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lug22 22/07/2014
L’antropomorfismo è sfuggito di mano, è letteralmente fuori controllo. La verità è che non è colpa di Disney , non poteva certo immaginarsi che si sarebbe creato il paradosso dove l’animale-uomo è più umano dell’uomo-animale, e l’uomo-animale è più bestia della bestia.
Dal suino pensatore del lager che scrisse “Se questo fosse un Suino” [si, ci sono persone che mettono citazioni di Levi in bocca ai maiali, sfogliatevi alcune pagine animaliste su facebook], al cane nordico con doppio pelo col cappottino, alle scarpette per cani, alla forza e determinazione della paperella che attraversa la strada dalla quale l’umanità deve prendere esempio, al gatto che cerca di rianimare il suo amico morto senza neppure aver fatto un corso di pronto soccorso, ragazzi!
… alla gazzella che si concede al ghepardo gentile per farsi mangiare, nella savana dell’adrenalina, dell’istinto e del rispetto, dove non c’è odio ma soltanto amore.
L’antropomorfismo è l’attività preferita dei proprietari degli animali d’affezione, che colmano carenze affettive con i loro pet, poiché chiaramente non possono comprendere e rispondere certe immense stronzate che dicono i loro padroni, a differenza degli altri uomini, che per questo semplice fatto fanno schifo.
Se solo gli animali potessero capire e parlare…
Visto che disquisire sulle basi di biologia e l’evoluzione morale della nostra società non serve a un fico secco, cambiamo strategia.
Propongo un overdose di Disney miscelata in parti eguali allo snuff movie, una specie di terapia Ludovico, interpretando ben altri comportamenti animali in chiave antropocentrica, nella speranza di farvi spurgare un po’ di fantasia, che sta mandando in necrosi il buonsenso e la visione oggettiva della realtà.
Immagina, sei immerso nel verde, nella quiete totale, cullato dai canti degli uccelli e dei grilli, mentre prepari una collana di fiori per la tua dolce metà.
“scopare! Scopare!” canta il merlo. “scopare!” frinisce il grillo. “trombare” cinguetta il fringuello. “che belli i suoni della natura” pensi tu, intrecciando gli organi sessuali dei papaveri e fantasticando sulle cose che farai con la tua dolce metà quella sera mentre il vento ti accarezza i capelli, trasportando i semi [in greco spèrma] del tarassaco comune.
E’ uno strano momento quello in cui scopri che la natura è depravazione sessuale, gli animali hanno solo una cosa sola in testa : il sesso. E pensare che quei geni di fagiani e pavoni maschi si sono evoluti solo per fare i fighi con le femmine, trascinandosi il loro lungo, bello e colorato fardello, la coda. Eh si, loro ce l’hanno grosso [il fardello n.d.R] mica come il cervello. Quello si è visto che per cuccare non serve poi molto.
Ognuno a modo suo, il delfino e l’anatra, invece che assecondare troppo i gusti impegnativi delle femmine, hanno deciso di violentarle. L’anatra è proprio simpatica, prende la femmina con il becco per la collottola e le monta sopra… sembra che la stia affogando. Tutta questa violenza solo per un bacio cloacale con “la lingua” a cavatappi?
Poi ci sono delle femmine a cui i maschi piacciono proprio tanto, delle mangia-maschi. Nel senso che se li mangiano sul serio.
La mantide religiosa, la vedova nera per citarne alcune. Il loro motto è “scopa e uccidi”. Sicuramente prima avevano firmato la carta per la comunione dei beni.
Guardate il ragno pavone australiano che fatica immane e come rischia la vita per la patata. Un concentrato di imbecillità in 5 mm. Si mette a fare il coglione per fare colpo, si sbraccia, fa segnali, danza, si avvicina, si allontana, esibisce e fa vibrare i lembi della parte posteriore multicolor e ultrafashion… lei invece si limita a guardare lo spettacolino e se gli piace ci sta, altrimenti si pappa il maschio. Bel modo, anche se un po’ drastico, per friendzonare i maschi insistenti, dovremmo pensarci anche noi.
