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29/12/2017 14.15 


Una delle domande più frequenti che mi fanno i lettori nel mio Blog è questa: “Marco, ma dove tu cacci in battuta, come viene fatta l’assegnazione delle poste?”. E’ davvero un bel quesito questo, perché non è mai semplice rispondere. Anzi, la spinosa assegnazione delle poste è sicuramente uno dei principali motivi per cui molti cacciatori abbandonano la caccia in battuta o litigano tra di loro. Anch’io, dopo oltre quarant’anni di Cacciarelle, ancora riesco a storcere il naso in certe occasioni, ma questo è quanto. Perché, come disse una volta un famoso capocaccia di una squadra del mio comprensorio: “Qui comando io e se non ti sta bene, quella è la porta!”. Come dargli torto?

Ma come sempre cominciamo dall’inizio. Una volta le poste venivano assegnate dal Capocaccia a suo insindacabile giudizio! Tutti erano felici e contenti perché a quei tempi le squadre erano piccole, i cinghiali pochi e la fame tanta. Spesso erano gli stessi membri del gruppo a chiedere al loro leader di piazzare nei trottoi buoni i tiratori migliori, quelli che avevano più possibilità di colpire l’elusivo e velocissimo selvatico e quindi di approvvigionare la povera cambusa. Oggi invece le cose sono cambiate, le squadre sono composte da sessanta, settanta, addirittura da cento componenti e metterli tutti d’accordo spesso può diventare un vero problema. Inoltre c’è da considerare che anche i territori ed i cinghiali sono cambiati e che ora vogliono sparare tutti, almeno quando sono al “rialto”, poi nel bosco il discorso è diverso! Non c’è un cacciatore che farebbe carte false per poter utilizzare la sua bella carabina o il suo pregiato express “a parole”, perché poi, quando nella macchia fervono le canizze, allora lungo la fila delle poste senti i soliti “colpetti di tosse” come male di stagione. Ma questo è un altro discorso. Insomma, visto che oggi tutti muoiono dalla voglia di sparare (se poi colpiscono fama e gloria mentre se falliscono scuse e facce scure!), bisogna dargliene l’occasione! L’importate è cercare sempre di fare le cose giuste, di far contenti tutti, ma entro certi limiti ovviamente.


Allorché le squadre si sono organizzate con le tecniche di scelta più disparate, come fare la conta, sorteggiare un numerino, seguire l’ordine d’iscrizione sul Registro e così via. Poi, come dice un vecchio proverbio romanesco: “A chi tocca nun s’engrugna!” Così un bel giorno, alle Forane di Capalbio, dove pratico la caccia al cinghiale da tre decenni, si decise che, per non creare malcontento, le poste sarebbero state assegnate tramite sorteggio. L’unica cosa che Giampiero, il Capocaccia–Gestore-Fattore della Tenuta disse, fu di non lamentarsi poi se il carniere finale non sarebbe stato particolarmente ricco. Perché questo poi alla fine succede! Tutti vogliono mettersi nelle poste “più o meno buone” poi però, se i cinghiali vengono padellati e se ne abbattono pochi, sono sempre gli stessi, quelli che hanno reclamato per avere la posta buona, a pretendere anche una parte di ciccia sostanziosa. A me è sempre importato poco, perché sono fermamente convinto che se uno alla posta ci sa stare e la battuta è ricca di animali, una botta la tira di sicuro o almeno i cinghiali li vede o li sente!




