Diciamolo subito, senza giri di parole, dove gli animalisti/ambientalisti gestiscono i territori la gente muore!
Il caso di Cefalù è emblematico, un Parco regionale (quello delle Madonie) che vede nel Comitato tecnico-scientifico i rappresentanti delle associazioni ambientaliste come Italia Nostra, WWF, Legambiente, CAI, Lipu e altri, non riesce a gestire la fauna selvatica e ci scappa il morto.
In questa vicenda cade anche una leggenda tanto cara agli ambientalisti, quella della introduzione di cinghiali nei boschi da parte dei cacciatori; no cari signori, i cinghiali si riproducono perchè manca il controllo della specie, sempre più zone campestri vengono abbandonate sia dagli agricoltori che dagli allevatori e non vengono più gestite.
Anche in Toscana, la mia terra, conosciamo bene l'emergenza ungulati che è presente ormai da alcuni anni, tanto da far registrare incidenti mortali o con feriti gravi e perfino una tragedia sfiorata con un treno che, nel mio Comune di Massarosa, ha travolto sui binari un branco di cinghiali con il rischio di deragliare.
Le istituzioni preposte (Provincia e Regione) non prendono provvedimenti incisivi per risolvere il problema.
Da cacciatore Doc del cinghiale mi sento di poter fare delle proposte per la soluzione del problema, sia dal punto di vista pratico che da quello regolamentare.
Ci sono tre modalità di intervento oggi in Toscana:
1) la caccia in battuta al cinghiale durante la stagione venatoria
2) la caccia di selezione al cinghiale avviata in alcune province
3) le operazioni di controllo straordinario autorizzate dalle Province alla presenza di guardie venatorie
Il modello attualmente in vigore in Toscana non è più al passo coi tempi perché non è più tollerabile che a pagare i danni degli ungulati siano gli Atc con i soldi anche di chi pratica altre forme di caccia come la stanziale e la migratoria, che dovrebbero avere fondi a loro destinati per migliorare l'habitat dove si deve riprodurre la selvaggina stanziale e sostare quella migratoria.
La caccia di selezione al cinghiale è uno strumento aggiuntivo che va potenziato e applicato su tutto il territorio regionale in maniera uniforme e continuativa, ma di per se inutile ad incidere sui grandi numeri di cui stiamo parlando. Diventerà un valido strumento quando le popolazioni saranno riportate ad una consistenza accettabile.
Le operazioni di controllo straordinario autorizzate dalle province sono un'arma spuntata. Questo tipo di interventi vengono richiesti per problemi di danni alle coltivazioni agricole ma anche per garantire la sicurezza pubblica, ma le modalità sono inadeguate. L'Ispra (l'organo tecnico scientifico del Ministero dell'Ambiente) che deve rilasciare il parere positivo sulle modalità di intervento anche al di fuori dal periodo di caccia tradizionale (ottobre-dicembre o novembre-gennaio) permette sistematicamente il fallimento di tali operazioni con limitazioni assurde e prive di fondamento pratico e scientifico, diventando responsabile diretta delle conseguenze a volte fatali delle proprie decisioni; per questo da molti anni chiediamo la chiusura di questo ente inutile e la creazione di centri di studio regionali che possano rispondere in tempi brevi e con conoscenza approfondita del territorio, alle richieste di intervento straordinarie. Se in una data area molto circoscritta (anche all'interno delle famose zone di ripopolamento e cattura della fauna nobile come fagiano e lepre) si presenta un allarme cinghiali o altri ungulati, noi proponiamo che sia il Sindaco che la Provincia, la Regione o l’ATC possano intervenire nel giro di 24 ore con l'umica modalità che da sempre offre i maggiori risultati in termini di abbattimento: la caccia in battuta al cinghiale.
Le battute dovranno essere ovviamente segnalate ai cittadini e sorvegliate/coordinate dalle forze dell'ordine (Vigli urbani, Polizia provinciale, Carabinieri, Polizia di Stato ect ect) ed effettuate nei modi e nei tempi tali da garantire sia la massima sicurezza di chi vi partecipa o si trova nelle immediate vicinanze, sia l'ottenimento del risultato, cioè quello di rimuovere il problema.
Porteremo avanti queste proposte in ogni sede preposta a prendere le decisioni, sia a livello locale che nazionale, in particolar modo nella mia Regione (ma anche nel resto d'Italia) siamo alla vigilia della completa rivisitazione dei regolamenti sulla caccia a fronte del passaggio di competenze dalle Province alle Regioni, per cui cercheremo di ridisegnare un modello che porti ancora una volta la Toscana in prima fila sulla gestione della fauna selvatica come lo è stata per tanti anni, un esempio da seguire per le altre regioni italiane.
Con le ricette dei sedicenti amici degli animali non si va da nessuna parte, anzi certi animali privi di controllo diventano assassini ingenerando nella opinione pubblica la falsa idea che vogliano solo uccidere, mentre invece stanno solo seguendo il proprio istinto selvatico.
Ci chiamiamo Libera Caccia ma come potete leggere le nostre sono proposte serie e responsabili e soprattutto che affrontano il problema per risolverlo e non per far si che rimanga tale e quale, permettendo ad alcuni soggetti di lucrarci sopra, proprio come avviene per l'emergenza immigrati dove alcune cooperative si augurano che arrivino in Italia sempre più disperati, così nella caccia ci sono soggetti che si sfregano le mani vedendo esplodere l'emergenza ungulati.
Sisto Dati
Vice Presidente Nazionale Libera Caccia