Al crocevia tra le città di Todi e Montefalco, in provincia di Perugia, a poca distanza dai monti Martani, esiste una frazione di nome Bastardo. Frazione di Giano dell’Umbria, Bastardo è situata a 290 mt s.l.m in un territorio ricco di uliveti e vigneti.
Il nome originale, Osteria del Bastardo, nasce dagli incerti natali del gestore di un'antica stazione di posta lungo la via Flaminia. Il toponimo esteso “Osteria del Bastardo” si è mantenuto fino agli anni ‘30, quando è stato sostituito con il più breve “Bastardo”. Da allora non sono mancate proposte per cambiare questo nome “scomodo” ma nessuno di questi tentativi è andato a buon fine. Ciò dimostra quanto i Bastardesi siano affezionati al nome, per quanto sia singolare e bizzarro. Me lo conferma anche Fabrizio Scarca, presidente della Squadra Cinghialari di Bastardo che mi da appuntamento all’ingresso del paese proprio sotto il “bizzarro cartello”.
Dopo una rapida colazione ristoratrice ci dirigiamo verso il luogo del ritrovo. Mentre i fuoristrada continuano ad arrivare alla spicciolata sono già in corso le formalità burocratiche. Ciò che mi colpisce è l’attenzione degli amici di Bastardo verso la sicurezza in battuta: hanno perfino stilato un vero e proprio decalogo contenente le norme da rispettare per garantire la sicurezza. Questo decalogo viene consegnato anche agli eventuali ospiti che sono invitati a firmare su un apposito registro per documentare la presa visione del documento e l’accettazione delle norme.
Il rigore e il rispetto delle regole convivono felicemente con l’atmosfera ludica e goliardica del gruppo….del resto non bisogna dimenticare che la Squadra Cinghialari di Bastardo è tra le prime squadre fondate in Umbria tant’è che è la squadra 007. Tra i volti incuriositi dalla mia presenza riconosco alcune vecchie conoscenze: ci salutiamo con piacere e ci dirigiamo tutti verso la casa di caccia.
Nel mio peregrinare su e giù per l’Italia ne ho viste di case di caccia, ma devo ammettere che quella di Bastardo è molto, molto di più! Innanzitutto ha un nome…”Casa Vallicelle”…che deriva dalla località Vallicelle in cui si trova. Casa Vallicelle è un tipico casale umbro di fine ‘800, tutto in pietra, di proprietà della famiglia Scarca e messo a disposizione della squadra. Ci sono voluti vari lavori di ristrutturazione prima di poter usufruire in pieno della casa ma il 20 Ottobre del 2000 è stata inaugurata ufficialmente come casa di caccia della Squadra Cinghialari di Bastardo. Il casale ha un grande patio dominato da un maestoso camino e da un lungo tavolo che invita alla convivialità. E’ proprio qui che si organizzano lauti banchetti settimanalmente, il martedì’ sera, in occasione della ripartizione della carne.
Inoltre la casa è composta da diversi ambienti, ulteriori 3 camini e una zona atta alla macellazione e al trattamento delle spoglie
L’arrivo dei canai è molto scenografico; anzi, oserei dire “cinematografico”: un furgone blu, rialzato, 4x4, dall’aria aggressiva (ricorda quello di The A-Team, la serie televisiva statunitense andata in onda in Italia negli anni ‘80!) contenente quasi tutti i cani in azione nella battuta odierna.
Scattate le foto di rito ai canai e alla squadra al completo davanti alla mitica casa di caccia, finalmente si parte! La battuta odierna si chiama “della Fonte Traitina” e prevede due linee di posta: una disposta lungo il Fosso di Cervigni e l’altra lungo la Fonte.
Insieme ad Angelo, il capoposte, a Giampiero, alla guida, e ad altri, andiamo a coprire la linea di posta lungo il Fosso. La voce di Pietro (il capocaccia) e lo scagnare dei cani non tardano ad arrivare. Roberto (il capo-canaio) via radio guida l’avanzare dei canai. Dopo pochi minuti segnala un abbaio a fermo che presto si tramuta in canizza. Irrompe la sua voce che incalza “Attenti! Attenti su in alto al Fosso di Cervigni!”. A sentir indicare la mia linea di posta stringo la carabina e rimango vigile nel captare ogni minimo rumore. Ma la tensione si scioglie quando percepisco che la canizza, pur procedendo verso la nostra direzione, si sta dirigendo centinaia di metri più in alto, verso le poste della parte alta del Fosso di Cervigni di cui, fino a quel momento, ignoravo l’esistenza!
Qualcuno esclama per radio”sono cinqueeee…sono cinque gli animali che si dirigono su in alto!”. Tre colpi in successione segnalano l’arrivo degli animali alle poste ma l’intempestivo slancio di un ospite odierno gioca a favore del branchetto che, incolume, cambia direzione, rimanendo comunque in battuta. “Iu, iuuuu! Attenti iuuu” grida Roberto per radio. La canizza si sta dirigendo verso le poste della Fonte quando Alessandro, uno dei canai, con un tiro di stoccata riesce ad abbattere la scrofa alla guida del branco.
Come sempre accade in questi casi i cinghiali superstiti si dividono nelle varie direzioni, dando origine a separate canizze che non giungeranno mai alle poste. Alla luce degli ultimi eventi le speranze sul carniere odierno iniziano a scemare. Lo scovo inaspettato di un singolo animale riaccende gli animi alle poste. La canizza, via via sempre più nutrita, si dirige in alto verso la linea del fosso: lì troverà Marco che non si farà cogliere impreparato!
L’infruttuosa ricerca di ulteriori animali decreta il termine della battuta. Recuperati i capi abbattuti e, ahimè, solo la maggior parte dei cani, ci dirigiamo verso la casa di caccia.
Diversamente da altre zone dell’Umbria – mi spiega Fabrizio – il territorio in questione, soprattutto a stagione inoltrata, non offre spesso carnieri a due cifre.
Personalmente ritengo che il divertimento non sia direttamente proporzionale al numero di animali abbattuti, ma dipende dalla conduzione della battuta e soprattutto dall’atmosfera che si respira nella squadra, e la Squadra Cinghialari di Bastardo ha tutte le carte in regola!
Foto e testi di Vincenzo Frascino