Prima di partire con la lettera di osservazioni sottoscritta, è mio diritto farvi pesare quanto è inaccettabile l’offesa e l’umiliazione che siete stati in grado di procurare con i vostri scritti e le vostre dimostranze alle persone che come me detengono richiami vivi come se fossero elementi di famiglia e che non avrebbero nessun problema a sottoporsi a verifiche anche veterinarie per dimostrare il benessere dei nostri animali, a smentita di quanto, con le vostre costruzioni fatte ad arte, volete meschinamente dimostrare.
Limitandomi alle considerazioni sulla vostre battaglie metto in evidenza alcuni aspetti:
Ogni detenzione di ogni specie animale, adottata da parte dell’uomo, concettualmente ed etologicamente ne include la incompatibilità naturale. Non si riscontra nessuna differenza nel detenere un cane o un cavallo in un box o un cane o un gatto in un appartamento di pochissimi metri quadri rispetto ad un uccello detenuto in una gabbia sufficientemente larga, ben nutrito, in ottima salute e dove può svolgere tutte le sue funzioni fisiologiche.
Sapete benissimo che milioni di uccelli, rettili e quant’altro, per legge ed anche illegalmente, sono detenuti come i tordi da richiamo (ma non sicuramente censiti come quest’ultimi) e non vedo da parte vostra alcuna battaglia in merito perché la vostra ipocrisia è consapevole che vi metterebbe contro una grandissima parte di opinione pubblica. Le stesse battaglie come animalisti le evitate contro la pesca sportiva perché sempre da ipocriti, sapete che boomerang sarebbe.
Gli allevamenti di tordi e piccioni per richiamo, non hanno nessuna differenza rispetto quelli di pappagalli o canarini. Ma è chiaro che siccome sono legati all’attività venatoria, che di giorno in giorno cercate di demolire, utilizzate un impatto emotivo di fronte a chi non ne conosce né le dinamiche né le realtà, rappresentandoli come una attività quasi criminale.
Vi accanite contro la detenzione e l’uso dei richiami vivi usando parole ed immagini ignobili trasmesse tramite i mass media compiacenti. Offendete citando delle metodologie di un tempo che fu, pur essendo nella piena consapevolezza, agli altri nascosta, che oggi giorno non avrebbe nessun senso adottare perché sarebbero pesantemente perseguite per legge (vedi accecamento e mutilamento dell’animale” legge 157/92”) e porterebbero inevitabilmente ad una denuncia penale per maltrattamento animale e la revoca immediata della licenza di caccia (cosa che ritengo giusta).
Sapete benissimo, visto che vi ritenete anche un organo scientifico, che un uccello non ha nessuna possibilità di entrare in estro amoroso se non è in buona salute e che enti scientifico istituzionali (vedi ISPRA) con atti deliberatori legalizzati, ne hanno dettato i principi, le forme e le metodologie per il loro mantenimento e per il suddetto stato. Quest’ultimi, sempre su base scientifica, hanno avvallato e concesso con parere favorevole i nuovi sistemi di fotoperiodo praticato con mezzi elettronici moderni che a sua volta sono anche usati da tutti gli allevatori ornitologi i quali, come già detto, non fanno niente di diverso da quelli degli uccelli da richiamo. Sapete benissimo che questi mezzi hanno permesso di escludere del tutto la pratica della chiusa al buio al fine di invertirne le stagioni, ma anche questo evitate di dirlo.
L’inversione della stagione per far cantare gli uccelli in periodo diverso dal ciclo naturale non comporta nessun maltrattamento e sofferenza, è semplicemente come se una persona dall’Italia si spostasse per sempre in Brasile passando dall’estate all’inverno senza nessun problema, adattandosi col tempo all’inversione stagionale senza alcun trauma fisiologico e vitale.
Come già enunciato, ogni abuso e cattiva detenzione di esseri viventi è perseguita per legge, pertanto, senza farne una falsa polemica per favorire una cattiva immagine a tutta una categoria, potreste avvalervi in modo leale e costruttivo con anche la collaborazione di chi disonesto non è, di quei controlli per legge consentiti e successivamente emettere eventuali denunce se ce ne fossero gli estremi. Invece non fate niente per incitare al buon comportamento ed alla educazione del rispetto animale.
[...] Mi domando con quale autorità e in nome di cosa vi permettete di diffamare e denigrare tradizioni che appartengono alle radici dell’uomo e che sono state tramesse di padre in figlio con massimo orgoglio, rispetto, sacrifici e responsabilità e sono ancora praticate da generazioni che sono state le fondatrici di valori ed ideali che purtroppo nei giorni nostri vengono continuamente calpestati. Con quali autorità e in nome di cosa vi permettete di avere la pretesa e gli intenti di sopprimere attività umane, che sono anche fonti di reddito per tante famiglie e nel contempo sono riconosciute e praticate per legge in tutta Europa.
La caccia è un’attività concentrata e vissuta nel nome delle tradizioni che le appartengono.
Queste tradizioni, compresi i richiami vivi, sono praticate da persone spesso meno abbienti e con età avanzata, alle quali, molto spesso, è rimasta come sola passione e fonte di emozioni, che quasi sempre porta solo e soltanto a miseri carnieri, ma grandi soddisfazioni. Spesso vi ponete in contraddizione con l’ISPRA e ne usate i pareri soltanto quando giocano a vostro favore. Usate le reti per catturare gli uccelli, come giusto fare, per inanellamento a scopo scientifico ma all’opinione pubblica, con ipocrisia, dite soltanto che le reti sono usate per la cattura di uccelli da richiamo.
[...]
Terfiro Innocenti
(lettera rivolta alla Lipu)