Uno dei quesiti più frequenti e ricorrenti per la cartuccia da caccia è: borra-contenitore in plastica o borra in feltro tradizionale.
La borra, nella trattazione delle cartucce da caccia a pallini è un cilindro di materiale resistente ed elastico che separa nel bossolo la polvere da sparo, dalla colonna dei pallini, abbinata a spessori secondari e cartoncini forma un complesso, che viene definito correttamente “borraggio”.
Il borraggio sia esso in plastica oppure in feltro e sughero come nel passato, ha sostanzialmente il compito di una guarnizione di tenuta ai gas propulsivi; nel bossolo e poi in canna.
Deve sigillare e trattenere i gas separandoli dai pallini per evitare fusioni o “grappoli” e difetti nella rosata.
La funzione secondaria del borraggio, non meno importante della prima è proteggere l’integrità e la sfericità dei pallini dalla forte pressione, un ammrtizzatore inerte e passivo che per svolgere pienamente il suo compito dovrà essere elastico, così da poter raccogliere sulla sua superficie la pressione della massa dei gas in espansione e quindi trattenerla, smorzarla e distribuirla in modo uniforme sulla base della colonna del piombo.
Nei fucili ad avancarica il borraggio era definito stoppaccio e veniva realizzato con stoppa pressata oppure appallottolando l’involucro di carta che conteneva gli elementi della carica.
Con le armi a retrocarica, questo componente di primaria importanza è stato migliorato e perfezionato nella forma ed evoluto nei materiali; le prime borre furono realizzate, con il feltro ed il sughero naturale, mentre il sughero triturato sfuso (borraggio chimico) o agglomerato è sempre stata l’alternativa economica (ma meno efficace) per cartucce economiche.
La fustellatura di panni di feltro, di fogli di sughero, di cartalana, di carta pressata, era il mezzo produttivo più usato, esso dava perfetti cilindretti che potevano essere impiegati tal quali, oppure lubrificati in superficie con paraffina fusa.
Le borre comuni migliori sono sempre state quelle realizzate con il feltro di crine oppure di lana naturale, elementi questi di qualità superlativa che davano tenute pressochè perfette anche in cartucce di buona potenza.
Il feltro è sempre stato l’elemento elettivo soprattutto per la sua eccellente consistenza, leggerezza ed elasticità; il leggero grassaggio del suo strato più esterno con paraffina assicurava un ulteriore miglioramento della tenuta ed una lubrificazione perfetta, importantissima nel tragitto all’interno del bossolo in cartone e nel passaggio attraverso il raccordo tra camera di scoppio ed anima di canna.
Il sughero agglomerato e la cartalana hanno sempre denotato da soli caratteristiche di tenuta insufficienti, ma il loro impiego come elementi complementari sotto forma di spessori, definiti tecnicamente “borrette” ha sempre svolto un compito importantissimo per il perfetto equilibrio della cartuccia.
Con lo sviluppo delle speciali polveri alla nitrocellulosa gelatinizzata e delle prime moderne polveri bibasiche, in particolare quando impiegate nelle potenti cartucce da tiro al piccione, le pressioni massime subirono un importante innalzamento, alle borre si richiedeva ora una maggiore capacità di tenuta per garantire sempre una impeccabile perfezione delle rosate.
L’abbinamento di differenti materiali ed uno studio accurato su nuove strutture condusse alle prime borre stratificate, che si imposero ben presto con elementi di gran pregio e di eccellente rendimento come le famose Bonavita “Super Bicolore” o Purgotti “Olimpionica”.
Un risultato decisamente eccellente e superiore a quello ottenibile con le borre in solo feltro, venne ottenuto con la notissima borra “IRIS”, che era stratificata in sughero e feltro rosso paraffinato.
L’IRIS era formata da due strati esterni in morbido sughero naturale, lo strato intermedio era formato da un piccolo cuore in sughero naturale costituito da un dischetto di circa 8/9 mm. circondato da una rondella in finissimo feltro rosso paraffinato che si espandeva alla compressione assiale della borra, garantendo una tenuta perfetta anche con pressioni molto elevate.
