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giu3 03/06/2014 10.50
Quando si parla di animali selvatici aggressivi e pericolosi, immancabilmente il pensiero va ai grandi big africani, alle mangiatrici di uomini del Bengala o agli spietati grizzly del Nord America. In pochi si ricordano che anche nel nostro bellissimo Vecchio Continente a volte può capitare di fare degli spiacevoli incontri. Io, avendo trascorso tutta la mia infanzia a scorrazzare nell’intricata e profumata macchia mediterranea, tutte le volte che da ragazzino uscivo di casa i miei genitori puntualmente si preoccupavano d’avvertirmi dei pericoli che avrei potuto correre e da quali animali avrei dovuto stare alla larga. Le scrofe figliate, sia di maiale domestico sia di cinghiale, sono sempre state in cima alla lista, perchè se provocate possono trasformarsi in vere e proprie belve.
Può capitare che anche i cani randagi (vedi cosa è successo di recente in Sicilia) e quelli da pastore diventino molto aggressivi e non è raro neanche vedere cacciatori o semplici escursionisti inseguiti da cavalli, mucche e montoni inferociti. E nel mio caso specifico, spesso sono state le punture delle vespe a mandarmi all’ospedale. Ci sono anche dei miti da sfatare, come ad esempio quello che da sempre accompagna le tanto temute vipere. Non possiamo certo negare che possiedono un potenziale molto letale, ma sono degli animaletti talmente timidi e riservati che se non hai proprio la sfiga di calpestarli non ti degnano neanche di uno sguardo.
Lo sapevate che anche i caprioli che tutti riconoscono come gli animali più miti in assoluto, se messi alle strette possono diventare pericolosi? Una volta un giovane “puntuto” mi conficcò un corno nel palmo della mano sinistra procurandomi una ferita che dovette essere suturata con cinque punti e, in un’altra occasione, sempre un “folletto” ferito con un calcio mi fece un profondo taglio sull’avambraccio. Ma in Italia lo scettro da selvatico più pericoloso, di quello che incute più terrore, credo che spetti al Re della Macchia, al cinghiale.
La fiera che dovette affrontare anche il prode Ercole s’è costruita una fama di animale irascibile e pericolosissimo sin dai tempi dei greci e dei romani, ma ad esser sinceri, anche se mi è capitato d’assistere e addirittura di subire qualche sporadico attacco, si è trattato per lo più di scorbutici cinghialotti divenuti particolarmente aggressivi perché reduci da catture con trappole o reti, oppure stressati da intere stagioni trascorse a far addestrare i cani! Posso capirli se avevano dei conti in sospeso con gli uomini! Un bel giorno però ho incontrato un cinghiale veramente cattivo, di quelli che fortunatamente se ne incontrano pochissimi nella vita e, quel che è strano, m’accorsi che ce l’aveva proprio con me soltanto dopo che l’ebbi abbattuto con ben quattro colpi di 308 Winchester tirati di punta quasi a bruciapelo!
Credetemi, non è una bella sensazione ritrovarsi con un cinghiale di centoventi–centotrenta chili che ti s’avventa contro a bocca aperta, veloce come un treno, che grugnisce e sbuffa con delle difese bianche, scintillanti e.. affilatissime. Il resoconto di una giornata di caccia va sempre tirato la sera, o almeno non prima d’essere ritornati in prossimità della nostra autovettura; chi se lo sarebbe mai immaginato che un giorno mentre stavamo rientrando da un’infruttuosa Cacciarella, un cane forse più bravo o forse soltanto più fortunato degli altri incappasse in un vecchio e scorbutico solengo?
