|
ott17 17/10/2013
Suona certamente contradditorio il titolo di questo documento per la stampa, ma non lo è affatto, perché racchiude invece una profonda verità che pochi, oggi, nell’era del politicamente corretto, riconoscono. Erano altri tempi quelli in cui l’ambientalismo aveva le sue radici nella conservazione e protezione delle risorse naturali, della bellezza della Natura, ed i cacciatori furono gli artefici del movimento che in tutto il mondo portò poi alla miriadi di associazioni cosiddette “di protezione della natura”: nessun grande ambientalista che fosse anticaccia appartiene a quell’epoca, alle nostre radici. Quando veramente la fauna aveva bisogno di essere protetta, e così il suo ambiente di vita, furono i cacciatori a smuovere la società civile affinché in tutti i Paesi si pensasse anche alla loro protezione e conservazione e non solo allo sviluppo (grazie ad essi videro allora luce i primi Parchi Nazionali e le prime Riserve per la Fauna). Gli animalisti, quando e dove esistevano, allora si occupavano solo di cani e gatti e di problemi relativi al loro benessere nei rapporti con l’uomo, al loro diritto e ad essere trattati con umanità, né più né meno di come si fa per l’uomo. Il mondo naturale era per loro quasi un nemico anche per i loro amici animali di affezione, e per questa ragione non se ne occupavano; anzi, furono anche essi a volere lo sterminio dei “cattivi” (gli animali rapaci e predatori). Oggi che quegli animali “buoni” hanno raggiunto dimensioni inimmaginabili, con specie un tempo anche rare e superprotette, presenti ovunque, compresi i centri urbani, in Italia l’ambientalismo non ha solo cessato di occuparsi della tutela dell’ambiente e della fauna selvatica a rischio di estinzione con un sano ambientalismo che nel resto del mondo è chiamato conservazionismo, ma si è trasformato in animalismo, si è adagiato sulle posizioni delle gattare di città! Una posizione che certamente paga in termini di consenso popolare (demagogico si direbbe in politichese) ma che non fa il bene della fauna e flora a rischio di estinzione né della difesa del loro ambiente di vita.
Oggi, in un Paese sempre più invaso da case, strade di ogni tipologia e dimensioni, centrali eoliche e fotovoltaiche, case e capannoni ovunque (quasi non esistono più neppure paesaggi agrari integri lungo le nostre strade!), dove proprio per gli animali non c’è più spazio, perché confliggerebbero (come già confliggono in tante situazioni ben note a tutti: si pensi solo al problema dei piccioni torraioli, o a quello dei cinghiali ed i loro milioni di euro di anni all’agricoltura, o quello dei cervidi per il danno alle foreste, o quello dei lupi, con milioni di euro di danni che nessuno vuole pagare, per non dire delle nutrie ed anche degli storni) ecco che anche le associazioni ambientaliste si stanno sempre più trasformando in associazioni animaliste, associazioni che ritengono una vittoria aver ottenuto la chiusura della caccia a cinghiali, cervi e caprioli, nutrie e scoiattoli grigi, aironi, gabbiani e cormorani, finanche lupi (“un lupo qualsiasi pur che ci sia il lupo”!); animali che stanno invadendo ogni luogo d’Italia e danneggiando specie a rischio di estinzione sia di flora che di fauna (l’Orso marsicano in Abruzzo è quasi l’emblema di questa politica dissennata).
Ebbene, in Liguria oggi queste associazioni cantano vittoria per una vittoria di Pirro, che certamente ha portato alla chiusura della caccia e quindi alla difesa di questi animali e di tutta la selvaggina, ma che farà aumentare la pressione venatoria sulle altre Regioni e nelle nazioni estere dove molti cacciatori si sposteranno (con un danno non da poco anche alla nostra economia!), e che, tra l’altro, fra pochi giorni inizieranno comunque nuovamente a cacciare in virtù di altre sentenze o di nuovi provvedimenti che le legittimeranno. Una prassi, ma chiamiamola pure un tecnica quasi da guerriglia ecologista, che ogni anno si ripete in tutte le Regioni e che fa lavorare ed intasare non poco i TAR ed il Consiglio di Stato, quasi sempre per fare grandi “buchi nell’acqua” della soddisfazione animalista.
