“Ho sempre amato pescare, poi un amico mi convinse a provare la caccia. Ho esitato perché non mi sembrava giusto ma poi l'ho provata e mi sono divertito. Non è tanto l'idea della caccia ad esaltarmi quanto tutti i piccoli suoni della natura”. E' Zlatan Ibrahimovic a dichiararlo, proprio quando un suo fucile, da lui usato per pubblicizzare una marca automobilistica svedese, viene messo all'asta dai cacciatori svedesi per raccogliere fondi contro il cancro.
E' così, schietto, senza fronzoli, il grande attaccante oggi del Paris Saint Germen, che nel corso della sua carriera ha dato grandi gioie ai tifosi di Aiax, Juve, Inter, Barcellona e Milan.
Del resto, non ha mai nascosto la sua passione per la caccia. Tempo fa fu attaccato su tutti i giornali del mondo, perché - udite udite - aveva osato cacciare un alce. “È sempre un problema quando personaggi famosi fanno cose del genere - ebbe a dichiarare in quell'occasione il segretario generale di Animal Rights Sweden Camilla Björkbom - perché è come se supportassero questo tipo di attività. C'è un valore simbolico in questa azione che dà legittimità alla caccia stessa”. Fortunatamente, ribatteremmo noi. Tanto più che la caccia all'alce in Svezia è assolutamente legale.
Per tutta risposta, Ibra fece sapere che per rigenerarsi dalle fatiche sportive, non c'è rimedio migliore che scaricare la tensione cacciando l'alce. E per giunta, per chi non avesse ancora capito, informò che per dare sostanza a questa sua passione si era comprato per circa 2,5 milioni di euro Davenso, un’isola nel lago Mälaren, a ovest di Stoccolma, che si estende per circa 500 ettari, dove avrebbe potuto cacciare indisturbato cervi e cinghiali ma anche pescare del pesce persico e lucci.
In un'altra occasione, prima della doppia sfida della Svezia con Ungheria e San Marino, aveva invitato tutta la squadra nella sua villa di Malmö, offrendo ai suoi commensali un gustoso cinghiale arrosto, cacciato con le sue stesse mani.
GRANDE IBRA!