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apr28 28/04/2017
Con le discussioni al Parlamento sulle modifiche da apportare alla legge sulle “aree protette” o Legge n. 394/1991, i Comuni della fascia laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si stanno sempre più unendo contro la paura che la prevista “area contigua” venga loro imposta per decreto ministeriale o per delibera regionale giocando con l’interpretazione, sia della norma attuale sia di quella che si cerca di modificare, per delimitare detta “area” e scavalcare l’ormai annoso problema che i Comuni non hanno mai accettato di risolvere, ignorando le ormai annose proposte dell’Ente Parco, di provvedere a deliberare il loro assenso.
I Comuni, giustamente, vedono in questa “area contigua”, così come già la prevedeva l’originaria 394/91 e come le attuali modifiche la stanno interpretando conferendo tutta una serie di poteri e diritti gestionali agli Enti Parco (sia per la caccia sia per l’ambiente, sia per il godimento di royalty turistiche, minerarie e energetiche varie); una forma di ampliamento di fatto (“mascherato”!) del Parco Nazionale.
L’Associazione Italiana per la Wilderness, chiamata in aiuto da parte di alcuni Comuni della fascia laziale di detto Parco, ha proposto loro una bozza di deliberazione consigliare che li cautelerebbero da una tale imposizione mediante precise e formali prese di posizione da presentare poi alle autorità statale e regionale, basata su tre precisi punti di forza legislativi:
1) che i Comuni hanno l’autonomia di decidere per i loro territori comunali la scelta più opportuna per una tutela ambientale e territoriale, senza che lo Stato o le Regioni possano impedirlo. Punto di forza di questa loro scelta è anche l’articolo 5 della legge n. 10 del 2010 approvata dall’allora Governo Monti, la quale conferma il potere dei Comuni di decidere forme autonome di aree protette per la tutela ambientale (ovvero al di fuori di quanto previsto dalla suddetta Legge 394/91);
2) che la loro scelta preventiva può essere quella dell’Area Wilderness, già da diversi anni adottata da già 47 Comuni in tutta Italia, i cui vincoli autoimpostisi prevedono un assoluto rispetto per tutti i diritti di sfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (caccia, pascolo, taglio dei boschi) salvo il rispetto urbanistico dei territori da loro stessi individuati, quasi sempre appartenenti ai demani o proprietà comunali e, in rari casi, ai privati. Una scelta che soprattutto nel Lazio ha avuto ed ha un grande successo tra i Comuni (ben 19), alcuni dei quali anche appartenenti proprio alla fascia esterna ed interna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Vincoli che mai l’Ente Parco ha potuto contestare, e che anzi ha formalmente accettato con un documento di una passata Presidenza che giustamente prese atto e deciso di rispettare i diritti delle collettività locali;
3) che, anche e proprio in base ai dettami degli articoli della Legge 394/1991 (seppure in taluni casi quasi “nascosti” tra le righe), senza l’assenso dei Comuni (ovvero formali deliberazioni consigliari) i Parchi Nazionali e Regionali non si possono istituire, né si possono designare le loro “aree contigue”; dettami di legge peraltro confermati da ben due autorevoli sentenze, una della Corte Costituzionale e una del Consiglio di Stato.
In pratica: rispetto delle regole costituzionali che garantiscono autonomia ai Comuni e libertà ai loro cittadini!
A seguito di quanto proposto dall’AIW, nei giorni scorsi già ben 4 Comuni della fascia laziale (Frosinone) del Parco Nazionale d’Abruzzo hanno approvato la suddetta bozza di Deliberazione: San Biagio Saracinisco, Pescosolido, Vallerotonda e Picinisco. Mentre i Comuni di Vallerotonda e San Biagio Saracinisco avevano giù da tempo designato loro settori di Aree Wilderness (sia all’esterno che all’interno del Parco), lo scorso 26 aprile stessa scelta ha fatto il Comune di Picinisco, designando tale tutta una fascia esterna al parco. In questo, seguendo le orme di altri 4 Comuni che hanno a loro volta designato settori di Area Wilderness sui propri territori comunali (anche loro sia all’esterno che all’interno del Parco): San Dotano Val Comino, Campoli Appennino ed Alvito (Frosinone) e Rocchetta a Volturno (Isernia).