Era un classicissimo fine settimana di dicembre, non ricordo di preciso se era di sabato o di domenica, ricordo invece molto bene che faceva un caldo insolito per quel periodo e tutti, cacciatori e cani, cacciavamo svogliati. Mi trovavo nell’Azienda Venatoria Faunistica “Capalbiaccio”, una bella tenuta consorziale ovviamente situata, come dice il nome stesso, poco a nord di Capalbio, la Perla della Maremma. Capalbiaccio, è molto ben gestita con passione e competenza da una cooperativa di soci, tanto che il pochissimo terreno seminativo (grani, orzo, girasoli e granoturco) viene spesso lasciato “a perdere” esclusivamente per il fabbisogno del gran numero di selvaggina ungulata presente nella riserva.
Tutto il resto invece è Macchia Mediterranea, quella caratteristica fatta di lintischio, di corbezzolo, di cerro, d’ornello, di crognolo, di leccio, d’olivo selvatico ma anche di querce e sughere secolari, divenute, a ragione, un patrimonio culturale. Insomma è il famoso “forteto”, quello che ha ispirato il Niccolini e il nostro Bruno Modugno, il regno incontrastato del cinghiale maremmano, dell’elusivo capriolo, dell’imponente daino, della lepre italica e della volpe, della beccaccia, del colombaccio e degli ultimi veri fagiani. Sono i boschi intricatissimi dove cacciava e dove si rifugiava il brigante Tiburzi prima che i regi carabinieri ponessero fine alle sue scorribande.
A Capalbiaccio si fanno poche ma spettacolari battute al cinghiale l’anno, con un grande spiegamento di mezzi, d’uomini e d’ausiliari e tutte le volte che ho l’onore d’esservi invitato ci vado molto volentieri. A differenza della stragrande maggioranza delle moderne AVF, in quell’angolo di paradiso non ci sono assolutamente zone cintate. Gli animali selvatici scorrazzano dove, come e quanto vogliono. Così, nonostante la rinomata bravura dei cinghialai toscani e dei loro segugi maremmani, un ricco, anzi “il” carniere non è mai garantito. Venatoriamente parlando quel giorno dovevamo farlo concludere alla svelta, e cercare di rientrare a casa presto per recuperare in parte il festivo. Avrei fatto felice mia moglie portandola al cinema, a cena fuori o magari tutte due le cose assieme. Inspiegabilmente avevamo battuto tre macchie senza trovare neanche l’ombra di un cinghiale. I cani avevano terrorizzato (ad essere sinceri, senza troppo impegno) qualche daino e diversi caprioli, ma nessun “tigrato” si era esibito in una spettacolare abbaiata a fermo. Ma la cosa che più mi rattristava era che avevo anche due invitati.
Gli avevo promesso mare e monti, emozioni strappacuore e orde di cinghiali ed invece…….. Un caldo quasi estivo, un silenzio tombale, tanta polvere e noia. Alle 15,30, sia tramite la radioline, sia con il passaparola di Radio Macchia, il Capocaccia ed i suoi vice finalmente decretarono la fine ufficiale della battuta. Insieme ad un sospiro collettivo udii scarrellare gli otturatori delle semiauto e i basculanti che si aprirono e si chiusero. In men che non si dica scaricammo tutti le nostre armi, riponemmo le nostre cose negli zaini, chiudemmo i seggiolini e tra una risata e una battuta, una marea umana variopinta si avviò sulla strada del ritorno. Non so se durante la fase del rientro i canai fanno bene a tenere i cani sciolti oppure se sarebbe meglio che li tenessero legati. Sicuramente è più comodo chiamarli e assicurarsi che ci seguano piuttosto che trascinarli legati ai guinzagli, però spesso può capitare (come allora) che all’ultimo momento l’intera muta parta a canizza che è tardo pomeriggio, con le immaginabili conseguenze del caso.
