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ago14


14/08/2014 10.51 

 
 
Avrei voluto raccontarvi come sono finalmente riuscito ad abbattere la grande pecora di Marco Polo (Ovis Ammon Polii), mentre “purtroppo” dovrò limitarmi a farvi un fedelissimo resoconto di come invece c’è riuscito Tino, il mio compagno di caccia. Ho avuto l’immenso piacere di conoscere Tino, un simpaticissimo ed atletico imprenditore Bresciano di sessantasei anni, socio fondatore del SCI Italian Chapter, subito dopo il mio arrivo in Kyrgyzstan, dove sia io che lui eravamo andati a caccia.
 
Per raggiungere il nostro campo base avevamo viaggiato “spalla e spalla” per venti ore, quindi lascio a voi immaginare cosa provammo entrambi quando ci separarono, perché sulle montagne dell’Achsay io per tre giorni cacciai l’ibex, mentre Tino inseguì inutilmente la grande “Marco Polo”. Dopo la mia avventura solitaria, come rientrai al “Camp” venni a sapere che il mio compagno di avventura non aveva ancora abbattuto la pecora, così colsi al volo l’occasione e gli chiesi se potevo unirmi a lui  in quell’impegnativa caccia, con la speranza, non lo nego, di riuscire a tirare un colpo anch’io.
 
Tino accettò la mia proposta con entusiasmo, sostenendo che sicuramente gli avrei portato fortuna, ed anche Simone “Black” Giacomelli, il Patron della spedizione, e Kambarbek, il suo socio kyrgyso, non ebbero nulla da obiettare, anzi furono felici di avere al seguito un discreto fotografo. Se c’è una cosa che non sopporto è l’inattività, così, mentre le nostre guide ricontrollavano i ferri dei cavalli e l’imbottiture delle selle, io e Tino verificammo la taratura della sua splendida Steyr Mannlicher calibro 8 x 68 Shuler “fuoriserie” accuratizzata dal grande Ennio della Bignami e calciata da Francesco Pederiva di Moena.
 
L’arma sparava bene con le H-Mantel originali, ma durante la sessione di tiro vidi che Tino aveva qualche difficoltà a stringere la rosata a lunga distanza. Ipotizzai che quel fatto dipendesse principalmente dalla precarietà dell’appoggio, così gli proposi un esperimento: “Tino che ne dici se proviamo a montarci il mio bipede?”.
 
Non ci crederete mai, ma Tino,  safarista di fama internazionale, premiato lo scorso anno per aver conseguito il miglior trofeo di Maral, non ne aveva mai visto uno! La sua carabina aveva l’attacco per la cinghia direttamente sulla canna, così per poterci montare il mio bipiede dovetti adattarlo al calcio con dei generosi giri di nastro isolante. Il risultato fu  soddisfacente ed anche la resa balistica della Steyr migliorò sensibilmente. Il giorno seguente una lunga fila di cavallini mongoli, silenziosi come la neve, lasciò il campo base. Apriva la pista Kambarbek, seguito da Simone, Tino, due guide ed infine il sottoscritto. Durante le prime uscite avevo preso una discreta confidenza col mio cavallo, tanto che gli avevo dato persino un nome.
 
L’avevo chiamato Mercedes, come la nota marca di automobili, perché era lento ma affidabilissimo e non si stancava mai! La pecora di Marco Polo vive in un habitat diverso da quello degli ibex, ama le grandi e rigogliose praterie riparate delle montagne. E' una pecora che vive in grossi branchi e alla quale piace pascolare tranquilla, ma è sempre all’erta pronta a rifugiarsi in luoghi inaccessibili al minimo segno di pericolo.  La tecnica più comune per cacciarla è la cerca a cavallo e poi, una volta avvistati gli animali, l’accostamento finale deve essere fatto a piedi. Le difficoltà maggiori sono riuscire a scorgere i branchi senza essere visti e individuare un grande maschio da trofeo, perché chi s’accolla l’onere d’intraprendere questa impegnativa quanto costosa caccia, vuole almeno ritornarsene a casa con un trofeo degno di rispetto. Kambarbek tra quelle montagne c’era nato, quindi conosceva alla perfezione tutti i luoghi di pascolo dei prestigiosi animali. Di solito cavalcavamo a mezza costa sempre con i binocoli a portata d mano e quando avvistavamo un branco, più o meno numeroso, smontavamo di sella posizionavamo il “lungo”, valutavamo i selvatici e poi riprendevamo la cerca. Il primo giorno avvistammo un centinaio di pecore, ma per un motivo o per un altro non riuscimmo mai a concludere positivamente. Rientrammo al Camp “stanchi ma felici”.
 
