amici da Walter

P.S. Per chi ancora non lo sapesse, ho 60 anni ... :-)

da OLD_Hunter x Tiroler e Vecchio Cedro  23/10/2012 8.55

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

non posso che condividere la tua posizione. Non possiedo un arma come la tua(a parte un vecchio steyr 8x50 che però non è più assolutamente in grado di svolgere la sua azione), ma rimango sul tradizionale sia come armi che come ottiche: niente torrette o diavolerie del genere, niente esasperazioni balistiche. Tanto cammino, tanta pazienza... e anche tanti ritorni con la coda nel sacco che mi permettono comunque di valutare ed apprezzare il mio ambiente di caccia e la fortuna che di poter abitare in questi posti e godere di questa natura impareggiabile. Un caro saluto

da tiroler X vecchio cedro  23/10/2012 8.14

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Caro Benecchi, corretta la tua osservazione. Io comunque, nella mia paranoia venatoria, ho deciso di cacciare (quasi) solamente con un vecchio Mannlicher Scoenauer del 1926 con ottica originale dell'epoca nell'ottimo calibro, ancora perfettamente attuale, 8x57 JS ed un binocolo 8x32, rigorosamente ZEISS Jena preda bellica della I guerra mondiale di un Ufficiale KuK. Ti assicuro che è ancora un bel cacciare! Se no, che Vecchio Cedro sarei?

da vecchio cedro  23/10/2012 7.42

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Grazie tante ma ... Quest'anno, niente caccia, almeno finché non mi rimetto in sesto la spalla ... ;-(
Comunque, per le mie tasche, 2.000 e passa euro sono tanti.
E comunque conosco l'organizzazzione, e (credo) anche il tuo amico Laslo, forse incontrato in una Exa di tanti anni fa.
Io, per il momento, mi devo accontentare di sperare di incontrarne uno nella mia riserva.
Che mi costa giusto giusto un decimo ... :-)
Un abbraccio da Walter

da OLD_Hunter x Marco  22/10/2012 18.06

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Molto, molto meno di quello che immagini. Chiama LASZLO 0036309831166 a nome mio e fati fare un preventivo. In questo periodo si fanno molti affari. Laszlo è il N° UNO degli organizzatori di caccia in Ungheria. Uno dei migliori professionisti con cui abbia mai avuto a che fare!!! E' il titolare dell'agenzia lESLI CLUB. Vai a visitare il suo sito. Un caro saluto
Marco

da Marco x Old  22/10/2012 10.00

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Bravo, bel colpo.
Bel trofeo.
Complimenti !!!
Peccato che non tutti possano permettersi animali del genere.
Almeno, io no.
Ma quanto ti è costato ?

da OLD_Hunter x Marco  22/10/2012 9.42

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Hai certamente ragione. Ogni caccia, anzi, ogni tiro, fa storia a se. Ti dirò che qui da me(non so in altre zone), statisticamente, al cervo si spara dai 150 ai 300 m, quasi sempre all'alba o negli ultimi secondi di luce, 10 min di caccia e 30 sec per decidere se sparare o meno. Con la mia ottica(un semplice Zeiss senza torrette o accorgimenti balistici), preferisco una palla più leggera che mi assicuri un po' meno calo alla distanza, ma quandoi arriva ti assicuro che fa il suo dovere.
Ciao

da tiroler X Marco  19/10/2012 11.01

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Senti da dove voglio iniziare il discorso: Tanti anni fa una vipera mi ha morso la mia setter migliore, ma per fortuna sono riuscito a salvarla senza conseguenze. Ad un mio amico invece il cane, dopo essere stato morso allo stesso modo, gli è morto il giorno stesso. Parlando di questo fatto con un mio amico veterinario mi ha spiegato che "ogni singolo attacco da parte di una vipera è diverso da un'altro perchè sono in ballo troppe varianti". Condizioni del cane, della vipera, potenza del veleno,, dove ha morso, da quanto tempo aveva morso un'altro animale e così via. MORALE: ogni singola avventura di caccia è storia a se!!!!! E' raro e molto difficile che due avventure si somiglino. E' sbagliato dire al cervo, al cinghiale, al capriolo si deve sparare così! Al limite potremmo dire si DOVREBBE SPARARE COSI', ma poi ci si deve regolare secondo esigenza. Io sono per il tiro a breve distanza, ma sono preparatato (vado a caccia da più di quarantanni!) anche a tirare più lontano. La Nosler da 200 grani è eccezionale. Tieniti forte, personalmente la preferisco a TUTTE le altre palle di concezione europea. Ho una certa simpatia solo per le TIG!
Perdonami!!!!
Un caro saluto
Marco

da da Marco x Tiroler  19/10/2012 10.28

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Weidmannsheil Marco, di cuore. I nostri cervi non arrivano a quelle dimensioni ma l'emozione credo sia la stessa. Hai visto il "vecchio 8x68" che bel calibro? Personalmente penso che la palla da te usata sia un po' pesante per tiri a quella distanza, ma il risultato ti dà ragione. Quest'anno ho cambiato e uso al posto della KS le HM da 12.1 g. Concordo con te che, al cervo, tiri sull'Alpenstock a meno di 100 m siano ben rari.

da tiroler X Marco  19/10/2012 10.17

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Mah!!!!!!!!........................

da Carlo  19/10/2012 9.47

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

estremisti??? Benecchi , è piu facile sbagliarlo a 60 metri con l'adrenalina che ti corre in corpo che un tiro comodo a un tir a 240 metri!! Laszlo??? il calibro è "SUPER" come diciamo noi sulle Alpi
Weid

da Hecher  19/10/2012 9.13

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Caro Hecher,
Come ho SPESSISSIMO RIPETUTO non amo gli estremisti, nè quelli islamici né quelli "nostrani". La caccia che ho fatto io è VERISSIMA non vera, e dovresti averlo capito leggendo l'articolo. In quelle zone l'avvicinamento nel bosco con il tiro dal bastone, te lo sogni. Forse nella "cucorizza", ma nel bosco neanche a parlarne. Jungla vietnamita!!!!. Non so le dimensione dei TIR dalle tue parti, ma io ho visto SBAGLIARE grossi cervi da 60 - 70 metri!!! Chiedi pure a Laszlo!!!! Non farmi fare nomi!!! Colpirne uno a NOTTE FONDA da quelle distanze (MAGARI AVREI AVUTO LA POSSIBILITA' DI AVERLO A 20 MT!!!!!) non è cosa da poco! Credimi! Poi dici: la vera caccia la cervo è solo al bramito , e io quando l'ho fatta? Solo che non in certe zone dell'Ungheria non è come Tarvisio!
Un saluto
Marco
Per fortuna siamo d'accordo con il calibro. Un vero gioiello balistico!!!

da Marco x Hecher  19/10/2012 8.30

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

la vera caccia la cervo è solo al bramito , nel bosco, con avvicinamento e fucilata a pochi metri con il bastone ! QUESTA E' LA VERA CACCIA ... tirare a un TIR a 240 metri ( impossibile da sbagliare !) fa sorridere e non è la caccia al cervo . Il calibro invece è perfetto! Weidmansheill Sig. Bencchi

da Hecher  19/10/2012 7.58

Re: IL CERVO DELLA MIA VITA!

Weidmannsheil! Sono però personalmente restio ad usare reticoli illuminati, troppo tecnologici.

da vecchio cedro  18/10/2012 15.51
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