Avevamo percorso un bel tratto di strada, quando ad un tratto un solo cane cominciò ad abbaiare a fermo. Qualcuno non se n’accorse nemmeno, qualcun’altro lo sentì ma non gli diede retta, mentre altri (come il sottoscritto!) impugnarono le carabine pronti a far scorrere una pallottola in canna. Ci vuole ben altro che un singolo cane che abbaia per scomodare un grosso solengo dalla sua comoda lestra; neanche se fosse un mastino napoletano, un alano o un rothweiler. La cosa andò avanti in stallo per diversi minuti e se poi prese la giusta piega, fu soltanto grazie a Beppe Bellumori, il capocanaio, che passando di lì per caso e riconoscendo il cane, volle dargli fiducia. Incitò subito anche la muta di segugi che aveva con se a dar manforte al coraggioso ausiliare ed esplose subito una violentissima canizza. Il cinghiale partì a razzo con tutta la muta dietro ed il caro Beppe, anche se non si faceva troppe illusioni si preoccupò d’avvertirci: “Attenti! E’ un cignale. Ed è pure grosso!”.
Quelli sono momenti delicati e pericolosissimi dove la possibilità di farsi male è veramente molto alta. La prima cosa che feci prima ancora d’armare la carabina, fu di vedere chi erano le persone che avevo vicino. C’erano ovviamente Mario ed Enrico, i miei ospiti, che conoscendoli da vecchia data ed avendoli addestrati a dovere, non avrebbero creato nessun problema, poi riconobbi due ragazzi che dal comportamento capii che dovevano essere abbastanza esperti. Decisi di prendere in mano la situazione e consigliai di schierarci sullo stradone così com’eravamo e poi mi raccomandai di stare molto attenti a dove sparare, semmai si fosse presentata l’occasione. Io mi fermai al centro del gruppo con i mie compagni di caccia strategicamente appostati equidistanti ai lati.
Purtroppo, il massimo che avremmo potuto fare sarebbe stato quello di coprire non più di settanta-ottanta metri di territorio, in una macchia di cento ettari il cinghiale avrebbe avuto tutto il mondo a disposizione dove scappare. Invece, senza neanche che ci fosse bisogno di farsi forzare dalla bracca, il cinghiale venne dritto spedito verso di noi, con i cani che lo seguivano vicinissimi, quasi a vista. Arrivò in prossimità dello stradone in un batter d’occhio. Uno dei ragazzi vicini di posta come riuscì a scorgerlo nella penombra del sottobosco gli sparò due colpi, ma fu troppo precipitoso. Invece d’abbatterlo, me lo fecero accelerare contro.
Lo sentii arrivare velocissimo, troppo. Immediatamente impugnai l’Heckler & Koch 770 K e mi preparai ad effettuare un tiro difficoltoso “al salto della carrareccia”, ma non andò così. Evidentemente il grosso cinghiale, reso furioso da una ferita di striscio sotto la gola, aveva ben altre intenzioni prima di forzare l’improvvisata e spaurita linea di cacciatori. Voleva vendicarsi contro qualcuno. Appena saltò in mezzo alla cessa percepì la mia presenza ed invece di attraversarla con un balzo, sterzò bruscamente, emise un verso gutturale come un forte soffio e mi venne addosso. Alzai la carabina e si risolse tutto in due-tre secondi. Non so come sarebbe andata se sulla mia carabina non avessi avuto un sistema di puntamento olografico.
Di sicuro non avrei avuto il tempo né di cercare il mirino e di allinearlo nella tacca né tanto meno di puntarlo sul bersaglio. Invece, come vidi che il red dot si sovrappose sulla grossa sagoma nera e irsuta che mi si stava avventando contro, sparai velocissimo quattro colpi che fortunatamente andarono tutti a segno. Fecero crollare il solengo talmente vicino ai miei piedi che alcuni spruzzi del suo sangue mi bagnarono addirittura i vestiti. Fu Mario a farmi rendere conto di quel che era veramente accaduto, era pallido come un morto e continuava a dire ininterrottamente: “Ti ha caricato, ti ha caricato…”.