Anche se Tino non aveva tirato, di animali ne avevamo comunque visti a sufficienza. Fummo tutti concordi nel ritenere l’indomani come il giorno decisivo ed andammo a coricarci sui nostri pagliericci di feltro con innovato entusiasmo. Durante la notte, un po’ per smaltire le grandi quantità di tè che avevamo bevuto, un po’ per respirare il poco ossigeno che la stufetta alimentata a merda di yak ci concedeva, io e Tino dormimmo a tratti pochissime ore. Quando alle quattro Simone venne a svegliarci, noi due eravamo già vestiti e con le nostre attrezzature pronte. Risaliti in sella dei nostri generosissimi cavalli riprendemmo per l’ennesima volta la via delle montagne. Quel giorno il tempo non era affatto bello. Grevi nuvoloni offuscavano il cielo ed un vento gelido ci flagellava senza pietà.
 
Mentre procedevamo come alpini al fronte, nei miei confortevoli indumenti “Hight Tech”, con ai piedi  i miei caldissimi ed indistruttibili Crispi Nevada e con due cappelli in testa, mi ritrovai a guardare Tino ed a chiedermi se anch’io, alla sua età, fossi stato animato dalla stessa incrollabile passione. Gli americani definiscono la pecora di Marco Polo come la “Top of the World”, e secondo me hanno ragione. Tino mi aveva confidato che per lui abbatterla sarebbe stato il coronamento della sua lunga carriera di cacciatore. Io non seppi dagli torto, e chissà se un giorno avrei avuto anch’io la stessa fortuna. Che il tempo sia bello oppure brutto, qualsiasi forma di caccia è sempre emozionante, ma ipotizzai che il vento ed il nevischio non contribuivano certo alla buona riuscita. Verso mezzogiorno ci fermammo per mangiare. Il menù? Sempre lo stesso: un pezzo di pane azzimo, un tocco di formaggio di origine sconosciuta ed una manciata di noccioline e di frutta secca.
 
Mangiammo tutti avidamente e dopo un ultimo tè bollente riprendemmo il cammino. Verso le tre del pomeriggio avvistammo una decina di pecore. Si trovavano sull’altro versante da dove eravamo noi e col solo ausilio dei binocoli vedemmo che erano tutti maschi. Kambarbek “Il Boss”, come l’avevo soprannominato io, con la sua calma innaturale per l’ennesima volta riposizionò il suo inseparabile specktive  e prese a valutare in silenzio ogni singolo capo. Dal sorriso che fece quando si girò a guardarci, capimmo che forse era giunto il momento buono. Riposto il lungo, dal sacco di juta appeso alla sua sella tirò fuori due tute bianche, ne indossò una lui e consegnò l’altra a Tino, poi comincio a dare istruzioni a “Black” che doveva tradurle a Tino. Le nostre guide intanto impastoiarono tutti i cavalli meno due. Simone venne verso di noi e solennemente disse: “Tino preparati che  con Kamberbek tenterete di portarvi a tiro”.
 
 
 
Detto ciò ritornò dal Capocaccia per fare il punto della situazione assieme agli accompagnatori. Io mi gustavo tutta la scena con distacco, ipnotizzato da quei dieci puntini chiari che pascolavano a mezza spalla. Kamberbek e Tino rimontarono sui loro cavalli e partirono. Io e Simone li seguimmo per un po’ con i binocoli, nel lungo giro che li avrebbe portati quasi in cima alla montagna. Lassù, ci aveva confidato il grande cacciatore kyrgyso, c’era uno stretto sentiero che le pecore di Marco Polo, se disturbate,  avrebbero percorso per mettersi in salvo. Passò forse più di un’ora, ed anche le due guide si allontanarono e presero ad avanzare a piedi verso la montagna dove si trovavano le pecore che, come s’accorsero dei due uomini, cominciarono ad allontanarsi ma senza fretta. Erano consapevoli che dove avevano intenzione di andare quei due puntini scuri non avrebbero mai potuto seguirli, ma non credo sospettassero che in alto c’erano due vecchi predatori in agguato.
 