I gusti son gusti, le cornacchie per esempio sono fottutamente razziste, stessa specie, livrea diversa, ma quando si tratta di scegliere il partner, le cornacchie nere vanno con quelle nere e quelle grigie con quelle grigie. Se il partner della propria razza scarseggia, allora di malincuore si accontentano.
I delfini quando possono, si arrangiano da soli, decapitano i pesci e si masturbano con il loro cadavere.
Bisogna essere animali intelligenti per far fronte alla carenza di patata, i delfini in fondo non hanno Federica, la mano amica!
I delfini trovano anche altri modi per sballarsi, tra gang bang, stupri e presumibilmente droga. Lo spacciatore-droga sarebbe il pesce palla: i delfini se lo snifferebbero e se lo passano pure tra di loro….
I delfini, quando trombano poco, diventano aggressivi e ammazzano così per sport le focene, le loro cugggine brutte.
Sono anche noti per uccidere i cuccioli della loro stessa specie. Anche gli elefanti marini non scherzano.
E le femmine di criceto, le avete mai viste quando mangiano avidamente i loro piccoli, soprattutto quando essi son malati e deformi o se la loro casa non gli piace? Ho il frigo vuoto, spetta che mi mangio mio figlio. La parete è verniciata male, oggi bambino fritto o cotto?
Manco nella fantasia contorta dei Greci ciò veniva concepito… il dio Crono, essendogli stato profetizzato che uno dei suoi figli lo avrebbe soppiantato, era solito divorarli al momento stesso della loro nascita.
Cioè, non si è mica pappato i piccoli perché erano brutti o la casa era brutta, capito? Neanche la mitologia greca supera le perversioni e la crudeltà della natura.
E i leoni, che furboni! Ammazzano i piccoli della femmina per scoparsela. A lei dopo viene voglia!
La leonessa va in calore e loro la coprono, sostituendo la propria prole a quella del predecessore. Nel leone e in alcuni roditori , l’uccisione dei piccoli da parte dei maschi adulti che riescono a spodestare il maschio di un branco è una forma di competizione sessuale. Il loro motto è “uccidi e scopa”.
Pensereste mai che dietro il musetto dolce della faina e di altri mustelidi con elevato coefficiente di coccolosità Disney si celi la follia omicida più pura?
Quando riescono a intrufolarsi nei pollai fanno la strage, un genocidio proprio, uccidendo molti più animali di quelli che servirebbero per alimentarsi. Questo fenomeno è noto come surplus killing.
Mi meraviglio che le formiche non abbiano messo il brevetto sull’allevamento e l’agricoltura visto che l’hanno inventata loro. E poi non venite a dirmi che l’allevamento e l’agricoltura non sono naturali.
Le formiche coltivano i funghi di cui si nutrono. Poi quelle bastarde mica usano il biologico.
Trattano i loro funghi con “erbicidi” per tenere le loro coltivazioni di funghi libere dalle erbacce.
Le formiche allevano e mungono gli afidi, quei luridi parassiti che succhiano nutrimento dalle piante.
Esistono anche delle formiche che praticano una pastorizia transumante, spostando continuamente gli afidi, perché ci sia sempre un pascolo abbondante, scegliendo il foraggio più appetitoso. Si conoscono casi in cui, se il gregge risulta essere di dimensioni eccessive, viene sfoltito con la macellazione di un adeguato numero di capi, destinati poi per l’ alimentazione. (link)
Ma voi lo sapevate che ci sono alcuni animali che utilizzano la sperimentazione animale? Gli stessi topi.
Quando bisogna testare la sicurezza di nuove fonti alimentari pare che in certi casi si servano di un “assaggiatore” anziano o malato il quale si sacrifica per la sua inesperienza o inabilità: se non mostra sintomi da avvelenamento dopo un certo tempo dall’ingestione tutti gli altri lo seguono.
