Come da tempo ripeto sui nostri siti e blog, l'unico modo per difenderci dai continui attacchi che subiamo è smetterla di parlarci addosso e rispondere pubblicamente per ristabilire la verità sulla caccia e sull'ambiente. E dopo lo scambio di messaggi con il direttore del Tg5 che ha poi concesso la replica ai cacciatori, oggi l'Huffingtn Post, uno dei siti di informazione più letti, pubblica la mia replica alla signora Pratesi che aveva attaccato la caccia sulla triste vicenda siciliana. Da tempo non avevamo la parola fuori dai nostri siti. È ora di invertire la rotta e ristabilire la verità!
Ci risiamo. Di padre in figlia, anche in occasione di tragedie come quella siciliana ci tocca leggere il solito cognome illustre del WWF che dice di spiegarci qualcosa sul cinghiale e invece si riduce a raccontarci quante colpe hanno i cacciatori. Una letterina stile "cappuccetto rosso spiegato ai bambini" con questo cinghiale che prende la parte del lupo, dalle grandi zanne affilate, e il cacciatore che da buono che era nella favola originale è divenuto cattivo. Beh non è proprio così che stanno le cose.
Poteva chiarire infatti la signora se nello specifico quel tipo di cinghiale è il frutto più della gestione del parco, (la signora dovrebbe saperne di gestioni di parchi visto il cognome) dove i cacciatori non possono sparare e il WWF e le altre sigle evidentemente non fanno abbastanza per il contenimento, che di ripopolamenti in stile Frankenstein ad opera dei cacciatori.
Poi dovrebbe magari accennare al fatto che l'abbandono delle campagne e l'invasione di macchie e rovi permettono a specie come il cinghiale di sopravvivere e riprodursi a danno di altre che, non avendo più habitat, stanno scomparendo. Non a caso lo stesso problema esiste per le volpi e a breve si accentuerà per il lupo, a danno degli allevatori. Si moltiplicano i caprioli, avvistati in zone da cui erano scomparsi, e gli orsi fanno capolino nei paesi come prima non accadeva. Vogliamo parlare poi dei danni delle nutrie?
Non serve chiaramente specificare, mi auguro, che a parte il capriolo, nessuna di queste specie è preda di cacciatori ed è mai stata reintrodotta ai fini venatori. E sarebbe opportuno intavolare un discorso serio sulla gestione dei Parchi in Italia, a volte più poltronifici che non risorse per l'ambiente.
Ma, come al solito ormai, la favola più facile da raccontare è quella dei cacciatori cattivi. Oggi con la variante dei loro business milionari con carne infetta. Un'assurdità leggere delle malattie che la vendita di questa sta portando in Italia. Una vera epidemia dovuta alla carne di cinghiale!!! Ma non sarebbe più onesto intellettualmente smetterla di fare politica ambientalista sparando soltanto sui cacciatori e magari occuparsi di cose più serie? Strano non abbiano dato la colpa ai cacciatori anche per la morte dei pesci nella laguna di Orbetello.
Un consiglio, smettiamola di raccontare le nuove favole e torniamo alle vecchie. Perché il cacciatore è rimasto buono. Ci saranno senza dubbio mele marce, ma quelle si chiamano bracconieri e non hanno nulla a che fare con la caccia. Noi ci occupiamo del territorio, lo rispettiamo e manteniamo, della fauna e dei nostri amici ausiliari. Molti di noi sono la forza di associazioni di Protezione Civile e volontariato e sono in prima linea nelle tragedie ambientali. Un consiglio, prima di parlare di qualcosa, soprattutto sparlarne, bisognerebbe conoscerla.
Mauro Proietti