Mettere al mondo dei bambini è la cosa peggiore che possiate fare per l'ambiente. E' la brillante scoperta fatta da alcuni ricercatori svedesi, Seth Wynes e Kimberly Nicholas (Università di Lund, Svezia) secondo cui, per ridurre il proprio impatto sulle risorse del pianeta, oltre a diventare vegani, bisogna principalmente rinunciare a una cosa: i figli.
Già perché attraverso complicati calcoli si è visto che se evitare la carne fa risparmiare 0,8 tonnellate di C02 in un anno (un'inezia...), avere un figlio in meno di media potrebbe ridurre le emissioni addirittura per 58,6 tonnellate all'anno.
Straordinario no? Perchè arrovellarsi tanto su come ridurre l'impatto dell'uomo se si può evitare direttamente di farlo nascere questo benedetto usurpatore del pianeta? L'autorevole ricerca (qui il link) ovviamente non dà questo tipo di giudizio ma purtroppo la filosofia antispecista, come sappiamo, ha già preso piede tra i più estremisti e non è raro sentire questo tipo di ragionamento.
Per coerenza, però, continuando a ragionare su questi estremi, ogni vegano che si rispetti, specie se rivendica posizioni etiche, dovrebbe anche rinunciare ad avere un animale domestico, soprattutto se carnivoro (una notizia: cani e gatti lo sono!), visto che mangia, deve essere lavato, curato e portato qua e là in auto. Il che significa emissioni a go go.
E qui c'è il colpo di scena. Se lo studio svedese ha omesso questo dato, un'altra ricerca, pubblicata proprio in questi giorni, ci informa che l'impatto degli animali domestici (cani e gatti) arriva fino a 64 milioni di tonnellate di Co2 , il che ha un impatto sul clima pari a un anno di guida di 13,6 milioni di automobili.
Nello studio “Environmental impacts of food consumption by dogs and cats” appena pubblicato su Plos One, di Gregory S. Okin, dell'Università della California, rivela che “I gatti e i cani sono responsabili del 25-30% dell’impatto ambientale del consumo di carne negli Stati Uniti. Se i 163 milioni di Fido e Felix americani formassero un Paese a parte, la loro nazione pelosa sarebbe al quinto posto nel consumo globale di carne, dietro la Russia, il Brasile, gli Stati Uniti e la Cina”.
La carne consumata dagli animali domestici equivale a quella consumata da ben 26 milioni di americani. La questione è ancora più inquietante se si considera la quantità di rifiuti prodotti. I pets statunitensi producono ogni anno 5,1 tonnellate di feci, quanto 90 milioni di americani umani. Se tutto questo venisse gettato nei cassonetti, equivarrebbe alla produzione totale dei rifiuti del Massachusetts.
Discorso a parte, ma analogamente interessante sotto il punto di vista della tutela ambientale, è quello della predazione. E' ormai risaputo che i gatti sono uno dei maggiori problemi per la conservazione di uccelli e di piccoli mammiferi e che i cani vaganti costituiscono un grosso problema per i selvatici, oltre che per gli animali da cortile e per la purezza genetica del lupo.
Tutte considerazioni su cui sarebbe bene ci illuminassero i vari politici impegnati sul tema. Berlusconi e Brambilla in primis, ma anche il Movimento 5 Stelle, che promuove la dieta vegana e la filosofia animalista, proprio con l'intento di ridurre l'impatto sull'ambiente. E' evidente che delle contraddizioni, e anche belle grosse, ci siano.
Cinzia Funcis