Ho abbattuto decine e decine di cinghiali di “punta”, che mi venivano incontro, ma non mi sarei mai sognato di descrivere quegli abbattimenti come rimedi a delle cariche furiose. Quel giorno fu diverso. Vuoi per la leggera ferita sotto il muso, vuoi per l’età e per l’irascibilità della bestia, sono convinto che se non avessi ben piazzato i miei colpi sarebbe potuto andare a finire molto male. Quel vecchio solengo, che stimai abbondantemente sopra il quintale, doveva aver combattuto sia contro altri maschi sia sicuramente contro centinai di cani nel corso della sua lunga vita. Dubito che avesse mai attaccato un uomo, perché nel circondario l'avremmo saputo, ma non mi sento affatto onorato se un bel giorno abbia deciso di farlo scegliendo proprio il sottoscritto..
Marco Benecchi
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Re: THE CHARGE: La carica! Ciao marco. Scusa avrei bisogno di un consiglio ... sto per acquistare un aimpoint hunter h 34 s caccio con una semi in 30.06. La spesa vale l impresa? Grazie da nikke
26/06/2014 20.20
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Re: THE CHARGE: La carica! Focchi ha messo in commercio cartucce SP bonded, sono palle proprietarie SAKO HAMMERHEAD. Qualcuno ha provato detta palla in battuta? come si comporta? (in carica commerciale e non? ringrazio chi vorrà rispondere e un caro salute a tutti. C. da carlo48
23/06/2014 8.54
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Re: THE CHARGE: La carica! Bhe...se dopo 2/ 3/ 5 / 10 o 20 colpi un cinghiale ti falcia , HA RAGIONE LUI ! ed è giusto cosi. Se non sei capace a sparare , STAI A CASA. sei un pericolo per te e per gli altri. io di legge ogni hanno farei fare un test di tiro OBBLIGATORIO su sagoma in corsa di cinghiale che se non superi NON VAI A CACCIA! Devi allenarti, sparare TANTO , e sapere dove sapri sempre.... da marcoo
13/06/2014 10.39
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Re: THE CHARGE: La carica! Sarebbero stati "cacchi amari" .
Vorrei uicordarti cosa è successo a quel ragazzo di Capalbio lo scorso anno. Avventura descritta nel: La Leggenda del Solengo dei Poggetti... Lui era addirittura disarmato. 57 punti di sutura..... E gli è andata anche bene. Buona g Marco da Marco Benecchi x Cincillà
13/06/2014 6.29
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Re: THE CHARGE: La carica! Grazie Marco per questo emozionante racconto sul cinghiale. Recentemente ho letto un case-report medico riguardante la morte di un contadino in India dopo l’attacco di un cinghiale. Immagina se ti si fosse inceppato lo schioppo... da cincillà
12/06/2014 13.33
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Re: THE CHARGE: La carica! Grazie Marco per questo emozionante racconto sul cinghiale. Recentemente ho letto un case-report medico riguardante la morte di un contadino in India dopo l’attacco di un cinghiale. Immagina se ti si fosse inceppato lo schioppo... da cincillà
12/06/2014 13.10
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Re: THE CHARGE: La carica! Ok.... ho letto un tuo articolo sulla Merkel sr1 in cal 8x57js dove "ovviamente" ne parlavi molto bene..... perché non camerare così anche la nostra italiana?..... sarei forse il loro primo cliente..... da Paolo79 x Marco
08/06/2014 13.56
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Re: THE CHARGE: La carica! Bravo Marco, il nome MAREMMA sarebbe la cosa giusta ma questi "addetti commerciali" hanno un po' la puzza sotto il naso e di caccia cacciata ne capiscono veramente poco. Nome AZZECCATO!!! da fabrizio
08/06/2014 13.50
