Nei giorni scorsi ho seguito una parte del programma della Rai sulla caccia o meglio contro la caccia. Ovviamente mi ha suscitato una forte disapprovazione non tanto per i temi affrontati, perché in una democrazia ogni persona è libera di pensare e di esprimere il proprio parere, ma per il come sono stati affrontati: con tante imprecisioni, dimenticanze grossolane e un montaggio audio-video che per chi conosce le basi della comunicazione favoriva solo una parte.
Solo alcune:
- Una cartina mostrava erratamente che il territorio in cui si può esercitare la caccia è quasi la totalità dello stivale (comprendendo anche le aree URBANE di Roma, Milano, Napoli, Palermo, Venezia...)
-Il lupo affrontato come animale innocuo dimenticando completamente quanti danni compie agli allevamenti ovini ect...
-Strumentalizzazione degli incidenti di caccia che purtroppo si possono verificare come qualsiasi altra azione che si compie (non mi viene in mente nulla che abbia un rischio zero)
-Non si è parlato a fondo del calendario venatorio e delle sue limitazioni lasciando intendere a chi non conosce questo mondo che ci sia una sorta di liberi tutti tutto l’anno.
- Si è trattato gran parte del programma sulla caccia all’estero e quindi popolazioni di selvatici, culture, tradizioni, territori e legislazioni completamente differenti dall’Italia creando confusione all’ascoltatore.
-Immagini sanguinolente e video di abbattimenti presi dalla rete di cui sono personalmente contrario perché possono essere male interpretate come in questo caso.
Partendo dal presupposto che ogni cacciatore, come ogni persona, è libera di scattare ciò che più gli aggrada durante le sue uscite nel bosco e nessuno vuole andare a spulciare gli archivi personali, si è assolutamente liberi di condividerle con gli amici presenti in battuta o tramite conversazioni private (whatsapp, telegram, ecc.).
La sfumatura degna di nota si presenta quando si sta per pubblicare la foto di un carniere online: un’immagine che può essere assolutamente normale per la maggior parte degli appassionati potrebbe generare un’aspra disapprovazione per chi non conosce il nostro mondo.
Bisogna usare il buonsenso e la moderazione soprattutto se si vuole promuovere i veri valori venatori dove contano di più una foto in compagnia di amici, con i propri cani o di un bel paesaggio.
-Spazio nullo per le realtà che funzionano e descrizione accurata del realtà che sono ovviamente da condannare come il bracconaggio ed altre azioni fuori legge.
Purtroppo “fa più rumore un’albero che cade che 100 alberi che crescono” e mi piace portare il seguente esempio: sarebbe giusto bloccare definitivamente l’intera circolazione del traffico perché un soggetto guida ubriaco/drogato?
Bisogna assolutamente punire chi compie azioni sconsiderate non strumentalizzarlo.
Come in tutte le realtà ci sono persone responsabili e dei coglioni!
Una cosa però mi ha lasciato sorpreso:
il fulcro della teoria di “opposizione” alla caccia era basato sul problema economico e non ideologico (come avevo ipotizzato).
Si tratta di una evoluzione di pensiero a me nuova rispetto alle “solite” del passato ed anche questa purtroppo per loro errata.
La caccia contribuisce ad una parte NON TRASCURABILE del PIL (Prodotto interno lordo in breve è l’insieme di beni e servizi prodotti da una nazione in un periodo stabilito solitamente in un’anno): vengono chiamate in causa strutture ricettive, cliniche veterinarie, aziende che producono materiale specializzato, armerie e tanto altro per un giro economico e di posti di lavoro NON TRASCURABILE ed inoltre in molti settori sopra citati l’Italia è leader mondiale con una tradizione e cultura vincente.
La mia impressione è che qualcosa sta cambiando perché gli attacchi sono sempre di più disperati, fantasiosi e senza fondamento.
La gente non deve assolutamente avere paura della caccia e del cacciatore e sopratutto non deve guardarli con disprezzo.
Bisogna continuare con forza, educazione e rispetto il lavoro di rivalutazione di questa figura perché lo merita.
Si deve individuare e combattere chi veramente distrugge la natura: i piromani, chi scarica rifiuti in aree vietate e molti altri che però purtroppo nei media spesso non vengono nemmeno citati.
Il cacciatore porta nel cuore la natura e da il suo contributo per preservare gli equilibri.
Mattia Siri