Come oggi, anche in passato erano usate per le borre anche sostanze vegetali, la cellulosa grezza ad esempio formava la famosa ed ottima borra “Kleena” della ditta inglese Eley, un elemento dalla ottima tenuta, molto leggero ed elastico.
Nelle cartucce nazionali attuali con il bossolo di cartone vengono usate oggi le borre “Diana” in feltro vegetale, ottenuto come la vecchia Kleena, da fibre agglomerate di cellulosa grezza.
Queste borre, quasi sempre supportate da una coppetta otturatrice in plastica oppure da uno spesso e rigido dischetto RVL, forniscono una ottima tenuta e ben si adattano allo spirito di queste munizioni tipicamente di tipo tradizionale che hanno lo scopo primario di mantenere il gusto del tempo passato e sono solitamente capaci di produrre rose generose e poco accentrate.
I primi borraggi in plastica, ebbero una reale diffusione alla fine degli anni ’50 e nei primi anni ’60, prodotti prima dalla FN Belga che le utilizzava nelle cartucce Legia Star poi dalla Remington e dalla Pinto.
Le borreguaina FN e Pinto avevano uina struttura a bicchierino in polietilene a bassa densità con all’interno una borretta ammortizzante in sughero, mentre la Remington con la sua ancora attuale Power Piston aveva una struttura interamente in plastica con un molleggio a tralci flessibili.
Poco dopo dalla Baschieri e Pellagri arrivò la “Push-Pull”,una borra cilindrica in polietilene con un sughero interno, priva di contenitore dei pallini, la tenuta era affidata alla sua espansione radiale per compressione.
Il materiale plastico utilizzato per le borre sintetiche è stato quasi sempre il polietilene a bassa densità, una plastica molto morbida e sufficientemente elastica per garantire una idonea “adattabilita” e resistenza; la fragilità che interveniva con le basse temperature risultò essere il difetto più importante, ma venne eliminato con apposite sostanze antigelo aggiunte al polimero.
Il borraggio plastico ha apportato due vantaggi importanti, impensabili prima della sua comparsa e rilevabili nella economia legata al basso costo e nella perfetta e totale tenuta dei gas di queste nuove borre.
Gli effetti di questi due vantaggi sono stati determinanti nei tempi moderni che hanno visto il costo finale della cartuccia abbassarsi e la resa balistica salire a livelli molto superiori sia in termini di velocità/pressione che di densità delle rosate.
La tenuta perfetta delle moderne borre contenitore e delle biorientabili è legata quasi sempre alla presenza di una coppetta otturatrice o “cuvette” alla loro base; in particolare il labbro di questa coppetta, rivolto verso la polvere, con la sua espansione sotto l’azione dei gas propulsivi effettua sempre una tenuta completa e perfetta anche in canne con quote di foratura dell’anima molto abbondanti e fino agli attuali valori di 18,8-18,9 delle nuove canne sovralesate o “overbored”.
Nelle borre in plastica, il molleggio centrale strutturato ad ammortizzatore tramite disegni precisamente studiati, garantisce un ottimo assorbimento del colpo d'ariete iniziale limitando efficacemente la mutua deformazione dei pallini e conferisce alla borra una comoda ed efficace autoregolazione della sua altezza nella fase di caricamento della cartuccia, durante la chiusura.
Il contenitore dei pallini è un bicchierino formato da 3, 4, 5 o 6 alette preintagliate, esso protegge i pallini dall’attrito e dallo sfregamento con l’interno della canna ed isola la colonna del piombo nel passaggio attraverso i coni di raccordo con la camera e la strozzatura prevenendone lo sfaccettamento e quindi l’effetto sulla rosata.
Per ottenere una precoce dispersione del piombo sono state realizzate anche borre in plastica dispersanti, che tramite differenti strutture basate solitamente su divisori cruciformi inseriti nella colonna del piombo aumentano l’apertura dello sciame dei pallini per produrre rosate già sufficientemente ampie ed utilizzabili sul terreno venatorio alle medio-brevi distanze di tiro.
