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mar17 17/03/2016 17.28
Se Pellegrino Artusi è il nostro mentore gastronomico, Brillat Savarin è il padre della cucina francese moderna. E anche lui, ovviamente, ha trattato la cacciagione come elemento determinate per la buona tavola.
Nel suo capolavoro gastronomico, “La Fisiologia del gusto”, traccia la figura dell'intellettuale gastronomo, riferimento della gastronomia borghese a cui fece riferimento la successiva letteratura culinaria.
Vissuto in Francia in pieno periodo rivoluzionario, prima giacobino, poi girondino, operò a Parigi, dove fu deputato alla Costituente (1789), insignito della Legion d'Onore per i suoi meriti di giurista, ma soprattutto per la fama che trasse dalla sua passione culinaria.
Non fu mai cuoco, ma appassionato buongustaio, “Ogni settembre - scrive Giles MacDonough che ne ha curato la biografia - tornava nella provincia che tanto amava per andare a caccia, leggere e, di sera, indulgere alle chiacchiere con i libertini locali. Talvolta metteva alla prova la vita delle matrone del luogo, ma sempre con la gaiezza frutto di una considerevole esperienza. La sua generosità d’animo toccava il culmine nei due mesi che ogni anno trascorreva nel maniero di Vieu, dove organizzava banchetti e danze che costituivano i momenti salienti della stagione della caccia. All’inizio di novembre faceva ritorno nella capitale e al tribunale, nei ristoranti di Parigi e da Madame Récamier.”
Famosa la sua meditazione sul fagiano: “Il fagiano - scrisse - è un enigma il cui senso recondito è rivelato solo agli adepti; solo essi possono gustarlo in tutta la sua bontà”. Tags:
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