La stagione si è chiusa da più di due mesi, il ripasso primaverile delle beccacce c'è stato sì e no, funestato dalle intemperie di marzo che hanno reso proibitive le uscite durante i giorni buoni. I cuccioloni avviati la scorsa stagione sono rimasti per lo più nel box: e ora che si fa?
Ci si organizza. In attesa che le quaglie arrivino dopo metà aprile, cadendo nei tranelli elettronici per una breve "fermata" durante il loro, di ripasso, ci si può concentrare su quegli animali che al momento sono impegnati nelle loro faccende, come ad esempio le starne, i fagiani o - per i più fortunati e temerari - le coturnici. Certo, si dirà: ma non si possono avviare i cuccioloni sulle cotorne, che rappresentano la laurea del cane da ferma. Io direi, più che la laurea, il master: ma aggiungo che un conto è cercare di abbattere una coturnice a metà novembre, altra cosa è andare - con prudenza - a insidiare le coppie appena formatesi a inizio primavera, cioè due mesi prima che vadano in amore e quindi con la certezza matematica di non arrecare alcun danno alle future covate. A marzo questi nobili galliformi sono molto più confidenti che in autunno: e poi ci sta che un cucciolone le sbagli, non c'è problema. Anzi: sbagliando e rincorrendo imparerà ad aprire, tutte cose utilissime per il suo futuro venatorio.
L'ideale sarebbe, durante questo apprendistato che non può durare più di cinque o sei uscite, che il giovane allievo fosse accompagnato da un soggetto esperto, in grado di cercare le pernici delle rocce laddove esse amano stare: un cane che conosce la caccia di montagna renderà più utili queste brevi uscite, certamente non paragonabili alla vera caccia di montagna per tutta una serie di motivi facilmente intuibili.
Una volta concluso il censimento montano, è bene cercare dei posti d'attacco per le prime quaglie e poi, una volta individuati questi luoghi, aiutare le africanelle ad attaccarsi: i nostri cuccioloni ne trarranno immenso giovamento, recuperando in breve tempo tutto ciò che si sono perduti durante la scorsa stagione perché ancora immaturi e poi per il ripasso delle beccacce, rovinato dal maltempo.
Insomma, oltre alle beccacce, cotorne e quaglie sono gli altri due selvatici veri che l'Italia può offrire ai cinofili da ferma: sfruttiamone la presenza per capire chi è fumo e chi arrosto tra i nostri cani più giovani e presentarci, così, attrezzati sin dal primo giorno della prossima stagione.
Daniele Ubaldi