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Re: THE CHARGE: La carica! Qualche nuovo allestimento c'è sempre. Ma credo che con la Endurance la Benelli si sia "calmata" nell'apportae modifiche- Al Game Fair non ho visto grosse novità... Figurati che a Roberto Massarotto, addetto commerciale della Benelli (che saluto!) una volta gliel'ho proposta io una nuova versione da chia mare: "MAREMMA", forse un nome più appropriato dell'Amazzonia (che c'entra con la caccia in battuta al cinghiale? Bho!). E non deve averla recepita. Doveva avere queste caratteristiche. 1) calibro 308 o 30.06 2) SENZA MIRE METALLICHE con Solo DOCTER III montato fisso. 3) Calcio MOLTO DRITTO per un uso corretto con il puntatore olografico. 4) Caricatore da 5 - 10 colpi. 5) Finitura "Parkerizzata" ognitempo 6) Calciatura ovviamente in matriale sintetico Semplicissima e funzionale..................... Ciao M da Marco x Paolo
08/06/2014 11.03
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Re: THE CHARGE: La carica! È prevista una nuova versione della Benelli ARGO? da Paolo79 x Marco
07/06/2014 14.55
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Re: THE CHARGE: La carica! Si parla di calibri per passione. Sul fatto che si debba tirare dritto siamo tutti d'accordo. Però anche per il rispetto del selvatico mi sembra che per la caccia in battuta si debbano privilegiare calibri adeguati. Non dobbiamo far vedere quanto siamo bravi, ma abbattere pulitamente l'animale che stiamo cacciando. da Filippo 53
06/06/2014 21.00
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Re: THE CHARGE: La carica! non fate altro che parlare di calibri pensando- a torto- che siano la soluzione a tutti i problemi per la caccia al problema. Mentre la soluzione per il tiro in corsa è la personalizzazione della carabina. poi poi si puo sparare anche con una 223 ma BENE! da Fabrizio
06/06/2014 7.33
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Re: THE CHARGE: La carica! Salve a tutti. Una volta tanto non sono d'accordo con il grande MB. Ho due carabine in 7x64, che tra l'altro lui conosce benissimo. Una Blaser R93, con la quale a 100 metri tre colpi fanno un solo foro. La canna, come da tradizione Blaser, è 58cm. L'altra è una magnifica Sauer 90 Stutzen, e, se spara un poco meno bene della R93 dipende dal fatto che monta un vecchio 1,5-6 x42 con un reticolo molto grosso. Ottimo a caccia, ma inadeguato per fare rosate record . Quindi, almeno per la mia modesta esperienza, non ho riscontrato problemi di sorta con il 7x64 in canne corte. Quanto all'uso del 9,3x62 al cinghiale, mi è capitato di usarlo con una R93 (Marco conosce la mia predilezione per Blaser). Forse perché con una carabina a ripetizione ordinaria si è portati a sparare con più attenzione, ma (usando Vulcan Norma da 232 grs) i cinghiali mi sono morti tutti sull'ombra. Non ho mai usato il 9,3 in una semiautomatica, ma effettivamente mi pare che calci troppo per consentire una veloce ripetizione del colpo, cosa molto più facile con i classici 30.06 e 308. In bocca al lupo a tutti da Filippo 53
05/06/2014 23.29
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Re: THE CHARGE: La carica! Hai ragione... perdona la mia ignoranza..... però anche la mia idea non sarebbe stata male... Bello quello scudo... dove lo hai preso? Io li ho ordinati ha Big Hunter e a trophy hunter..... ma quello è molto meglio.... da Paolo79 x Marco
05/06/2014 19.58
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Re: THE CHARGE: La carica! Paolo, Paolo, Ma allora non leggi le mie risposte............... Uso TIG, Ballistic Tip, SST, Scirocco... Addirittura delle vecchissime Remington BRONZE POINT, gran Palle!!! Ne vedi una sullo scudo?? No, per "colmare la lacuna" uso delle buona Sierra SPBT o RN........ Simpatiche no? Ciao M da Marco x Paolo
