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ago7


07/08/2015 9.57 

Cristiano
 
Cristiano può essere un nome vero oppure di fantasia, non ha importanza, quel che conta è che il ragazzino in oggetto al compimento del dodicesimo anno d’età non ricevette dai nonni per regalo una bicicletta, uno skateboard, un paio di pattini o una tuta da ginnastica dell’Adidas, ma una bellissima carabina Browning calibro 22-250 Remington, con tanto di ottica 14 x 44! Ipotizziamo anche che Cristiano sia figlio di un ungherese, di uno sloveno, di un croato o di un toscano e che abbia avuto l’occasione di accompagnare fin da giovanissimo il papà a caccia nelle pianure, tra i boschi e sulle montagne. E che un bel giorno si sia ritrovato con una vecchia doppietta tra le mani, proprio mentre una grossa lepre stava uscendo dal bosco. Da qual momento in poi la sua vita non fu più la stessa.
 
Cristiano mantenne sempre un elevato rendimento a scuola, riordinò puntualmente la sua cameretta, continuò a tirare calci al pollone e a giocare a figurine con i suoi coetanei, ma c’era sempre un’immagine scolpita indelebilmente nella sua mente e nel suo cuore che lo perseguitava: quella di una lepre che cadeva centrata in pieno da un solo colpo, sparato proprio da lui! Il papà, da vecchio e grande cacciatore quale era, vedendo la metamorfosi che stava subendo suo figlio, ebbe delle emozioni molto contrastanti tra loro. Avrebbe dovuto assecondare quella innata passione che lo stava stregando (la stessa che tanti anni addietro si era impossessata di lui e che prima ancora aveva contaminato anche suo padre e suo nonno), oppure doveva cercare di frenare tutto quell’entusiasmo? “Cacciatori si nasce, non si diventa”. Questo è un assioma inconfutabile. Puoi allevare un lupo e tenerlo in giardino assieme a conigli ed agnelli, ma poi non ti stupire se un brutto giorno accade una piccola tragedia. La passione per la caccia, o meglio l’istinto del cacciatore, deve essere accettato, compreso e assecondato perché è nella natura umana. Se nostro figlio preferisce seguirci a caccia piuttosto che andare all’oratorio salesiano, non dobbiamo assolutamente sentirci in colpa, anzi, dobbiamo esserne fieri.
 
Ma torniamo a Cristiano…una ciliegia tira l’altra. Visto che ormai s’era guadagnato con onore la sua prima bella, prestigiosa preda, perché non poteva aspirare anche a catturare qualcos’altro? Magari un fagiano, una volpe e perché no, anche un cinghiale o un capriolo? A undici anni, anche se Madre Natura l’aveva dotato di un fisico da adolescente, non poteva certo andare a caccia da solo (per non parlare poi delle leggi vigenti nel paese dove Cristiano viveva!), così il padre lasciò che fosse il destino a decidere quale fosse la strada da seguire. Continuò a portarlo con sé tutte le volte che andava a caccia e se il ragazzo ne aveva voglia, senza mai forzarlo. I due amici, perché quello erano, avevano già fatto insieme il “balzello” alla lepre, chissà se era giunta l’ora di tentare anche una posta al Re della macchia mediterranea? La prima sera andò a vuoto, così come la seconda e la terza, ma alla quarta uscita le cose andarono meglio. Il branchetto di cinghiali arrivo che quasi non ci si vedeva più. Da dietro il mucchio di sassi dove padre e figlio erano appostati, non si udiva un sol respiro. Lo scaltro genitore gli aveva fatto togliere la sicura alla doppietta, appena il sole era sceso “nel sacco” e quando vide il suo cucciolo d’uomo portare con una certa difficoltà il fucile alla spalla, gli vennero gli occhi lucidi. Per un cacciatore esperto quello sarebbe stato un tiro facile, ma Cristiano per essere certo di non sbagliare ed anche per paura di deludere suo padre, appoggiò le due canne sopra ad una pietra, prese attentamente di mira un cinghiale discostato dal branco, chiuse un occhio (o forse tutti e due!), trattenne il respiro e poi tirò il grilletto.
 