Per questa vittoria di Pirro associazioni ambientaliste un tempo anche serie hanno speso migliaia di euro in ricorsi giudiziari: meglio sarebbe stato se con quei soldi avessero comprato anche un solo metro quadrato di ambiente naturale, come le associazioni ambientaliste estere fanno nel resto del mondo occupandosi seriamente di tutela di ambiente, fauna e flora, anziché perdersi in scartoffie che fanno lavorare solo avvocati e giudici per ottenere delle vittorie che lasciano il tempo che trovano e che nulla apportano alla difesa della fauna e della Natura tutta; con l’unica soddisfazione, pagata a caro prezzo, di fare arrabbiare i cacciatori, così sempre più spinti a chiudersi a riccio nelle loro posizioni difensive anziché collaborare, come potrebbero, nel comune impegno di proteggere fauna, flora ed ambienti naturali come avviene altrove, con piena soddisfazione sia dei cacciatori sia dei conservazionisti. Anche in questo, ci riveliamo i soliti italiani!
Si sono attaccati a cose quali: la caccia a specie esotiche, i giorni in più o meno di caccia consentita, le possibilità di allenare i cani, l’utilizzo o meno dei tipi di munizioni (sono ambientalismo queste cose?! o sono solo mere questioni tecniche, caso mai da discutere nelle sedi opportune e nei tempi opportuni – non tendendo “trappole” da far esplodere dopo nelle sedi giudiziarie –, e senza l’arroganza di pretendere l’accettazione dei loro punti di vista) pur di poter bloccare l’attività venatoria, di dare addosso agli odiati cacciatori così facendo scatenando l’istinto difensivo di chi pagando una tassa, ha diritto a praticare la caccia secondo le leggi dello Stato e della stessa nostra Costituzione; un diritto vietatogli da chi non paga alcuna tassa per difendere l’ambiente, ma che si arroga il diritto di esserne difensore, quando invece difende solo animali che a loro volta danneggiano altri animali, e che spesso vive in maniera assolutamente incoerente con le proprie idee. Come si è detto, una sconfitta per l’ambientalismo!
Murialdo, 17 Ottobre 2013
F.to Franco Zunino Segretario Generale dell’AIW
Tags:8 commenti finora...
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! Le associazioni ambientalistiche,in particolar modo lac,negano il diritto di poter cacciare a chi comunque , per cultura storia e tradizione ha piu’ rispetto della natura e mentalita’ decisamente piu’ ambientalista di molti adepti appartenenti ai vari gruppi protezionisti. Ma sicuramente i cacciatori , molti cacciatori, ci mettono del loro,l’ignoranza regna sovrana e l’incapacita’ di capire che si deve assolutamente trovare un accordo e questo presuppone che si deve concedere da una parte e dall’altra. In Toscana hanno completato il piano faunistico tra Associazioni venatorie e Ispra c’e’ stata collaborazione , risultato, loro vanno a caccia. L’intolleranza e l’arroganza da parte degli “intolleranti alla caccia ” pero’ deve finire, in Italia comunque esiste una legge e un regolamento venatorio tra i piu’ severi e rigidi d’Europa , negli altri paesi Europei ed extra Europei la caccia e’ considerata come un valore aggiunto una risorsa, in Italia un’attivita’ delinquenziale. Leggo ad esempio l’articolo sopra scritto dalle associazioni ambientaliste: dichiarano che L’Ispra ha espresso parere assolutamente contrario sul prolungamento della caccia al tordo e citano poi vagamente senza spiegazione, la caccia al colombaccio ?! E cosa cavolo vuole dire? Si vuole chiudere la caccia al tordo a gennaio, per quale motivo? Se anche si dovessero mantenere cinque giornate a scelta a settimana sono 20 uscite ( non si fanno mai) vorrei capire l’incidenza e la pressione venatoria causata .Il colombaccio passa a Ottobre, Novembre ( ben pochi ) quali sono realmente le pecentuali statistiche di incidenza sulle catture ? Reali pero’, non cazzate, in una giornata buona su un valico arrivano e si avvistano venti trenta stormi di colombacci , calcolando circa venti trenta soggetti per branco ne passano piu’ di mille ! Quanti pensate se ne possano catturare ? Non piu’ del 5%, ma se arrivano sui Pirenei dove stendono delle reti gigantesche li possono prendere anche tutti , e la definiscono caccia tradizionale , una mattanza indecente! Ma per la Lac e gli ambientalisti sono i cacciatori italiani e sopratutto i Liguri che procurano il danno maggiore alla specie, vorrei il parere dell’Ispra in merito, che reputo un istituto serio.
