Un ruolo particolare nella pittura a soggetto venatorio, l'hanno avuto i fiamminghi, di cui si conosce poco, salvo i più famosi, come Jan van Eyck, Rembrandt, Brughel il Vecchio e il Giovane o Vermeer.
La pittura fiamminga nacque nel 400' nelle Fiandre, e si sviluppo' nell'intera regione dei Paesi Basi ( attuali territori del Belgio e dell'Olanda). Un fenomeno storico-artistico, che crea centri di maggior propulsione culturale in città come Bruges, Gand e Anversa che accolse e decretò grande fama agli artisti più rappresentativi di quella scuola ittorica.
I fiamminghi nel XV secolo perfezionarono e svilupparono la tecnica della pittura ad olio, conosciuta già dall'antichità, ponendo rimedio a inconvenienti come l'alterazione della cromia oppure difetti provocati dall'asciugatura dei colori, che rimanevano per lungo tempo appiccicosi.
Al contrario della tempera che asciugava rapidamente e permetteva di effettuare sfumature e passaggi di toni solo con molta difficoltà, i colori nel nuovo legante oleo-resinoso si lasciavano sfumare uno nell'altro più facilmente, rendendo possibile il procedere per successive velature, cioè per strati di colore più o meno trasparenti, che rendevano il dipinto brillante e lucido, permettendo di definire la diversa consistenza delle superfici nei minimi particolari. Da qui parte il gusto per le miniature e la visione molto particolareggiata della realtà. La tecnica perfetta per il chiaroscuro.
Interessanti, fra i moltissimi fiamminghi che si dedicarono a scene di caccia, due pittori meno conosciuti dalle nostre parti. Frans Snyders e Jan Baptist Weenix.
Vediamo per adesso Frans Snyders 1579-1657. Pittore barocco inizialmente si dedicò alla pittura di fiori, frutta e soggetti di natura morta, ma poi si rivolse agli animali ed eseguì opere di grandi dimensioni, con eccezionale abilità e impagabole sensibilità venatoria, che rappresentavano mirabili scene di combattimenti fra animali selvatici. Fu uno dei primi specialisti Animaliers diventando cosi l'artista barocco più famoso del 17° secolo. Si distinse per le rappresentazione degli animali, in combattimento o in scene di caccia, di nature morte, lavori per lo più ambientati in mercati, cucine, dispense.
Il suo disegno è preciso e vigoroso e il suo senso del colore è audace ed espressivo.
Questa sua abilità è stata spesso apprezzata ed imitata anche da Peter Paul Rubens e da Jacob Jordaens.
Viene celebrato per la sua grande abilità nel catturare le texture e i giochi di luce sulle piume e sulla pelliccia degli animali, realizza dipinti come “Caccia al cinghiale”. Un quadro raffigurante in maniera molto suggestiva l'inseguimento dell'animale da parte dei cani da caccia, i movimenti sia della bestia sia dei cani che lo stanno braccando, movimenti fluidi, di un realismo impressionante, che mettono lo spettatore di fronte ad una scena di grande movimento, intensa, piena di azione.
Altra opera molto suggestiva: “Bancarella di selvaggina”. Un vero capolavoro, dove nemmeno l'ampia varietà di cacciagione illustrata mette in difficoltà l'artista, anzi le sue doti e la sua grande capacità innata per i dettagli e le texture vengono valorizzati nel minimi particolari. Un'opera che si può definire di massima risoluzione.
Mihaela Cretu