05/06/2014 19.30
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Re: THE CHARGE: La carica! Caro Tir, Nonostante ne abbia provati parecchi di Stutzen e tutte ottime armi come CZ, Zoli, Mannlicher, Sauer 80 - 90, etc Non mi piace il 7 x 64 in questo tipo di armi e te ne spiego il motivo!!!!! Le canne corte, da 47 a 51 com non si sposano molto con la tipologia di munizione. Infatti, molte carabine "serie" calibro 7 x 64 le costruiscono con le canne da 650 mm invece dei canonici 600. Trovare delle spledide armi Stutzen calibro 7 x 64 credo che dipenda esclusivamente da un fattore "tradizionalistico - culturale". Le canne corte non vanno affatto bene per bruciare le polveri molto progressive che sono necessarie per spingere palle da 7 mm - 284" di peso medio - alto! Un carissimo saluto Marco da Marco x Tiroler
05/06/2014 19.28
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Re: THE CHARGE: La carica! Bel trofeo... le palle che hai messo al posto della difesa mancante sono quelle che li hai tirato contro? da Paolo79 x Marco
05/06/2014 18.57
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Re: THE CHARGE: La carica! beh Marco, se parliamo di Stutzen, non possiamo dimenticarci del 7x64... un classico sempre di moda. WH da tiroler x Marco
05/06/2014 17.57
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Re: THE CHARGE: La carica! il racconto è bellissimo e spro che molti lo prendano come avvertimento del pericolo in cui si và incontro specialmente i govani. state attenti ai maiali allo stato brado che potreste incontrare,tante volte ho provato una paura con le scrofe e mi hanno fatto sudare le famose 7 camice. (quando le dovevo uccidere.un caro saluto; e salute a tutti.
da carlo48
05/06/2014 16.42
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Re: THE CHARGE: La carica! D'accordissimo !!!!! con Fabrizio quoto al 100% da Sew
04/06/2014 14.06
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Re: THE CHARGE: La carica! il tiro in corsa al cinghiale è tra le fucilate piu diffcili . Pochi riescono a centrare il "punto giusto" , perchè si spara d'imbracciata, in corsa a volte senza neppure avere il tempo di ragionare. Calibro piccolo ( piu maneggevole ) o calibro grosso ( piu letale)--- grande dilemma! Personalmente, carabina MANEGGEVOLE e calibro qualsiasi ma palle dentro il bersaglio...una , due,.tre..poco importa fino a quando non cade....sparareeee....
da Fabrizio
04/06/2014 13.35
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Re: THE CHARGE: La carica! ..... premetto che non ho mai sparato con un 9,3, ma non penso che rinculi quanto un dodici... da Paolo79
04/06/2014 9.20
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Re: THE CHARGE: La carica! Solo per provocare una piccola polemica, se tu avessi avuto in mano una carabina in 9,3x62, probabilmente, sarebbe bastato un solo colpo a fermare il cinghiale!!!!! Con stima. Andrea da Andrea
04/06/2014 7.31
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Re: THE CHARGE: La carica! I cinghiali (e non solo) sono selvatici MOLTO IMPREVEDIBILI. A volte fanno delle cose che non immagineresti mai che facessero. Io da ragazzo, avrò avuto 16 - 17 anni, durante una battuta vidi in grosso verro fermarsi ad ascoltare dove erano i cani, (era fuori tiro ed io stavo sopra ad un albero col Browning Auto 5 caricato a pallettoni!) nascondersi in un roveto ai margini del trottoio da dove era venuto e caricare senza pietà i cani che lo stavano inseguendo ignari che li stava aspettando. E poi inseguiirli battendo i denti come una furia.... Quelli, fortunatamente rari, sono dei killer professionisti.................
