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02/08/2018 10.55 


Non importa se si pratica la caccia al cinghiale da un anno oppure da trenta, quel che invece è “lapalissiano” è che a caccia non si finisce mai d’imparare. Perché spesso può capitare che anche i cacciatori più esperti facciano dei grossolani errori da principianti. C’è da ammettere che soltanto sbagliando s’impara (o almeno si dovrebbe), ma come nel mio caso, che ho trentacinque licenze sulle spalle, certi errori non andrebbero assolutamente fatti! Come quello che mi è capitato di fare durante una recente battuta di caccia al cinghiale a Monte Stradello, una meravigliosa zona di caccia che si trova a due passi da Cerveteri e a tre dal lago di Bracciano.

Quante volte abbiamo ripetuto o ci siamo sentiti ripetere che durante una battuta non dobbiamo mai muoverci dalla nostra posta? Assolutamente non ci si deve spostare da dove ci ha piazzato il Capocaccia o uno dei suoi Vice, qualsiasi cosa accada. Se durante la braccata succede qualcosa d’insolito, ci è stato ripetuto fino all’inverosimile che dobbiamo pazientemente aspettare la fine della battuta e poi contattare il Capocaccia e/o il Capobracca per riferire l’accaduto. Magari se abbiamo ferito un cinghiale, se abbiamo visto un cane in gravi condizioni o qualsiasi altra cosa possa esserci capitata, ma prima di muoverci dobbiamo sempre aspettare il suono del corno di fine cacciata. Dopo avremo il tempo di verificare e di agire con calma e soprattutto in completa sicurezza. Dalle mie parti un proverbio recita: “Si predica bene, ma poi si razzola male”. Parole sante. Il ruolo di Capocaccia l’ho ricoperto diverse volte, mentre quello di Vice o di aiutante continuo a farlo quasi tutti i fine settimana dal primo di novembre al trentuno di gennaio. Quando mi vengono assegnate delle poste, mi si dice dove e come piazzarle, mi si ricorda gli fargli la solita predica su etica, morale e sicurezza e poi l’ultimo appello: “Mi raccomando occhio a dove e a cosa sparate. Fatevi vedere dai vostri vicini di posta e ricordatevi di non muovervi MAI dalla vostra posta”.


A Monte Stradello quel giorno regnava una certa tensione, perché due settimane prima avevamo dovuto rinunciare a fare la battuta perché un canaio si era fortunatamente accorto che il bosco era stato disseminato di bocconi avvelenati. Cose da non credere. Dove può arrivare la cattiveria e la deficienza umana pur di sabotare e di procurare disturbo a chi invece non ne dà! Dappertutto ci sono degli infami criminali disposti veramente a tutto, anche ad uccidere decine e decine di povere bestie, solo per il gusto di far dispetti. Speranzosi che l’increscioso episodio non si ripetesse, cominciammo a schierarci lungo un fosso che delineava il confine tra due grossi corpi di macchia. Faceva freddo in quella fonda, ma il tempo era bello ed il vento favorevole. Se non ci fossero stati imprevisti, la buona riuscita della battuta sarebbe stata garantita.




A Monte Stradello le poste migliori sono sempre state quelle comprese tra la Venti e la Quaranta. Io al sorteggio pescai la 34, ottima. Come vecchia abitudine mi preoccupai subito di informarmi quali fossero i miei due vicini di posta e non potei chiedere di meglio al destino. Alla trentatre trovai Giorgio, un famoso giornalista di RAI2, grande appassionato ed esperto di caccia al cinghiale, mentre alla trentacinque trovai più che un amico e un compagno di caccia: il “collega” (visto che anche lui scrive per alcune riviste specializzate ed è spesso presente sul Canale digitale Caccia & Pesca) Saverio Patrizi. Ci salutammo con un semplice “Bocca” ed ognuno prese possesso della propria posta controllando se ci fosse da fare qualche intervento di carattere logistico–balistico. Io adagiai lo zaino dietro ad un albero, posizionai lo gabellino a treppiede, detti una rapida pulita con il pennatino alle ipotetiche linee di tiro e poi mi sedetti con il mio immancabile thriller tascabile, vero toccasana quando c’è da aspettare il fatidico suono della tromba, e la fida HK 770 calibro 308 W carica con la sicura inserita di traverso sulle gambe.