da gianfra
04/11/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! Sono pochi anni che ho preso la licenza, ho 30 anni, dal primo anno vivo questa pressione che si rinnova ad ogni stagione venatoria. Gli animalisti, pseudo-ambientalisti che chiudono la caccia anticipatamente, nel Lazio non ci fanno fare la preapertura o la dimezzano, si appellano a a calendari venatori che i membri delle nostre ass. venatorie( ben pagati) non si degnano neanche di adeguare anno per anno sapendo di incorrere nel sicuro rischio di essere per questo tirati in tribunale, ma che gli frega le conseguenze le paghiamo noi cacciatori. Non esiste una politica venatoria che coinvolga i giovani ad avvicinarsi alla caccia, non esiste informazione, le riserve abbandonate e non funzionanti da anni sono chiuse, le zone dove cacciare sono sempre meno e gli animalisti ci mangiano ogni anno metri sotto i piedi. Sono scoraggiato perchè sarà anche vero che la vittoria sarà quella di Pirro, ma la battaglia è senza un rivale che si oppone e prima o poi andrà ko.
da da Rada
26/10/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! Sono le nostre ASS.VEN.,che tengono a galla questi EXTREMISTI di animalari-ambientalisti,perchè è con loro che spartiscono la "TORTA" fatta dei nostri SOLDI,ci dobbiamo RIBBELLARE e ridarci quella DIGNITA' che x anni ci hanno tolto.Un saluto a tutti, w la caccia sempre. da MARCELLO64
18/10/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! Porto una testimonianza. Da alcuni amici e conoscenti dimostrartisi, seppur senza estremismi, sempre contrari alla caccia per la prima volta ho ricevuto in questi giorni parole di sincero e fermo sdegno per quanto di grave stia accadendo in questi giorni e forti e ferme critiche verso chi si incensa come paladino dell'ambiente senza dimostrarlo nei fatti. una rondine non farà primavera ma forse questa volta la corda è stata tirata davvero troppo e rischia di ritorcersi stretta al collo di chi credeva invece di averla saldamente stretta tra le mani. da HUNT 67
18/10/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! PURTROPPO PER NOI IL BOOMERANG CHE HANNO LANCIATO ERA UNO DA CACCIA ABORIGENO , DI QUELLI CHE QUANDO ARRIVANO COLPISCONO E FANNO MALE . Sicuramente noi abbiamo perso è necessario che le AAVV unite o divise che siano si attivino per dare battaglia su tutti i fronti e che si smetta il dialogo con gente che vuole solo la nostra MORTE !!! da Mauro Roma
18/10/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! Discorso correttto. Classica vittoria di Pirro degli anticaccia. Solo che ora si sono lanciati un boomerang. da el divino
17/10/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! Per fortuna Wilderness e Franco Zunino CI SONO!! da Ezio
17/10/2013
|
Re: CHIUSURA DELLA CACCIA IN LIGURIA Una sconfitta dell’ambientalismo! ABOLIRE SUBITO TUTTE LE ASSOCIAZIONI VENATORIE, INUTILI CARROZZONI BUONI SOLO A SPERPERARE RISORSE E A DIVIDERE I CACCIATORI, PER UNA SOLA ASSOCIAZIONE CON LO SCOPO PRIMARIO DI DIFENDERE QUEL POCO CHE RIMANE DELLA CACCIA! da lone wolf
17/10/2013
|
Cerca nel Blog
Lista dei Blog
|
|
|