Una Brenneke calibro 12 genera un rinculo violento, ma se a Cristiano fece male non lo diede a vedere. Si voltò verso suo padre in attesa, con delle tacite domande negli occhi: l’ho sbagliato? L’ho preso? Spero di non averlo ferito. Il responso arrivò con un sorriso e con una pacca sulle spalle. Un abbraccio o un bacio sarebbero state cose da femminucce. Cristiano aprì la doppietta, restituì al padre la cartuccia carica e mise in tasca il bossolo di quella sparata e poi con calma raggiunsero insieme l’animale morto. Cristiano lo accarezzò, s’inebriò del suo odore forte e acre, controllò dove lo aveva colpito e cercò anche di stimarne il peso. Con il padre si accordarono per quaranta–cinquanta chili, anche se forse non arrivava a trentacinque! Poi, emozionato ma sereno, il neocacciatore di cinghiali s’inginocchiò per ricevere il “battesimo” che il padre avrebbe fatto pronunciando frasi solenni e tracciando dei segni sul suo viso con il sangue ancora caldo del suo primo cinghiale. Semmai ci fosse stata una remotissima possibilità che Cristiano non diventasse un cacciatore, dopo quella sera era scemata per sempre. Quel che accadde dopo è comune a molti altri giovani cacciatori.
 
Quando hai già incarnierato un cinghiale ed una lepre, fai presto a prendere anche un fagiano e poi tortore, colombacci e tordi, e sempre usando la doppietta di tuo padre, che a sua volta era stata di tuo nonno. Cristiano ormai si sentiva pronto per il grande passo, ma suo padre gli avrebbe mai permesso di usare la bella Remington calibro 270? Quella con il cannocchiale lungo e nero che lui ammirava per ore ed ore attraverso il vetro della rastrelliera? Il sogno di Cristiano si avverò un freddo pomeriggio di fine inverno, quando, sempre incollato alla giacca di fustagno del genitore, caricarono zaino, binocolo e…carabina sul fuoristrada. Il ragazzo non sapeva né dove stavano andando né cosa speravano di cacciare, l’importante era che andavano nel bosco, tutto il resto non contava. Per circa un’ora percorsero sentieri, carrarecce, cesse tagliafuoco e guadarono fiumi e ruscelli. Durante il tragitto avvistarono di tutto, persino un fusone di daino. Giunti in prossimità di un grande prato incolto il padre di Cristiano parcheggiò il fuoristrada e (anche se non ce n’era assolutamente bisogno) si portò il dito indice della mano destra al naso. Da quel momento in poi ogni rumore sarebbe stato sacrilego. Cristiano si caricò lo zaino sulle robuste spalle, mentre il padre prese la 270 Winchester ed il binocolo.
 
Camminarono furtivi lungo il confine del bosco finché, ad un tratto, il genitore s’immobilizzò. Alzò il binocolo, osservò un punto preciso del prato per diversi secondi e poi lo passò al figlio. “Le vedi laggiù quelle tre sagome scure? Sono caprioli. Quello più grosso a destra è un maschio. Non lo perdere di vista”. A Cristiano cominciarono a tremare le gambe, ma riuscì ugualmente a seguire il padre che era entrato nel bosco per cercare di fare una manovra d’avvicinamento. Procedevano piano, controllando dove mettevano i piedi e la direzione del vento e, attraverso l’altofusto, la posizione degli animali, che ancora erano apparentemente ignari della loro presenza. Giunti in prossimità di un piccolo dosso si fermarono. Distavano non più di cento–centoventi metri dai caprioli. Il padre chiese a Cristiano di consegnargli il binocolo e lo zaino. Mise quest’ultimo a terra, ci adagiò delicatamente sopra la carabina e con un movimento al contempo fluido e silenzioso fece scorrere in canna una cartuccia dorata. A Cristiano batteva il cuore talmente forte che se ne vergognò. Ebbe quasi il dubbio che riuscisse a sentirlo anche suo padre.
 
Ma senza farsi incitare, si posizionò dietro l’arma come gli era stato insegnato, la impugnò, sistemò bene il calcio contro la spalla e prese a traguardare il maschio di capriolo direttamente attraverso le lenti del 6x42 montato sulla Remington. “Non avere fretta. Sfiora il grilletto soltanto quando il reticolo è nel punto giusto. Soltanto allora”, gli sussurrò suo padre nell’orecchio sinistro. Passarono pochissimi istanti ed uno sparo ruppe il silenzio che regnava nel bosco, spense una vita e ne segnò inesorabilmente un’altra.

 

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17 commenti finora...