Portare qualcosa da leggere alla posta, anche se qualcuno potrebbe averne da ridire, è un vero e proprio stratagemma venatorio e ve ne spiego il motivo. Primo ti obbliga a stare fermo, calmo e concentrato al tuo posto, poi, stando seduti a leggere, acuisce tutti i sensi, in particolare l’udito. In questo modo eviti di muoverti e d’inquinare l’ambiente che ti circonda con il tuo odore, resisti alla tentazione di fare quattro chiacchiere con i vicini di posta, se non addirittura di fare quattro passi a cercar funghi o a raccogliere pungitopo! E’ sottinteso che appena si sente il segnale d’inizio battuta il piccolo tascabile deve finire inesorabilmente nella tasca interna dello zaino, ma a volte può capitare che il suono della tromba non si senta in tutti gli angoli del bosco e che ti ritrovi ad essere impreparato quando invece già infervoravano le canizze. Monte Stradello ha una caratteristica comune di molte zone montuose–collinari, ossia può capitare che mentre in un versante succede il finimondo, dall’altro non senti neanche lo scoppio di una bomba. Dov’eravamo piazzati noi poi c’era anche un tortuoso ruscello che ci tormentava col suo fragore.

 

Consultando l’orologio ipotizzai che nonostante non avessi udito il segnale acustico, la battuta doveva essere comunque iniziata. Chiusi il libro e lo riposi nello zaino, tolsi la sicura all’HK ed aguzzai vista ed udito. Vidi che anche Giorgio stava facendo lo stesso, mentre Saverio invece era ancora tutto impegnato con il suo Black Berry. Noi tre coprivamo più di un centinaio di metri di fronte. Io e Giorgio eravamo più vicini, mentre Saverio era leggermente più defilato. Aveva avuto, se così si può dire, la fortuna di avere una posta più larga con parecchia visuale su una piccola radura coperta a un fitto falasco. Oltre al torrente impetuoso e al volo veloce di stormi di colombacci non si udiva nient’altro. Né abbai, né urla, né tanto meno spari. Ma se l’esperienza insegna, quelli sono i momenti che possono riservare delle sorprese. Con la coda dell’occhio percepii Saverio muoversi, aveva alzato la testa di scatto e lasciato cadere il cellulare ai suoi piedi aveva impugnato l’express.
 
Lo vidi prendere lentamente la mira e subito dopo sparare in rapida successione i due colpi. Immediatamente lo travolse un’onda nera composta da sei-sette grossi cinghiali (adesso avete capito a cosa serve una semiauto con il caricatore da 10?). Saverio, preso alla sprovvista, perse tempo ad aprire e ricaricare il suo Merkel e quindi non s’accorse che al primo gruppo di animali se n’era aggiunto un altro. Come si dice, s’era fatto cogliere con “le braghe calate”, con il fucile scarico! Feci una piccola corsa per avere una linea di tiro sicura e sparai velocissimo una serie di colpi da una distanza di un centinaio di metri al gruppo di cinghiali in fuga che zigzagavano nel falasco. Non mi sorprese che non ne vidi cadere neanche uno, erano tiri impossibili, ma almeno ci avevo provato.




