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giu9 09/06/2015
Una recente telefonata ricevuta da un caro amico, con il quale mi intrattengo spesso a parlare di cani… da ferma intendo, mi da’ il destro per scrivere delle brevi note sul concetto di bellezza in cinognostica.
Conscio del fatto che penne ben più autorevoli della mia, hanno già scritto mirabilmente sull’argomento, mi limiterò soltanto a rimarcare il concetto spesse volte dimenticato. Dal punto di vista cinotecnico, il bello e l’utile si identificano. Un soggetto quindi è bello, allorquando assolve nel modo migliore il lavoro, al quale lo stesso è destinato.
Il Cornevin divide la bellezza in: convenzionale, armonica, di adattamento. La prima cavalca l’onda della moda del momento, la seconda si occupa delle proporzioni delle singole parti, ivi compresi i rapporti tra le leggi della statica e della cinematica, la terza delle forme esteriori, dell’armonia delle singole parti e le funzioni economiche.
La nostra è una ricerca di bellezza di adattamento, e sarà diversa rispetto al lavoro che ogni razza è chiamata ad assolvere. Un soggetto potrebbe essere disarmonico dal punto di vista della bellezza estetica, ma utile… efficace quindi al lavoro cui è destinato, ebbene in questo caso saremo di fronte a quella che viene definita bellezza di adattamento. Quella da noi ricercata.
In expo, un esperto giudice potrebbe scrivere, esaminando un pointer: soggetto con groppa di giusta inclinazione; in questo caso esprime due concetti di bellezza. Uno estetico, in quanto è gradevole ai nostri occhi una groppa così fatta, l’altro funzionale, poiché una groppa scarsamente inclinata è indice di resistenza oltre che di potenza, nota questa di primaria importanza.
Ma a cosa servirebbero un pointer o un setter ben costruiti se privi di istinto venatico, o di senso del collegamento… pressoché a nulla.
Ed ecco emergere un altro concetto, quello di bellezza morale e psichica, ed è questa… di certo tra tutte, la più importante. Non è il ring, la sede più idonea a valutare questo concetto, le esposizioni servono soltanto a salvaguardare il tipo, ma nelle prove di lavoro dove tutto ciò si può considerare, è bene non sottovalutarlo ma tenerlo in debita considerazione.
Quando esaminiamo un cane, sono tre i punti imprescindibili: la bellezza estetica… quella funzionale e quella psichico morale. Quest’ultima molto ricercata è gradita anche… nell’essere umano!
Roberto D’Emanuele Tags:
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