Re: “CRISTIANO”

ma che maestro i video fanno schifo! 0/25 guarda i video americani

da fillippo  20/08/2015 14.11

Re: “CRISTIANO”

Marco ho appena visto un paio di video tuoi su YouTube... uno spettacolo, sei un maestro!!

da 0/25  19/08/2015 21.33

Re: “CRISTIANO”

Io non sono un "Cristiano", mio figlio invece può aspirare ad avere quel nome. Il suo battesimo è avvenuto su colombi una calda mattina di settembre di alcuni anni fa. Ora la scuola e gli ormoni dei suoi 15 anni lo hanno leggermente allontanato dal nostro mondo ... ma nei suoi occhi vedo sempre brillare quel fuoco che una volta acceso nessuno può spegnere. Non lo forzerò ma aspetto il momento in cui una fredda domenica d'inverno si alzerà prima di me e una volta preparato un buon caffè caldo mi chiederà.....oggi papà posso venire con te. Vorrà dire che la maledetta passione avrà fatto un altro centro.

da P.G.  15/08/2015 20.25

Re: “CRISTIANO”

BUON FERRAGOSTO A TUTTI VOI.
Oggi ha riaperto al capriolo ed ho fatto subito un "meraviglioso" trofeo......................
3 - 4 kg di more!!!
Così ho fatto contenta la moglie che poi, viceversa, farà contento me preparando una squisita marmellata!!!
Un caloroso saluto a Tutti
Marco

NB Da domani si comincia a far sul serio
Pioggia o non pioggia

ADDESTRAMENTO CANI!!!!!!!!!!!!!!!!
Poveri loro.
Non c'è una goccia d'acqua nelle zone che frequento!!!!
Dovrò portarmela dietro..

da MARCO BENECCHI X TUTTI  15/08/2015 10.12

Re: “CRISTIANO”

Fabiola.....grazie.

da mustang  10/08/2015 19.29

Re: “CRISTIANO”

Anche io sono un "Cristiano"......partito con fionda, ho poi fatto il grande passo quando.....mi regalarono la diana 52 perchè......ero stato promosso in prima media!!! Il primo colpo con il 12 ha lasciato nella mia spalla un segno violaceo che se ne è andato dopo 3/4 giorni....nella mia vita invece il segno è sempre presente!!! Ricordo benissimo quel pomeriggio insieme al mio insegnate di caccia e soprattutto "di vita"....... mio padre che ormai purtroppo non c' è più!!!
Ciao Babbo.

da SPRINGER TOSCANO  10/08/2015 8.52

Re: “CRISTIANO”

Io accompagnavo mio zio già all'età di 10 anni.Quando presi il porto d'armi a 25(i miei prima erano contrari)uccisi la mia prima lepre seguendo i consigli di mio zio.Mi abbraccio e ne rimasi contento.Ora mio zio data l'età e i malanni.mi ha dato in eredità i suoi fucili (con le lacrime agli occhi)mi ha detto continua tu la nostra passione.io non ce la faccio più.Ma il ricordo della mia prima preda non lo scorderò mai più.Grazie zio di quello che mai insegnato.Un saluto a tutti

da setter '63  09/08/2015 8.15

Re: “CRISTIANO”

Io sono la mamma di un Cristiano che ha voluto il suo primo fucile a 10 anni come regalo per la sua prima comunione
E anche a lui è cambiato la prospettiva di vita non gli interessano play station o altri aggeggi elettronici (anche se le usa saltuarmente con i suoi amici fissati) e trascinando altri due suoi amici che sono molto entusiasti di passare domeniche nei boschi a fare scaccioni con la prospettiva di vedere qualche animale e se poi non ammazzano niente perchè ci sono circostanze negative per poter imbracciare un fucile va bene sono contenti delle emozioni che anche i genitori e gli altri cacciatore possono provare in una battuta o sul capanno

da fabiola  08/08/2015 18.19

Re: “CRISTIANO”

Caro Marco,
come direbbe un amico cacciatore e appassionato di armi da caccia il drilling MERKEL è un magnifico esempio di "impianto termobalistico venatorio". Che per ora relegherò tra i sogni da rivedere più avanti. Il tuo amico pizzaiolo deve essere un vero cecchino perchè ha atterrato tutto al primo colpo (il 6,5 e solo dove consentito) che col calibro 12 poteva "attingere" solo ai cinghiali. Complimenti alla tua "band of brothers" di amici cacciatori. Il tuo racconto semplice ma ben costruito l'ho riletto più volte perchè vi ho trovato punti in comune con la mia infanzia e adolescenza quando accompagnavo papà a caccia dappertutto. Cose sopite ma mai dimenticate. Grazie

da FILIPPO 60  08/08/2015 17.56

Re: “CRISTIANO”