Sapendo che potremo disporre di bossoli in plastica o cartone e di borraggi moderni in plastica o tradizionali in feltro e sughero agglomerato, dobbiamo considerare la possibilità di 4 combinazioni:
1. Bossolo Cartone – Borra Plastica (oppure in Feltro con couvette)
2. Bossolo Plastica – Borra Plastica (oppure in Feltro con couvette)
3. Bossolo Cartone – Borra Feltro (senza couvette)
4. Bossolo Plastica – Borra Feltro (senza couvette)
La sequenza così riportata indica rispettivamente dal primo al quarto abbinamento la maggiore e minore tenuta ai gas effettivamente svolta dal connubio borra-bossolo; l’ultimo abbinamento, quello del bossolo in plastica con il borraggio tradizionale in feltro privo della couvette, è genericamente da evitare perché di tenuta scarsa o insufficiente, in particolare se impiegato con munizioni caratterizzate da pressioni superiori ai 500 Bar.
La insufficiente tenuta si verifica per la eccessiva dilatabilità del tubo del bossolo in plastica abbinata all’incapacità del borraggio tradizionale di espandersi sufficientemente, questa combinazione tuttavia può essere molto utile o addirittura indispensabile per l’utilizzo di vecchie armi in cui le canne e le chiusure, pur sofferenti per la vetusta età siano ancora in discrete condizioni ed utilizzabili soltanto con cartucce a bassa pressione.
In questa situazione di caricamento, proprio per la insufficiente tenuta del borraggio, le pressioni tendono a scendere vistosamente e pertanto onde ristabilire un adeguato equilibrio, le dosi di polvere devono essere incrementate mediamente di circa 15 centigrammi (gr. 0,15) rispetto alla consueta combinazione bossolo in plastica-borra in plastica.
La penultima combinazione, fornisce un risultato di tenuta abbastanza accettabile a patto che le pressioni non siano troppo elevate, l’abbinamento tradizionale del bossolo in cartone con il borraggio in feltro privo di cuvette, utilizzando il tubo in cartone che è sempre più rigido di quello in plastica, garantisce una buona tenuta alla colonna del borraggio tradizionale.
Questo connubio tende comunque a rallentare lievemente il ciclo combustivo e ad abbassare i valori pressori richiedendo quindi tassativamente un incremento della polvere di almeno 10-15 centigrammi rispetto alla solita combinazione plastica-plastica. Il suo limite è rappresentato dalla necessità di mantenere il livello pressorio entro i 650 Bar, limite oltre il quale quasi sempre iniziano a comparire segni di scarsa tenuta del borraggio, le rosate perdono immediatamente la loro concentrazione e la regolarità di distribuzione e può comparire qualche rara fusione a grappolo di alcuni pallini, in particolare col piombo nero di piccolo diametro.
La combinazione “plastica-plastica” è da circa trent’anni la più diffusa e quella su cui si basa la grande maggioranza delle cartucce moderne; la tenuta del borraggio è qui sempre perfetta perchè resa possibile dalla elevata espandibilità e tenuta del labbro della coppetta otturatrice posta alla base di tutte le moderne borre-contenitore oppure della singola cuvette in plastica abbinata al borraggio tradizionale; entrambe vere e proprie efficacissime guarnizioni.
I dosaggi della polvere in questa situazione di caricamento richiedono grande precisione perché minime variazioni della carica possono fare salire le pressioni con estrema facilità, in compenso non esiste il timore di eventuali sfuggite di gas e le rosate rimangono molto buone anche con valori pressori abbastanza elevati.
Una condizione particolare di caricamento si verifica nella ricarica di bossoli già sparati, in cui il caricatore deve sempre considerare la minor tenuta della chiusura, dovuta alla differente risposta del tratto di tubo che era impegnato dalla precedente chiusura, esso risulta infatti quasi sempre snervato ed offre una minore solidità rispetto al bossolo nuovo; un noto rimedio è solitamente ottenuto adottando una carica di polvere maggiorata di 3-5 centigrammi ed una chiusura stellare o un orlo tondo più profondi di circa ½ millimetro del consueto in modo da ripristinare un carico di estrazione simile a quello offerto dal bossolo nuovo.