“Marco! Voglio vedere come farai oggi col numerino”, gridò un simpaticone. “Tranquillo, che tanto te ne stendo un paio anche oggi!” gli risposi. Quel che invece m’interessa e molto durante lo svolgimento di una braccata, è sempre la direzione del VENTO. Se il Capocaccia di turno mi mette di posta in un versante del monte o del bosco con la brezza che mi soffia sulla faccia, allora sono contento così, se invece mi alita sulla nuca, allora non vedo l’ora che la battuta finisca per tornarmene a casa. Quel giorno s’era deciso di battere la macchia della “Villa” e soffiava un leggero vento di Libeccio, le poste a monte sarebbero state perfette e ci sarei andato di corsa, se me lo avessero permesso. Ma avrei dovuto fare i conti con la Dea fortuna e nel mio caso a volte mi ama a volte mi odia. Il sorteggio m’aveva assegnato la posta numero 23, così sperai soltanto che si trovasse in quella direzione. Quando Cristiano, il figlio di Giampiero e stella nascente nel firmamento della caccia capalbiese disse “Dalla posta numero 10 alla posta numero 30 venite con me verso monte”, involontariamente mi scappò un bel sorriso, quasi maligno. Un’altra cosa che mi piaceva di quella battuta e della linea di poste dove stavamo andando, è che erano abbastanza distanti le une dalle altre e la visibilità era magnifica, con alberi d’alto fusto e un fitto sottobosco di rigoglioso pungitopo. Essendo quasi un anno che non capitavo da quelle parti, dopo aver piazzato lo sgabellino e sistemato lo zaino, presi le forbici da poto e cominciai a dare una sfoltita alle ipotetiche linee di tiro. Togli un ramo qua, strappa un rampicante là, in breve tempo mi lasciai talmente prendere la mano che non mi accorsi del trascorrere del tempo. Credo che fu solo grazie al mio vecchio istinto di cacciatore se non mi feci sorprendere come un novellino. Mi ricordai in extremis che forse avrei fatto meglio a togliere la mia bella BAR Eclipse Gold mancina dal fodero e di caricarla e, ripensandoci ora, credo che il cinghiale dovesse aver sentito tutto lo svolgersi dell’operazione, compreso il rumore provocato dall’otturatore della semiauto che s’apriva e che si richiudeva dopo aver camerato in canna una TIG Brenneke Originale da 150 grani! Infatti feci appena in tempo a togliere il tappo-interruttore del Docter  che sentii un animale in avvicinamento, furtivo e senza cani dietro! Quello era il classico verro furbacchione, che tentava di uscire dalla braccata zitto zitto, prima ancora che avessero liberato i cani. Come riuscii a scoprirlo bene gli tirai un primo colpo, seguito d’istinto da altri due perché, dopo il primo sparo, il grosso cinghiale s’era subito coperto dietro un folto cespuglio di ginepro. Da non credere! Non era neanche iniziata la battuta ed io avevo già preso un grosso verro che stimai abbondantemente sopra gli ottanti chilogrammi. Rimpiazzai i colpi sparati e stetti all’erta perché se ne era arrivato uno ne sarebbero potuti arrivarne anche altri.




Neanche avessi avuto la sfera di cristallo, dopo neanche un’ora, ecco che udii di nuovo il famigliare calpestio sulle foglie. Il primo era venuto da sinistra, il secondo invece arrivò da destra. Lo abbattei facilmente con un preciso colpo al collo. Anch’esso era un bell’animale, ma di mole leggermente inferiore al precedente. E due! Meno male che le poste erano state sorteggiate altrimenti sai che cagnara che mi sarei dovuto sorbire una volta rientrati alla casa di caccia! Nelle ore che seguirono, fu tutta una sinfonia di canizze e spari, quando ad un tratto risentii il tanto desiderato, inequivocabile rumore avvicinarsi. Come ho già ricordato in molte occasioni, i cinghiali si abbattono con l’udito, più che con ogni altro senso. Puntai la BAR verso la direzione da dove proveniva ed alcuni secondi dopo un altro bel cinghiale andò a far compagnia agli altri. E tre! Per deformazione professionale pensai che avrei avuto dei bei soggetti da fotografare e potuto verificare per l’ennesima volta gli effetti balistico-terminali delle mie cariche originali preferite. Comunque non fu necessario avere l’udito extrafino per sentire arrivare di corsa un grosso cinghiale, quello che subito dopo vidi lo solcare il sottobosco veloce come un fulmine per tentare di forzare la linea delle poste tra la mia e quella del signore alla mia destra. Come giunse a tiro, il mio vicino gli sparò rapido tre colpi con la sua Benelli ARGO calibro 9,3 x 62, senza riuscire neanche a fargli deviare la strada. Mi venne quasi voglia di gridargli: “L’hai voluta la bistecca? Ma avresti dovuto rosicarti anche l’osso!” Ti è toccata una buona posta? Ma devi essere in grado anche di saperla sfruttare. Comunque davanti a noi era un vero spettacolo sia per le orecchie sia per il cuore. C’erano ancora tante canizze in corso, ma ormai la battuta era quasi al termine.


Aspettavo da un momento all’altro il suono della tromba di fine cacciata, felice come può esserlo soltanto chi ha fatto una splendida tripletta in meno di tre ore di caccia, ma ecco che nella penombra del sottobosco mi sembrò d’intravedere qualcosa d’insolito. Dove prima c’era un raggio di sole, ora c’era un’ombra scura! Chissà da quanto tempo stava lì quel magnifico daino a spiarci, ad aspettare il momento buono per sorprenderci con un salto che gli avrebbe permesso di raggiungere la macchia del Casalone che si trovava alle nostre spalle? Era a una trentina di metri da me e riuscivo a distinguerlo bene, era un grosso e promettente fusone, non melanico ma comunque dal manto molto suro.



