Non resta che stendere il classico velo pietoso sopra gli attacchi visti sui social alla memoria di Fabrizio Frizzi, accusato dai vegani animalisti di ogni parte di Italia di essere un vivisettore, un torturatore di animali, solo perchè era tanto favorevole alla ricerca scientifica da essere stato per molti anni il volto di Telethon.
Ci credeva al punto di aver donato il proprio midollo osseo, salvando una bambina. Ci credeva anche nei suoi ultimi anni di vita, nonostante le sue gravi condizioni cliniche, perchè nella ricerca aveva visto la speranza di un mondo migliore, la speranza di veder un giorno alleviate le sofferenze delle tante famiglie che, purtroppo, devono fare i conti con malattie rare congenite di tantissimi bambini.
Per questa sua grande dote, per questa sua generosità, per aver fatto del bene, nel mondo distorto degli animalisti, Frizzi è un assassino. Perchè? Semplicemente perchè talvolta per trovare cure salvavita bisogna sacrificare qualche cavia (topi), in laboratorio. Farmaci che presumibilmente, per coerenza, nessun vegano dovrebbe assumere o far assumere ai propri figli, in nessuna occasione, costi quel che costi.
L'odio di queste persone è totalmente fuori luogo in un momento in cui l'affetto per Fabrizio Frizzi sta letteralmente inondando tutti i canali mediatici. Buffo che chi parla di Karma, o addirittura tira in ballo la Giustizia divina per la morte prematura del conduttore della Rai, non si renda conto che qualora ci fosse una vera giustizia superiore, dovrà rispondere, prima o poi, di cotanta cattiveria gratuita.
Il lato positivo, se vogliamo trovarne uno, c'è: la gente comune non potrà che rendersi sempre più conto del fanatismo che muove certi movimenti, tanto coinvolti dalla sofferenza animale, quanto insensibili verso quella umana.
C.F.