Una forma di autonoma tutela ambientale e territoriale nello spirito del “Concetto di Wilderness” che nessuno potrà mai contestare, in quanto rispettosa dei diritti costituzionali.
Si tratta di autonome scelte protezionistiche e gestionali con le quali i Comuni si riappropriano di fatto dei loro territori, in pratica “scavalcando a sinistra” i vincoli impositivi del Parco Nazionale! Scelte che si basano sul principio che i migliori garanti della tutela ambientale e territoriale sono i proprietari dei suoli, che rinunciando di principio e preventivamente a deteriorare il loro ambiente ed assicurare il rispetto dell’integrità territoriale dei luoghi che veramente lo meritano e che anche e proprio per la loro natura si sono conservati intatti fino ad oggi, diventano i garanti del vincolo di conservazione; ciò, considerando che quando inseriti in un Parco la loro gestione viene semplicemente delegato all’autorità del Parco, autorità che può poi decidere il bello e cattivo tempo (peraltro, anche e proprio a danno di questi territori come la storia dei Parchi italiani insegna). In cambio i Comuni godono dell’intoccabile diritto di una libera gestione delle loro risorse naturali rinnovabili che invece i Parchi assoggettano ai vincoli imposti d’autorità dallo Stato o dalle Regioni, cosa che crea loro gravi danni economici che le leggi mai o raramente prevedono di rimborsare o compensare.
Sia l’AIW sia i Comuni che nel Lazio hanno già provveduto ad approvare la suddetta bozza di deliberazione auspicano che sempre più altri lo facciano, affinché si crei una forza politica in grado di opporsi legittimamente alle imposizioni legislative e/o di fatto, che il Parlamento e/o i Governi nazionale e regionali potrebbero legiferare; creando così anche un precedente eventualmente in grado poi di opporsi con successo davanti alle Corti giudiziarie per tutelare i propri diritti.
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness
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Re: I Comuni contro l'area contigua del Parco d'Abruzzo Su come si sia arrivato a chiudere il 60% del territorio non devo essere io, presiedente di un'associazione ambientalista, a rispondere. Occorreva da parte delle AA VV o chiunque ne aveva interesse, impugnare dinanzi alle sedi giudiziarie opportune, gli atti che vincolavano il territorio. Per quel che ora sta succedendo in Abruzzo, posso dire che noi di Wilderness Italia abbiamo offerto ai Comuni una alternativa alle aree protette secondo la 394/91: prescindendo dalla legge quadro offriamo la possibilità ai Comuni (ricordiamoci che sono l'ente territoriale di base, e che in democrazia i cittadini possono autonomamente scegliere come vincolare il proprio territorio, senza che altri vicoli vengano imposti dall'alto) di tutelare il territorio con deliberazioni comunali. Ricordo che le aree wilderness, benchè non riconosciute dalla legislazione italiana, sono previste dall'ONU e che rappresentano una valida alternativa per proteggere le risorse naturali non rinnovabili e, al tempo stesso, consentire su quel territorio protetto, l'attività venatoria (risorsa naturale rinnovabile). da Giancarlo D'Aniello Presidente Wilderness Italia
03/05/2017
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Re: I Comuni contro l'area contigua del Parco d'Abruzzo Ormai credo che per l'Abruzzo purtroppo non ci sia più niente da fare(ovviamente per quello di cui si sta parlando, cioè per le aree pseudo protette).Mi si dice, ma non voglio crederci, che siamo arrivati al 60% di parchi o aree interdette alla caccia e non solo. Gradirei un personale parere dal Sig.D'Aniello Giancarlo (Wilderness) su come mai sia potuto accadere tutto questo infrangendo palesemente la legge! Poi purtroppo per mia esperienza diretta, ho potuto constatare che nel giro di una decina di anni L'Abruzzo venatorio si è chiuso in se stesso decimando anno dopo anno l'afflusso dei cacciatori forestieri ,dando l'impressione che si vogliano creare delle riserve pressochè private destinate ai residenti, ovviamente nel fare questo ci si discosta dal restante mondo venatorio fatto di 20 regioni e credo che questo abbia influito negativamente sull'unione dei cacciatori. Saluti da ettore1158