 
 
La riserva delle Forane è molto ricca di questi nobili ungulati e quindi avvistarli durante le battute non è affatto raro. Mi concessi la piccola libidine di posizionargli il red point del mio Docter sulla sua possente spalla un attimo prima che sparisse nel bosco intricatissimo. Quando finalmente arrivò il suono liberatore del corno di fine battuta, corsi subito per andare a vedere da vicino le prede abbattute, ma soprattutto perché smaniavo dalla voglia di metterle in posa per poter scattare delle memorabili foto. Di “triplette” in vita mia ne ho fatte talmente tante da perderne il conto, ma quella di quel giorno aveva un valore particolare per me, visto come l’avevo conseguita: “Alla faccia di chi ci vuole male” come ama brindare zio Bruno. Tramite radiolina e passaparola tutte le poste furono invitate di rientrare per il pranzo, ed io fui preso da una serie di emozioni molto contrastanti tra di loro. Ero felicissimo per com’era andata la caccia, ma anche un poco risentito per le affermazioni udite al mattino durante il raduno. Ammetto che come collaboratore ed amico fraterno di Giampiero, spesso sono stato favorito in molte occasioni, come ad esempio scegliermi il versante del monte dove andare, ma di poste “Certe” al 100% credo che ce ne siano davvero poche in tutti i boschi del mondo. Esistono delle macchie a ridosso di riserve e divieti cintati con vecchie recinzioni piene di buchi e mettersi nelle loro vicinanze è provvidenziale, come guadi e calatoi particolari, ma quando un cinghiale è incalzato da una muta famelica di cani, lo decide lui dove voler passare. E’ chiaro che se due corpi di macchia si congiungono in un sol punto come se fosse una clessidra, le poste piazzate in quella strettoia saranno favorite, ma non è detto che non sparino anche le altre poste, magari quelle piazzate ai margini dei campi.

Ora permettetemi di dirvi alcune cose riguardo la “direzione che prendono i cinghiali” una volta scovati e scalzati dalle loro lestre. Credetemi, indipendentemente dalla direzione del vento gli animali cercheranno SEMPRE di tornare a casa loro, verso le zone a loro familiari, verso i boschi dove nottetempo sono usciti, verso i divieti e/o le riserve dove sono nati e dove abitualmente vivono quando non sono disturbati. E’ molto raro che uno o più cinghiali fuggano verso zone che non gli sono congeniali, verso posti che non conoscono.


Di quel giorno ho soltanto due rimpianti: quello di non essere riuscito ad abbattere un bel portatore di trofeo per poter montare uno scudo come ricordo e quello di non essere riuscito a convincere i miei compagni di battuta che davvero avevo preso parte al sorteggio, perché nonostante tutti i miei sforzi, molti di loro sono tuttora convinti che il foglietto con sopra scritto il numero ventitre lo avevo in tasca già dal giorno prima. Che gente ingrata gira per i boschi toscani!


Marco Benecchi
 
 
 

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20 commenti finora...

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Io metterei una norma: ognuno deve e sottolineo DEVE SPELLARE PULIRE E PREPARARE DA SOLO i capi di ungulati che abbatte.

da Renato  12/01/2018 15.02

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

la caccia in battuta non mi piace proprio ,troppi litigi bisticciate per delle fesserie e alla fine rimani con l'amaro in bocca troppe regole ,la miglior caccia e' in solitaria tu e il tuo cane ,tutta un altra emozione puoi anche non ritornare a casa vivo ma il bello e' proprio questo la sfida alla vita.

da fr  10/01/2018 21.51

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

E' VERO LA CACCIA IN BATTUTA O LA SI AMA O LA SI ODIA ! NON CI SONO MEZZE MISURE. IO STO NEL MEZZO NON MI PIACE MA UNA VOLTA ALL'ANNO CI VADO CON QUALCHE AMICO . PARLARNE MALE NON E' CORRETTO PERCHE SONO GRUPPI DI AMICI CHE SI DIVERTONO , CERTO DISCUTONO, SI ARRABBIANO, MA POI FINISCE TUTTO ATTORNO AL TAVOLO CON IL BICCHIERE DEL VINO. i VERI CACCIATORI SONO I BRACCAIOLI CHE LOTTANO CON GLI SPINI E LA FATICA. QUELLO CHE MI PIACE DELLA BATTUTTA è LA Possibilità DI AVRE OLTRE I TRE COLPI COSA IMPENASBILE PER QUALSIASI ALTRO TIPO DI CACCIA. Perché MAI POI ??? BUON 2018 A TUTTI

da Gianni  08/01/2018 10.40

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Dicci dicci o cicci il mostro di scandicci hahaahahah

da Dicci  04/01/2018 16.36

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Bravo... Dicci la dinamica e cartuccia usata....