Le Marco Polo si muovevano in fila indiana con una lentezza esasperante, per un attimo mi venne quasi il sospetto che potesse fare buio, senza che Tino fosse riuscito a sparare neanche quella volta. Dopo diversi muniti le nostre guide rientrarono, mentre io e Simone, nel frattempo,  avevamo anche perso di vista le pecore. La visibilità stava diminuendo rapidamente, ma purtroppo non il vento ed il nevischio. Un tempaccio come quello poteva anche essere una bellissima coreografia a quell’impegnativa caccia, ma al sottoscritto aveva quasi rotto i c…..ni. Mi diede conforto  la certezza che entro un’ora al massimo, qualunque fosse stato l’esito della caccia, avremmo ripreso la strada del ritorno. Il boato dell’8 x 68 ci arrivò ovattato e fu come l’ordine di correre a prendere i nostri cavalli. Li slegammo velocemente e poi seguimmo le tracce nella neve lasciate precedentemente dai nostri due compagni.
 
Dopo quella cannonata non dovevamo certo preoccuparci di far rumore, così raggiungemmo Tino e Kamberbek in poco tempo. La mia gioia più grande fu quando vidi il vecchio socio del Safari Club International sorridere, tutto preso a fotografare uno splendido esemplare di pecora di Marco Polo disteso sulla neve. Lo imitai anch’io, per sfruttare l’ultimissima luce naturale e tra uno scatto ed un altro mi complimentai con lui incitandolo a raccontarmi tutto. Tino con gli occhi velati dalla commozione disse di aver atteso, sdraiato nella neve, che le pecore arrivassero a tiro (duecentocinquanta metri!!) e  poi, dopo aver preso di mira la più grande, l’aveva centrata con un preciso colpo in pieno petto.
 
Per l’assoluta mancanza di vegetazione non potemmo porgere al nobile animale  “l‘ultimo pasto”, ma un del coro di Weidmannsheil lo facemmo lo stesso! Il trofeo, come tutto l’animale d’altronde, era meraviglioso. Sicuramente tra quelle montagne ai “confini del paradiso” ce ne sarà stato anche uno più grande, ma la  Marco Polo di Tino era comunque di tutto rispetto e, una volta magistralmente preparata da un bravo tassidermista,  avrebbe occupato il posto d’onore nella sua nutrita sala trofei. Per quando recuperammo il Cap e la carcassa era ormai notte fonda. Per tutto il giorno il tempo non ci aveva dato tregua, ma non era stato ugualmente in grado di rovinarci quell’indimenticabile avventura. Giunti al campo fu festa grande. Come tradizione vuole, Kamberkek stappò una bottiglia di champagne ed il brindisi andò avanti fin quando Asel, la nostra insostituibile Girl tuttofare, ci comunicò che la cena era pronta. Quando vedemmo cosa ci aveva preparato: spaghetti italiani alla bolognese e bistecca di manzo alla griglia, ci sembrò di esser quasi ritornati a casa. Ma di tempo ne doveva trascorrere ancora parecchio prima che potessimo riabbracciare i nostri cari, perché l’indomani cambiammo zona per cimentarci a capo fitto in un’altra indimenticabile avventura.
 
MARCO BENECCHI

 

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24 commenti finora...

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da 1  08/12/2024 5.38

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da 1   08/12/2024 5.37

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da 1  08/12/2024 5.37

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

8 x 68---buono per il brodo... con dado star...

da Alfredo  10/09/2014 15.25

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Ragazzi, ragazzi ... calma ... troppa grazia San .... LO sapete ( soprattutto Marco ) che sono un pivello ( per non dire " pirla " ) in questa materia. Va a finire che le idee, già confuse, si annebbiano ulteriormente. Datemi tempo un mese e Vi farò sapere ( ovviamente via email, per non tediare gli altri partecipanti al Blog ) delle mie decisioni e se queste non ci saranno, ben volentieri, Marco, ti chiederò lumi dell' 8x68.
Carissimo Flagg, Blaser ? No, grazie. Perché ? E' troppo osannata, per i miei gusti. Io sono per le " nicchie " e penso che MS e/o SL lo possano essere. E' come il Rolex, osannato e desiderato da tutti tranne da me che ho provato e continuo a provare una forte emozione con il Longines degli anni '40/50.La Ferrari la lascio agli altri. Quanti parlano della Lamborghini ? Io sono fatto così.
Un abbraccio ad ambedue da Bopi
Un saluto ed un " chiedo scusa " a tutti gli altri lettori