Il connubio del bossolo in cartone e del borraggio in plastica è quello che offre la migliore tenuta, perché com’è intuibile, andremo ad abbinare il tubo scarsamente elastico ed espandibile del bossolo in cartone alla perfetta capacità di espansione e tenuta della coppetta otturatrice in plastica.
In questa condizione di caricamento si assiste quasi sempre ad una netta “vivacizzazione” della combustione della polvere con un conseguente innalzamento dei valori pressori, pertanto le cariche devono essere sempre ridotte di almeno 5-10 centigrammi e soprattutto si dovrebbe efficacemente normalizzare il processo combustivo adottando un innesco meno energico del dovuto oppure una grammatura del piombo ridotta di circa uno o due grammi rispetto allo standard, questo assetto di caricamento è particolarmente positivo quando si ricorre alla chiusura ad orlo tondo.
Le borre moderne in plastica hanno raggiunto una perfezione praticamente assoluta, la grande varietà di tipi che possiamo reperire oggi sul mercato rende di fatto possibile impostare a priori il tipo di rendimento balistico e di rosata che desideriamo ottenere.
Le borre biorientabili, sono le moderne corrispondenti del borraggio classico privo del contenitore, la loro costruzione assicura una perfetta tenuta dei gas e la produzione di rosate leggermente più larghe, il loro impiego abbinato all’orlo tondo esprime un rendimento ottimale per la caccia generica col cane da ferma.
Le borre dispersanti, in base alla marca ed al tipo sfruttano diversi principi fisico-dinamici per aiutare ed anticipare l’apertura della rosata, molto spesso tramite un inserto centrale cruciforme la colonna del piombo viene suddivisa in quattro settori longitudinali che permettendo l’ingresso del fluido aereo nella massa dei pallini riesce ad anticipare il diradamento ed a determinare la formazione di quattro rosate accostate, il limite risiede nel fatto che qualche volta possono però verificarsi vistosi vuoti nella zona centrale della rosata.
Un altro metodo di eccellente rendimento suddivide la massa dei pallini tramite un tubetto centrale dotato di quattro ali a 90° in ben cinque settori di cui quattro esterni ed uno centrale, questo sistema trae vantaggio da due effetti altamente positivi rappresentati dalla presenza di una zona centrale sempre guarnita che è assicurata dalla frazione della carica di pallini (circa 7 grammi) contenuti nel tubetto e dal suo effetto di spinta centrifuga sui pallini dei quattro settori esterni che si verifica durante il passaggio in strozzatura.
Il frazionamento della colonna del piombo in più strati sovrapposti effettuata tramite due o tre cartoncini rigidi oppure con l’impiego di piombo calandrato o leggermente schiacciato aiutano empiricamente ma efficacemente ad allargare la rosata, i risultati sono però sicuramente meno costanti rispetto a quelli ottenibili dall’uso di una ottima borra dispersante.
L’impiego di una borra contenitore privata dei petali e sormontata da un dischetto di sughero agglomerato o cartalana, produce solitamente risultati simili e sovrapponibili a quelli ottenibili da una borra biorientabile rispetto alla quale incrementa sensibilmente la dispersione longitudinale (allunga lievemente lo sciame del piombo) sulle medie distanze di tiro.
Una borra dispersante a croisillon, aumenta molto l’effetto disperdente se si fraziona la colonna dei pallini in due parti, con un cartoncino; questo dopo aver riempito la parte inferiore fino alla sommità a filo della crociera, deve essere posto sopra il croisillon, quindi si versa la restante parte della grammatura dei pallini, si assesta il dischetto numerato e si chiude con orlo tondo.
Nelle cartucce con borraggio tradizionale, un cartoncino rigido e piuttosto spesso usato come sottopiombo solitamente accentua lievemente la dispersione della rosata.
L’impiego della coppetta otturatrice abbinata alla tradizionale borra in feltro non si discosta molto come risultato dall’uso della borra biorientabile, è importante in questo assetto di caricamento, scegliere borre di adeguata qualità e non troppo soffici per evitare una dilatazione indesiderata del tempo di canna con questo borraggio ricordiamo le due ottime cartucce MB Tricolor ed MB Super Gigante della felsinea Baschieri & Pellagri.
Gianluca Garolini