Vorrei far notare che il signore in posa con me è GIULIANO TEODOLI. Una icona della caccia al cinghiale in Marenna e più precisamente a CAPALBIO. E' il DIRETTORE STORICO della "Capalbiaccio". A cui va il mio più caloroso saluto Ciao Giuliano..... Marco
da Marco Benecchi x Tutti gli amici
04/06/2014 6.34
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Re: THE CHARGE: La carica! Ciao Marco.. bel racconto,come tutti d'altronde, nel quale ho rivissuto un episodio della stagione passata..infatti avevamo trovato un giovane verro,nn grosso sugli 80-85kg, ke ci stava uscendo di battuta x 2 volte l'ho girato ma la seconda volta lo avevo fermo a 15metri e la carabina mi ha fatto cilecca x 3 volte di fila. Cmq l'ho girato e lo hanno ferito alle poste.Io da canaio sono sempre quello mandato a risolvere queste situazioni.Arrivo sul posto e trovo le interiore dell'animale appese ai rovi,almeno 3-4metri di budella e sangue ovunque.Allora vado per ispezionare una porzione di terreno poco folta nell'attesa dell'arrivo dei cani,ma con la convinzione di trovarlo morto, cmq carico la carabina e seguo le interiora quando ad un tratto scorgo il verro immerso nel fango mentre alzo la carabina uno della squadra parla per radio,ke nell'occasione era al massimo volume, il verro sente il pericolo si volta di scatto e si lancia a come un treno contro di me a meno di 5metri io punto istintivamente al grosso e sparo 3 colpi colpendolo con tutti e 3 lui arresta e accena ad un altra carica io 4colpo in testa e morto..Io nella velocità dell'azione nn ho ben compreso il rischio ke ho corso xò un amico ke ha seguito tutta la scena e arrivato da me bianco come un lenzuolo!!
Meglio nn viverle ste situazione anche se x me nn è stata la sola.. da alcn30.06
03/06/2014 22.37
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Re: THE CHARGE: La carica! E' molto importante quando si ritorna a casa dopo la battuta, sopratutto quando si ha la certezza che qualcuno ha ferito la bestia nera senza ritrovarla, lasciare la carabina carica in special modo quando si transita nel bosco da soli per lunghi tratti. Ho visto più di una volta da noi gente scaricare l'arma e metterla in custodia subito dopo l'avviso di fine battuta per poi attraversare il bosco per centinaia di metri prima di arrivare alle macchine. Il cinghiale se ti carica non ti lascia davvero il tempo di tirarla fuori dalla custodia. Certi accorgimenti ti salvano da spiacevoli inconvenienti.
da Francesco
03/06/2014 21.18
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Re: THE CHARGE: La carica! Ok... tutto chiaro... una cosa volevo dire, ma se volessi tarare il punto rosso ad una distanza di soli 20 metri, che sarebbe la distanza media di tiro da noi... come si comporterebbe la parabola della traiettoria ha distanze superiori....? da Paolo79 x Marco
03/06/2014 21.03
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Re: THE CHARGE: La carica! Carissimo Paolo, E se ti CONFESSO UNA COSA puoi star certo che è vera... Non ricordo bene se gliene tirai addirittura 5!!!!!! TUTTE DI PUNTA. i fori che vedi laterali sono le uscite. Domani vedrò di pubblicare la foto con lo scudo del trofeo.. Ovviamente senza una difesa, che ho disintegrato. Ho mirato al bersaglio grosso ed ho tirato "una raffica" il più velocemente possibile.. Mi è venuto addosso in meno di tre secondi. E non immagini quanto possono essere veloci. Penso di avergliele messe addosso tutte, ma non chiedermi se tutte erano mortali. Da quella distanza sarebbe stato quasi impossibile sbagliarlo. Il problema è stato renderlo inoffensivo ... alla svelta. E' stata la sola volta che mi è capitato in quel modo.. Stando di posta ovviamente. E dire che ne ho tirati... Di solito uso una "frittura mista", tutte da 150 grani: SST, TIG, Ballistic Tip e Scirocco. Tutte ricaricate con gli stessi componenti. A 50 mt, sparano tutte nello stesso punto. M da Marco B x Paolo
03/06/2014 19.35