In alcune comunità animali vige la dittatura, una specie di monarchia assoluta di stampo matriarcale: per esempio nei formicai e nei termai ci sono le operaie che lavorano gratis, costruiscono il nido raccolgono il cibo e curano le larve. La regina comanda.
Poi ci sono i soldati, che difendono la comunità, sono più grossi e cattivi. Peace&Love un corno! Le formiche vanno in guerra e schiavizzano pure le formiche rivali!
Negli insetti sociali le operaie non solo devono lavorare gratis, spesso sono pure sterili, niente sesso. Dedicano la vita all’allevamento dei figli generati dalla regina e spesso sacrificano la propria vita per proteggere la colonia.
Poi ci sono i maschi il quale unico ruolo è fecondare la femmina. Le api, dopo aver sfruttato sessualmente i maschi, li abbandonano al loro destino a morire di fame e di freddo fuori dall’alveare, che insensibili!
Anche le formiche hanno i loro sballi: esiste un coleottero stafilinide parassita che si chiama lomecusa (prende il nome da una famosa avvelenatrice della Roma antica). L’insetto entra in un qualunque formicaio e mostra ai suoi abitanti i suoi peli posteriori detti tricomi. Questi peletti secernono un liquido zuccherino che alle formiche piace tanto, ma proprio tanto, così tanto che alla fine non ne possono più fare a meno. Ben presto le formiche lomecusomani presentano segni di degenerazione cerebrali, poiché la secrezione ha sulle formiche un potere inebriante e il suo abuso produce dei danni paragonabili a quelli che l’abuso di alcool (o di una droga) produce nella società umane: perdita dell’equilibrio e dell’orientamento, apatia, ecc.
Spero di non avervi traumatizzato troppo.
Sicuramente dopo questa botta, prima di vomitare frasi preconfezionate su quanto gli animali siano moralmente superiori agli uomini ci penserete due volte.
E non sono neanche moralmente inferiori, per dirla tutta.
Parlare di morale nell’”osservazione” del regno animale non ha nessun cazzo di significato. Semplice.
Dobbiamo fare attenzione a non attribuire agli animali alcune caratteristiche prettamente umane o addirittura alcuni modi di essere che perderebbero ogni significato al di fuori di un determinato contesto sociale, storico e culturale.
Il fatto è che le scelte di questi animali non hanno nulla a che fare con un’economia schiavista, razzismo, violenza, crudeltà, valori, disuguaglianze storiche tra gruppi, conflitti culturali, caratteristici, se non esclusivi della storia umana.
Dobbiamo anche renderci conto che, se da un lato tutti gli organismi viventi sulla Terra hanno avuto un’origine comune, dall’altro la diversa storia evolutiva di ciascuna specie e di ciascuna popolazione ha differenziato gli interessi e i comportamenti: è per questo che io, te, una talpa e un fagiano abbiamo aspirazioni diverse.
“Per separare l’essenziale dall’accessorio sono sempre necessari una grande sensibilità, un vigile spirito critico, e una salutare prudenza scientifica.
Paradossalmente, quindi, chi attribuisce agli animali tutte le emozioni e tutti i desideri umani, dimostra non soltanto di conoscere poco la varietà della natura, ma anche di valutare gli animali non per quello che sono, ma soltanto come copie in sedicesimo degli esseri umani. Ciò che veramente dovremmo fare nei confronti degli animali è innanzi tutto di conoscerli e di accettarli per quello che sono, cercando continuamente di cogliere, da un lato, le caratteristiche comuni di tutte le specie, dall’altro quelle peculiari di ciascuna. “ (Renato Massa)
Un esempio di valutazione oggettiva: http://italiaxlascienza.it/main/2014/07/il-mito-dei-delfini-stupratori/
Poi ci sono cose che non c’è dato comprendere. Il coraggio di questa tartaruga ad affrontare con questa foga questa scarpa orribile…
Giulia Corsini* * Sul sito di Pro-Test, associazione che si batte per la sperimentazione animale (nata a seguito degli interventi legislativi guidati dalla Brambilla e dalla Lav), di cui è co-fondatrice, si presenta così: studentessa al quinto anno di Medicina Veterinaria, amante degli animali sin da piccola. E’ a conoscenza del fatto che tutte le cure siano frutto della sperimentazione animale e per questo ha deciso di difenderla con tutta se stessa, per far sì che la disinformazione non impedisca il progresso sia per gli esseri umani che per gli animali. Tags:5 commenti finora...