02/05/2017
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Re: I Comuni contro l'area contigua del Parco d'Abruzzo Non so quanto tempo dedicate alla lettura (CHE DOVREBBE ESSERE QUOTIDIANA) di questo ed altri siti di caccia, ma io personalmente ed altri è quasi un decennio che sto scrivendo sulle aree contigue riferendomi al parco del Cilento che interessa la mia provincia, dove per le aree contigue istituite la caccia è diventata impraticabile in faccio un copia incolla di uno dei tanti post che ho scritto da sempre : <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<< La nuova legge sui parchi in discussione ora alla Camera è stata modificata (secondo il mio punto di vista) in modo tale da non cambiare niente per le aree contigue e per la caccia, ma per cambiare solo la gestione, la quale sembra da quello che si vocifica non essere ben accettata da chi attualmente governa i parchi. Infatti il 22/11 a Salerno, riunione di tutti i presidenti di sezione della provincia per discutere della legge sui parchi alla camera. Chi tiene in mano la politica del parco vuole che nessuno entri nelle aree contigue, se non sbaglio è prevista una riunione di tutti i sindaci dei comuni del parco. Da quanto mi è stato riferito ( non so se è vero i cacciatori non erano ammessi alla riunione ) si sta pensando di abbandonare la Fidc per prendere un'altra strada. In effetti su quello che sta succedendo alla camera per l'approvazione della modifica della legge sui parchi le varie associazioni niente ci fanno sapere. Mentre la riunione di tutti i sindaci dei comuni del parco fa pensare a quello che la nuova legge vuole mettere in atto. Un saluto e spero basti. da jamesin
02/05/2017
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Re: I Comuni contro l'area contigua del Parco d'Abruzzo In realtà tutti i Comuni interessati dalla Presenza dei Parchi nazionali o regionali che siano, si dovrebbero unire alle posizioni scelte dei Comuni del Parco d'Abruzzo, per salvaguardare principi di autonomia, di libertà e di democrazia. Anche noi cacciatori dovremmo premere presso le Associazioni venatorie affinchè non si soffochi ulteriormente la libertà di praticare una passione millenaria come la caccia, già tanto costretta nello spazio e nel tempo e già tanto limitata da leggi e leggine varie. Indifferenza e mancanza di reattività ci porterebbero quanto prima alla fine. da Amante della Natura nel nome di Diana cacciatrice.
01/05/2017
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Re: I Comuni contro l'area contigua del Parco d'Abruzzo E' vero che l'argomento può sembrare complesso o tecnico ma la posizione di wilderness italia sulle modifiche della L. 394/91 sulle aree contigue afferisce alla nostra (di tutti noi in quanto cittadini) idea di democrazia e di libertà. Non aver ancora trovato un commento anche solo di incoraggiamento (la classica paccata sulla spalla in senso figurato, per intenderci) su un argomento che riguarda anche/soprattutto i diritti di voi cacciatori, la dice lunga sul vostro mondo e di come vi siete ridotti così! In Abruzzo stiamo difendendo i diritti di quelle popolazioni, a prescindere dall'esere o meno cacciatori e voi dovreste dire la vostra, visto che siete parte in causa! da Giancarlo D'Aniello Presidente Wilderness Italia
01/05/2017
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