da Bopi x Marco e x Flagg  27/08/2014 15.48

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Carissimo,

Quando ti deciderai a fare un buon acquisto ti consiglierò l'8 x 68 di un mio carissimo amico.....
E dopo aver preso uno STEYR MANNLICHER in 8 x 68, magari con un bellissimo Kahles sopra, sarai arrivato al punto di arrivo!!!!
Un abbraccio
Marco

da Marco x BOPI  27/08/2014 9.26

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

... ed è per questo che mi sono trattenuto. Ed è ritornata la passione per Mannlicher.
Un abbraccio, Pietro

da bopi  27/08/2014 7.07

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Carissimo, non farti troppe "menate" mentali,
Se proprio vuoi regalarti una splendita carabina "Classica europea - Vintage",
Prendi una STEYR MANNLICHER. (io ne ho 5!)
Sullo stesso sito se ne trovano di ottime a prezzi onesti!!!!!
Buona G
Marco

da Marco x BOPI  27/08/2014 6.20

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Carissimo Marco
alla fine hai beccato la S&L da me adocchiata e per la quale ho rotto l'anima a Flagg. Continuo ad avere dei dubbi. Ringrazio ancora una volta Flagg per le dritte che mi ha suggerito.
Ciao.
Bopi

da Bopi  26/08/2014 15.38

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

non sono ancora uscito. abrescia si inizia la terza domenica di settembre (ATC UNICO)spero di farmi un giretto sulla collina dietro casa dove sono nato e sempre cacciato con annesso un bel pezzo di bosco. con il vecchio breton (il mio bambino peloso) un paio d"ore al mattino bastano e avanzano. PS grazie a atutti x gli auguri e salute atutti carlo

da carlo48  26/08/2014 12.18

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Si l' ho vista Marco, sembra originale ed in condizioni discrete. L' unica cosa che non mi piace, anche se questo probabilmente ne certifica l' originalita', e' l' attacco anteriore. Quella che ho avuto io, usata chiaramente, non aveva il piede di porco ma lo aveva piu' arretrato, sull' azione, uguale al posteriore eccetto che il braccio che sorreggeva l' anello piegava all' indietro per adattarsi a diverse lunghezza dei vari cannocchiali. Questa e' anche la solusione generica di quelle attuali. Penso che si possa fare anche su questa. L' azione delle S&L viene in un' unica misura quindi, eccetto l' otturatore ed il serbatoio, e' la stessa per i calibri normali ed i magnum anche grossi (e lunghi tipo il .375 H&H).

da Flagg x Marco  26/08/2014 11.22

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Carlo auguri si buon compleanno. Se puo' consolarvi i miei compagni di caccia alla lepre hanno 73 ed 86 anni! Vanno ancora come le schegge...anche in montagna naturalmente. Io sono un ragazzo in confronto.

da Flagg x Carlo48 e Fillippo53  24/08/2014 1.25

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Cacciatori di pecore!

da Povere bestie  23/08/2014 21.54

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Auguri Carlo. Io ne ho cinque in meno, compiuti da poco. Ma sopra 3.000 metri anche per me è un sogno irraggiungibile, in tutti i sensi. In più sono anche caduto da cavallo (ovviamente andando a caccia) e ora pensare di tornarci sopra, magari su pendii scoscesi, brrrr.... Invece spero di fare ancora qualche bramito. Il famoso conte Palfliy si chiedeva non quanti anni gli restassero da campare, ma quanti bramiti... E poi ci sono sempre i nostri setoloni, le beccacce, i colombacci, i caprioli sopra casa! Su con la vita!
Non ho fatto in tempo (meglio così) a leggere il primo commento, poi cancellato. Ma credo di indovinarne il significato. L'importante è che il blog rimanga un momento di scambio di opinioni e - come ho sempre detto - una utile miniera di informazioni. Che senso ha perdere tempo a scrivere insulti a raffica? Personalmente credo di avere ancora tanto da imparare, nonostante le oltre 40 licenze; e apro con curiosità il blog sperando di trovarci un suggerimento, un motivo di riflessione, un approfondimento. Se invece devo replicare a qualcuno che mi insulta, mi pare si possa definirlo tempo sprecato (e, dato che vado a caccia per divertirmi, mentre per mantenermi devo lavorare, allora meglio pensare agli affari miei!!!!).
Buon rientro dalle ferie a tutti (anche a chi non le ha potute fare, anzi, a loro un saluto più caloroso)