Il peggio doveva ancora venire, perchè quel giorno il destino, o chi per lui, avevano deciso di mettermi alla prova, per vedere se ancora ero fedele agli insegnamenti ricevuti. Saverio mi fece cenno di avvicinarmi ed io, come un tonto, gli diedi retta. “Marco ho ferito una grossa scrofa. S’è infilata in quel rovaio, la senti?”. E come facevo a non sentirla? La femmina ferita sbuffava come un mantice e batteva i denti. Oltre che ferita era anche incazzata nera. “Saverio, lasciala lì, tanto dove vuoi che vada. Se l’hai colpita bene (Saverio usa un vecchio express giustapposto Merkel calibro 8 x 57 JRS caricato con palle Alaska da 196 grani) tra poco muore. Appena arriva un canaio vedrai che la recuperate senza difficoltà”. Come mi voltai per ritornare alla mia posta vidi con orrore che tre cinghiali, una scrofa con due porcastroni, stavano tranquillamente attraversando la linea delle poste a circa due metri dal mio sgabellino. Scattai come Mennea, ma ormai non c’era più niente da fare. In tre secondi pronunciai la mia scorta annuale d’imprecazioni, quando invece ne sarebbe bastata una sola: “Bravo Marco, sei proprio uno stupido!”. Chi è causa dei suoi mali pianga se stesso, mi avrebbe rimproverato mio nonno. Non avevo scusanti per quel che era successo, tanti anni fa, ai tempi di quando era vice capocaccia mio padre, sarei stato messo alla gogna ed avrei dovuto subire anche qualche pesante punizione, come ad esempio star di posta ad un cancello o in una larga per un anno. Invece a Monte Stradello, quel memorabile giorno non venni ripreso da nessuno, quasi non se ne parlò. Soltanto gli amici più “intimi” (che sono i peggiori!) mi fecero notare mortificandomi fino al midollo: “ma come!, Marco, proprio tu che raccomandi sempre a tutti di non muoversi mai, ti sei fatto passare tre cinghiali perché ti eri spostato dalla posta?”. Come dargli torto?


Ecco, quel giorno ebbi la conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, che a caccia non si finisce mai d’imparare. Se non stiamo sempre attenti è facile fare degli sbagli. Che a Monte Stradello alcuni cinghiali si sono salvati perché un’idiota s’è spostato dalla sua posta poco male, sarebbero stati buoni per la prossima volta, ma se un bracchiere, un canaio, o un’altra posta che come al sottoscritto gli era venuta la felice idea di muoversi, presi dalla concitazione del momento, avessero sparato verso direzioni insolite, non so cosa sarebbe potuto accadere. Non sorridete se ancora mi permetto di ricordarvi che per nessun motivo bisogna lasciare la posta che ci è stata assegnata!

Marco Benecchi 
 
 
 

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19 commenti finora...

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Ti capisco benissimo, ma il problema è MOLTO più serio..
Posso ANCHE permettere che un prodotto sia rifinito male e "fatto di corsa" come diceva mio nonno,
Ma la funzionalità e la sicurezza "DOVREBBERO" essere garantiti dal BANCO DI PROVA, quando invece sono CONVINTISSIMO che molte "Armi" non sanno neanche dove si trova!

Buona
M

da Marco B x Antico  10/08/2018 9.54

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Non e' niente e' solo questione di armi moderne che fanno schifo! Io sono arrabbiato nero perché moltissime volte guardando attraverso le canne soprattutto canna liscia nei vari stand marche famosissimissime ne ho viste di elissi sbilenche e righe che sembravano serpenti chi capisce sa di cosa parlo ,una cosa veramente assurda!!!! i fucili erano firmati e intarsiati a regola d'arte e costavano altro che costavano.

da Antico  10/08/2018 8.54

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Oggi ho avuto l'ennesima CONFERMA che al BANCO DI PROVA di prove ne fanno davvero poche,
E quando le fanno sono davvero MOLTO superficiali............................
Nel corso della mia lunga carriera di Armaiolo Dilettante ho visto di tutto,
Come credo tutti Voi in molti campi nella vita e sul vostro lavoro....
Ma quando impugno un arma che ha impressi ben in vista i famosi Punzoni e poi...
In camera di cartuccia non entrano le munizioni, permettetemi, prima mi viene da sorridere ma poi mi ci incavolo anche un pochino...
Come quello che mi è successo stamattina

In fase di taratura di una carabina di marca FAMOSISSIMA

Che era ............TOTALMENTE.......... priva dell'estrattore.
NUOVISSIMA, appena arrivata Appena tolta dalla scatola.
SIGILLATA!

Il bello è che ora sono TUTTI i ferie e "forse" per avere il pezzetto mancante dovremo aspettare ottobre................