da Paolo79 x Here  04/01/2018 10.29

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Carabina strasserr 308 5 bestioni zona nerola monteflavio mercoledi' scorso nemmeno un minuto tutti seccati.

da Here  03/01/2018 9.47

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Tengo a precisare che NON CACCIO IL CINGHIALE. Solo ungulati rossi.
In bocca al lupo!

da Lone Star  02/01/2018 19.37

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

BRAVO, almeno sei stato sincero...
Io come direbbe MASSY

T'avevo già bell e capito!


Che la battuta l'avevi provata da "grande",
Io, e molti altri "purtroppo", l'abbiamo CONTRATTA da poppanti,
La febbre delle canizze e dell ATTENTI CHE ARRIVA..........
Io seguivo mio padre e mio nonno che avevo 8 - 10 anni.
Mio padre faceva finta di mettermi di posta con la DIANA 27 caricata con un piombino da 4,5 mm..
E tutte le volte maledivo che non mi era venuto il cinghiale..
La battuta è tutta un'altra cosa!
O la si AMA o la si odia...
Non ci sono mezze misure
Buon Anno
MB

da Marco B x Lone Star  02/01/2018 19.17

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Io a caccia vado per rilassarmi, se padello meglio così è bono per la prossima volta...niente riunioni, niente discussioni, niente polemiche, niente graduatorie, niente capocaccia del piffero, niente presidenti dei miei stivali niente sagre a scopo di lucro niente case di caccia ...solo silenzio pace e serenità. Ormai mi da noia anche essere in due...Ho provato la caccia in battuta...non fa per me....

da Lone star  02/01/2018 18.03

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Io a caccia vado per rilassarmi, se padello meglio così è bono per la prossima volta...niente riunioni, niente discussioni, niente polemiche, niente graduatorie, niente capocaccia del piffero, niente presidenti dei miei stivali niente sagre a scopo di lucro niente case di caccia ...solo silenzio pace e serenità. Ormai mi da noia anche essere in due...Ho provato la caccia in battuta...non fa per me....

da Lone star  02/01/2018 18.01

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Vuol vedere l'uomo in faccia il cinghiale che punta le linee delle poste...
Il pelo ritto dei bracci ,adrenalina a mille e l'orecchio teso ad aspettare che il cinghiale avanti ad una muta di cani che scoperchiano il bosco con i loro abbai di seguita,si tradisca con l'inconfondibile pesticcio che precede la sua emozionante visione...
Lo senti dirigere verso la tua posta ..te.. lui ...e intorno tutto e nulla a fare da cornice alla perfetta opera d'arte che si stà compiendo.Eccole le famose palle o attributi che dir si voglia.....
Altro che fucilarlo mentre grufola o peggio ancora mentre la scrofa capobranco accudisce la prole..
OGNI SELVATICO MERITA IL SUO TIPO DI CACCIA..
fagiano col cane.da ferma..
Lepre col segugio...
Colombaccio e piccola migratoria con richiamo.....
Cinghiale in braccata con la muta...

E'si...Marco,la battuta e tutt'altra cosa...

da Massi  02/01/2018 10.34

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Caro Herre, complimenti per le quintiplette,
Ma bisogna vedere come le fai..
Se cinque in un giorno o 5 in tre secondi..
Io il 29 novembre del 2015 ne ho fatti SETTE in 20 secondi..
Con 9 colpi
Aimè, con caricatore da 10 BAR composite Nera 30.06
Docter 3

da Marco B x Herre  02/01/2018 8.05

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

io faccio le quintiplette

da herre  01/01/2018 21.44

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Credo che il tuo pensiero è lo stesso del 90% dei cacciatori a palla.
Solo quando hai CONTRATTO LA FEBBRE della caccia in battuta non ne puoi più fare a meno
E' come una droga.
Sarebbe come chiedere ad un appassionato di calcio di imparare a giocare da solo...
Impossibile.
Anche io potrei andare benissimo a cinghiali da solo.
Avrei sia i mezzi sia l'esperienza
Sicuramente ne abbatterei di più e senza arrabbiature,
Ma la Battuta è tutta un'altra cosa...
Spero che anche tu abbia potuto provarla IN GIOVENTU' però,
perché quelle sono malattie che devono essere contratte da giovani

