La stagione eccezionalmente temperata e una buona presenza di "africanelle" rendono ideale l'addestramento ad alta quota. Chi ama il cane da ferma non deve far altro che scioglierlo.
Erano anni che non si assisteva ad un'estate così mite e temperata. Tutto il contrario di quella del 2017, che ha reso il paesaggio desertico favorendo il proliferare di incendi lungo tutto lo Stivale. Ebbene, quest'anno è tutto l'opposto, al punto che neanche i vecchi ricordavano così tanta vegetazione, e così alta, in alta quota. Condizioni ideali per il transito e la sosta delle quaglie africane, vale a dire le migliori insegnanti che si possa desiderare per il nostro cucciolone aspirante fermatore.
Cicero in ferma
Cerca metodica ma ampia, coraggio ma senza eccessiva irruenza, giuste distanze per la presa di punto: in una parola, "equilibrio". E' questa la dote principale che ogni cane da ferma degno di questo nome deve possedere, ed è proprio ciò che le "africanelle" insegnano al giovane ausiliare. Il quale, dopo i primi sfrulli e le rincorse a perdifiato lungo coste e calanchi, comincerà a farsi più guardingo fino a prendere le misure con il lieve effluvio, filarlo come si deve e infine andarlo a bloccare in mezzo al falasco. E' così, e soltanto così, che nasce un cane da ferma: almeno in Italia. Di oniriche isole del mar Baltico è inutile parlare, dato che non è quella roba per tutti. ma le quaglie, vivaddio, sì! Le quaglie sono la risposta popolare alle destinazioni esclusive della cinofilia europea. Finché ci sarà un "quicqui-qui" ad animare la campagna o l'appenninico falasco, avremo ancora la possibilità di addestrare cani da ferma dietro casa nostra. Per lo meno nei fondamentali.
Dana in ferma
E allora, l'unico limite qual è? La voglia. La voglia di scioglierlo, questo benedetto cane, anche se è luglio e l'addestramento "di norma" partirà fra più di un mese. La voglia di sciogliere il cane senza portare lo schioppo a tracolla, quella manca ai più. Ma chi sacrifica il sonno e abbandona il letto caldo per guadagnare le coste oltre i mille metri, chi ci crede davvero, chi magari si ingegna un minimo per radunarne più di tre o quattro, di quelle maestre "africanelle", bene... Questa gente qua sarà ripagata cento volte dei propri sacrifici, cogliendo nelle prodezze dei propri giovani allievi progressi quotidiani e segnali del tempo che passa. Emozioni. Come il primo giorno di scuola, che torna a ripetersi con l'avvicendarsi di nuovi scolari.
Inutile spiegare ancora del perché è meglio alzarsi un'ora prima e percorrere qualche chilometro in più di macchina, fino a salire di quota: niente forasacchi, niente colture con relativi contadini che potrebbero anche non gradire la nostra presenza, migliore ventilazione e olfattazione, temperature più miti e dunque autonomia maggiore per noi e per i nostri cani. Chi conosce la materia sa bene che la quaglia è, sì, un migratore estivo, ma è anche un animale che non teme il freddo della notte, e che i due o tre gradi sotto lo zero non lo spaventano in montagna. E la prova è il fatto che, proprio in questo momento, di quaglie sono pieni i nostri altopiani.
Lady in guidata
Certo, non è che se ne alzino a decine ad ogni piè sospinto, sia chiaro: ma una stagione come questa era da tempo che non la si ricordava, almeno sull'Appennino centrale. E anche appassionati di altre regioni confermano questa tendenza, il che fa ben sperare. E allora la domanda è: se non lo sciogliete adesso, il vostro cucciolone, quando pensate di farlo?
Delle astuzie della quaglia e della sua attinenza con la beccaccia, per quanto concerne le doti necessarie al cane da ferma per cacciare sia l'una che l'altra con successo, abbiamo già parlato in precedenza. Come pure delle ridicole obiezioni che sedicenti "cinofili" muovono nei confronti del piccolo galliforme, "reo" - a loro dire - di rovinare lo stile del cane durante la cerca e la guidata. Inutile dilungarsi ancora su certe futilità, peraltro infondate.
Quel che conta, piuttosto, è come sempre la costanza e la giusta misura, affinché il nostro allievo non prenda tutto come un gioco troppo facile e non cominci a credere che sia il suo padrone a doverlo portare sulla preda, anziché l'inverso. Questo è l'unico inconveniente in cui si può incorrere durante l'addestramento estivo, inconveniente peraltro facilmente evitabile con l'accortezza di cambiare di frequente zona di esercizio. Ma tanto, come dice il proverbio... "Chi cerca trova".
Daniele Ubaldi
Cicero e Luna in ferma e consenso