Che tristezza!!
Scusate lo sfogo..
Buone ferie
Marco

da Marco B x TUTTI  09/08/2018 20.31

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Basta con la caccia ,la caccia va chiusa non si puo' uccidere tutti questi animali innocenti ,mangiatevi i wustel al supermercato

da Bambylla  09/08/2018 16.49

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

credo che il proibizionismo non porti mai buoni risultati..sarebbe come proibire di vendere tutte le auto che corrono veloce perchè il limite è 130 km/h..io stesso posseggo una BAR in 30-06 e la reputo la miglior arma per la battuta, perchè in certi casi è fondamentale ripetere velocemente il colpo..però bisogna anche dire che spesso se ne fa un uso improprio..ad esempio le raffiche da 5 colpi in 5 secondi servono a poco..io i cinghiali che ho preso in battuta (pochi per la verità perchè è una caccia che pratica 7/8 volte all'anno) li ho quasi sempre presi di prima..lo so che posso risultare antipatico ma per me la sicurezza viene prima di tutto. non sono capocaccia di nessuna squadra ma se lo fossi ai "mitragliatori" quelli che tentano tiri avventati e sparano altri due tre colpi dopo aver ammazzato l'animale (si esistono anche questi subumani!!), gli metterei l'obbligo della bolt action..a volte conta più il buon senso delle leggi

da little john x luciano  08/08/2018 16.17

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Per little john: Direi che ci sei andato giù pesante ma non hai tutti i torti.
Una domanda: tu saresti favorevole a proibire le semiauto in battuta? (io a caccia proibirei i fucili semiauto comunque, anche canna liscia)

da Luciano  08/08/2018 12.29

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Bell'articolo in cui si vede l'onestà intellettuale dell'autore e che offre molti spunti.
preciso non sono un cacciatore abituale di braccate ma devo dire che a quelle che ho partecipato spesso il livello di sicurezza non era sufficiente.
c'è ancora la mentalità della "guerra ai cinghiali", manca nella maggior parte delle squadre rispetto delle buone norme di sicurezza e anche per il selvatico.
per me è una forma di caccia bella ed avvincente ma che va assolutamente riformata. nelle "braccate" a cui ho partecipato in slovenia, croazia ed ungheria si vede molto di più l'attenzione per la sicurezza (complice anche il territorio meno sporco).
la canna liscia io sinceramente la lascerei solo per i canai.
infine dico che certa gente oltre una certa soglia di età che comincia a perdere colpi è meglio che se ne stia a casa. so che con questa frase mi attirerò alcune critiche ma dopo aver visto partire un colpo ad un anziano signore mentre metteva il fucile in macchina credo che sia meglio evitare potenziali situazioni rischiose. e certi giovanotti dal grilletto facile quelli che quando vedono nero sparano, beh a quelli obbligo di utilizzo di bolt action!!problema risolto

da little john  08/08/2018 9.34

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

E cosa c'entra che ll'era un comandante dei carabinieri,signor filippi 53 ,quelli sono i piu' inesperti che si credono tanto.

da Anselmo diaz  07/08/2018 11.37

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Signor filippo lei si esalta un poco troppo con questi vip e benerali... questi culliuni sono gente semplice come lei non li faccia sembrare dei padreterno. La maggior parte delle volte ho visto generali gagarsi addosso per un auto in panne al buio di notte.

da Anselmo diaz  07/08/2018 11.35

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Di imparare si finirebbe se almeno si incominciasse .Dopo questa banale battuta.. vorrei dire la mia a proposito delle battute di gruppo ,dove e' tanto difficile far coincidere le proprie aspettative con la sicurezza e la logica ,uno degli apsetti fondamentali della caccia in battuta e saper gestire i vari caratteri degli adepti li chiamo cosi ' tanto per evocare uno spirito templaristico indiscendente dai vari gruppi di cinghialai stravecchi .

