Siamo nel bel mezzo della stagione del tartufo pregiato, che si può trovare facilmente, ai prezzi di mercato alle tante e famose fiere delle località più rinomate. Quello di rivolgersi direttamente ai cavatori che espongono i loro prodotti nelle fiere ufficiali, è uno dei consigli che il sito dell'Huffington Post di sente di dare agli appassionati. Per evitare acquisti imprudenti il quotidiano raccomanda di tenere bene presenti i prezzi medi e i periodi di raccolta dei tartufi: bianco (1200 ai 2000 euro al chilo), settembre-gennaio; bianchetto (2-300 euro), febbraio-maggio; nero pregiato (5-600 euro), dicembre-marzo; scorzone (1-200 euro) maggio-dicembre.
Oltre alle fiere ci si può rivolgere direttamente ai tartufai, quelli fidati si intende. Il prezzo elevato di questo frutto del bosco infatti fa gola a tanti malintenzionati che possono rifilarci una fregatura, non solo vendendoci un tartufo per un altro di maggiore valore, ma anche inducendoci all'acquisto di materiale depertito o non ben mantenuto. Un tartufo di qualità si deve presentare integro perché si conserva meglio, se c’è ancora molta terra attaccata potrebbe nascondere qualche difetto. Al tatto il tartufo deve essere compatto ma elastico, se è troppo duro non va bene, se cede troppo allo stesso modo non va bene. Al naso non ci devono essere odori spiacevoli, tipo muffa o eccessiva ammoniaca, un buon tartufo bianco a seconda del terreno dove è cresciuto.
Spiega Michele Mannuci del consorzio Terre e Tartufo. “Va comprato appena raccolto e conservato chiuso ermeticamente, avvolto su carta assorbente o su un panno. Molti usano il riso che però assorbe troppo, priva il tubero dei suoi aromi e lo secca eccessivamente. Va consumato entro una settimana dalla raccolta a eccezione dello scorzone che si mantiene un po’ più a lungo”.