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Re: THE CHARGE: La carica! Scusa la domanda.. ma 4 tiri sono un pó tantini. ... nel senso, se lo hai colpito tutte le volte hai fatto "salsicce".... Sempre meglio delle sue difese addosso alle tue gambe... Cmq che caricamento hai usato? da Paolo79 x Marco
03/06/2014 18.58
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Re: THE CHARGE: La carica! Bell'avventura, come tutte quelle che ci racconta Marco. E non finirò mai di stupirmi nel vedere le enormi bestie irsute che si trovano nei nostri boschi!! da Ezio
03/06/2014 18.28
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Re: THE CHARGE: La carica! Ok... confermo. ... è che per qualsiasi cosa bisogna per forza di cose venire "sulla terra ferma" e quindi anche per una cavolata ti parte via una giornata.... cmq caccia e pesca tutto l'anno. da Paolo79 x Marcello
03/06/2014 16.13
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Re: THE CHARGE: La carica! bella isola l'Elba...sei fortunato Paolo vivere la è come essere in vacanza 365 gg all'anno... ovviamente con tutti i problemi delle isole ma anche i vantaggi!! da Marcello
03/06/2014 16.03
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Re: THE CHARGE: La carica! Grazie del consiglio. ... cmq no... forse ci siamo fraintesi, non sono di sicuro io quello dei tiri lunghi... da noi sono più le volte che siamo in mezzo alla macchia che quelle in campo aperto... Pensa una volta ti chiesi un consiglio addirittura sul 7,62x39 in bolt. .. appunto per tirare a corta distanza... ho un punto sparo dove tiro a meno di trenta metri.... cmq grazie ancora...
da Paolo79 x Marco
03/06/2014 15.59
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Re: THE CHARGE: La carica! Bravo marco.
da Gaia
03/06/2014 15.07
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Re: THE CHARGE: La carica! Il 30.06 è come il prezzemolo: "Sta bene dappertutto". Ma uno stutzen lo preferirei in 308.................. Però permettimi una precisazione... Ti lamenti che spesso devi tirare lungo poi decidi di prendere una bolt a canna corta da "bosco". Bho!!! da Marco x Paolo
03/06/2014 14.02
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Re: THE CHARGE: La carica! ........ hai ragione..... ma dopo le lodi fattogli dal tuo amico Laszlo, mi ero deciso sul quel calibro..... Ho trovato degli stutzen in 30-06. .... che ne dici.... (muflone e cinghiale) P.s. come è andata al Game Fair. .. come al solito non sono potuto venire. ... all'Elba abbiamo avuto molta gente per questo ponte da Paolo79 x Marco
03/06/2014 13.21
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Re: THE CHARGE: La carica! Carissimo Paolo, Nonostante il buon 7 Mauser sia stato ed è tutt'ora un grandissimo calibro, sarebbe da ipocriti neagare che è ormai superato da impianti ben più prestanti (270 W, 7 mm -08, 7 mm RM, etc) Per non dire il buon 308 W. Guarda in giro, specialmente sul sito Armi Usate se trovi qualcosa di usato, altrimenti io ripiegherei sul 308 (in stutzen), sul 270 (per ungulati medio - bassi) o sul 7 mm RM (per i medio alti) Un cao saluto M da Marco x Paolo 79
03/06/2014 13.04
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Re: THE CHARGE: La carica! Carissimo Paolo, Nonostante il buon 7 Mauser sia stato ed è tutt'ora un grandissimo calibro, sarebbe da ipocriti neagare che è ormai superato da impianti ben più prestanti (270 W, 7 mm -08, 7 mm RM, etc) Per non dire il buon 308 W. Guarda in giro, specialmente sul sito Armi Usate se trovi qualcosa di usato, altrimenti io ripiegherei sul 308 (in stutzen), sul 270 (per ungulati medio - bassi) o sul 7 mm RM (per i medio alti) Un cao saluto M da Marco x Paolo 79
03/06/2014 13.03
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Re: THE CHARGE: La carica! Come dice il nostro capo caccia... "non si va via finché ci sono i cani a giro".... bel racconto e soprattutto.... adrenalina. .... Marco... lo sai che in 7x57 non fanno più niente... mi sa che fa qualcosa solo la Sabatti... peccato che sia la Cz che la Ruger m77 International (stutzen) non siano più in produzione... da Paolo79 x Marco
03/06/2014 12.58
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