da Anselmo diaz 67  07/08/2018 10.26

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Racconto un episodio accaduto qualche anno fa ad Enzo, mio carissimo amico, in un recinto dove ho cacciato anch'io molte volte, e che è davvero un posto magico per la caccia in battuta, basta dire che i proprietari ci invitano spesso e volentieri uomini politici di primo piano, giornalisti famosi, insomma dei veri e propri VIP. Quella volta io (e meno male) non ero fra gli invitati. Nel recinto c'è un certo numero di palchetti, ma poi occorre chiudere le poste anche stando a terra. La battuta ha inizio, ovviamente non mancano le canizze e le schioppettate, e alla fine della cacciata il vicino di posta del mio amico gli si rivolge così: "e meno male che mi sono spostato quindici metri più avanti, altrimenti non avrei potuto tirare neanche una fucilata". Dovete sapere che Enzo, il mio amico, è un robustissimo colosso di oltre un metro e novanta; ma fortunatamente di animo molto garbato. Chiunque altro al suo posto avrebbe messo le mani addosso a quel postarolo che aveva corso il rischio di essere impiombato proprio dal suo vicino di posta, e di trasformare quest'ultimo in un potenziale assassino! Se aggiungo che l'incosciente cacciatore vicino di Enzo non era un ragazzino, ma piuttosto un maresciallo dei Carabinieri, capirete che le raccomandazioni che ogni volta ci ripete chi dirige la braccata non sono superflue, anzi; ma purtroppo a volte non sono sufficienti. Morale: spostarsi seguendo la linea delle poste (come ha fatto MB) è sbagliato; ma in avanti o indietro dalla linea è criminale (oltre che stupido)

da Filippo 53  06/08/2018 18.19

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Anche io è quasi Mezzo secolo che vado a caccia da solo o al massimo in due.................

Ma il brivido della BATTUTA AL CINGHIALE non lo si può provare da solo...
Un po' come il ballo...
Se vuoi ballare a certi livelli devi trovarti una compagna.......

E sperare che sia brava "almeno" quanto te.............

Se vuoi capire...

M

da Marco B x Antico  06/08/2018 15.22

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Ed e' per questo che io vado a caccia da mezzo secolo solamente da solo.

da Antico  06/08/2018 14.53

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Bell'articolo! Complimenti per la sincerità. Non tutti sono capaci di raccontare un proprio errore di comportamento.

da bansberia x marco  04/08/2018 10.57

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Nella caccia al cinghiale in BATTUTA
i VICINI di posta sono il fattore più IMPORTANTE di tutti ed anche l'incognita più oscura...
Ecco uno dei motivi per cui cerco sempre di cacciare con persone che conosco (e che mi conoscono!) bene.....
Può capitarti di tutto..
Come quella volta che abbattei un bel verro mentre il mio vicino si stava facendo un panino..
E poi mi chiese di dire che lo aveva preso lui e se avrei potuto anche fargli tassidermizzare la testa.........

Ma i migliori sono quelli che ti sparano sui piedi con la scusa di "finire" il TUO cinghiale già bell'e morto da 5 minuti...

""" Ho visto cose.....""""""

Buona
M


M

da Marco B x Gas Gas  03/08/2018 18.40

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

E vero che non bisogna muoversi dalla postazione ,ma dipende anche chi sono i compagni di squadra ,se sono dei deficenti e aime' ne ho visti a decine , se sparo ad un cinghiale a 30 metri a 50 mt lo ferisco inizia a rastrellare e si allontana piano piano io vado per ribatterlo e il cretino della posta a fianco inizia a sparare a rasoterra la colpa di chi e'?

da Gas gas  03/08/2018 17.53

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Vedi Cincillà,
Una cosa dovrebbe contraddistinguermi,
Nel Bene e nel Male....

E' La sincerità....................

Purtroppo non siamo dei robot ed abbiamo tutti i nostri pregi e difetti a seconda delle situazioni...


Il "CI HO PROVATO" è una cosa molto comune a caccia,
POI spetta al singolo cacciatore "Verificare" gli esiti di quella prova...

Sarebbe come tirare ad un capo a 1000 mt di distanza e poi non andare a vedere se invece il colpo è andato davvero a segno...

Io quando "PROVO" poi verifico sempre...
Oppure, quando NON PROVO è proprio perché non posso verificare l'esito del tentativo

Specialmente in battuta dove posso usufruire dell'aiuto di molti compagni e di molti cani.. il CI HO PROVATO... è abbastanza frequente

Sono proprio quei "tentativi quasi impossibili" i VERI CONDIMENTI DELLA CACCIA...

I motivi per cui poi hai qualcosa da raccontare..
Come quando un mio amico preso un fagiano da... che so..
70 - 80 o ferse più metri con una cartuccia del 5 (Legia Star!)