Caro Filippo,
il mio vecchio amico Angelo,
Pizzaiolo di Verona, il fortunato possessre del bel drilling Merkel (ne ho uno anche io nello stesso calibro!!)
in oggetto 12 - 12 - 6,5 x 57 R,
Mi sembra che utilizzasse delle RWS con palla KS da 140 grani e ottica Swarovski 6 x 42.
Ha praticamente abbattuto tutto quelle che era possibile abbattere sia in Maremma sia in montagna.
Caprioli, camosci, ma anche
Daini, Palanconi, cervi, cinghiali.
Stutti abbattutti pulitamente con il sottoscritto al "binocolo".
Quindi sono stato spesso testimone diretto di molte azioni.
Non lo cambierei neanche per un 7 x 65 R o per un calibro maggiore..
Saluti
Marco

da Marco Benecchi x FILIPPO  08/08/2015 12.10

Re: “CRISTIANO”

Caro Marco oltre a grande cacciatore e prezioso amico, sei un vero professionista, evoluto e perfettamente al passo con i tempi. Grazie a te stupendi momenti di vita vissuta vengono fissati in modo indelebile e resi popolari… Anche per questo sei e rimani per me il nr. 1 !!! Ciao a presto

da 0/25  08/08/2015 8.46

Re: “CRISTIANO”

Ciao MArco.
Apprezzatissimo racconto non solo di caccia fine a se stessa, ma di condivisione tra padre e figlio. Mi auguro che sia una cosa che accada spesso o addirittura sia comune; temo però sia il contrario e la caccia al giorno d'oggi è difficile possa essere un collante tra generazioni. Hai fatto bene a "bloggarlo" e se qualcuno dei tuoi fans ne ha qualcuno di breve e significativo.....
Una piccola domanda tecnica: scorrendo i tuoi articoli mi ha colpito la notizia che un tuo amico con cui cacci impiega un drilling 6,5x57R (e penso 12/12 le canne superiori) con cui in una riserva gli hai visto fare cose pregevoli. Mi ha incuriosito questa cosa. Potresti se non è troppo invadente nel tuo privato, raccontare cosa ha abbattuto e con quale calibro e a che distanze , le palle e che ottica montava il drilling, ecc? Complimentandomi per la qualità dei tuoi articoli ti auguro un buon agosto di ferie e relax. fb

da Filippo 60  07/08/2015 20.03

Re: “CRISTIANO”

LO SAPEVO CHE IL MIO RACCONTO
VERISSIMO al 100% come sempre...
Vi sarebbe piaciuto
Devo ammettere che anche io lo annovero tra i miei più belli che abbia mai scritto...

E' il mio regalo di FERRAGOSTO.
Per chi lo sa apprezzare.
Un caro saluto a tutti
Marco

da Marco Benecchi x TUTTI gli Amici  07/08/2015 17.26

Re: “CRISTIANO”

...omen nomen...

da cristiano montano  07/08/2015 16.17

Re: “CRISTIANO”

Marco, hai superato te stesso. Per me questo è il tuo miglior racconto di caccia.
Weidmannsheil!

da bansberia  07/08/2015 14.41

Re: “CRISTIANO”

Grazie Marco, nel leggere questo racconto mi sono commosso.......io alla stessa età ricevetti in regalo dal mio povero papà un monocanna calibro 28 con cui iniziai a sparare agli acquatici nel lago di Fondi........ Ancora oggi sono legatissimo a questo fucile e la passione per la caccia è rimasta immutata. Complimenti per il tuo e per le emozioni che riesci a trasmettere. W la caccia.

da Piero 72  07/08/2015 11.55

Re: “CRISTIANO”

Questo è un dei pezzi più belli che abbia letto in questo blog.complimenti, mi fa rivivere il percorso che mi ha portato ad essere cacciatore...chi come me ha preso la licenza di caccia in giovane età (18 anni) si ritroverà sicuramente in questo racconto..
Da questo pezzo traspare davvero il fuoco sacro della nostra passione..è proprio vero che cacciatori si nasce..

da little john  07/08/2015 11.47
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