Saluti
Marco

da Marco Benecchi x Lone Star  01/01/2018 17.48

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

In tutti i gruppi umani si formano correnti, ducetti, ci sono graduatorie di bravi e meno bravi. Dovunque ci sia un gruppo umano è così anche a lavoro. È per questo che amo la caccia in solitaria...io, la carabina e il selvatico. Non voglio avere da discutere anche a caccia, dopo aver discusso a lavoro, con la moglie e alla riunione di condominio!

da Lone Star  01/01/2018 14.10

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

In tutti i gruppi umani si formano correnti, ducetti, ci sono graduatorie di bravi e meno bravi. Dovunque ci sia un gruppo umano è così anche a lavoro. È per questo che amo la caccia in solitaria...io, la carabina e il selvatico. Non voglio avere da discutere anche a caccia, dopo aver discusso a lavoro, con la moglie e alla riunione di condominio!

da Lone Star  01/01/2018 14.08

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Vero anzi verissimo..purtroppo certe volte c'è pure la politica in mezzo alle squadre di cinghialai..robe da non credere...a volte tocca turarsi il naso e far finta di niente..

da little john  31/12/2017 15.16

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Carissimo,
Se c'è una cosa che ho imparato in 57 anni e 41 licenze è che l'invidia, e in alcuni casi addirittura la cattiveria, Che regna nelle squadre di cinghialai ha dell'INCREDIBILE

cosa si intende per caccia al cinghiale in braccata? Per me é prima di tutto un occasione per cacciare assieme ad amici ed assistere a una dimostrazione di cinofilia

Ma scherziamo????

Mai vista così tanto astio, tanta gelosia e tanta competizione...

Non sono un pescatore, ma non credo che tra di loro succedano queste cose.
Da noi c'è un detto: Le società è bello farle da persone dispare, ma tre sono già troppe"

Nelle squadre di cinghialai numerose ci sono vere e proprie fazioni..
Ma questo accade dalla notte dei tempi e non è un segreto per nessuno.
Se ti sta bene Amen altrimenti lascia stare e cambia caccia

Un caro saluto
Marco

da Marco B x Little John  30/12/2017 20.02

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Tanti auguri di buone feste ai lettori del blog..Bell articolo questo. Molto schietto e che solleva molte questioni..cosa si intende per caccia al cinghiale in braccata? Per me é prima di tutto un occasione per cacciare assieme ad amici ed assistere a una dimostrazione di cinofilia.i protagonisti sono i cani, almeno per me. Mi piace sentire oltre alle canizze anche per radio quando si scioglie e i commenti dei canai quando i loro ausiliari trovano i cinghiali. Per ultimo viene l abbattimento, come coronamento a una buona azione dei cani..non amo particolarmente le battute dove vengono abbattuti decine e decine di cinghiali..preferisco che se ne abbattano pochi ma con una bella azione di caccia. Questa per me é la caccia al cinghiale. Certo se si ha la fortuna di sparare siamo tutti contenti, come negarlo, ma l'abbattimento non viene al primo posto per me. Poi non amo particolarmente quando la caccia diventa competizione..mi é capitato più di qualche volta vedere gente che "scappa" dopo la battuta perché ha padellato. Io quando padello ci scherzo sopra..i caposquadra che si arrabbiano perché uno padella dovrebbero secondo me..cambiare mestiere..una volta addirittura mi son sentito dire parole da un capocaccia perché non ho sparato a un cinghialotto in mezzo a uno sporco in condizioni di scarsa visibilità. Risultato: Ho ringraziato per l invito ma poi con quella squadra non mi sono più fatto vedere. Ricordo comunque le parole di un famoso giornalista venatorio che purtroppo ci ha lasciato troppo presto: Ricordiamoci sempre che non abbiamo dichiarato guerra ai cinghiali. Buona fine e buon inizio!

da little john  30/12/2017 13.19

Re: Un bel tris di verri alla "villa"

Sempre begli articoli Marco! Però mi domando chi te lo fa fare di lavorare a dei racconti piacevoli quando i commenti dei lettori mancano, oppure sono scioccamente negativi.
Comunque sei bravo.
Buon Anno e in bocca all barboncino!

da bansberia  30/12/2017 9.19
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