Quel giorno Sandro Mi chiese: "Marco che faccio? Ci provo!"
E provaci gli risposi ed il fagiano cadde!
O tutte le volte che ho visto cadere un cinghiale (a volte più di uno) dopo avergli scaricato la semiauto da lunghissima distanza mentre il branco correva attraverso un campo aperto!!

Ecco, questo il significato di quella frase e il motivo per cui a volte ti viene la voglia di tentare l'impossibile!
Tutto qua

M

da Marcop B x Cincillà  03/08/2018 6.14

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Ciao Marco,

condivido pienamente il concetto espresso dal tuo articolo. Il rispetto delle regole, soprattutto nella caccia al cinghiale in forma collettiva, è fondamentale ed hai fatto molto bene a ricordalo a tutti noi.

Mi ha molto sorpreso pero' una tua frase: "Non mi sorprese che non ne vidi cadere neanche uno, erano tiri impossibili, ma almeno ci avevo provato."

Apprezzo molto i tuoi articoli e ti stimo molto per la "tenacia" che con la quale affronti i dibattiti riguardanti tematiche alquanto "spinose" e controverse. Lungi da me fare polemica sul blog pero' penso che la brutta abitudine del "io ci provo" sia molto diffusa qua in Italia. Ho, ahimè, assistito personalmente agli effetti che certi "tiri impossibili" possono generare: cinghiali colpiti male (spanciati), cinghiali feriti e non ritrovati...
Posso anche capire l'animo del cacciatore in quell'istante e posso anche accettare un (n =1) tiro...quello che pero' non sopporto e penso debba essere condannato è la raffica di colpi su di un branco di animali a 100 metri...mi chiedo: QUANTI DI NOI VANNO A VERIFICARE DOVE SONO ANDATI QUEI COLPI? E QUANTI, IN PRESENZA DI SANGUE, SI PRENDONO LA RESPONSABILITA DI RICERCARE L'ANIMALE(I) FERITO(I)?
Non voglio fare la paternale a nessuno e anche io ho commesso i miei peccati...se vogliamo pero' essere credibili come cacciatori agli occhi di chi cacciatore non è, è meglio evitare certi comportamenti...

Sono felice di sentire che ne pensi; un saluto dal "cincillà in letargo ma sempre vigilante"

da Cincillà vigilante  02/08/2018 22.43

Re: Caccia al Cinghiale: NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE!

Ciao Marco,

condivido pienamente il concetto espresso dal tuo articolo. Il rispetto delle regole, soprattutto nella caccia al cinghiale in forma collettiva, è fondamentale ed hai fatto molto bene a ricordalo a tutti noi.

Mi ha molto sorpreso pero' una tua frase: "Non mi sorprese che non ne vidi cadere neanche uno, erano tiri impossibili, ma almeno ci avevo provato."

Apprezzo molto i tuoi articoli e ti stimo molto per la "tenacia" che con la quale affronti i dibattiti riguardanti tematiche alquanto "spinose" e controverse. Lungi da me fare polemica sul blog pero' penso che la brutta abitudine del "io ci provo" sia molto diffusa qua in Italia. Ho, ahimè, assistito personalmente agli effetti che certi "tiri impossibili" possono generare: cinghiali colpiti male (spanciati), cinghiali feriti e non ritrovati...
Posso anche capire l'animo del cacciatore in quell'istante e posso anche accettare un (n =1) tiro...quello che pero' non sopporto e penso debba essere condannato è la raffica di colpi su di un branco di animali a 100 metri...mi chiedo: QUANTI DI NOI VANNO A VERIFICARE DOVE SONO ANDATI QUEI COLPI? E QUANTI, IN PRESENZA DI SANGUE, SI PRENDONO LA RESPONSABILITA DI RICERCARE L'ANIMALE(I) FERITO(I)?
Non voglio fare la paternale a nessuno e anche io ho commesso i miei peccati...se vogliamo pero' essere credibili come cacciatori agli occhi di chi cacciatore non è, è meglio evitare certi comportamenti...

Sono felice di sentire che ne pensi; un saluto dal "cincillà in letargo ma sempre vigilante"

da Cincillà vigilante  02/08/2018 22.42
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