Alleato ed amico con Lorenzo il Magnifico, Ludovico Maria Sforza detto Il Moro (1452-1508), duca di Milano, oltre alle convulse pratiche di governo, condivise con lui la passione per la Caccia.
Classico protagonista rinascimentale, grande mecenate, fu patrono di Leonardo da Vinci - "La Dama con l'ermellino" era in realtà Cecilia Gallerani, una sua amata) - e di altri artisti e letterati dell'epoca.
Come ricorda Gino Benzoni sulla Treccani, la sua sola "recreatione" era quella della caccia, e nelle relazioni fra le corti dell'epoca, ne fece uso anche per tessere accordi politici. Lo scambio di cani e falconi, ad esempio, serviva per chiedere o concedere servigi. Il duca Ercole I d'Este gli mandò uno dei migliori falconi di cui disponesse, suggerendogli nel contempo di avere "gran paciencia e sumesione" con la duchessa"...; ovvero Beatrice d'Este, della quale Ludovico andava orgoglioso per le sue prodezze venatorie ("Tanto bene, che la me avanza", scriveva). Ed è di quel periodo anche una lettera (fra le tante) di Lorenzo de' Medici, indirizzata al duca Ercole d'Este, il 9 gennaio 1482, in cui Il Magnifico chiede con urgenza due falchi "boni" da aironi.