Vi è mai capitato di avere un sogno recondito che si realizza? Vi ricordate le emozioni suscitate dall’evento? Sicuramente si…come a me è successo quando, diversi anni fa’, ho realizzato il desiderio di partecipare alla famosa Battuta dell’Assunta di Montepescali.
Il desiderio nasceva più di venticinque anni fa. Ero tanto giovane da non avere ancora la licenza ma già affetto da quella “patologia” dalla quale non si guarisce ma ci si ammala sempre più con il passar del tempo….la Caccia!!! In quegli anni vivevo in Calabria, mia terra d’origine, dove sicuramente a farla da padrone era la caccia alla migratoria. Ma era proprio quello il momento storico in cui iniziava in gran parte della penisola l’esplosione demografica del cinghiale e di conseguenza nasceva un maggior interesse tra i seguaci di Diana per il re della macchia. Proprio in quegli anni la Lugari Video® usciva con un filmato di caccia al cinghiale, girato durante la storica battuta di Montepescali; ricordo ancora oggi con assoluta precisione le varie scene di caccia e le emozioni che riusciva a trasmettermi quel piacevole “frastuono” ( che mi godevo ad alto volume della tv per la gioia dei miei vicini di casa) costituito da abbai a fermo, canizze, spari a salve, urla dei canai, etc., Ora non saprei dire se per la bestia nera Galeotto fu quel filmato, ma sicuramente il suo peso ce l’ha avuto….
Era il novembre del 2011 quando mi arriva l’invito per partecipare ad una grande battuta di caccia al cinghiale. Ebbene si…. si tratta proprio della battuta dell’Assunta di Montepescali.
Qualcuno di voi potrebbe pensare “Ormai dopo venti anni, con tutti i cinghiali che ci stanno e con tutti i cinghiali che avrà visto per l’Italia non gli farà ne caldo ne freddo!!!” Invece no… non mi vergogno a dirlo…anche se ormai a Montepescali non ci pensavo più, l’invito mi ha riportato indietro nel tempo e mi ha fatto tornare in mente il desiderio recondito di un quindicenne.
La braccata dell’Assunta di Montepescali si tiene all’interno della tenuta di proprietà del Conte Gualtiero Grottanelli e della moglie, la Contessa Isabella Venier, che sono anche gli organizzatori dell’evento. La battuta è organizzata da sempre l’8 dicembre in occasione dell’Immacolata. Il numero cospicuo di persone coinvolte nella battuta ( più di 140 cacciatori alle poste e circa cinquanta canai in azione) richiede una attenta e precisa organizzazione: l’impegno di Mario Fiorilli (il responsabile della battuta), di Mauro Lenzini (il capocaccia) e del nostro amico Giancarlo Franci (l’organizzatore dei canai), e il coordinamento del padrone di casa, il conte Grottanelli, garantiscono il divertimento e, soprattutto, la sicurezza ai numerosi invitati provenienti dai vari angoli d’Italia.
Una lunga fila di fuoristrada posteggiate ai bordi della strada mi segnalano l’arrivo al primo ritrovo della mattina che è il bar di Braccagni. E proprio al bar che incontro l’amico Giancarlo Franci. Seppur impegnato nel ricevere vari ospiti, Giancarlo mi da alcune indicazioni sullo svolgimento della giornata prima di dirigerci tutti al ritrovo all’interno della tenuta, da dove ben presto si partirà a piedi per la posta assegnata. La battuta che vede impegnati circa 150 cani, prevede 3 sciolte successive in 3 zone diverse: Poggio Fallita, Passonaie e Fosso delle Cannucce.
Le file di poste sono tre: quella detta de “I massetti”, quella di “Santa Maria” e quella di “Petto a Paradiso”. Raggiungere una delle ultime poste di questa terza fila mentre continuo a rubare scatti con la mia reflex, è una “bella” passeggiata in salita, ma la vista dall’alto della tenuta e dello splendido territorio grossetano mi ripaga lo sforzo.
Neanche il tempo di riprendere fiato che il suono della corna segna l’inizio della battuta.
Spengo la radio perché voglio godermi a pieno quel famoso “frastuono” sognato in maniera recondita per circa venti anni. Passano pochissimi minuti prima che i numerosi maremmani si mettano sulle tracce dei cinghiali.
Da quel momento in poi ha inizio uno splendido concerto polifonico in cui il coro è costituito da cani, canai e postaioli che, con abbai a fermo, canizze, urla e berci, spari a salve e spari sui cinghiali, mi fanno rivivere “dal vivo” le forti emozioni che provavo diversi anni prima davanti alla tv con il volume al massimo, con la differenza che questa volta …”c’ero anch’io!!”
E’ difficile spiegare in poche righe l’adrenalina che si respira in certi momenti. Il ritmo rimane serrato per circa due ore e l’abbattimento di un verro (il 49° cinghiale della giornata), seguito ad un abbaio a fermo di un maremmano durato circa un’ora, decreta la fine della braccata.
Dopo la braccata l’appuntamento per il pranzo è per tutti al campo che si trova immerso nel verde di un splendido bosco di sughere secolari. Qui si svolge una vera e propria festa organizzata dal Conte Grottanelli: parenti ed amici, donne, bambini ed anziani (più di 400 persone) che vengono ad accogliere i cacciatori dopo la battuta e a onorare ancora una volta questo evento, che non è una semplice braccata di caccia al cinghiale ma un momento di festa per Montepescali e la sua gente.
Non ci sarà stato più il “Viva Maria” che annunciava il rientro della squadra con “il cignale” abbattuto e l’attesa alle porte del paese da parte della gente di Montepescali, ma era assolutamente ancora viva la partecipazione di tutta la comunità alla forma di caccia più socializzante che esista.
Testo e foto di Vincenzo Frascino