da Filippo 53  22/08/2014 14.07

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

hai letto il primo commento? ho risposto da arrabbiato al solito rompi c....... e è stato cancellato, meno male!!!!!!! PS bravo Marco bellissima preda grande soddisfazione. io non potrò mai andarci (salute cagionevole) mi acconten to dei daini cervi (femmine) e setoloni in toscana e oltrepò. complimenti bella cacciata!! domenica compio 66 anni. un abbraccio eSALUTE a tutti.

da carlo48 x Marco e amici del BLOG  22/08/2014 10.11

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

sai che c'è invece gli altri due della foto so bellini..
ciao a tutti e grande marco

da tosco  22/08/2014 7.18

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Spettacolo!!!!!

da Ezio  20/08/2014 14.06

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Grazie mille Marco.
Come inneschi uso dei federal gold medal (possono andare?)
In effetti le sierra le userei piu che altro x il poligono e per qualche garetta al cinghiale corrente.

da Leonardo x Marco  20/08/2014 13.10

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Piccola curiosità................................
Kamberbek, che nella foto centrale è quello "più brutto!" con il binocolo scuro al collo, il capo insomma,
non immaginereste mai con che carabina va in giro per le montagne del Paradiso, le Tien Shan
Con una BENELLI ARGO in calibro 30.06!!!
Alla detta di lui, ottima per finire Marco Polo e stambecchi e soprattutto per i ... lupi!!
M

da Marco Benecchi x TUTTI  20/08/2014 12.25

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Caro Leo, rispondo con piacere alla tua domanda, ma a patto che possiamo darci del tu...
Come già detto, sono forse il piùà grande consumatore di SIERRA GAME KING SPBT d'Italia!!!!!
E permettemi una piccola confessione. A tutti consiglio TIG, Ballistic Tip, Scirocco e SST, ma la taratura a 40 - 50 70 metri dei "red Point la accio SEMPRE con le SIERRA e consiglio di metterne sempre qualcuna nel serbatoio....
Io di solito alla 165 grani dò 52 grani di 140 e 59 di N 160. Le poche volte che uso la N 150 gli do 51,5 grani.
Occhio quando ricarichi la N 160 metti i Magnum (CCI 250, Federal 215, etc!che oltre i 55 grani di polvere lavorano meglio. Tieni la OAL lunghezza totale della munizione intorno ai 82 - 83 mm che in semiauto funzionano meglio.
Tutti i bossoli vanno bene, ma se hai degli RWS o GECO tutte le suddette dosi dovresti "alleggerirle" di 1 - 2 grani.
Un saluto
Marco

da Marco Benecchi x Leonardo  20/08/2014 12.22

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Buongiorno marco la disturbo per chiederle delle dosi di ricarica:
Possiedo una BAR longtrack calibro 30-06 e vorrei ricaricare le sierra gameking da 165 grani,possiedo n140 e n150.
Avrebbe una buona dose da consigliarmi per il setolone?

da Leonardo  20/08/2014 11.29

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Io ciò un buon ingrediente il 300WM con palla 180gr che dal muflone, ai BIGorn, fino ai grossi alci puoi andare tranquillo.

da Riccardo  20/08/2014 10.05

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

Che bel pecorone....
Per i nostri pecoroni (mufloni) con il 270 win che ricetta faresti per farli rimanere inchiodati sul posto?

da Paolo79 x Marco  19/08/2014 13.57

Re: Caccia alla prestigiosa pecora di MARCO POLO La “Top of the World”

primo commento, il solito poveretto: non parla italiano ma, mezzo arabo solito provvocatore poverinooo!!!! salute ebuone ferie a tutti buon riposo. carlo

da carlo48  15/08/2014 15.38
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