Re: Disney, Waffa... A parte il fatto che Giulia è una di quelle persone, ed in particolare di quegli italiani, chiedo scusa per il campanilismo, che mi fanno sperare che non sia ancora tutto perduto. Per il resto, almeno per me e non certo per sminuire il mirabile scritto di Giulia, che vivo non a contantto ma dentro l'ambiente naturale da quando sono nato, mi pare tutto di una normalità e semplicità disarmanti. Trovo persino difficle pensare che certe "cose" debbano essere spiegate, evidenziate ad UMANI adulti. Infatti anch'io da naturalista fai da te in erba ritenevo che il gatto era crudele a giocare con il topo, che la gazza era cattiva a smenbrare i piccoli di ogni genere che gli capitavano a tir di becco o di zampa, e così, via. Poi sono cresciuto ed ho capito. Uno dei primi grandi insegnamenti sulle "cose" della vita mi giunse come un fulmine nell'animo, ai mei 17 anni e pochi mesi, quando lasciò questa terra senza alcun preavviso un mio Amico, un mio Mentore. Da quel giorno capii che tutto è importante su questa terra ma alcune "cose" sono infinitamente più importanti di altre. E da quel giorno smisi di piangere quando se ne andava un animale a cui ero affezionato. Un cane, un gatto o altri, selvatici, di quelli che ero solito allevare. Continuavo certamente a soffrire nel mio animo, caratteristica prettamente umana ed inevitabile ....a meno che uno non si trasformi in una...bestia.... ma le mie lacrime andarono e vanno sempre e soltanto ai miei simili che le sanno ....comprendere, o almeno spero sappiano farlo. Mi pare giusto così. Non c'entra nulla?? Forse no ma tant'è. Ancora complimenti Giulia. da Ezio
24/07/2014
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Re: Disney, Waffa... me la son letta tutta dun fiato........
complimenti da massimiliano
23/07/2014
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Re: Disney, Waffa... Esopo,mi auguro che tu NON appartenga alla schiera dei detrattori tout court delle tesi esposte dalla redattrice dell'articolo,ma ne sia un esponente di picco e per diverse ragioni;una su tutte la tranquillita' sugli oppositori a certe linee di pensiero che in completa simbiosi e osmosi con un pressapochismo figlio di un nozionismo da poltrona di barbiere,fa' aprire bocca a casaccio,cosi',senza comprendere appieno cio' che e' scritto per manifesta lacuna cognitiva. da Pietro 2
22/07/2014
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Re: Disney, Waffanculo oh bimba, va bene che le favole le raccontano da quando il mondo è mondo, va bene che disnei e hanna e barbera (e i giapponesi) hanno tralignato dalla pur turpe fantasia dei miti, ma un conto sono le favole e un conto le cazzate. che la cornacchia grigia, ne dico una, vada con la cornacchia grigia e la cornacchia nera vada con la nera non è come credi, o come spiritosamente (???) ci vorresti far credere. rileggiti un po' darwin, poi mendel, poi lorenz. poi se hai ancora un po' di tempo, insisti con wilson. ci troverai tali e tanti spunti, che anche la tua non comune (un po' malata?) fantasia ne godrà. anche noi, probabilmente, ne troveremo pure qualche giovamento. chissà. da esopo
22/07/2014
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Re: Disney, Waffanculo Grande Giulia! da massimo zaratin
22/07/2014
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