Da alcuni anni è in fase di preparazione la documentazione necessaria per chiedere all’Unesco di far inserire, a livello italiano, la cultura del tartufo come patrimonio immateriale dell’umanità.
Un iter che l’Associazione Nazionale Città del Tartufo, promotrice della proposta, sta portando avanti con determinazione. Anche l’Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi ha dato il proprio contributo sulla base di quelle che erano le richieste. Sono così stati realizzati quattro video che saranno allegati come documentazione alla domanda.
Realizzati dal giornalista Fabrizio Mandorlini, due video riportano le interviste a due tartufai, Marco Manzini e Gaia Castaldi, ognuno dei quali ha raccontato aneddoti, storie ed esperienze personali di quella che è la “cultura del tartufo” in tutti i suoi aspetti. A partire dal rapporto con il proprio cane, all’influenza della luna nella ricerca del tartufo, alle storie di ieri e di oggi che si raccontano, agli aspetti afrodisiaci del tartufo stesso.
A fianco delle esperienze dei tartufai, per l’Unesco sono stati preparati e inviati altri due video, uno sulle origini della Mostra Mercato fino ai giorni di oggi. In questo hanno dato il loro fondamentale contributo la moglie e i figli di Renato Tozzi. Rosaura Tozzi (vedova di Renato) ha raccontato come si cucinava il tartufo negli anni Sessanta al ristorante Miravalle. Da quella esperienza nasce poi, nel 1969 la prima sagra del tartufo a San Miniato.
Nell’altro video si parla della gastronomia di San Miniato città del tartufo con una battuta di Edoardo Raspelli, uno che di cucina se ne intende.