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26/08/2013 

Considero la caccia da sempre, come anche la pesca, una cerca di funghi o erbe prative, attivita introspettive attive. Questo non significa che mentre sei impegnato in simili pratiche, il tuo cervello abbia tacita licenza di divagare, andar dietro a tutta una sequela di pensieri che, si sa, sono come le ciliege, uno tira l'altro... No, il cervello deve rimanere ben ancorato al suo posto, deve porsi domande, mettersi in discussione, trovare risposte e soluzioni. Spesso in tempi ristretti. Altro che andarsene a zonzo!

Succede però a volte che...

Prologo: dal 15 agosto è consentito portar fuori i cani per farli allenare in vista della stagione venatoria. E' un bell'antipasto, non c'è che dire! L'atmosfera c'è tutta, le emozioni anche, manca solo l'atto conclusivo, l'abbattimento della preda, a coronare l'azione di caccia. L'entusiasmo mio è già tanto, il mio Breton Bullo mi asseconda e allora via, ma senza esagerare! Per tanti fattori, il caldo, la gamba non ancora del tutto pronta... e quel certo campanello che suona nell'animo per avvisarti quando il gusto sta per sconfinare del disgusto. Quello che poi lascia il passo alla noia, male mortale dell'homo sapiens. Quel giorno in cui tale riflessione è maturata, Bullo ed io eravamo in uno dei nostri posti preferiti e lui era in uno stato di grazia assoluta: le zampe si muovevano sciolte senza mai perdere il ritmo e il suo tartufo sopraffino non lasciava scampo ad ogni forma di vita selvatica che lasciasse il suo odore nella zona. Dopo l'ennesimo capolavoro, dopo i complimenti di rito, a Bullo mi scappa di dirgli: "Ma quante ne fai oggi?“  Già! Quante? Intendiamoci, io a caccia di belle azioni non mi stanco mai e quel famoso campanello di cui ho parlato prima al momento taceva ancora! Dice, e qual'è il problema, allora? Si tratta di un non-problema, in verità, con un nome e un cognome: Gaio Valerio Catullo. E che c'entra un poeta vissuto prima di Cristo con la caccia e i cani da ferma? Seguitemi allora, vestitevi in modo adeguato, attenti al terreno sconnesso (non solo metaforicamente) e provate a starmi dietro in questo tortuoso ragionamento.

E occhio agli incisi!

In una delle sue opere più belle e famose, Catullo pone la stessa domanda retorica. In un diverso contesto, intendiamoci, graditissimo ad ogni maschio sano: Quanti? (Quanti dei tuoi baci mi siano abbastanza e in sovrappiù?). Diciamocelo schietti: ci siamo posti la stessa domanda più e più volte nel corso della nostra vita, nei contesti più disparati: Quante (Quanti?) saranno per me abbastanza o in sovranumero? Nella vita privata, nella vita lavorativa, per non tacere poi di quella sfera individuale e privatissima che sono le nostre passioni. L'ansia, i turbamenti, le frenesie, i batticuore, gli affanni, le delusioni e le gioie di cui si nutre la caccia più che di prede, assomigliano in maniera viscerale al vissuto di un amore.

Quella stessa vampata di calore che ti avvolge il viso come un panno caldo nell'attimo supremo, per poi lasciare una sensazione di frescura, e benessere che ti fa dire "sì, sono nel posto giusto, al momento gusto, faccio la cosa giusta. Perché sono vivo!“ E siccome sono vivo, obbedisco alle Leggi di Natura, anche se a volte può far male da impazzire.

Quanti (Quanti?) momenti simili vorrebbe vivere ogni uomo? Esiste risposta, esiste un numero? Non lo so, non lo voglio sapere. Ma so che questo ragionamento tortuoso, nato in una piana erbosa, mentre il calore del sole risveglia i profumi e i suoni della Natura, mi ha condotto per mano in fondo all'anima mia. No, non è strano che il mio pensiero sia scivolato fino a Catullo: Catullo ha amato la vita, quella vera, con una forza e un'intensità inimmaginabili. E ha cantato la vita e il suo amore per la vita nelle sue opere con una qualità letteraria che nessun aggettivo può qualificare. Ha cantato gli amori veri e gli amorazzi, l'amicizia, le cene ridanciane con gli amici, la politica, il tradimento e la rinascita. La vita vera. La caccia, la vita. Questa la meta del mio argomentare, che mi farà di sicuro guadagnare una settimana di ferie almeno in un centro d'igiene mentale! Ah, a proposito! Volete sapere il numero di baci che Catullo voleva dalla sua bella? Eccovelo!!!


Quanti sono i granelli di sabbia
che si stendono nella zona di Cirene
patria d'aromi, tra il tempio di Giove ardente
e l'antico sepolcro di Batto;
o quante le stelle del cielo
che quando tace la notte
contemplano gli amori furtivi degli uomini

 
Daniele Pedranghelu, alias Breton 78

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5 commenti finora...

Re: A caccia pensando a Catullo

Grazie a tutti per i complimenti. Sono lieto di aver ricompensato in modo benevolo il vostro impegno nel leggere fino in fondo questo pezzo!
@Sergio Ventura: la crisi economico-sociale è da sempre sottoprodotto di una crisi soprattutto culturale. Come se ne esce? Con la CULTURA! Un abbraccio!!!

da Breton 78  27/08/2013

Re: A caccia pensando a Catullo

Caro Daniele,
copiando impunemente l'oggetto di una mail, cambiando la forma, da interrogativa a esclamativa:
"Hai reso l'idea"!

da Fausto D.  27/08/2013

Re: A caccia pensando a Catullo

E dire che qualcuno sostiene che il latino debba uscire dalle scuole...caro amico, se mai usciremo da questa immane crisi, questa è un'ulteriore conferma che potremo farlo solo con la CULTURA, la stessa che spinge oggi, finalmente, anche qualche illuminato del nostro mondo a controbattere tesi assurde con argomentazioni scientifiche. Per ora, lode a te, a Catullo ed alla sua affascinante Lesbia !

da Sergio Ventura  27/08/2013

Re: A caccia pensando a Catullo

Stupendo, bravo Daniele..hai tutta la mia stima.

da da Sara  27/08/2013

Re: A caccia pensando a Catullo

Daniele, sei un grande!! :-)

da Ezio  26/08/2013
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